
III Domenica dopo l'Epifania
23 gennaio 2022
Mt 15, 32-38
Riferimenti :Nm 13, 1-2. 17-27Sal 104 2Cor 9, 7-14 |
Il Signore ricorda sempre la sua parola santa.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate
fra i popoli le sue opere. A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie. Gloriatevi del suo santo
nome: gioisca il cuore di chi cerca il Signore. |
Nm 13, 1-2. 17-27 In quei giorni.
Il Signore parlò a Mosè e disse: «Manda uomini a
esplorare la terra di Canaan che sto per dare
agli Israeliti. Manderete un uomo per ogni tribù
dei suoi padri: tutti siano prìncipi fra loro».
Mosè dunque li mandò a esplorare la terra di
Canaan e disse loro: «Salite attraverso il
Negheb; poi salirete alla regione montana e
osserverete che terra sia, che popolo l’abiti,
se forte o debole, se scarso o numeroso; come
sia la regione che esso abita, se buona o
cattiva, e come siano le città dove abita, se
siano accampamenti o luoghi fortificati; come
sia il terreno, se grasso o magro, se vi siano
alberi o no. Siate coraggiosi e prendete dei
frutti del luogo». Erano i giorni delle primizie
dell’uva. Salirono dunque ed esplorarono la
terra dal deserto di Sin fino a Recob,
all’ingresso di Camat. Salirono attraverso il
Negheb e arrivarono fino a Ebron, dove erano
Achimàn, Sesài e Talmài, discendenti di Anak.
Ebron era stata edificata sette anni prima di
Tanis d’Egitto. Giunsero fino alla valle di
Escol e là tagliarono un tralcio con un grappolo
d’uva, che portarono in due con una stanga, e
presero anche melagrane e fichi. Quel luogo fu
chiamato valle di Escol a causa del grappolo
d’uva che gli Israeliti vi avevano tagliato. Al
termine di quaranta giorni tornarono
dall’esplorazione della terra e andarono da Mosè
e Aronne e da tutta la comunità degli Israeliti
nel deserto di Paran, verso Kades; riferirono
ogni cosa a loro e a tutta la comunità e
mostrarono loro i frutti della terra.
Raccontarono: «Siamo andati nella terra alla
quale tu ci avevi mandato; vi scorrono davvero
latte e miele e questi sono i suoi frutti».
LETTURA: Nm 13,1-2. 17-27 Il libro dei Numeri
è una riflessione teologica sul bemidbār,
come dice meglio l’incipit che dà il titolo
al libro in ebraico, ovvero il cammino (la
hălākâ) di Israele nel deserto. Da un punto
di osservazione generale, la sezione del cammino
bemidbār «nel deserto» del Quarto libro
della Tôrâ è da considerarsi in simmetria al
cammino nel deserto narrato in Es 16-18.
Bisogna valorizzare questa simmetria che
racchiude la sezione sinaitica della Tôrâ,
come appare chiaro dalla struttura: A.
prologo: nascita di Mosè (Es 1,1-2,25) e
rivelazione a Mosè (Es 3,1-7,7) B. l’uscita
dall’Egitto (Es 7,8-15,21) (narrazione con
alcune leggi: pasqua e primogeniti) C. il
cammino nel deserto fino al Sinai (Es
15,22-18,27) (manna e quaglie - istituzione
dei giudici) D. l’alleanza del Sinai (Es
19,1-24,11) (decalogo e «codice
dell’alleanza») E. Leggi sul santuario (Es
24,12-31,18) (sempre al Sinai) Peccato -
castigo - perdono - nuova alleanza (Es 32-34)
(«decalogo cultuale») E'. Costruzione del
santuario (Es 35-40) (sempre al Sinai) D'.
Leggi (Lev 1,1 - Num10,10) [sui sacrifici
(Lev 1-7), sacerdoti (8-10), purità (11-16),
«codice di santità» (17-26); varie (Lev 27; Nm
1-10) C'. il cammino nel deserto fino a Moab
e primi approcci alla terra (Nm 10,11-22,4)
(manna e quaglie - istituzione dei profeti) Balaam e Balaq (Nm 22-24) B'. preparazione
per l’entrata nella terra (Nm 25-36) (con
alcune leggi: sacrifici, sacerdoti, feste,
leviti |
2Cor 9, 7-14 Fratelli, ciascuno
dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né
per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. Del resto, Dio ha
potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre
il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le
opere di bene. Sta scritto infatti: «Ha largheggiato, ha dato ai
poveri, la sua giustizia dura in eterno». Colui che dà il seme
al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà
anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra
giustizia. Così sarete ricchi per ogni generosità, la quale farà
salire a Dio l’inno di ringraziamento per mezzo nostro. Perché
l’adempimento di questo servizio sacro non provvede solo alle
necessità dei santi, ma deve anche suscitare molti
ringraziamenti a Dio. A causa della bella prova di questo
servizio essi ringrazieranno Dio per la vostra obbedienza e
accettazione del vangelo di Cristo, e per la generosità della
vostra comunione con loro e con tutti. Pregando per voi
manifesteranno il loro affetto a causa della straordinaria
grazia di Dio effusa sopra di voi.
2 Cor
9,7-14 2 Cor 9 prolunga il discorso di Paolo sulla colletta a
favore della comunità di Gerusalemme iniziato in 2 Cor 8 e
sarebbe difficile aprire la discussione se si tratta di una
lettera a sé stante, inviata alle comunità dell’Acaia e poi
redazionalmente unita all’antologia di 2 Cor, o se invece è
parte di un unico ampio ragionamento che coerentemente si
sviluppa nella dispositio argomentativa unitaria lungo tutta la
lettera. L’onere della prova deve essere in ogni caso di
dimostrare il carattere antologico di 2 Cor. Non è qui la
sede per entrare in tale discussione. Qualsiasi posizione si
assuma a riguardo dell’unità di 2 Cor, non si può negare che la colletta per Gerusalemme (vv. 1-5) in questa pagina sia al
centro dell’argomentazione di Paolo, il quale con forte
impegno cerca di motivarla teologicamente (vv. 6-14), riconoscendo
che la percezione spirituale al centro della riflessione è la
colletta fondata «sul suo
ineffabile dono» (v. 15). 6 Questo vi dico: chi semina
scarsamente, scarsamente raccoglierà, ma chi semina
abbondantemente, abbondantemente raccoglierà. 7 Ciascuno
[dia] come s’è deciso nel suo cuore, non con tristezza o per
forza, perché Dio ama un donatore ilare (Pro 22,8 LXX). 8
Del resto, Dio può far abbondare ogni dono in voi, cosicché,
avendo sempre il necessario in tutto, possiate abbondare in
ogni opera buona. 9 Sta scritto infatti: Ha distribuito,
ha dato ai poveri, la sua elemosina rimane in eterno (Sal
112[111],9). 10 Ora, colui che fornisce il seme al seminatore
e il pane per il nutrimento, vi fornirà e moltiplicherà la
vostra se mente e aumenterà i frutti della vostra elemosina.
11 Così sarete arricchiti per ogni liberalità, la quale
produce per mezzo nostro “eucaristia” a Dio; 12 poiché la
diaconia di questa liturgia non solo supplisce le necessità
dei santi, ma si dimostra feconda per molte “eucaristie” a
Dio. 13 Glorificando Dio della bella prova di questo
servizio per l’obbedienza della vostra professione verso il
vangelo di Cristo e per la generosità della vostra comunione
con loro e con tutti, 14 essi – pregando per voi – vi
manifestano singolare affetto per la straordinaria grazia di
Dio [che sta] su di voi. 15 Sia ringraziato Dio per il
suo ineffabile dono
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Mt 15, 32-38 In quel tempo. Il Signore Gesù chiamò a sé i suoi
discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni
stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché
non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo
trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù
domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini».
Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i
pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla
folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette
sporte piene. Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza
contare le donne e i bambini.
Il popolo di Israele è ormai prossimo alla Terra promessa.
Vengono mandati degli esploratori e questi vi ritornano soddisfatti perché
sono testimoni delle bellezze di quella terra ricca di latte e di miele. Il
cammino tuttavia prosegue perché Israele ha fatto conto delle sue forze non
si è fidato di Dio. Gli esploratori hanno fatto meno del Signore che li ha
liberati dalla schiavitù e si è impegnato a condurli nella terra promessa.
Questi esploratori hanno parlato delle bellezze di quelle terre, ma anche
delle difficoltà e invece di fidarsi di Dio si sono fidati delle loro
preoccupazioni e hanno condotto il popolo in un più lungo percorso. La
liturgia questa domenica ci parla del resoconto degli esploratori e si limita
a parlare della ricchezza di quelle terre. Questo brano ci richiama il
Paradiso, la nostra Terra Promessa. Cosa è la realtà del Paradiso? Papa
Francesco afferma sul Paradiso: "Più che un luogo, si tratta di uno stato
dell'anima, in cui le nostre attese più profonde saranno compiute e il nostro
essere creature e figli di Dio giungerà alla piena maturazione. Ignoriamo il
tempo in cui avranno fine la Terra e l'umanità e non sappiamo il modo in cui
sarà trasformato l'universo. Sappiamo però dalla Rivelazione che Dio prepara
una nuova abitazione in una Terra Nuova, in cui abita la giustizia e in cui
la felicità sazierà sovrabbondantemente tutti i desideri di pace che salgano
da cuore degli uomini". Questa realtà già si costruisce sulla terra e
Paolo lo dice chiaramente in questa lettera alla comunità di Corinto. Paolo è
impegnato nel suo apostolato per la colletta alla Chiesa di Gerusalemme che
sta subendo delle prove non si hanno molte informazioni. Quello che è
chiaro è che questa raccolta si carica anche di un valore simbolico perché è
quanto i credenti provenienti dal mondo pagano, di cultura greca e romana,
sono chiamati ad offrire a credenti di origine giudaica. Per Paolo dunque
essa è anche segno di un reciproco riconoscimento di cristiani molto diversi
tra loro anche per spiritualità. Per Paolo la colletta è un'opera della
carità in Cristo e perciò non può essere che accolta come un'occasione di
corrispondenza all'amore di Dio, che chiede di amare i fratelli.
Corrispondere alla colletta con tristezza e come a cosa che bisogna fare per
forza è escludersi dai suoi frutti spirituali, sia dati da Dio nei cuori per
la loro generosità perché Dio "ama chi dona con gioia", e qui è già grande
grazia operare la colletta, sia per le preghiere dei beneficati che "pregando
per voi manifesteranno il loro affetto a causa della straordinaria grazia di
Dio effusa sopra di voi".
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