 IX Domenica dopo Pentecoste
7 agosto 2022
Mt 22, 41-46
rIFWERIMENTI : 1Sam 16, 1-13 - Sal 88 - 2Tm 2, 8-13 |
La tua mano, Signore, sostiene il tuo eletto. Un
tempo, Signore, parlasti in visione ai tuoi fedeli, dicendo:
«Ho portato aiuto a un prode, ho esaltato un eletto tra il mio
popolo. |
1Sam 16, 1-13 In quei giorni. Il
Signore disse a Samuele: «Fino a quando
piangerai su Saul, mentre io l’ho ripudiato
perché non regni su Israele? Riempi d’olio il
tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il
Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi
figli un re». Samuele rispose: «Come posso
andare? Saul lo verrà a sapere e mi ucciderà».
Il Signore soggiunse: «Prenderai con te una
giovenca e dirai: “Sono venuto per sacrificare
al Signore”. Inviterai quindi Iesse al
sacrificio. Allora io ti farò conoscere quello
che dovrai fare e ungerai per me colui che io ti
dirò». Samuele fece quello che il Signore gli
aveva comandato e venne a Betlemme; gli anziani
della città gli vennero incontro trepidanti e
gli chiesero: «È pacifica la tua venuta? ».
Rispose: «È pacifica. Sono venuto per
sacrificare al Signore. Santificatevi, poi
venite con me al sacrificio». Fece santificare
anche Iesse e i suoi figli e li invitò al
sacrificio. Quando furono entrati, egli vide
Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il
suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele:
«Non guardare al suo aspetto né alla sua alta
statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel
che vede l’uomo: infatti l’uomo vede
l’apparenza, ma il Signore vede il cuore». Iesse
chiamò Abinadàb e lo presentò a Samuele, ma
questi disse: «Nemmeno costui il Signore ha
scelto». Iesse fece passare Sammà e quegli
disse: «Nemmeno costui il Signore ha scelto».
Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi
sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il
Signore non ha scelto nessuno di questi».
Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i
giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più
piccolo, che ora sta a pascolare il gregge».
Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo,
perché non ci metteremo a tavola prima che egli
sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece
venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di
aspetto. Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è
lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo
unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del
Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi.
Samuele si alzò e andò a Rama.
Samuele 16, 1-13 "Il Signore si è già scelto
un uomo secondo il suo cuore e gli comanderà di
essere capo del suo popolo, perché tu non hai
osservato quanto ti aveva comandato il Signore".
Questa è la parola di Samuele a Saul che aveva
disobbedito a Dio. E' tempo di cercare un nuovo
re e il racconto porta alla ricerca di chi è
stato scelto, ma che nessuno conosce, neppure
Samuele stesso, il sommo sacerdote che lo doveva
consacrare. Samuele, però, è legato al passato,
angosciato sul rifiuto che Dio ha dato a Saul e
il Signore apre al futuro che va scoperto passo
passo. Dio ordina a Samuele di partire ed egli
obbedisce. L'ordine di partire viene pronunciato
sempre quando Dio decide di creare qualcosa di
nuovo nella storia del suo popolo (Abramo, Mosé,
Giona, i profeti...). Samuele deve andare a
Betlemme, deve cercare un uomo di cui sa solo il
nome, e deve cercare tra i figli il
predestinato. Nella gente si crea un clima di
paura che viene però diradato dalla
consapevolezza e dall'autorevolezza di Samuele:
"Quando furono entrati, egli vide Eliàb e disse:
«Certo, davanti al Signore sta il suo
consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non
guardare al suo aspetto né alla sua alta
statura. Io l'ho scartato, perché non conta quel
che vede l'uomo: infatti l'uomo vede
l'apparenza, ma il Signore vede il cuore»
(16,6-7). Samuele passa in rassegna i 7 figli e
nessuno è scelto. La ricerca sembrerebbe
conclusa anche perché sono stati esclusi tutti e
7 (la totalità), eppure il Signore incoraggia a
cercare ancora. Non bisogna fermarsi
all'apparenza poiché il Signore guarda il cuore.
E il prescelto è un ragazzo, troppo giovane per
essere re, troppo bello per essere un guerriero,
troppo poco adatto poiché è un pastorello. Ma
Dio ha scelto. E i criteri di Dio sfalsano
continuamente le nostre attese e garanzie: la
primogenitura (Giacobbe ed Esaù), il livello di
istruzione (gli apostoli non sono istruiti), la
capacità dialettica (Mosé: " non so parlare"),
l'età (Geremia: "sono giovane" ) ecc: tutti
elementi che avrebbero deviato le scelte umane.
Anche Gesù creerà infinite perplessità: da
Nazareth, povero, senza potere, disarmato, in
balia dei potenti non si difende, condannato e
ucciso. Eppure è Lui la speranza del mondo.
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2Tm 2, 8-13 Carissimo, ricòrdati
di Gesù Cristo, risorto dai morti, discendente di Davide, come
io annuncio nel mio Vangelo, per il quale soffro fino a portare
le catene come un malfattore. Ma la parola di Dio non è
incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha
scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo
Gesù, insieme alla gloria eterna. Questa parola è degna di fede:
Se moriamo con lui, con lui anche vivremo; se perseveriamo, con
lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà;
se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare
se stesso.
2 Timoteo 2, 8-13 La seconda
lettera a Timoteo è scritta da Paolo, pare, in una situazione di
prigionia diversa da quella universalmente conosciuta a Roma
(anni 61-63). Là era a domicilio coatto, qui sembra in
condizioni disumane: anzi, probabilmente, sente vicina la morte.
Ha subito già un primo processo, "ma nessuno mi fu accanto"
(4,16), anzi non solo lo hanno abbandonato ma gli si sono
rivolti contro (4,19-15). Timoteo cerca disperatamente coraggio
e fiducia in Paolo poiché la sua comunità si sta frantumando.
Timoteo ha iniziato il suo cammino di discepolo molto presto,
generoso e benvoluto. Diventa, ancor giovane, responsabile della
piccola comunità cristiana di Efeso, ma sta verificando uno
sfilacciamento tra cristiani poiché le iniziali persecuzioni, la
mentalità corrente, la fatica a mantenersi fedeli a Cristo
rallentano e fanno diradare la partecipazione. L'Apostolo cerca
di sostenere chi è provato e incoraggia Timoteo stesso a
"soffrire con me per il Vangelo"(v.8). Gesù è passato
attraverso le stesse sofferenze ed incomprensioni prima di
entrare nella gloria del Padre. Perciò "ricordati di Gesù
Cristo". "Bisogna percorrere la stessa strada: Se moriamo con
lui, con lui anche vivremo; se perseveriamo, con lui anche
regneremo" (vv11-12). " Ogni discepolo, a somiglianza di
Gesù, dei fratelli e delle sorelle credenti, può essere in
difficoltà quando si impegna nella propria comunità o nella
realtà quotidiana. Egli incontra critiche, incomprensioni e
spesso persecuzioni. Eppure deve mantenere serenità e fiducia
poiché "la Parola di Dio non è incatenata", ma ha una sua
vitalità e forza da risultare creativa come sempre, capace di
portare lo Spirito, presente nella vita come pienezza e novità.
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Mt 22, 41-46 In quel tempo.
Mentre i farisei erano riuniti insieme, il Signore Gesù chiese loro: «Che
cosa pensate del Cristo? Di chi è figlio?». Gli risposero: «Di Davide». Disse
loro: «Come mai allora Davide, mosso dallo Spirito, lo chiama Signore,
dicendo: “Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra finché io
ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”? Se dunque Davide lo chiama Signore,
come può essere suo figlio?». Nessuno era in grado di rispondergli e, da quel
giorno, nessuno osò più interrogarlo.
Matteo 22, 41-46. Matteo sta sviluppando le grandi
polemiche che la presenza di Gesù a Gerusalemme provoca: egli non è più uno
sconosciuto, molti lo seguono, di lui molto si parla, raccontando fatti
strepitosi di liberazione, di guarigioni, di interpretazioni della Scrittura,
inconsuete rispetto alla tradizione, di comportamenti che esprimono
spiegazione empie della giustizia e della misericordia di Dio. Ultimamente,
poi, Gesù è stato acclamato universalmente dalla folla, che lo ha
accompagnato in festa al tempio, con le palme in mano come per un trionfo e
gridando: "Osanna al figlio di Davide" (21,9). E Gesù non ha zittito nessuno.
Anzi è Gesù stesso che anticipa la domanda: "Di chi è figlio il Cristo?" Gli
rispondono: "Di Davide". Allora, a questo punto, Gesù si comporta come un
rabbi che mette a confronto la stessa Scrittura. Il Salmo 110, universalmente
riconosciuto di Davide e riferito al Messia, fa scoprire che Davide, mentre
celebra l'intronizzazione del Messia da parte di Dio, lo dice superiore a sé.
Chiamandolo Signore. Ci si trova allora di fronte ad una realtà che non è
solo umana, legata alla generazione, ad un figlio che sarebbe stato
proseguimento del padre Davide: re, guerriero, capo di Israele. E' molto più
grande di Davide, elevato ad una grandezza inimmaginabile da Dio stesso. In
tal caso, coloro che sono stati interrogati restano sconcertati e non
vogliono o non tentano neppure di parlare. Difatti Gesù sta ponendo il suo
mistero che è al di sopra di ogni comprensione. Svelerà qualche traccia di
ricerca al sommo sacerdote Caifa', qualche giorno dopo, svelando la sua
identità. Si sente chiedere: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se
sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». e Gesù risponde: «Tu l'hai detto, anzi
vi dico: d'ora innanzi, vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della
Potenza e venire sulle nubi del cielo» (26, 63-64). La rivelazione sottolinea
drammaticamente la differenza tra il dirsi Messia e l'identificarsi con il
"Figlio dell'uomo" a cui fa riferimento il profeta Daniele, richiamando il
potere e la potenza di chi siede alla destra di Dio (Daniele 7,13-14).
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |