
Pasqua di resurrezione
31/03/2013
Giovanni 20,1-9
Riferimenti : Atti
10,34a.37-43- Salmo 117 -
Colossesi 3,1-4 |
Lodate il Signore, popoli tutti, voi
tutte, nazioni, dategli gloria; perché forte è il suo amore per
noi e la fedeltà del Signore dura in eterno. |
Atti 10,34a.37-43
In
quei giorni, Pietro prese la
parola e disse: « Voi sapete ciò che
è accaduto in tutta la Giudea,
cominciando dalla Galilea, dopo il
battesimo predicato da Giovanni;
cioè come Dio consacrò in Spirito
Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il
quale passò beneficando e risanando
tutti coloro che stavano sotto il potere
del diavolo, perché Dio era con lui.
E noi siamo testimoni di tutte le
cose da lui compiute nella regione dei
Giudei e in Gerusalemme. Essi lo
uccisero appendendolo a una croce,
ma Dio lo ha risuscitato al terzo
giorno e volle che si manifestasse,
non a tutto il popolo, ma a testimoni
prescelti da Dio, a noi che abbiamo
mangiato e bevuto con lui dopo la sua
risurrezione dai morti.
E ci ha ordinato di annunciare al
popolo e di testimoniare che egli è il
giudice dei vivi e dei morti, costituito
da Dio. A lui tutti i profeti danno
questa testimonianza: chiunque crede
in lui riceve il perdono dei peccati per
mezzo del suo nome».
Pietro è nella casa di Cornelio, mandato dal Signore a questo
centurione romano, che
era timorato di Dio, per annunciargli il mistero pasquale
di Gesù Cristo. Pietro
racconta una storia nota. Incomincia nel descrivere il luogo:
la Giudea e la Galilea,
dopo il battesimo di Giovanni al Giordano. Il fatto è che
Gesù, guidato dallo Spirito
di Dio e con la sua potenza, passò per le strade della terra
promessa liberando
coloro che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio
era con lui.
La storia è semplice, l’interpretazione è chiara: un uomo,
Gesù, pieno di Spirito santo,
ha liberato l’uomo dalla malattia e dalla morte, il potere
del diavolo.
Pietro rende testimonianza che lui era presente fin
dall’inizio in Galilea, quando
Gesù lo chiamò sulla rive del lago, mentre pescava.
Di questo Gesù si sa che i Giudei lo uccisero appendendolo a
una croce. Ma quello che
invece si sa meno è che Dio lo ha resuscitato dai morti.
Questa è la verità che Pietro
testimonia, insieme a quelli che hanno visto come lui il
Signore risorto e hanno
mangiato con lui. Essi sono i suoi testimoni privilegiati,
perché avendolo conosciuto
prima della morte, lo possono riconoscere ora dopo la morte.
Essi possono attestare
che Gesù risorto è lo stesso Gesù che ha predicato il
regno di Dio e la conversione
del cuore, ha perdonato i peccati e guarito i malati.
Non solo, Gesù ha rivolto loro un comando: annunciare al
popolo che egli è il giudice di tutti,
costituito tale da Dio.Egli è il giudice annunciato dai
profeti, perché a chi crede nel perdono dei
peccati da lui predicato, lui perdonerà i peccati grazie al
nome di giudice che ha ricevuto dal
Padre. Come dirà Giovanni (1Gv 3,19-22) dobbiamo avere
fiducia nel giudizio misericordioso
di Gesù, perché lui è un giudice giusto.
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Colossesi 3,1-4
Fratelli, se siete risorti con Cristo,
cercate le cose di lassù, dove è Cristo,
seduto alla destra di Dio; rivolgete
il pensiero alle cose di lassù, non a
quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita
è nascosta con Cristo in Dio!
Quando Cristo, vostra vita, sarà
manifestato, allora anche voi
apparirete con lui nella gloria.
Paolo conclude la parte teologica della lettera ai Colossesi
con questa esortazione.
La morte e resurrezione di Cristo, il suo mistero pasquale
ha cambiato la vita del mondo e la
vostra, dice Paolo ai Colossesi. Oramai siete morti e
risorti con Cristo, e dunque dovete cercare
le cose di Cristo, là dove egli si trova, alla destra del
Padre nella gloria.
Le cose di lassù sono quelle che Gesù ha rivelato nella sua
storia quaggiù: il regno di Dio, la
conversone del cuore, una vita di carità, la misericordia di
Dio. Se si vive secondo la
misericordia di Dio, allora si sarà in comunione con lui. Il
battesimo ci immerge nella morte di
Cristo per farci risorgere con lui nella gloria del Padre.
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Giovanni 20,1-9
Il primo giorno della settimana,
Maria di Màgdala si recò al sepolcro
di mattino, quando era ancora buio, e
vide che la pietra era stata tolta dal
sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro
e dall’altro discepolo, quello che Gesù
amava, e disse loro: «Hanno portato
via il Signore dal sepolcro e non
sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro
discepolo e si recarono al sepolcro.
Correvano insieme tutti e due, ma
l’altro discepolo corse più veloce di
Pietro e giunse per primo al sepolcro.
Si chinò, vide i teli posati là, ma non
entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro,
che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e
osservò i teli posati là, e il sudario –
che era stato sul suo capo – non
posato là con i teli, ma avvolto in un
luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo,
che era giunto per primo al sepolcro,
e vide e credette. Infatti non avevano
ancora compreso la Scrittura, che
cioè egli doveva risorgere dai morti.
Il protagonista di questo racconto di resurrezione è il sepolcro vuoto.
Il sepolcro è la memoria di
chi vi è sepolto. Al sepolcro si va per ricordare e ci si allontana con il
ricordo del morto e della
nostra futura morte.
Questo sepolcro vuoto, invece, ci invita a credere
(Gv 20,8: vide e
credette) che la morte non è l’ultima parola della nostra vita. Il
sepolcro vuoto ci aiuta a
comprendere la Scrittura che annuncia l'amore del Padre per il Figlio
diletto e per ogni uomo e
donna.
Questo amore ha una forza così grande da ridare la vita al Figlio che si è
affidato al Padre, fino
alla morte e alla morte di croce (Fil 2,6-11). E' la fede nel Padre che dà la
salvezza al Figlio e a
chiunque crede nel Figlio (Gv 3,16: «Dio infatti ha tanto amato il mondo
da dare il suo Figlio
unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna»).
Maria di Magdala va al sepolcro per fare memoria del maestro e verrà
confortata da Gesù
risorto. Crede che il morto sia stato spostato, non più capace di decidere
della propria vita ormai
conclusa. La sua memoria è sconvolta: chi può fare questo durante la Pasqua,
quando tutto si
ferma per celebrare la liberazione dall'Egitto attraverso il mar Rosso?
Solo Dio può far
muovere i morti, ridando loro la vita e la libertà vissuta a così caro
prezzo (1Pt 1,18-19: «Voi
sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati
dalla vostra vuota
condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello
senza difetti e senza macchia»).
Maria si allontana dal sepolcro per andare da Pietro e dal discepolo
amato, per condividere
con loro il suo turbamento per il sepolcro vuoto, per non aver trovato colui
che cercava: il
Signore. L'uomo cerca il Signore e non lo trova, perché è lui che si fa
trovare, che si mostra
vivente per convincerci ad avere fede nel Padre mediante il suo Spirito.
Pietro e il discepolo amato vanno al sepolcro. E' quasi una gara a chi
arriva primo a credere di
fronte al sepolcro vuoto. L'amore di Gesù per il discepolo forma il suo
cuore all'amore per
Dio: alla vista delle bende e del sudario egli crede che Gesù è Signore
della vita. Le Scritture lo
avevano annunciato velatamente (per esempio: Is 26,19; Sal 16(15); Sal
22(21)). Solo Gesù
risorto mostra la verità che Dio è un Dio dei vivi e non dei morti (Mt
22,32; Lc 20,37-38; dove
Gesù cita Es 3,15).
Per noi oggi non è possibile vedere concretamente Gesù risorto, ma possiamo
vedere i frutti del
suo amore: persone che vivono amando, fiduciosi che Egli è il Signore
della vita, che la morte
non è la fine, ma un passaggio verso la pienezza della comunione con il Padre
e i fratelli, la
prova ultima della fede nel Padre. Riconoscere l’amore di Gesù significa
credere che la vita è
più forte della morte (cfr. Ct 8,6-7), che l'amore dà la vita e vince la
morte, perché è il sigillo
della vera relazione che ci unisce al nostro creatore.
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Plastico
di tomba ebraica |
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