
I Domenica dopo la Dedicazione
27 ottobre 2019 Matteo28, 16-20 At
13, 1-5a Atti degli Apostoli - Salmo 95 - Romani. 15,
15-20 |
Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al
Signore, uomini di tutta la terra. Cantate al Signore, benedite
il suo nome. Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. In
mezzo alle genti narrate la sua gloria, a tutti i popoli dite le
sue meraviglie. |
At 13, 1-5a Atti degli Apostoli
In quei giorni. C’erano nella Chiesa di
Antiòchia profeti e maestri: Bàrnaba, Simeone
detto Niger, Lucio di Cirene, Manaèn, compagno
d’infanzia di Erode il tetrarca, e Saulo. Mentre
essi stavano celebrando il culto del Signore e
digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate
per me Bàrnaba e Saulo per l’opera alla quale li
ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e
pregato, imposero loro le mani e li congedarono.
Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo,
scesero a Selèucia e di qui salparono per Cipro.
Giunti a Salamina, cominciarono ad annunciare la
parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei.
Atti degli Apostoli. 13, 1-5a Ad
Antiochia si è già fatto l'esperimento della
convivenza di ebrei e pagani convertiti: essi
vivono insieme con attenzione e rispetto
reciproco, consapevoli di avere alle spalle una
cultura diversa che però va continuamente
verificata sulla Parola di Gesù, esaminando il
Primo(V T) Testamento e le testimonianze che si
stanno organizzando nel Secondo Testamento (N
T). Questa operazione è molto più difficile per
i pagani, fattosi cristiani, poiché richiede una
sensibilità nuova che si adatti alla mentalità
ebraica senza tuttavia assorbirne la
legislazione del culto e le esclusioni che il
popolo d'Israele fa rispetto agli altri popoli.
La Comunità cristiana ha sperimentato la
bellezza e la speranza che Gesù ha portato
attraverso la Parola e la conoscenza di sé agli
apostoli. Così, in questa comunità, si è
verificato che la fede si trasmette raccontando
le parole e i fatti di Gesù e mostrando la
propria testimonianza. Il Signore interviene, ma
ha bisogno di una visibilità che accompagni il
dono, anzi il dono della fede viene dopo questa
manifestazione concreta e visibile di Gesù nei
discepoli. Con questo brano gli "Atti degli
Apostoli" iniziano il racconto della prima
missione di Paolo e di Barnaba da Antiochia
verso l'Asia minore (13,1-14,28). Attraverso la
Chiesa, Gesù si svela al mondo. L'inizio di
questa progetto avviene durante il culto e in un
contesto di digiuno. Il digiuno è segno di
attesa e sostegno alla richiesta che si fa a
Dio. Per la Pace in Siria Papa Francesco ha
ripreso questo stile di intercessione per
chiedere al Signore lo Spirito che aiutasse a
superare i progetti di guerra. L'imposizione,
qui, non è tanto una comunicazione di poteri
come nel Sacramento del sacerdozio quanto una
benedizione. "Mettetemi da parte" suggerisce lo
Spirito. Indica la separazione da ogni attività
profana per un servizio sacro.
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Rm 15, 15-20 Fratelli, su
alcuni punti, vi ho scritto con un po’ di audacia, come per
ricordarvi quello che già sapete, a motivo della grazia che mi è
stata data da Dio per essere ministro di Cristo Gesù tra le
genti, adempiendo il sacro ministero di annunciare il vangelo di
Dio perché le genti divengano un’offerta gradita, santificata
dallo Spirito Santo. Questo dunque è il mio vanto in Gesù Cristo
nelle cose che riguardano Dio. Non oserei infatti dire nulla se
non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio per condurre
le genti all’obbedienza, con parole e opere, con la potenza di
segni e di prodigi, con la forza dello Spirito. Così da
Gerusalemme e in tutte le direzioni fino all’Illiria, ho portato
a termine la predicazione del vangelo di Cristo. Ma mi sono
fatto un punto di onore di non annunciare il vangelo dove era
già conosciuto il nome di Cristo, per non costruire su un
fondamento altrui. Romani. 15, 15-20 Paolo
si rende conto di essere uno sconosciuto per la comunità di Roma
poiché non è stata fondata da lui, e sanno di lui poco, e lo
sanno da altri. Ha voluto, comunque scrivere una lunga lettera e
qui, alla fine, si rende conto di aver scritto cose che già
conoscono. Ma Paolo sente il compito di essere apostolo tra le
genti perché si costituisca una unità tra i popoli e vuole
coinvolgere anche questa grande comunità perché tutti i credenti
in Gesù divengano, per il Vangelo annunciato anche da Paolo, un
unico sacrificio, una grande offerta gradita a Dio Vengono usati
termini sacri, sacerdotali, cultuali. Il vangelo è un impegno
sacro, è un culto, è un sacerdozio. Paolo vuole ricordare e far
conoscere ("ricordarvi")"di essere un ministro di Gesù Cristo
tra i pagani" e quindi la loro fede li riunisce in una comunità
"santificata dallo Spirito Santo". Paolo dichiara di aver
concluso il suo lavoro in Medio Oriente e pensa di trasferirsi
in Spagna. Nel tragitto spera di fermarsi a Roma e, quindi, di
potersi conoscere reciprocamente, più profondamente e desidera
farlo per un po' di tempo Paolo è consapevole di aver svolto il
sacerdozio ministeriale ("l'ufficio sacro del vangelo di Dio
perché i pagani divengano una oblazione gradita") per costituire
una comunità più grande, a servizio dei battezzati tutti. Ed
essi, a loro volta, esercitano un sacerdozio battesimale ogni
giorno (Romani 12,1 "offrire i vostri corpi come sacrificio
vivente"). Paolo si rende conto che il suo lavoro ha dato frutto
e perciò avrebbe motivo di vanto, ma si corregge subito, dicendo
che è tutta opera del Signore Gesù se, per mezzo suo, i pagani
si sono sottomessi all'obbedienza, in parole e opere, e
continuano a volerlo. Ma per questo il Signore si è servito
anche di prodigi e segni miracolosi. Negli "Atti degli Apostoli"
si ricordano almeno due esempi di prodigi. - Atti 14,8-10:
«C'era a Listra un uomo paralizzato alle gambe, storpio sin
dalla nascita, che non aveva mai camminato. Egli ascoltava il
discorso di Paolo e questi, fissandolo con lo sguardo e notando
che aveva fede di esser risanato, disse a gran voce: "Alzati
diritto in piedi! ". Egli fece un balzo e si mise a camminare».
- Atti 20,7-12: «Mentre erano riuniti; un ragazzo chiamato
Eutico, sopraffatto dal sonno, cadde dal terzo piano e venne
raccolto morto. Paolo allora scese giù, si gettò su di lui, lo
abbracciò e disse: "Non vi turbate; è ancora in vita! ". Poi
risalì, spezzò il pane e ne mangiò e dopo aver parlato ancora
molto fino all'alba, partì. Intanto avevano ricondotto il
ragazzo vivo, e si sentirono molto consolati».
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Mt 28, 16-20 In quel tempo. Gli undici discepoli andarono
in Galilea, sul monte che il Signore Gesù aveva loro indicato. Quando lo
videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro:
«A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate
discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e
dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho
comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del
mondo». Matteo28, 16-20 Si ritorna in Galilea, per il
saluto a Gesù che ascende al cielo e il mandato che lascia alla sua Chiesa.
La Galilea è terra disprezzata dove non c'è vera fedeltà a Dio perché la
abitano popolazioni ebraiche mescolate a popolazioni pagane, violente,
lontane da Gerusalemme e dalla sua legge. Gesù ha cominciato qui la sua
missione, a Cafarnao, dice Matteo, e qui Gesù vuole iniziare il tempo della
Chiesa che non conclude il tempo di Gesù, ma lo continua. E' una Chiesa che
accetta di stare nel mondo della miscredenza, della debolezza e della
infedeltà poiché l'ha sperimentata anch'essa. Sono undici e non dodici (e
portano così il segno del tradimento nel gruppo che Gesù ha richiamato e si è
ricomposto dopo la risurrezione). E' anche un gruppo che alla presenza di
Gesù dubita, perché è fragile, ha sempre bisogno di fiducia e di memoria per
riprendere ciò che essi hanno sentito e vissuto. Sono sul monte, e Matteo
colloca sempre Gesù sul monte quando deve fare comunicazioni importanti o
insegnare. Sul monte sono proclamate le beatitudini, sul monte avviene la
trasfigurazione, sul monte viene affidato il compito di portare l'annuncio e
la rivelazione di Dio nel mondo. Per poterlo fare bisogna andare da Gesù sul
monte, verificare, pur con tutti i dubbi, la risurrezione e quindi la
presenza di una persona viva e l'invito ad andare a fare discepoli. Ma fare
discepoli non significa raggiungere delle persone per aggregarle al proprio
seguito, ma raggiungere tutti aiutandoli a diventare discepoli di Gesù, che è
mite ed umile di cuore. |