
II domenica di Pasqua 2013
della divina misericordia
7 aprile 2013
Giovanni. 20, 19-31
Riferimenti : Atti degli
Apostoli. 4, 8-24a - Salmo 117 -Colossesi 2, 8-15 |
Lodate il Signore, popoli tutti,
voi tutte, nazioni, dategli gloria; perché forte è il suo amore
per noi e la fedeltà del Signore dura in eterno.
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Atti degli Apostoli. 4, 8-24a
In quei giorni. Pietro, colmato di Spirito
Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul
beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per
mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto
il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete
crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui
vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è
stata scartata da voi, costruttori, e che è
diventata la pietra d'angolo. In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti, sotto il
cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è
stabilito che noi siamo salvati». Vedendo la franchezza di Pietro
e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone
semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti
e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù. Vedendo poi in piedi, vicino a
loro, l'uomo che era stato guarito, non sapevano
che cosa replicare. Li fecero uscire dal sinedrio e
si misero a consultarsi fra loro dicendo: «Che cosa dobbiamo fare a questi
uomini? Un segno evidente è avvenuto per opera loro;
esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti
di Gerusalemme che non possiamo negarlo. Ma perché non si divulghi
maggiormente tra il popolo, proibiamo loro con
minacce di parlare ancora ad alcuno in quel nome». Li richiamarono e ordinarono loro
di non parlare in alcun modo né di insegnare nel nome
di Gesù. Ma Pietro e Giovanni replicarono:
«Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece
che a Dio, giudicatelo voi. Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e
ascoltato». Quelli allora, dopo averli
ulteriormente minacciati, non trovando in che modo poterli
punire, li lasciarono andare a causa del
popolo, perché tutti glorificavano Dio per
l'accaduto. L'uomo infatti nel quale era avvenuto
questo miracolo della guarigione aveva più di
quarant'anni. Rimessi in libertà, Pietro e
Giovanni andarono dai loro fratelli e riferirono
quanto avevano detto loro i capi dei sacerdoti e gli
anziani. Quando udirono questo, tutti insieme
innalzarono la loro voce a Dio.
La Comunità cristiana si sta
organizzando. Continua a frequentare il tempio secondo le abitudini del gruppo dei discepoli di Gesù, che già
con Gesù, nei giorni precedenti la sua
morte e la resurrezione, va regolarmente. Così gli apostoli non
hanno motivo di cambiare. Ma affrontano la
realtà, giorno per giorno, fidandosi del Signore che farà loro comprendere stili e scelte secondo il suo
cuore e, comunque, sanno che da adesso in
poi hanno un riferimento nuovo di vita a cui rivolgersi sempre:
la morte e la risurrezione di Gesù cambia
scelte e stili. Il libro di Luca, Atti
degli apostoli, racconta un normale giorno feriale. Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera delle
tre del pomeriggio. Qui di solito veniva
portato un uomo, storpio fin dalla nascita; lo ponevano ogni
giorno presso la porta del tempio detta
Bella, per chiedere l'elemosina a coloro che entravano nel tempio (At 3,1-2). Chiedere elemosina significa
aspettarsi, in particolare, danaro,oppure
generi alimentari o altri doni. Pietro gli disse: «Non possiedo
né argento néoro, ma quello che ho te lo
do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, alzati e cammina!». Lo prese per la mano destra e lo
sollevò. Di colpo i suoi piedi e le
caviglie si rinvigorirono (vv6-7).Sono le
tre del pomeriggio: si offre l'incenso all'interno del tempio,
nel Santo, mentrefuori, all'altare dei
sacrifici viene immolato un agnello di un anno. A questo punto
lostorpio, a cui, per la sua malattia che
lo rende impuro, è preclusa ogni entrata nel tempio,entrò con loro nel tempio camminando, saltando e
lodando Dio. Poiché Gesù ha educato i
discepoli ad assistere a fatti o ad ascoltare parabole per poi
capirne l significato, Pietro e Giovanni
fanno altrettanto, diffondendo il messaggio della
risurrezione sulle Scritture: in questo caso
citano il Salmo 118,22:Gesù è la pietra
angolare... in nessun altro c'è salvezza. Lo fanno con grande
libertà e franchezza(parresia): Luca usa
questo termine per identificare una persona serena, sicura e
libera La testimonianza sorprende i
cultori della legge poiché sanno di trovarsi davanti a persone semplici e senza istruzione. I capi e i giudici
non sanno trovare motivi per condannarli.
Ricorrono alla minaccia , obbligandoli al silenzio. Ma gli apostoli, con la stessa franchezza, rispondono che
non possono tacere quello che abbiamo
visto e ascoltato. C è una sfida alla loro fede. Essi
continuano:Se sia giusto obbedire a voi
invece che a Dio, giudicatelo voi stessi. E la domanda è una richiesta morale di altissimo livello: obbligano a
mettere sotto osservazione ogni loro
gesto che esige di essere valutato alla luce della Parola di
Dio. Il testo ricorda il ritorno nella
comunità cristiana: essa è informata di quello che è stato loro minacciato, qualora si continui a dare motivi
di fede. Questo fa parte della lucidità,
del coraggio e della trasparenza. in cui prima di tutto si
trovano ad operare. Acquista un
particolare significato la preghiera di ringraziamento al
Signore che èanche implorato perché
sostenga il coraggio e operi, mediante la
Comunità cristiana, segni di liberazione.
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Colossesi 2, 8-15
Fratelli, fate attenzione che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia
e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione
umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo
Cristo. È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi
partecipate della pienezza di lui, che è il capo
di ogni Principato e di ogni Potenza. In lui voi
siete stati anche circoncisi non mediante una
circoncisione fatta da mano duomo con la spogliazione del corpo di
carne, ma con la circoncisione di Cristo: con lui
sepolti nel battesimo, con lui siete anche
risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo
ha risuscitato dai morti. Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate
morti a causa delle colpe e della non
circoncisione della vostra carne, perdonandoci
tutte le colpe e annullando il documento scritto
contro di noi che, con le prescrizioni, ci era
contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo
alla croce. Avendo privato della loro forza i
Principati e le Potenze, ne ha fatto pubblico
spettacolo, trionfando su di loro in Cristo.
Paolo vede i pericoli che corrono coloro che accettano la
fede di Gesù. E daltra parte è questa la novità centrale per ebrei e per i pagani di fronte alla quale
bisogna prendere posizione. Poco più sopra ha impostato il problema: “E così, intimamente uniti
nellamore, essi siano arricchiti di una piena intelligenza per conoscere il mistero di Dio, che è
Cristo: in lui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza. Dico questo perché nessuno vi inganni
con argomenti seducenti” (Col 3,2-4). Ci
sono prospettive nuove che vengono dalle tradizione ebraica e
dalla cultura greca. Paolo dice che è
fondamentale difendere e maturare in sé la consapevolezza di
aver ricevuto il “mistero di Dio in Gesù”. In un mare di relativismo, e in un oceano di pretese di
assolutismi, noi stiamo percorrendo una strada stretta che ci porta a vedere in “Gesù Signore” (2,6) la
ricchezza della nostra appartenenza e della nostra liberazione. “In Lui siamo stati riempiti, circoncisi (è
la nuova appartenenza) e in lui battezzati (sepolti alla realtà vecchia di male e di peccato). Siamo “risorti
mediante la fede nella potenza di Dio” (v 12). La risurrezione si sviluppa ogni giorno e matura nella
fede. Non ci sono automatismi ma scelte e
verifiche, pensieri nuovi e maturi sulla Parola di Dio: “siamo
risorti per fede”.Il tempo precedente,
di cui, comunque siamo stati responsabili e che abbiamo scelto,
ora è stato assuntoda Gesù. Nella
mentalità e nellimmaginario ebraico Dio ha un registro su cui
sono segnate tutte lemancanze. Il
giudizio di Dio si basa su ciò che è documentato. Ma su questo
testo oggettivo, e semprepiù carico di
iniquità, si fa riferimento, da parte dei giusti, perché il
Signore abbia la bontà di ignorarlo.Un
testo di Isaia dice una parola assicurante di Dio: “Io, io
cancello i tuoi misfatti per amore di me
stesso, e non ricordo più i tuoi peccati” (43,25). Limmagine
ritorna anche in Mt 6,15: “Ma se voi non
perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le
vostre colpe” e in Luca 11,4: “Perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni
nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione». E su questo documento, o “chirografo” (firma fatta di
proprio pugno) ci troviamo a confronto con un debito che tutta lumanità ha contratto e sottoscritto
davanti a Dio. E una grande ipoteca che grava sul genere umano e che è insolubile. Eppure con Gesù il
documento è stato annullato, il debito è stato estinto ed è stata portata via anche la ricevuta. Gesù, per amore
del Padre, ha annullato il male e perdonato gli uomini, inchiodando e distruggendo il documento dei
nostri misfatti sulla croce.La
conclusione presenta il trionfo sul male di Dio attraverso Gesù,
dopo la sconfitta delle potenze celesti,
a somiglianza delle vittorie trionfali degli imperatori che
trascinano i re vinti in catene dietro il carro del vincitore. .I cristiani, finalmente, sanno di poter
seguire un solo vincitore che non vince gli uomini, ma vince il male in ogni uomo: il Salvatore Gesù, crocifisso
e risorto. |
Giovanni. 20, 19-31
In quel tempo. La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!».Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi!Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi».Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».Tommaso, uno dei Dodici,chiamato Dìdimo, non
era con loro quando venne Gesù.Gli dicevano gli altri discepoli:«Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e cera con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!».Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano emettila nel mio fianco; e non essere
incredulo,ma credente!».Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!».Gesù gli disse: Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo
libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e
perché,credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Dopo le notizie sconcertanti della sparizione del corpo di Gesù dal sepolcro,
dopo la visione degli angeli e ilmessaggio di Maria Maddalena, nel Cenacolo il gruppo dei discepoli si ritrova
la sera per mangiare e permettere in ordine le notizie confuse, sconvolgenti, assurde, splendide.
Giovanni, che il mattino, con Pietro, ècorso al sepolcro, guardando le bende piegate, “credette” (20,8), nel suo
Vangelo, sintetizza, fatti e parole didue apparizioni di Gesù, otto giorni luna dallaltra, sempre il giorno dopo
il sabato, di sera. S. Luca distendesu 50 giorni i doni e le scelte che il Signore offre e che Giovanni raccoglie
in un solo iniziale incontro: il salutodi pace come segno della risurrezione, la missione, il dono dello Spirito.
Luca propone il tempo di 50 giorni(7x7+1 = 50: simbolo della pienezza di Dio, richiamo allo Spirito) per
suggerire il lento cammino dellaconsapevolezza nei discepoli, la coscienza della missione che sarà possibile
con la forza dello Spirito, ilbisogno della forza di Dio per ripensare ai messaggi e allesperienza
vissuta, il dono dello Spirito comepresenza di Gesù risorto, offerto interiormente, per imparare a manifestare e
annunciate la Parole di Gesù.- Giovanni sintetizza nell'offerta di pace, che è più di un augurio, la
presenza di Gesù che ha realizzatofinalmente lincontro tra Dio e l'uomo. Ormai, slegato dal tempo e dallo
spazio, non più soggetto aicondizionamenti, Gesù ora può essere pace per ogni uomo che lo cerchi.- Dal dono alla missione il passo è breve: la missione non è solo predicare
la morte e la risurrezione, ma èproporre la missione come coinvolgimento nel mistero di Dio che Gesù ha
vissuto: un amore incondizionato,una dipendenza alla volontà di Dio autentica, una profonda passione per la
verità, un desiderio ardente dirivelare il Padre, un amore totale verso gli uomini. La missione si presterà
ai condizionamenti, alle distorsioniperché simbatterà con i limiti, i compromessi, le ipocrisie, gli interessi e
gli egoismi.Anche i gesti più alti e più sacri possono diventare formali, banali, di
facciata e lipocrisia che Gesùrimprovera alla classe dirigente rischia di penetrare anche nel cuore dei
suoi. La presenza di Gesù nel cenacoloè quella di un risorto con le mani forate e il costato ferito.Perciò il dono dello Spirito garantisce una nuova creazione posta nelle mani
dei credenti (Gen. 2,7): una nuovaforza che struttura il mondo, capace di perdono e quindi creatore di armonia.- Ma sorgeranno sempre dubbi anche tra le persone oneste, e presenteranno (vv.
24-29) proteste eperplessità come lo fa Tommaso quando la comunità inizia a testimoniare la
risurrezione. Tommaso non si fidae sceglie, come misura della propria consapevolezza, un nesso concreto tra
“vedere e credere. Gesù non siscandalizza, non rimprovera, ma accetta di scendere sul piano delle attese
per poi pronunciare la beatitudine:Beati quelli che pur non avendo visto crederanno (v 29). E questo sarà il
cammino della Chiesa .Giovanni conclude offrendo la sua testimonianza sotto forma di libro da
leggere e quindi di Parola cheripropone testimonianza e garanzia dello Spirito.La Comunità cristiana impara allora a ritrovare Gesù nella parola e nella
vita.La storia della Comunità cristiana è carica di segni e anche di debolezza
poiché è fatta da uomini, per quantomotivati, ma sempre fragili. Lo stile della Chiesa è, allora, il volersi
bene, il coraggio di aiutarsi, diperdonare, di ricostruire, di risorgere. Il cammino splendido dei nostri
tempi, aiutati anche dal Concilio (unadelle più alte espressioni della missione della Chiesa nel nostro tempo), è
quello di non considerare che alcunisiano grandi e responsabili e gli altri poveretti che arrancano, ma è quello
che ci fa tutti fratelli e sorelle, congrandi ricchezze e grandi povertà, che pur ci costituiscono, comunque, un
popolo che crede.Il Papa Francesco ci sta aiutando pastoralmente a vivere questa nostra
missione nel mondo, richiamandoci lamisericordia, la preghiera, il perdono, la conversione di cuore. E non è un
coraggio da poco averci suggeritocome suo segno di vita san Francesco.
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