
DOMENICA II DI PASQUA
(della Divina Misericordia) 3.04.2016
Giovanni 20, 19-31
Riferimenti : Atti degli Apostoli 4, 8-24a - SALMO 117 -
Colossesi 2, 8-15 |
La pietra scartata dai costruttori ora è pietra
angolare.Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo
amore è per sempre. Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne: «Il suo amore è per sempre». La pietra
scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. |
Atti degli Apostoli 4, 8-24a
In quei giorni. Pietro, colmato di Spirito
Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani,
visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio
recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di
chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi
e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù
Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e
che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta
innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è
stata scartata da voi, costruttori, e che è
diventata la pietra d’angolo. In nessun altro
c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo,
altro nome dato agli uomini, nel quale è
stabilito che noi siamo salvati». Vedendo la
franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi
conto che erano persone semplici e senza
istruzione, rimanevano stupiti e li
riconoscevano come quelli che erano stati con
Gesù. Vedendo poi in piedi, vicino a loro,
l’uomo che era stato guarito, non sapevano che
cosa replicare. Li fecero uscire dal sinedrio e
si misero a consultarsi fra loro dicendo: «Che
cosa dobbiamo fare a questi uomini? Un segno
evidente è avvenuto per opera loro; esso è
diventato talmente noto a tutti gli abitanti di
Gerusalemme che non possiamo negarlo. Ma perché
non si divulghi maggiormente tra il popolo,
proibiamo loro con minacce di parlare ancora ad
alcuno in quel nome». Li richiamarono e
ordinarono loro di non parlare in alcun modo né
di insegnare nel nome di Gesù. Ma Pietro e
Giovanni replicarono: «Se sia giusto dinanzi a
Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo
voi. Noi non possiamo tacere quello che abbiamo
visto e ascoltato». Quelli allora, dopo averli
ulteriormente minacciati, non trovando in che
modo poterli punire, li lasciarono andare a
causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio
per l’accaduto. L’uomo infatti nel quale era
avvenuto questo miracolo della guarigione aveva
più di quarant’anni. Rimessi in libertà, Pietro
e Giovanni andarono dai loro fratelli e
riferirono quanto avevano detto loro i capi dei
sacerdoti e gli anziani. Quando udirono questo,
tutti insieme innalzarono la loro voce a Dio.
A Gerusalemme, nelle primissime settimane
dopo la Pasqua, la piccola comunità cristiana,
incoraggiata e sorretta dallo Spirito di Gesù,
opera con molta libertà mentre, insieme, i
cristiani frequentano il tempio e sviluppano
un'intensa vita di collaborazione, nelle loro
case, con gli apostoli. Non fanno grandi piani e
grandi progetti per il futuro, ma si affidano
alla volontà di Dio, pronti a rispondere ai
segni che Egli vorrà offrire. Pietro e Giovanni
sono andati al tempio come buoni ebrei credenti
e lì trovano uno storpio dalla nascita che
chiede l'elemosina, presso la porta "bella". I
due apostoli si scusano di non poter offrire
soldi; comunque, intervengono: "Nel nome di Gesù
Cristo, il Nazareno, cammina" (Atti 3,1-10). Gli
apostoli hanno imparato da Gesù a condividere
ciò che Gesù aveva loro offerto: cioè la sua
fede. L'incontro con l'altro non deve prevedere
tanto un fatto economico quanto una
condivisione. Pietro e Giovanni ritengono che la
miglior condivisione è restituire, con la forza
della loro fede, una presenza nuova di Gesù che
porta salute e che ristabilisce, nella pienezza
della sua autonomia, colui che è malato. È
chiaro che lo stupore della gente, che ha visto
e sentito, ha bisogno di spiegazioni ed essi,
pubblicamente, le offrono, parlando di Gesù. Ma
proprio questo irrita i responsabili del tempio.
Così fanno arrestare Pietro e Giovanni e li
lasciano in carcere fino al giorno dopo (4,3). A
questo punto, i due apostoli vengono interrogati
e si chiede loro conto delle cose che dicono.
Pietro prende la parola (questo è il terzo
discorso sugli otto che gli vengono attribuiti
nel libro degli "Atti degli Apostoli".) Questi
uomini, che hanno seguito Gesù, sono
profondamente e radicalmente cambiati. Essi
parlano "con franchezza"; pubblicamente si
rivolgono ai responsabili religiosi del popolo
d'Israele: capi del popolo e anziani (4,8) con
determinazione e chiarezza ("colmati di Spirito
Santo") e proclamano con fiducia e libertà che
la guarigione dello storpio è opera di Gesù,
perché è fatta in suo nome. Pietro sta
proclamando due realtà profondamente
sconvolgenti. Sta affermando, prima di tutto,
che Gesù è venuto a liberare l'uomo dalle sue
angosce e dai suoi mali, vincendo la morte anche
per noi. Quindi proclama, mentre le restituisce,
il valore dell'autonomia e della libertà allo
storpio. La novità della salvezza, secondo
Pietro che parla e Giovanni che condivide, è
vincere la morte e vincere la malattia che
deforma e intristisce la vita.
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Colossesi 2, 8-15 Fratelli, fate
attenzione che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia
e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli
elementi del mondo e non secondo Cristo. È in lui che abita
corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi
partecipate della pienezza di lui, che è il capo di ogni
Principato e di ogni Potenza. In lui voi siete stati anche
circoncisi non mediante una circoncisione fatta da mano d’uomo
con la spogliazione del corpo di carne, ma con la circoncisione
di Cristo: con lui sepolti nel battesimo, con lui siete anche
risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha
risuscitato dai morti. Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che
eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione
della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il
documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era
contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce. Avendo
privato della loro forza i Principati e le Potenze, ne ha fatto
pubblico spettacolo, trionfando su di loro in Cristo.
La comunità di Colosse, distante circa 200 km da Efeso, è
stata fondata, probabilmente, da un discepolo di Paolo, Epafra,
quando Paolo evangelizza Efeso (54-57 d.C.). Vi circolano idee o
interpretazioni derivanti sia dal mondo giudaico che dal mondo
pagano, non in sintonia con la predicazione di Paolo su Gesù. In
particolare, qui si pretende di imporre l'osservanza della legge
mosaica anche ai nuovi cristiani, provenienti dal paganesimo, e
si diffondono strane teorie sugli spiriti celesti verso cui si
pensa di sviluppare un culto particolare per le loro mediazioni.
In queste teorie Gesù si riduce ad essere solo uno di questi
intercessori. Si capisce allora come questa lettera sviluppa,
particolarmente, il primato assoluto di Cristo, Figlio di Dio,
su tutte le creature e su tutto l'universo. In lui è presente la
divinità nella sua pienezza e in lui c'è la Chiesa, la sua
comunità, l'Israele di Dio che forma il suo corpo. Sempre
indispensabile e da ricordare è l'inno Cristologico del capitolo
precedente che mostra la fede della Chiesa in Gesù, maturata
teologicamente nei primi decenni della sua vita e della sua
predicazione (1,15-20). Il richiamo alla circoncisione ci dice
che le difficoltà sorgono, qui, da discussioni sulla religione
ebraica. La nuova circoncisione del popolo di Dio, che ha come
salvatore Gesù, è il battesimo che ci inserisce nell'Israele di
Dio (Gal 6,15-16: "Non è infatti la circoncisione che conta, né
la non circoncisione, ma l'essere nuova creatura. E su quanti
seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto
l'Israele di Dio". Il battesimo ci toglie la radice del peccato
attraverso il gesto simbolico dell'immergersi e dell'emergere
dalla vasca battesimale: richiamo alla sepoltura e alla
risurrezione di Gesù. È molto curioso il ricordo del "documento"
che fa riferimento alle transazioni economiche e al linguaggio
commerciale per cui il debitore, pubblicamente, scrive o fa
scrivere i propri debiti che diventano, in tal modo, garanzie
per il creditore, ma, nello stesso tempo, tale documento è un
pericoloso capo d'accusa se non si paga il debito. Qui,
probabilmente, c'è anche la convinzione che esistano degli
archivi celesti in cui sono registrati tutti i fatti malvagi che
ciascuno di noi ha compiuto e che un giorno potrebbero venire
alla luce. Anche oggi i telegiornali, spesso, ci informano della
scoperta di documenti segreti che sono pubblicati e
improvvisamente creano disagio a coloro che vi sono implicati.
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 Giovanni
20, 19-31 In quel tempo. La sera di quel giorno, il primo della settimana,
mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per
timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!».
Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al
vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha
mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete
lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a
coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei
Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli
altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non
vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei
chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni
dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne
Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a
Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e
mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose
Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu
hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in
presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati
scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che
Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel
suo nome.
E' la domenica di Tommaso e di una beatitudine che sento mia: Beati
quelli che non hanno visto eppure credono! Le altre le ho sentite difficili,
cose per pochi coraggiosi, per pochi affamati di immenso. Questa è una
beatitudine per tutti, per chi fa fatica, per chi cerca a tentoni, per chi
non vede, per chi ricomincia. Siamo noi quelli di cui parla Gesù, noi che
non abbiamo visto epÈ pure di otto giorni in otto giorni continuiamo a
radunarci nel suo nome, a distanza di millenni e a prossimità di cuore; di
noi scrive Pietro: «voi lo amate pur senza averlo visto». Otto giorni dopo
venne Gesù, a porte chiuse. C'è aria di paura in quella casa, paura dei
Giudei, ma soprattutto paura di se stessi, di come lo avevano abbandonato,
tradito, rinnegato così in fretta. Mi conforta pensare che, se anche trova
chiuso, non se ne va'. Otto giorni dopo è ancora lì: l'abbandonato ritorna
da quelli che sanno solo abbandonare. Viene e sta in mezzo a loro. Non
chiede di essere celebrato, adorato. Non viene per ricevere, ma per dare. È
il suo stile inconfondibile. Sono due le cose che porta: la pace e lo
Spirito. Pace a voi. Non un semplice augurio o una promessa futura, ma una
affermazione: la pace è a voi, vi appartiene, è già dentro di voi, è un sogno
iniziato e che non si fermerà più. Io vi porto questo shalom che è pienezza
di vita. Non una vita più facile, bensì più piena e appassionata, ferita e
vibrante, ferita e luminosa, piagata e guaritrice. La pace adesso. Soffiò e
disse loro: ricevete lo Spirito Santo. Su quel pugno di creature, chiuse e
impaurite, scende il vento delle origini, il vento che soffiava sugli
abissi, che scuote le porte chiuse: ecco io vi mando! Scende lo Spirito di
Gesù, il suo segreto, il suo mistero, ciò che lo fa vivere, il suo respiro
stesso: vivrete di ciò di cui vivo io. Lo ha sperimentato Paolo: non son più
io che vivo, è Cristo che vive in me. Lo ha comunicato a tutti: Voi siete già
stati risuscitati con Cristo (Col 3,1). Già risorti adesso, per una eternità
che già mette le sue prime gemme. In quel soffio Gesù trasmette la sua forza:
con lo Spirito di Dio voi farete le cose di Dio. E la prima delle cose da
Dio è il perdono. Tommaso, metti qua il tuo dito nel foro dei chiodi, stendi
la mano, tocca! Le ferite del Risorto, feritoie d'amore: nel corpo del
crocifisso l'amore ha scritto il suo racconto con l'alfabeto delle ferite,
indelebili ormai come lo è l'amore.
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