Quinta Domenica dopo il martirio del precursore
3 ottobre 2010
Luca 6, 26-38
Riferimenti: Isaia 56,1-7 - Salmo 118 - Romani 15, 2-7
| Celebrate il Signore, perché è buono; perché eterna è la sua misericordia. Dica Israele che egli è buono: eterna è la sua misericordia. Lo dica la casa di Aronne: eterna è la sua misericordia. Lo dica chi teme Dio: eterna è la sua misericordia. Nell'angoscia ho gridato al Signore, mi ha risposto, il Signore, e mi ha tratto in salvo. Il Signore è con me, non ho timore; che cosa può farmi l'uomo? Il Signore è con me, è mio aiuto, sfiderò i miei nemici. È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell'uomo. È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti. |
Isaia 56, 1-7
"Osservate il diritto e praticate la giustizia, perché prossima a venire è la mia salvezza; la mia giustizia sta per rivelarsi". Beato l'uomo che così agisce e il figlio dell'uomo che a questo si attiene, che osserva il sabato senza profanarlo, che preserva la sua mano da ogni male. Non dica lo straniero che ha aderito al Signore: "Certo mi escluderà il Signore dal suo popolo!". Non dica l'eunuco: "Ecco, io sono un albero secco!". Poiché così dice il Signore: "Agli eunuchi, che osservano i miei sabati, preferiscono le cose di mio gradimento e restan fermi nella mia alleanza, io concederò nella mia casa e dentro le mie mura un posto e un nome migliore che ai figli e alle figlie; darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato. Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, e per essere suoi servi, quanti si guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella mia alleanza, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saliranno graditi sul mio altare, perché il mio tempio si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli".
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Romani 15, 2-7
Fratelli, ciascuno di noi cerchi di piacere al prossimo nel bene, per edificarlo. Anche Cristo infatti non cercò di piacere a se stesso, ma, come sta scritto: «Gli insulti di chi ti insulta ricadano su di me». Tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza. E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. / Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. |
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Luca 6, 26-38
Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio".
Concentriamo tutta l’attenzione sulla pagina evangelica. Con l’aiuto di questo brano, siamo invitati ad affrontare il capitolo assai delicato delle relazioni. Quando parliamo delle nostre relazioni, ci rendiamo conto di avere a che fare con una realtà in costante evoluzione, sempre in crescita. Le relazioni sono come un mare in continuo movimento, nell’età giovanile come in quella adulta! Nelle relazioni ognuno di noi investe gran parte della vita. Di fatto, le relazioni ci qualificano o fanno emergere la nostra superficialità. Non potremmo viverne senza! Ci capita di vivere:
relazioni di rivalità, come Davide e Saul, o di intesa;
di indifferenza o di complicità;
di ordinaria collaborazione o di forte coinvolgimento emotivo;
di condivisione o di superficialità;
di comprensione o di invidia;
di dialogo o di rassegnata incomunicabilità.
Che le relazioni siano un capitolo importante della nostra vita, lo dimostra il fatto che quando facciamo revisione di vita o l’esame di coscienza, questo è il punto su cui chiediamo maggiormente perdono, perché il tasto più delicato.Mi rendo conto che molti disagi psicologici o malesseri di salute sono frutto, spesso, di situazioni contorte o conflittuali nelle relazioni. Le situazioni aggrovigliate si ritorcono su di noi, perché la nostra vita è un tutt’uno tra la dimensione fisica, relazionale, psichica e spirituale.
Cosa dice Gesù? Riprendiamo i tratti principali del discorso di Gesù:
“Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. Da’ a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate... non condannate... perdonate... con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio!”.
Cosa fa Gesù dopo questo grande discorso? Gesù compie alcuni segni significativi: guarisce il servo del centurione di Cafarnao e riporta in vita il figlio della vedova di Naim. Siamo di fronte a due incontri caratterizzati dalla gratuità. La gratuità più radicale, Gesù la vive a Gerusalemme con la Pasqua, quando “avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine!”. In questo modo, Gesù ci fa capire che “non c’è amore più grande di chi dà la vita per i propri amici!”.
Nelle relazioni mettiamo in gioco tutto noi stessi: sensibilità, carattere, storia personale, desideri, attitudini. Le relazioni sono pure lo specchio della nostra maturità. Le relazioni rivelano il livello di maturità di ciascuno di noi, il nostro spessore di fede, la nostra educazione, il bagaglio di umanità e di sensibilità che è in noi.
Spirito Santo, scendi su di noi: donaci la maturità necessaria per vivere le relazioni con il cuore di Dio! Ispira in noi una sana inquietudine perché non ci accontentiamo delle relazioni sbiadite e piatte; fa’ che diveniamo persone capaci di metterci in gioco per ciò che vale. Con il nostro stile esprimiamo accoglienza o freddezza, coinvolgimento o presa di distanza. Oggi Dio si rivela all’uomo della strada e al lontano attraverso la nostra comunità! La nostra comunità parrocchiale di Santa Maria Regina è voce, mani e cuore di Gesù in questo quartiere. |