III I QUARESIMA
Domenica di Abramo

Giovanni 8,31-59
Riferimenti :  : Dt 6, 4a;18,9-22 - Salmo 105 - Rm 3, 21-26

Abbiamo peccato con i nostri padri, delitti e malvagità abbiamo commesso. I nostri padri, in Egitto, non compresero le tue meraviglie, non si ricordarono della grandezza del tuo amore. R. Molte volte li aveva liberati, eppure si ostinarono nei loro progetti. Ma egli vide la loro angustia, quando udì il loro grido. R. Si ricordò della sua alleanza con loro e si mosse a compassione, per il suo grande amore. Li affidò alla misericordia di quelli che li avevano deportati.
Dt 6, 4a;18,9-22
In quei giorni. Mosè disse: «Ascolta, Israele: Quando sarai entrato nella terra che il Signore, tuo Dio, sta per darti, non imparerai a commettere gli abomini di quelle nazioni. Non si trovi in mezzo a te chi fa passare per il fuoco il suo figlio o la sua figlia, né chi esercita la divinazione o il sortilegio o il presagio o la magia, né chi faccia incantesimi, né chi consulti i negromanti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore. A causa di questi abomini, il Signore, tuo Dio, sta per scacciare quelle nazioni davanti a te. Tu sarai irreprensibile verso il Signore, tuo Dio, perché le nazioni, di cui tu vai ad occupare il paese, ascoltano gli indovini e gli incantatori, ma quanto a te, non così ti ha permesso il Signore, tuo Dio.
Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto. Avrai così quanto hai chiesto al Signore, tuo Dio, sull’Oreb, il giorno dell’assemblea, dicendo: “Che io non oda più la voce del Signore, mio Dio, e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia”. Il Signore mi rispose: “Quello che hanno detto, va bene. Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. Se qualcuno non ascolterà le parole che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto. Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire”. Forse potresti dire nel tuo cuore: “Come riconosceremo la parola che il Signore non ha detto?”. Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l’ha detta il Signore. Il profeta l’ha detta per presunzione. Non devi aver paura di lui».
Parola di Dio.
 Rm 3, 21-26
Fratelli, ora, indipendentemente dalla Legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla Legge e dai Profeti: giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. Infatti non c’è differenza, perché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, per mezzo della redenzione che è in Cristo Gesù. È lui che Dio ha stabilito apertamente come strumento di espiazione, per mezzo della fede, nel suo sangue, a manifestazione della sua giustizia per la remissione dei peccati passati mediante la clemenza di Dio, al fine di manifestare la sua giustizia nel tempo presente, così da risultare lui giusto e rendere giusto colui che si basa sulla fede in Gesù.

Gv 8,31-59
In quel tempo. Il Signore Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna. A me, invece, voi non credete, perché dico la verità. Chi di voi può dimostrare che ho peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non ascoltate: perché non siete da Dio». Gli risposero i Giudei: «Non abbiamo forse ragione di dire che tu sei un Samaritano e un indemoniato?». Rispose Gesù: «Io non sono indemoniato: io onoro il Padre mio, ma voi non onorate me. Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca, e giudica. In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

OMELIA DON BRUNO MAGGIONI

Il pozzo si Abramo

Ancora oggi gli Ebrei non accettano il Cristo come il "profeta che il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me", come aveva preannunciato Mosè (Lett.). Tanto meno questo è accetto agli adepti di tante altre religioni, che di questi tempi enfatizzano la propria identità così esclusivista da fomentare fanatismi violenti, incapaci di rispetto e neanche più di ascolto reciproco. Il dialogo interreligioso diviene un problema sempre più impraticabile. Eppure è sempre tanto necessario per chi cerca la verità; infatti "uno solo è Dio e uno solo anche il mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù" (1Tm 2,5). E' quanto oggi la Parola di Dio ci richiama in una pagina che rievoca uno scontro violento tra Gesù e "quei giudei che gli avevano creduto". Erano tentati di credere più alle loro tradizioni che non alla novità di Cristo. Come capita anche tra quanti, dichiarandosi cristiani, hanno nostalgie di verità e pratica di fede che non sono quelle che la Chiesa oggi del Concilio ha chiarito e pratica. Mai come qui Gesù dichiara esplicitamente la sua origine divina: sono uscito da Dio, Lui mi ha mandato, dico quello che ho visto da Lui, onoro il Padre, Lui mi garantisce e mi glorifica, lo conosco e osservo la sua parola, e alla fine afferma: IO SONO, il nome proprio del Dio dell'Antico Testamento, Jahvè. "Prima che Abramo fosse, io sono". "In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio" (Gv 1,1). Egli si dichiara come l'unico e l‘autentico inviato da Dio come salvatore. "Io e il Padre siamo una cosa sola" (Gv 10,30). I giudei lo vogliono uccidere perché hanno ben inteso la sua "bestemmia" di autodefinirsi Dio. Lui è la VERITA', cioè la rivelazione piena di Dio. "Chi ha visto me ha visto il Padre" (Gv 14,9). "Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui lo ha rivelato" (Gv 1,18). E' il vertice di quella Rivelazione iniziata con Abramo, gradualmente cresciuta nella storia di Israele ed giunta ora nella persona di Gesù al suo punto supremo e definitivo: "Abramo ha visto il mio giorno..". Da qui la sua pretesa di esclusività. Non è più ipotizzabile un altro volto di Dio. Questa verità è particolarmente urgente richiamare oggi in tempi di tanto revival religioso soggettivo. Gesù è la verità unica su Dio, sul progetto di uomo e di storia e sul suo piano di salvezza. Paolo oggi è esplicito: "E‘ lui che Dio ha stabilito apertamente come strumento di espiazione, per mezzo della fede, nel suo sangue" (Epist.). Aderire a lui è il solo modo di appartenere con la fede alla vera discendenza di Abramo, e di "rimanere per sempre nella casa", - quali autentici figli di Dio ed eredi, così "da non vedere più la morte". Gesù è il compimento di tutta una lunga preparazione e non sopporta discontinuità o rifiuto entro un disegno unitario di Dio. L'Ebraismo è stato solo premessa a Cristo ("pedagogo", dice Paolo). E‘ categorico Gesù: o si è con lui o si è di satana. "Chi pretendi di essere?". E' una pretesa che se non venisse da Dio, sarebbe di un pazzo. Di Dio Gesù è l'incarnazione storica, e l‘unico oggettivo strumento di salvezza per tutti gli uomini. La prima condizione del dialogo è l‘aver coscienza entusiasta della propria identità. E‘ ciò che ci chiede il Signore. "Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". Liberi dalla schiavitù del peccato (cioè dall'irreligiosità, da una religione sbagliata, dalle varie forme di idolatria, dall'arroganza autosufficiente di chi cerca salvezza negli idoli moderni: libertà, soldi, prestigio, potere …., o di chi crede di salvarsi da sé). Vi fa riferimento Gesù usando le forti parole della schiavitù sotto satana, omicida e padre della menzogna, perché "chiunque commette il peccato è schiavo del peccato". Quanto disordine di idee e di opere si costata nel nostro mondo ormai schiavo del relativismo morale e di soggettivismo anche religioso! E‘ la cosiddetta "religione" laica: l'indifferenza e il non porsi più seriamente il problema di Dio e del senso della vita. Siamo al gravissimo danno dell'ottundimento del più naturale "senso religioso"! Il dialogo implica conoscenza e rispetto con chi pratica altre religioni. "La Chiesa Cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscono da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini" (Nostra aetate). Nel pluralismo religioso "Dio non manca di rendersi presente in tanti modi mediante le ricchezze spirituali che sono presenti in tante religioni, pur contenendo queste lacune, insufficienze ed errori" (Dich. Dominus Jesus). Dio ha le sue vie straordinarie per salvare ogni uomo, del resto responsabile davanti a Lui per quel che ha conosciuto, servendolo con coscienza sincera. E‘ il tema del dialogo interreligioso. Va quindi affermata "l‘unica mediazione del Redentore che, pur suscitando nelle creature una varia cooperazione, è però sempre partecipazione dell‘unica fonte e attingono significato e valore unicamente da quella di Cristo e non possono essere intese come parallele e complementari" (Dominus Jesus). E poiché Cristo ha unito a Sé la Chiesa "come suo Corpo e Sua Sposa", è nella Chiesa cattolica che esiste la pienezza dei mezzi di salvezza, "pur trovandosi elementi di santificazione e di verità anche in Chese e Comunità ecclesiali che non sono ancora in piena comunione con la Chiesa Cattolica" (Ibid.). Con queste precisazioni si deve ancora affermare: "Extra Ecclesia, nulla salus". E‘ il tema dell‘Ecumenismo.