 Domenica di Pasqua
17 aprile 2022
Giovanni 20,11-18
Riferimenti : At 1, 1-8a - Sal 117 - Corinti 15,3-10a |
Questo e il giorno che ha fatto il Signore;
rallegriamoci e in esso esultiamo.
Rendete grazie al
Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. Dica
Israele: «Il suo amore è per sempre». |
Atti degli Apostoli 1,1-8a Nel
primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto
quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino
al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver
dato disposizioni agli apostoli che si era
scelti per mezzo dello Spirito Santo. Egli si
mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con
molte prove, durante quaranta giorni, apparendo
loro e parlando delle cose riguardanti il regno
di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi,
ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme,
ma di attendere l’adempimento della promessa del
Padre, «quella – disse – che voi avete udito da
me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra
non molti giorni, sarete battezzati in Spirito
Santo». Quelli dunque che erano con lui gli
domandavano: «Signore, è questo il tempo nel
quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma
egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi
o momenti che il Padre ha riservato al suo
potere, ma riceverete la forza dallo Spirito
Santo che scenderà su di voi».
Atti degli Apostoli 1,1-8a Luca, dopo aver
concluso il racconto della vita di Gesù nel
Vangelo che riporta il suo nome, scrive anche il
libro degli Atti degli Apostoli per presentare
la Chiesa come una continuazione della presenza
di Gesù risorto. E lo fa attraverso il racconto
di alcuni avvenimenti della Comunità cristiana.
Così' Gesù resta, con il suo Spirito, garanzia e
fondamento della testimonianza della vita piena
attraverso i credenti in Lui nel mondo.
L'umanità incomincia a intravedere il messaggio
nuovo e il tempo nuovo. E se Luca nel suo
Vangelo, inizia il racconto della vicenda di
Gesù nel tempio di Gerusalemme, con
l'apparizione di un angelo che svela la nascita
di un figlio ad un sacerdote anziano, incredulo,
Zaccaria, che poi sarà padre di Giovanni
Battista, lo stesso Vangelo di Luca si conclude
nel tempio dove i discepoli, dopo la
risurrezione, si trovano a pregare, come faceva
Gesù. Il centro tuttavia è l'annuncio della
Misericordia di Gesù che si fa piccolo nel "si
"della Madonna ed offre un movimento travolgente
di presenza del Divino nel cuore della terra che
tutta diventa terra promessa. Negli Atti Gesù
risorto continua questo movimento incontenibile
di popolo e testimonia la risurrezione,
cominciando da un banchetto in una casa Siamo
sempre a Gerusalemme. C'è il ricordo di Giovanni
che ha battezzato nell'acqua, Ma ci sono,
insieme, il comando di attendere il dono dello
Spirito e il progetto di annunciare Gesù, in
pienezza, in tutto il mondo conosciuto. Il
Signore si presenta per 40 giorni, vivo, con
molte prove. Il numero 40 è un tempo importante
per scoprire il significato vero della
risurrezione e per abituare il proprio cuore e
la propria vita alla novità di Dio. Ormai tutto
va ripensato in termini di amore, di vittoria
sul male, di speranza. I discepoli, anche dopo
gli avvenimenti drammatici e gloriosi, non hanno
ancor capito il senso della presenza di Gesù.
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1Cor 15, 3-10a Fratelli, a
voi ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto,
cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e
che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le
Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito
apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la
maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti.
Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo
fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io infatti sono
il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere
chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per
grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me
non è stata vana. Corinti 15,3-10a Nella
prima lettera ai Corinzi, San Paolo. Si preoccupa di rendere
testimonianza, il più possibile, sulla resurrezione. Nel mondo
giudaico dell'epoca, i Sadducei, legati particolarmente alla
classe alta sacerdotale, escludevano la risurrezione così come
nella tradizione greca i filosofi raffiguravano l'anima umana
come una scintilla racchiusa nella prigione del corpo. Paolo,
che aveva già trovato derisione ad Atene quando aveva sostenuto
la vita nuova di Gesù, si preoccupa di ribadire la verità è la
testimonianza della risurrezione, riportando un frammento di
catechesi di altissimo valore che circolava nella Comunità
cristiana: "V i ho trasmesso dunque quello che ho ricevuto".
L'elenco delle apparizioni segue una linea che a volte non
coincide con i Vangeli. Tace al cune apparizioni (quelle delle
donne) e ne aggiunge altre. Paolo rivendica in modo chiaro
documentazione e testimonianza da parte di molti e vi aggiunge
la sua, ricordando la propria conversione. Egli, infatti, si
sente colpevole di aver incrociato l'apparizione di Gesù
risorto, che lo ha reso apostolo e lo ha arricchito di grazia.
Ma la sua risurrezione è come l'inizio e l'avvio di una speranza
e di un annuncio che dissolve la disperazione e apre finalmente
il cammino verso il Padre attraverso Gesù.

Plastico di tomba ebraica vista di fronte.
Nella figura si noti
la pietra di forma circolare.
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Gv 20, 11-18 In quel tempo. Maria
di Màgdala stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre
piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti,
seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto
il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro:
«Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo,
si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le
disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il
custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi
dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si
voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le
disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai
miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio
vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il
Signore!» e ciò che le aveva detto.
Giovanni 20,11-18 Maria non si dà pace della
morte di Gesù. Già di buon mattino, quando era ancora buio, corre al sepolcro
e trova la pietra rimossa. Allora corre da Pietro e dal discepolo "che Gesù
amava", perché non sa capacitarsene. E' tutto un correre, un cercare, un
vedere. Ma tutti corrono, cercano e vedono in modo diverso (come è
attestato anche dai verbi greci usati). Nonostante tutto, alla fine, "i
discepoli ritornarono a casa" come se tutto fosse naturale. Solo chi ama
non si dà pace e rimane; ed è un piangere infinito. Ed è sul piangere che
interviene Gesù, domandandole la ragione. Come se ci fosse una ragione
plausibile di un pianto di fronte alla morte (anche Gesù ha pianto su Lazzaro
morto). Eppure Gesù chiede; anzi specifica la domanda, chiedendole chi
cerca. Come a dare importanza a quanto la donna esprime coinvolgendo
pienamente la sua sensibilità e le sue emozioni. Le è stata tolta la
ragione della sua stessa vita, il senso del suo amore profondo e totale. Gesù
capisce e la chiama per nome: "Maria." Ecco: la Pasqua è come un
ritrovarsi, è un sentirsi nuovamente chiamati per nome, indipendentemente dai
distacchi, dal vuoto, dall'abisso dell'inconoscibile, dalla paura. Gesù è
come se dicesse: "sono qui". Quando c'è amore vero, amicizia profonda,
relazione totale è come se la morte non esistesse. Distacco sì, ma non
annientamento, vuoto sì, ma non assenza, pianto sì, ma non melodramma. Purché
non si ritorni a casa. Purché si continui a correre, cercare, coinvolgere,
rimanere, senza lasciarsi fuorviare da nessun angelo biancovestito.
"Maria!" "Rabbunì" E' una relazione che continua e non tramonterà mai. Perché
c'è stato un ritrovarsi, c'è stata una fedeltà, c'è stato un fidarsi al di là
di ogni logica. Forse Pasqua è proprio questo ritrovarsi, pieno, profondo,
con il Signore vivente, che ti chiama per nome. Ed anche con tutti coloro
con cui condividiamo l'aver visto o l'aver creduto in qualcosa di grande e di
Insospettato.
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