
VII DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE
13 ottobre 2013
Matteo. 13, 44-52 Riferimenti :
Isaia 66, 18b-23 - Salmo 66 -
Corinzi 6 , 9-11 |
Acclamate a Dio da tutta la terra, cantate alla
gloria del suo nome, date a lui splendida lode. Dite a Dio:
"Stupende sono le tue opere! Per la grandezza della tua potenza
a te si piegano i tuoi nemici. A te si prostri tutta la terra, a
te canti inni, canti al tuo nome". Venite e vedete le opere di
Dio, mirabile nel suo agire sugli uomini. Egli cambiò il mare in
terra ferma, passarono a piedi il fiume; per questo in lui
esultiamo di gioia. |
Isaia 66, 18b-23
Così dice il Signore Dio: Io verrò a
radunare tutte le genti e tutte lelingue; essi verranno e
vedranno la miagloria. Io porrò in essi un segno e manderò
iloro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put,Lud,
Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isolelontane che non hanno
udito parlare di me enon hanno visto la mia gloria; essi
annunceranno la mia gloria alle genti. Ricondurranno tutti
i vostri fratelli da tuttele genti come offerta al Signore,
su cavalli, sucarri, su portantine, su muli, su dromedari,
almio santo monte di Gerusalemme – dice ilSignore –,
come i figli d’Israele portanol’offerta in vasi puri nel
tempio del Signore. Anche tra loro mi prenderò sacerdoti
leviti,dice il Signore. Sì, come i nuovi cieli e la
nuova terra, che io farò, dureranno persempre davanti a me –
oracolo del Signore –,così dureranno la vostra discendenza e
ilvostro nome. In ogni mese al novilunio, e alsabato
di ogni settimana, verrà ognuno aprostrarsi davanti a me,
dice il Signore”.
Il terzo Isaia,
cioè il profeta anonimo che vive nel tempo del ritorno da
Babilonia (sec. VI-V a C), si èassunto il compito di aiutare
la nuova popolazione della Giudea. Si ritrovano mescolati, per
gli avvenimentisconcertanti e gioiosi, abitanti del luogo,
rassegnati e poveri e gli esuli da Babilonia, esultanti e
pieni di speranza per il progetto di vita che si prospetta
davanti, ma poveri anch’essi. Lo scritto del profetasi trova
alla fine del libro di Isaia. Egli si preoccupa di aiutare a
rileggere i tempi nuovi che si stannosvolgendo in silenzio e
senza scalpore: sta nascendo un nuovo popolo. Deve crescere e
camminare,avendo intuito una nuovo volto del Signore e un
nuovo stile di incontro: di adorazione, di comprensionedella
convivenza, di responsabilità nel mondo che si sta ricostruendo
passo passo, con fatica.Gli israeliti, prima dell’esilio in
Babilonia, credevano di essere gli unici uomini giusti, fedeli a
Dio, cheavevano stabilito leggi severe per impedire rapporti
con stranieri che non conoscevano il Signore, equindi
servivano agli idoli (Deut 7,1-8). Durante l'esilio hanno
conosciuto invece stranieri, con sorpresa,diversi dal
proprio immaginario, generosi, ospitali, con un'alta moralità
familiare e responsabilità sociale.Anzi spesso hanno
incontrato persone migliori dei propri compatrioti. Al ritorno,
in questo nuovocontesto, ripensano alla propria religiosità,
reinterpretando la creazione come il grande dono che Dio fa
nel mondo a tutta l'umanità. E l'umanità è costituita dai giusti
che vengono dal mondo ebraico e dalmondo pagano. Si capisce
allora l'immagine che il profeta Isaia prospetta: la storia
diventa il grandebanchetto per tutti i popoli e non solo per
gli israeliani (Isaia 25,6). Il banchetto raffinato è offerto da
Diostesso. Ma lo stupore diventa ancora più grande quando
Dio promette che anche tra i pagani il Signore sisceglierà
sacerdoti e leviti (66,21).Si parla che tra le nazioni Dio
ha posto un segno (v 19). Il segno, probabilmente, è proprio la
dispersionee l’esilio d’Israele. Così la dispersione dei
Giudei (la diaspora), che inizialmente è stata interpretata
come un dramma, qui viene reinterpretata come strumento per
portare nel mondo la conoscenza di Dio.E per offrire un
orizzonte a tale missione, vengono elencate sette realtà
geografiche del mondo alloraconosciuto che vanno dalla
Spagna al Medio Oriente. La venuta dei popoli nel tempio di
Gerusalemme èaccompagnata dal ritorno dei fratelli Giudei
della diaspora, interpretato come un gesto sacerdotale. E’
un'offerta che viene fatta al Signore dai pellegrini pagani.
Essi non offrono animali né cose ma offrono alSignore la
liberazione del popolo di Dio che ritorna a Gerusalemme. Così da
questi popoli pagani il Signoreprenderà sacerdoti e leviti:
essi riconoscono il Signore e lo annunciano nel mondo. Al centro
dell’annuncio sta il verbo “radunare”: di solito riferito a
Israele, ma ora diventa espressione di una umanitàin pace..
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Corinzi 6 , 9-11 Fratelli, Non sapete che gli ingiusti
non erediterannoil regno di Dio? Non illudetevi: né
immorali,né idolatri, né adùlteri, né depravati, né
sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né
calunniatori, né rapinatori erediteranno ilregno di Dio. E
tali eravate alcuni di voi!Ma siete stati lavati, siete
stati santificati,siete stati giustificati nel nome del
SignoreGesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio.
Nella sua prima lettera ai Corinzi
Paolo, dal capitolo 5, riprende le notizie che gli sono giunte
circa ilcomportamento dei cristiani nella comunità di
Corinto e le commenta come responsabile della fede edella
purezza di questa comunità. Inizia col richiamare la convivenza
scandalosa di un uomo con lamoglie di suo padre e rimprovera
i credenti che non possono tollerare questo comportamento senza
prendere provvedimenti di espulsione dalla comunità allo scopo,
comunque, di ricuperarlo.Nel capitolo 6, Paolo affronta un
nuovo problema che è quello della giustizia e dei tribunali.
Venuto aconoscenza del frequente ricorso dei cristiani ai
tribunali pagani, Paolo disapprova e condanna che ci si
rivolga a giudici idolatri per risolvere le proprie liti. E’
assurdo che ci si rivolga a loro, quando, alla finedel
mondo, proprio i pagani saranno giudicati dai cristiani
unitamente a Cristo (6,2-6). Ma a questopunto, Paolo pone il
problema alla radice: “E’ assurdo che nella comunità cristiana
sorgano liti”. Neicapitoli 5-6 vengono riportati 3 cataloghi
di vizi: il primo: quattro vizi (5,10); il secondo: sei (5,11),
ilterzo: 10, elencati nel testo di oggi (6,10-11). Coloro
che vivono in questi mali non possono ereditare ilRegno di
Dio, e per ereditare si intende “entrare in possesso”. Paolo non
si scandalizza nel riconoscereche nel mondo c’è il male e
questo tipo di male personale c’era anche nei cristiani di
questa comunità.Tuttavia da questa esperienza ne sono
usciti, poiché sono stati “lavati, santificati, giustificati”.
L’acquaricorda il battesimo, i verbi “santificare e
giustificare” esprimono gli effetti del battesimo. La
santificazione esprime lo stato dei credenti, venuti alla fede e
costituenti il popolo santo di Dio, lagiustificazione indica
la condizione dei cristiani, resi giusti per la fede in Gesù
nello Spirito Santo.L’efficacia del battesimo, difatti,
passa attraverso la forza di Cristo nello Spirito di Dio.
Proprio daqueste riflessioni di Paolo sono sorti i tribunali
ecclesiastici. Ricordati e regolati dal Diritto Canonico (Il
Codice della Chiesa cattolica, almeno i can. 1400-1500), i
tribunali ecclesiastici sono organi attraverso iquali la
Chiesa esercita il proprio potere giurisdizionale sulle cause
che riguardano beni spirituali e laviolazione delle leggi
ecclesiastiche. Un tempo questo compito, per il vescovo della
diocesi che era ilgiudice, diventava drammaticamente molto
gravoso poiché il vescovo doveva occuparsi, spesso, diquelle
infinite beghe, risultanti dalla convivenza quotidiana delle
persone. Ambrogio e Agostino, per faredue nomi, vescovi
delle loro diocesi, si lamentavano che dovessero passare il
tempo a decidere sullegalline che era andato nell’orto
dell’altro e sui danni che avevano provocato. Praticamente oggi,
tra itribunali che sono, diocesani, regionali, centrali
nella Curia di Roma, si conosce, in modo particolare, il
Tribunale della Sacra Rota, a cui si fa riferimento per le cause
matrimoniali di cattolici sposati con il Sacramento del
Matrimonio Cattolico. Tale tribunale ha il compito di
salvaguardare il vincolomatrimoniale del sacramento del
matrimonio indissolubile e verificare se il matrimonio, per
difettiparticolari, non sia nullo e quindi debba essere
dichiarato tale. La domanda fondamentale, tuttavia,resta:
“Perché si litiga e non ci si preoccupa di un allenamento ed una
scuola per costruire mediazioni epace?” |
Matteo. 13, 44-52 Il Signore Gesù disse:
Il regno dei cieli è simile a un tesoronascosto nel campo; un uomo lo
trova e lonasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti isuoi averi e
compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a unmercante
che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore,
va, vendetutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli
è simile a una retegettata nel mare, che raccoglie ogni genere di
pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano ariva, si mettono a
sedere, raccolgono i pescibuoni nei canestri e buttano via i cattivi.
Così sarà alla fine del mondo. Verranno gliangeli e separeranno i
cattivi dai buoni 50e ligetteranno nella fornace ardente, dove sarà
pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli
risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Perquesto ogni scriba, divenuto
discepolo delregno dei cieli, è simile a un padrone di casache estrae
dal suo tesoro cose nuove e coseantiche».Sacramento del Matrimonio
Cattolico. Tale tribunale ha il compito di salvaguardare il vincolo
matrimoniale del sacramento del matrimonio indissolubile e verificare se il
matrimonio, per difettiparticolari, non sia nullo e quindi debba essere
dichiarato tale. La domanda fondamentale, tuttavia,resta: “Perché si
litiga e non ci si preoccupa di un allenamento ed una scuola per costruire
mediazioni epace?” Le tre parabole, che Matteo ci
presenta oggi, hanno come centralità il Regno dei cieli o Regno di Dio
(Matteo, da buon ebreo, preferisce non nominare il nome di Dio per rispetto,
e quindi parla del “Regnodei cieli”). Con diverse angolazioni ci vengono
proposte le due grandi dinamiche che si incrociano nellastoria: il dono
di Dio e l’impegno di ciascuno di noi nel tempo.Il dono di Dio si
manifesta, con molta chiarezza, nella prima parabola: per caso, nel suo
lavoroquotidiano, un contadino povero scopre un tesoro. È facile, ma più
un tempo che oggi, che le persone,spesso in difficoltà per tragedie e per
guerra, dovessero fuggire e perciò le cose preziose che hanno incasa,
nella speranza di poterle ritrovare una volta scampato il pericolo, non le
portano con sé perchétemono di essere derubati e perdere tutto,ma scavano
una buca e sotterrano ciò che ha valore. Ma spessonon tornano e quelli
che arrivano, nuovi sul campo e nella casa, ovviamente, non si rendono conto
di ciòche hanno sotto i piedi. Il contadino è un salariato, non il
padrone del campo. È stupito e si rende ancheconto che il campo non è
suo, ma nel campo potrebbe esserci molto di più. Quindi decide
immediatamente di “vendere tutto ciò che possiede per comperare il campo”.
Non si tratta qui didiscutere se è lecito o no l’operazione finanziaria.
Stupisce il dettaglio, invece prezioso, di nascondere dinuovo il tesoro.
Il contadino vuole arrivare a comprare tutto. Il Regno dei cieli ha un valore
incalcolabilee su quello bisogna giocarsi tutta la vita. Aver trovato per
caso questa fortuna, è la gratuità e il segno diDio che si offre senza
che l’altro se lo meriti. Non c’è un premio ma un dono che bisogna
conquistaresubito.La parabola della perla parla invece di un ricco
mercante. In questo caso il mercante è veramente incerca della perla
preziosa. Si scopre che tutta la sua vita è una ricerca di ciò che conta
davvero. Quandoha trovato finalmente una perla eccezionale, c’è un
cambiamento radicale immediato. Vende tutto percomprare la perla. Questa
operazione del vendere tutto può anche suscitare perplessità nelle persone
chevedono ma devono accorgersi che c’è qualcosa di totalmente nuovo su
cui riflettere: i due esprimono lagioia e la contentezza nel fare quello
che stavano facendo. “Il Regno di Dio è gioia” (Rom 14,17). Altempo di
Gesù le perle sono pregiate come oggi, da noi, i diamanti. Sono considerate
le cose piùpreziose, e sono pescate nel Mar Rosso, nel Golfo Persico,
nell’Oceano Indiano. L’Apocalisse parla delle12 porte della città di Dio:
ogni porta è una colossale enorme meravigliosa perla (Ap 21,21).La terza
parabola richiama la pesca del vicino lago di Tiberiade dove si impiegano le
grandi reti astrascico che catturano pesci buoni, commestibili e pesci
non buoni o impuri (Levitico 11,10-11). Sullaspiaggia i pescatori
procedono alla separazione dei pesci. Per gli ebrei il mare è il regno delle
forzediaboliche per cui i discepoli sono chiamati a “pescare gli uomini”,
cioè a sottrarli al potere del male. IlRegno dei cieli è una rete che
strappa dal male, fa respirare, porta alla luce verso la salvezza. L’inizio
delRegno è la comunità cristiana che raccoglie tutto (l’esperienza nella
comunità cristiana ci conferma cheaccanto al bene c’è la presenza del
male e del peccato). Ma nessuno deve sentirsi escluso o emarginato èil
tempo della misericordia, è il tempo della pazienza di Dio, “che non vuole
che alcuno perisca perchétutti abbiano modo di pentirsi” (2Pt 3,9). La
conclusione è il giudizio finale di Dio al cui cospetto sichiarisce
completamente il senso della propria vita, del proprio tempo, delle proprie
scelte, dei doni diDio e dei propri rifiuti. Alla fine tutto il bene sarà
valorizzato ed entrerà nel cielo. Le negatività del malesaranno
cancellate e distrutte dal fuoco. Di chi si parla? Dei dannati e dell’inferno
per i dannati? E’ ilmistero di Dio. E’ garantito che il male sarà
totalmente distrutto. E’ certo che la verifica della propriavita sarà per
tutti. Che cosa farà il Signore misericordioso? L’appuntamento è un
appuntamento digrande responsabilità e Gesù ci tiene a dire che, per la
nostra libertà, possiamo giocarci l’eternità. Checosa avverrà? Sappiamo
solo che ci sarà la presenza di Dio Misericordioso, che sa valutare la nostra
fragilità e la nostra libertà.Gesù conclude con una domanda: “Avete
capito?” E richiamo del maestro che insegna e che chiede che idiscepoli
abbiano ascoltato e capito il messaggio. In conclusione c’è tutto
l’itinerario della preparazionedell’Antico Testamento ( realtà antiche) e
c’è la scoperta del nuovo, portato da Gesù. Ma nella vitaognuno di noi fa
questa operazione: scopre la bellezza di Dio e sente il bisogno di ripensare
e di rivederetutta la propria vita. In questo impasto di conosciuto e di
sperimentato, si arriva a ritrovare il sensodell’esistenza, ciò che Dio
ci ha offerto e ciò che abbiamo accettato di scoprire nel quotidiano. Tutto
questo ci dà la possibilità di offrire novità ad altri. |