
PASQUA NELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE
21 aprile 2019
Giovanni 20, 11-18
Riferimenti : Atti degli Apostoli 1, 1-8 - Salmo 117 -
Prima lettera ai Corinzi 15, 3-10a |
Rendete grazie al Signore perché è buono, perché
il suo amore è per sempre. Dica Israele: «Il suo amore è per
sempre». ® La destra del Signore si è innalzata, la destra del
Signore ha fatto prodezze. Non morirò, ma resterò in vita e
annuncerò le opere del Signore |
degli Nel primo racconto, o
Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù
fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui
fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni
agli apostoli che si era scelti per mezzo dello
Spirito Santo. Egli si mostrò a essi vivo, dopo
la sua passione, con molte prove, durante
quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle
cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si
trovava a tavola con essi, ordinò loro di non
allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere
l’adempimento della promessa del Padre, «quella
– disse – che voi avete udito da me: Giovanni
battezzò con acqua, voi invece, tra non molti
giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano:
«Signore, è questo il tempo nel quale
ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli
rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o
momenti che il Padre ha riservato al suo potere,
ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che
scenderà su di voi». Atti degli
Apostoli 1,1-8a Luca, dopo aver concluso il
racconto della vita di Gesù nel Vangelo che
riporta il suo nome, scrive anche il libro degli
Atti degli Apostoli per presentare la Chiesa
come una continuazione della presenza di Gesù
risorto. E lo fa attraverso il racconto di
alcuni avvenimenti della Comunità cristiana.
Così' Gesù resta, con il suo Spirito, garanzia e
fondamento della testimonianza della vita piena
attraverso i credenti in Lui nel mondo.
L'umanità incomincia a intravedere il messaggio
nuovo e il tempo nuovo. E se Luca nel suo
Vangelo, inizia il racconto della vicenda di
Gesù nel tempio di Gerusalemme, con
l'apparizione di un angelo che svela la nascita
di un figlio ad un sacerdote anziano, incredulo,
Zaccaria, che poi sarà padre di Giovanni
Battista, lo stesso Vangelo di Luca si conclude
nel tempio dove i discepoli, dopo la
risurrezione, si trovano a pregare, come faceva
Gesù. Il centro tuttavia è l'annuncio della
Misericordia di Gesù che si fa piccolo nel "si
"della Madonna ed offre un movimento travolgente
di presenza del Divino nel cuore della terra che
tutta diventa terra promessa. Negli Atti Gesù
risorto continua questo movimento incontenibile
di popolo e testimonia la risurrezione,
cominciando da un banchetto in una casa Siamo
sempre a Gerusalemme. C'è il ricordo di Giovanni
che ha battezzato nell'acqua, Ma ci sono,
insieme, il comando di attendere il dono dello
Spirito e il progetto di annunciare Gesù, in
pienezza, in tutto il mondo conosciuto. Il
Signore si presenta per 40 giorni, vivo, con
molte prove. Il numero 40 è un tempo importante
per scoprire il significato vero della
risurrezione e per abituare il proprio cuore e
la propria vita alla novità di Dio. Ormai tutto
va ripensato in termini di amore, di vittoria
sul male, di speranza. I discepoli, anche dopo
gli avvenimenti drammatici e gloriosi, non hanno
ancor capito il senso della presenza di Gesù.
Essi continuano a pensare quello che speravano
tutti, amici e nemici, prima della morte in
croce." Così, venutisi a trovare insieme gli
domandarono: "Signore, è questo il tempo in cui
ricostituirai il Regno di Israele?"(1,6). "Non
spetta a. Voi conoscere. I tempi e i momenti...,
ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà
su di voi e mi sarete testimoni...". V iene
negata la prevaricazione del potere, della
gloria, dell'accaparramento di Dio e della sua
forza. I discepoli continuano, infatti, a
sognare la guerra e la lotta contro i pagani e
la vittoria. |
Prima lettera ai Corinzi 15, 3-10a
Fratelli, a voi ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho
ricevuto, cioè / che Cristo morì per i nostri peccati secondo le
Scritture / e che fu sepolto / e che è risorto il terzo giorno
secondo le Scritture / e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola
volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono
morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli.
Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io infatti
sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere
chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per
grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me
non è stata vana. Lettera ai Corinti 15,3-10a
Nella prima lettera ai Corinzi, San Paolo. Si preoccupa di
rendere testimonianza, il più possibile, sulla resurrezione. Nel
mondo giudaico dell'epoca, i Sadducei, legati particolarmente
alla classe alta sacerdotale, escludevano la risurrezione così
come nella tradizione greca i filosofi raffiguravano l'anima
umana come una scintilla racchiusa nella prigione del corpo.
Paolo, che aveva già trovato derisione ad Atene quando aveva
sostenuto la vita nuova di Gesù, si preoccupa di ribadire la
verità è la testimonianza della risurrezione, riportando un
frammento di catechesi di altissimo valore che circolava nella
Comunità cristiana: "V i ho trasmesso dunque quello che ho
ricevuto". L'elenco delle apparizioni segue una linea che a
volte non coincide con i Vangeli. Tace al cune apparizioni
(quelle delle donne) e ne aggiunge altre. Paolo rivendica in
modo chiaro documentazione e testimonianza da parte di molti e
vi aggiunge la sua, ricordando la propria conversione. Egli,
infatti, si sente colpevole di aver incrociato l'apparizione di
Gesù risorto, che lo ha reso apostolo e lo ha arricchito di
grazia. Ma la sua risurrezione è come l'inizio e l'avvio di una
speranza e di un annuncio che dissolve la disperazione e apre
finalmente il cammino verso il Padre attraverso Gesù.


Plastico di tomba ebraica. Si noti la pietra di forma circolare. |
Giovanni
20, 11-18 In quel tempo. Maria di Màgdala stava all’esterno, vicino al
sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due
angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei
piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna,
perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so
dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi;
ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi
cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse:
«Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a
prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico:
«Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere,
perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro:
“Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala
andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva
detto. Giovanni 20,11-18 Maria non si dà pace della morte
di Gesù. Già di buon mattino, quando era ancora buio, corre al sepolcro e
trova la pietra rimossa. Allora corre da Pietro e dal discepolo "che Gesù
amava", perché non sa capacitarsene. E' tutto un correre, un cercare, un
vedere. Ma tutti corrono, cercano e vedono in modo diverso (come è
attestato anche dai verbi greci usati). Nonostante tutto, alla fine, "i
discepoli ritornarono a casa" come se tutto fosse naturale. Solo chi ama
non si dà pace e rimane; ed è un piangere infinito. Ed è sul piangere che
interviene Gesù, domandandole la ragione. Come se ci fosse una ragione
plausibile di un pianto di fronte alla morte (anche Gesù ha pianto su Lazzaro
morto). Eppure Gesù chiede; anzi specifica la domanda, chiedendole chi
cerca. Come a dare importanza a quanto la donna esprime coinvolgendo
pienamente la sua sensibilità e le sue emozioni. Le è stata tolta la
ragione della sua stessa vita, il senso del suo amore profondo e totale. Gesù
capisce e la chiama per nome: "Maria." Ecco: la Pasqua è come un
ritrovarsi, è un sentirsi nuovamente chiamati per nome, indipendentemente dai
distacchi, dal vuoto, dall'abisso dell'inconoscibile, dalla paura. Gesù è
come se dicesse: "sono qui". Quando c'è amore vero, amicizia profonda,
relazione totale è come se la morte non esistesse. Distacco sì, ma non
annientamento, vuoto sì, ma non assenza, pianto sì, ma non melodramma. Purché
non si ritorni a casa. Purché si continui a correre, cercare, coinvolgere,
rimanere, senza lasciarsi fuorviare da nessun angelo biancovestito.
"Maria!" "Rabbunì" E' una relazione che continua e non tramonterà mai. Perché
c'è stato un ritrovarsi, c'è stata una fedeltà, c'è stato un fidarsi al di là
di ogni logica. Forse Pasqua è proprio questo ritrovarsi, pieno, profondo,
con il Signore vivente, che ti chiama per nome. Ed anche con tutti coloro
con cui condividiamo l'aver visto o l'aver creduto in qualcosa di grande e di
Insospettato. |