
II DOMENICA DI AVVENTO “I figli del Regno”
25 novembre 2018
Marco 1, 1-8
Riferimenti : Isaia 19, 18-24 - Salmo 86 - Efesini 3, 8-13 |
Sui monti santi egli l’ha fondata; il Signore
ama le porte di Sion più di tutte le dimore di Giacobbe. Di te
si dicono cose gloriose, città di Dio! Iscriverò Raab e
Babilonia fra quelli che mi riconoscono; ecco Filistea, Tiro ed
Etiopia: là costui è nato. Si dirà di Sion: «L’uno e l’altro in
essa sono nati e lui, l’Altissimo, la mantiene salda».
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Isaia 19, 18-24 Così dice il
Signore Dio: «In quel giorno ci saranno cinque
città nell’Egitto che parleranno la lingua di
Canaan e giureranno per il Signore degli
eserciti; una di esse si chiamerà Città del
Sole. In quel giorno ci sarà un altare dedicato
al Signore in mezzo alla terra d’Egitto e una
stele in onore del Signore presso la sua
frontiera: sarà un segno e una testimonianza per
il Signore degli eserciti nella terra d’Egitto.
Quando, di fronte agli avversari, invocheranno
il Signore, allora egli manderà loro un
salvatore che li difenderà e li libererà. Il
Signore si farà conoscere agli Egiziani e gli
Egiziani riconosceranno in quel giorno il
Signore, lo serviranno con sacrifici e offerte,
faranno voti al Signore e li adempiranno. Il
Signore percuoterà ancora gli Egiziani, ma, una
volta colpiti, li risanerà. Essi faranno ritorno
al Signore ed egli si placherà e li risanerà. In
quel giorno ci sarà una strada dall’Egitto verso
l’Assiria; l’Assiro andrà in Egitto e l’Egiziano
in Assiria, e gli Egiziani renderanno culto
insieme con gli Assiri. In quel giorno Israele
sarà il terzo con l’Egitto e l’Assiria, una
benedizione in mezzo alla terra».
Isaia19, 18-24 Per il popolo d'Israele
l'Egitto è sempre stato il regno nemico da
abbattere: immagine di una nazione schiavista
che porta alla morte, paese di idolatria. Così
Isaia, nei capitoli 19 e 20, pronuncia un
giudizio sull'Egitto che però, in modo
sorprendente, si capovolge; nel tempo della
sventura Dio soccorre e usa benevolenza per un
popolo sconfitto e in preda al terrore. Negli
anni del secolo VIII (prima del 701 a.C). i
Faraoni avevano tentato di porre resistenza
contro l'Assiria, cercando di coalizzare piccoli
stati orientali per difendersi e per fermare
l'invasione. Isaia era sempre stato in
disaccordo con tale politica. Nei primi versetti
del cap. 19 vengono predetti il giudizio di Dio
contro l'Egitto: si sarebbero scatenate lotte
civili e sarebbe giunta l'invasione straniera (
come avvenne attorno al 670 a.C.). Le predizioni
sono catastrofiche: dalla siccità del Nilo alle
piante che, perciò, si sono seccate al
territorio tutto che diventa deserto. Perdono il
loro lavoro i tessitori, i pescatori, gli
agricoltori. Poi improvvisamente lo scenario
cambia (il testo di oggi), tra i più
stupefacente del VT riguardo la conversione dei
popoli al Dio d'Israele.ì Si parla di 5 città
abitate da Ebrei che fondano comunità e colonie
ebraiche, che convertono il paese alla fede del
Jhwh. Di fatto c'è stata una dispersione della
popolazione ebraica che si è istallata anche in
Egitto e si parla, nei documenti di Elefantina,
di un tempio costruito in onore di Jhwh alla
prima cataratta del Nilo. Non si sono trovate le
5 città, archeologicamente, ma forse si tratta
di un numero simbolico per ricordare che qui si
stabilisce una popolazione che si appoggia alla
Legge (5 libri). Probabilmente c'è anche il
richiamo a Eliopoli, "città del sole", come si
traduce il nome della città, dove viene adorato
il Signore e si giura sul suo nome. Infatti ci
si fida di Lui e su di Lui si imposta la propria
verità. |
Efesini 3, 8-13 Fratelli, a me,
che sono l’ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa
grazia: annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di
Cristo e illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto
da secoli in Dio, creatore dell’universo, affinché, per mezzo
della Chiesa, sia ora manifestata ai Principati e alle Potenze
dei cieli la multiforme sapienza di Dio, secondo il progetto
eterno che egli ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, nel
quale abbiamo la libertà di accedere a Dio in piena fiducia
mediante la fede in lui. Vi prego quindi di non perdervi d’animo
a causa delle mie tribolazioni per voi: sono gloria vostra.
Efesini 3, 8-13 Tutto il capitolo 3
ripropone la consapevolezza che il messaggio di Dio passa
attraverso lui, Paolo, per arrivare ai pagani. In fondo Paolo,
ebreo convinto, e perciò fedelissimo custode della fede
d'Israele e, quindi, della predilezione di Dio nell'Alleanza
offerta solo agli Ebrei, si stupisce di essere stato scelto da
Dio per il ruolo di apostolo "per le genti". In pratica, ogni
volta che vi ritorna a pensare, si stupisce di questa vocazione
e di questa scelta. Non si rammarica poiché, nella sua
esperienza, ha scoperto splendore di fedeltà e di amore anche
tra i pagani ed ha assistito ad una rivoluzione del cuore dei
lontani, via via che accoglievano il messaggio di Gesù. Non si
pente, anzi si sente gioioso, addirittura orgoglioso nella sua
piccolezza e umiltà, poiché, per mezzo suo, "annuncia alle genti
le impenetrabili ricchezze di Cristo". Si sente tutta la
sorpresa di essere tramite tra la profondità di Cristo e
l'immensità del creato. Esiste un mistero gelosamente custodito
da Dio e assolutamente impensabile. Ora Paolo sa che quel
mistero passa per le sue mani e nelle sue parole. E Paolo sa
che, attraverso lui, sono svelate la grande misericordia e la
salvezza per tutti. Questo segreto è ora affidato alla Chiesa
perché, aprendo il mondo alla "multiforme sapienza di Dio",
faccia scoprire anche ai "principati e potenze dei cieli" la
conoscenza del progetto divino sul mondo.

Il fiume Giordano nei pressi di Betania di Transgiordania,
ove Giovanni battezzò Gesù |
Marco
1, 1-8 Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta
scritto nel profeta Isaia: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: /
egli preparerà la tua via. / Voce di uno che grida nel deserto: / Preparate
la via del Signore, / raddrizzate i suoi sentieri», / vi fu Giovanni, che
battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il
perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti
gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume
Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di
cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette
e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di
me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi
ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Marco 1, 1-8 Siamo probabilmente negli anni 60 d.C. e, a Roma, la piccola
comunità cristiana sente il bisogno di avere uno scritto di riferimento su
Gesù mentre molti, di quelli che lo hanno conosciuto, sono ancora vivi. Si
sceglie Marco, un discepolo molto stimato che ha seguito Pietro e Paolo,
documentato, serio. Deve raccontare come la promessa che Dio aveva fatto al
suo popolo con il grande Isaia: "Io creo nuovi cieli e nuova terra; non si
ricorderà più il passato" (65,17), si stia avverando in Gesù. E Marco, che
poteva sintetizzare in dense formule teologiche il messaggio della novità di
Dio, preferisce raccontare. E l'inizio del Vangelo di Marco, in un solo
versetto, sintetizza tutto il messaggio che vuole proporci, ricordandoci che
sta riferendo una notizia splendida: fa riferimento ad un personaggio: Gesù
che è Messia nel mondo ebraico (Cristo) e presenza di Dio come Figlio del
Padre. Marco vuole raccontare ciò che Gesù ci svela, portatore di un
segreto nascosto nelle profondità dei secoli e che finalmente ci viene
offerto per la nostra gioia e speranza. Perciò Marco racconta fatti gioiosi,
attese di secoli per quel Messia aspettato, ma assolutamente nuovo, perché ha
una personalità incredibile, legata a Dio in modo impensabile perché Figlio.
Una tale presentazione, per quanto scarna e assolutamente insufficiente, apre
orizzonti di sorprese e di perplessità. Si gioca immediatamente con
l'incredulità di chi ascolta, con l'impossibilità per chi pensa, con l'ironia
di chi ritiene di essere alla presenza di racconti ingenui.
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