Quel re al servizio della verità Gesù Cristo Re dell’universo
II domenica di Avvento Anno C
25 Novembre 2006

Lc 19,29-38
Riferimenti : Zc 9,9-10; Sal 149; Gal 3,23-29

 Quando Gesù fu vicino a Betfage e a Betania, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fron­te; entrando, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è mai salito; scioglietelo e por­tatelo qui. E se qualcuno vi chiederà: Perché lo sciogliete?, direte così: Il Signore ne ha biso­gno». Gli inviati andarono e trovarono tutto come aveva detto. Mentre scioglievano il pule­dro, i proprietari dissero loro: «Perché scio­gliete il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno». Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Via via che egli avanzava, stende­vano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vi­cino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, esultando, comin­ciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: «Benedetto co­lui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!».

 

L'ingresso festoso in Gerusalemme, come re che ha "bisogno" , di un asinello, esprime bene la mitezza, l'umiltà di Gesù, la sua regalità assai diversa da quella dei normali re di quel tempo, e la sua missione di salvezza e di pace per tutta l'umanità. Con lui anche il cielo è in pace, ossia, è via libera verso Colui che abita "nel più alto dei cieli". Da Gesù impariamo lo stile della vera pace.
Sono parole del profeta Zaccaria, vissuto circa 500 anno prima della venuta di Gesù, quando annunciò al popolo la figura del Messia Re e Liberatore. Con questo fatto Gesù applica a se stesso la profezia.
Ciò che la folla grida acclamando Gesù ci dimostra che essa aveva ormai riconosciuto in Gesù il Messia atteso: " Figlio di Davide" era appunto un titolo dato al Messia