V DOMENICA DOPO L'EPIFANIA
10 febbraio 2019
Matteo 8, 5-13
Riferimentri : Ezechiele 37, 21-26 - Salmo 32 - Romani 10, 9-13
Esultate, o giusti, nel Signore; per gli uomini retti è bella la lode. Lodate il Signore con la cetra, con l’arpa a dieci corde a lui cantate. Cantate al Signore un canto nuovo, con arte suonate la cetra e acclamate

profeta Ezechiele 37, 21-26
In quei giorni. Il Signore mi parlò dicendo: «Così dice il Signore Dio: Ecco, io prenderò i figli d’Israele dalle nazioni fra le quali sono andati e li radunerò da ogni parte e li ricondurrò nella loro terra: farò di loro un solo popolo nella mia terra, sui monti d’Israele; un solo re regnerà su tutti loro e non saranno più due popoli, né saranno più divisi in due regni. Non si contamineranno più con i loro idoli, con i loro abomini e con tutte le loro iniquità; li libererò da tutte le ribellioni con cui hanno peccato, li purificherò e saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio. Il mio servo Davide regnerà su di loro e vi sarà un unico pastore per tutti; seguiranno le mie norme, osserveranno le mie leggi e le metteranno in pratica. Abiteranno nella terra che ho dato al mio servo Giacobbe. In quella terra su cui abitarono i loro padri, abiteranno essi, i loro figli e i figli dei loro figli, per sempre; il mio servo Davide sarà loro re per sempre. Farò con loro un’alleanza di pace; sarà un’alleanza eterna con loro. Li stabilirò e li moltiplicherò e porrò il mio santuario in mezzo a loro per sempre».

Romani 10, 9-13
Carissimo, se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».


Matteo 8, 5-13
In quel tempo. Quando il Signore Gesù fu entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito.


Il Vangelo di oggi è uno specchio. Evoca in noi le parole che diciamo durante la Messa nel momento della comunione: "Signore, non sono degno che tu entri nella mia casa, ma dì solamente una parola ed io sarò salvato". Guardando nello specchio questo testo, suggerisce quanto segue:
• La persona che cerca Gesù è un pagano, soldato dell'esercito romano, che dominava e sfruttava la gente. Non è la religione, né il desiderio di Dio, bensì il bisogno e la sofferenza che lo spingono a cercare Gesù. Gesù non ha preconcetti. Non esige nulla prima, accoglie e ascolta la richiesta dell'ufficiale romano.
• La risposta di Gesù sorprende il centurione, poiché ne supera l'aspettativa. Il centurione non si aspettava che Gesù si recasse a casa sua. Si sente indegno: "Non sono degno". Vuol dire che considerava Gesù una persona molto superiore.
• Il centurione esprime la sua fede in Gesù dicendo: "Di una sola parola ed il mio servo sarà guarito". Lui crede che la parola di Gesù è capace di guarire. Da dove gli nasce questa fede cosi grande? Dalla sua esperienza professionale di centurione! Perché quando un centurione da ordini, il soldato ubbidisce. Deve ubbidire! Così immagina Gesù: basta che Gesù dica una parola, e le cose succedono secondo la parola. Lui crede che la parola di Gesù racchiude una forza creatrice.
• Gesù rimane ammirato ed elogia la fede del centurione. La fede non consiste nell'accettare, ripetere e decorare una dottrina, ma nel credere e confidare nella persona di Gesù.