
TUTTI I SANTI - Solennità
1.11.2016
Matteo 5, 1-12a
Riferimenti : Apocalisse 7,2-4.9-14 - Salmo 88 -
Romani 8, 28-39 |
Canterò in eterno l’amore del Signore, di
generazione in generazione farò conoscere con la mia bocca la
tua fedeltà. I cieli cantano le tue meraviglie, Signore, la tua
fedeltà nell’assemblea dei santi. R Dio è tremendo nel consiglio
dei santi, grande e terribile tra quanti lo circondano. Chi è
come te, Signore, Dio degli eserciti? Potente Signore, la tua
fedeltà ti circonda. |
Apocalisse 7,2-4.9-14 Io,
Giovanni, vidi un angelo che saliva dall’oriente
e aveva il sigillo del Dio vivente. E gridò a
gran voce ai quattro angeli ai quali era stato
concesso il potere di devastare la terra e il
mare: “Non devastate né la terra, né il mare, né
la piante, finché non abbiamo impresso il
sigillo del nostro Dio sulla fronte dei suoi
servi”. Poi udii il numero di coloro che furon
segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila,
segnati da ogni tribù dei figli d’Israele. Dopo
ciò, apparve una moltitudine immensa, che
nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza,
popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti
al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti
candide, e portavano palme nelle mani. E
gridavano a gran voce: “La salvezza appartiene
al nostro Dio seduto sul trono e all’Agnello”.
Allora tutti gli angeli che stavano intorno al
trono e i vegliardi e i quattro esseri viventi,
si inchinarono profondamente con la faccia
davanti al trono e adorarono Dio dicendo: “Amen!
Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore,
potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei
secoli. Amen”. Uno dei vegliardi allora si
rivolse a me e disse: “Quelli che sono vestiti
di bianco, chi sono e donde vengono?”. Gli
risposi: “Signore mio, tu lo sai”. E lui: “Essi
sono coloro che sono passati attraverso la
grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti
rendendole candide col sangue dell’Agnello”.
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Romani 8, 28-39 Fratelli, noi
sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio,
per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno.
Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche
predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo,
perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi
che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha
chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato,
li ha anche glorificati. Che diremo dunque di queste cose? Se
Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha
risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti
noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà
accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che
giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto,
sta alla destra di Dio e intercede per noi! Chi ci separerà
dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la
persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Come
sta scritto: «Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno,
siamo considerati come pecore da macello». Ma in tutte queste
cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati.
Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né
principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né
profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci
dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.
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Sulla vetta del Monte delle
Beatitudini a Nord/ovest di Cafarnao, è eretto il Santuario che ricorda il Sermone della
montagna"
Matteo
5, 1-12a In quel tempo. Vedendo le folle, il Signore Gesù salì sul monte:
si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare
e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il
regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame
e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i
perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi
quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di
male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è
la vostra ricompensa nei cieli». Nel vangelo di Matteo,
scritto per le comunità di giudei convertiti della Galilea e Siria, Gesù è
presentato come il nuovo Mosè, il nuovo legislatore. Nell’AT la Legge di Mosè
venne codificata in cinque libri: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e
Deuteronomio. Imitando l’antico modello, Matteo presenta la Nuova Legge in
cinque grandi discorsi sparsi nel vangelo: a) Il Discorso della Montagna (Mt
5,1 a 7,29); b) Il Discorso della Missione (Mt 10,1-42); c) Il Discorso delle
Parabole (Mt 13,1-52); d) Il Discorso della Comunità (Mt 18,1-35); e) il
Discorso del Futuro del Regno (Mt 24,1 a 25,46). Le parti narrative,
intercalate tra i cinque Discorsi, descrivono la pratica di Gesù e mostrano
come osservava la nuova Legge e la incarnava nella sua vita. Il solenne
annuncio della Nuova Legge. D’accordo con il contesto del vangelo di Matteo,
nel momento in cui Gesù pronuncia il Discorso della Montagna, c’erano appena
quattro discepoli con lui (cf. Mt 4,18-22). Poca gente. Ma una moltitudine
immensa stava dietro di lui (Mt 4,25). Nell’AT, Mosè salì sul monte Sinai per
ricevere la Legge di Dio. Come avvenne con Mosè, Gesù sale sulla Montagna e,
guardando la folla, proclama la Nuova Legge. E’ significativo il modo solenne
con cui Matteo introduce la proclamazione della Nuova Legge: “Vedendo le
folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i
suoi discepoli. Prendendo allora la parola li ammaestrava dicendo: Beati i
poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”. Le otto Beatitudini
aprono in modo solenne il “Discorso della Montagna”. In esse Gesù definisce
chi può essere considerato beato, chi può entrare nel Regno. Sono otto
categorie di persone, otto porte di ingresso per il Regno, per la Comunità.
Non ci sono altre entrate! Chi vuole entrare nel Regno dovrà identificarsi
almeno con una di queste otto categorie.
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