
VIII Domenica dopo Pentecoste
31 luglio 2022 Mt 22,
15-22
Riferimenti : 1Sam 8, 1-22a - Sal 88 - 1Tm 2, 1-8 |
Sei tu, Signore, la guida del tuo popolo. Beato
il popolo che ti sa acclamare: mcamminerà, Signore, alla luce
del tuo volto; esulta tutto il giorno nel tuo nome, si esalta
nella tua giustizia. |
1Sam 8, 1-22a In quei giorni.
Quando Samuele fu vecchio, stabilì giudici
d’Israele i suoi figli. Il primogenito si
chiamava Gioele, il secondogenito Abia; erano
giudici a Bersabea. I figli di lui però non
camminavano sulle sue orme, perché deviavano
dietro il guadagno, accettavano regali e
stravolgevano il diritto. Si radunarono allora
tutti gli anziani d’Israele e vennero da Samuele
a Rama. Gli dissero: «Tu ormai sei vecchio e i
tuoi figli non camminano sulle tue orme.
Stabilisci quindi per noi un re che sia nostro
giudice, come avviene per tutti i popoli». Agli
occhi di Samuele la proposta dispiacque, perché
avevano detto: «Dacci un re che sia nostro
giudice». Perciò Samuele pregò il Signore. Il
Signore disse a Samuele: «Ascolta la voce del
popolo, qualunque cosa ti dicano, perché non
hanno rigettato te, ma hanno rigettato me,
perché io non regni più su di loro. Come hanno
fatto dal giorno in cui li ho fatti salire
dall’Egitto fino ad oggi, abbandonando me per
seguire altri dèi, così stanno facendo anche a
te. Ascolta pure la loro richiesta, però
ammoniscili chiaramente e annuncia loro il
diritto del re che regnerà su di loro». Samuele
riferì tutte le parole del Signore al popolo che
gli aveva chiesto un re. Disse: «Questo sarà il
diritto del re che regnerà su di voi: prenderà i
vostri figli per destinarli ai suoi carri e ai
suoi cavalli, li farà correre davanti al suo
cocchio, li farà capi di migliaia e capi di
cinquantine, li costringerà ad arare i suoi
campi, mietere le sue messi e apprestargli armi
per le sue battaglie e attrezzature per i suoi
carri. Prenderà anche le vostre figlie per farle
sue profumiere e cuoche e fornaie. Prenderà pure
i vostri campi, le vostre vigne, i vostri
oliveti più belli e li darà ai suoi ministri.
Sulle vostre sementi e sulle vostre vigne
prenderà le decime e le darà ai suoi cortigiani
e ai suoi ministri. Vi prenderà i servi e le
serve, i vostri armenti migliori e i vostri
asini e li adopererà nei suoi lavori. Metterà la
decima sulle vostre greggi e voi stessi
diventerete suoi servi. Allora griderete a causa
del re che avrete voluto eleggere, ma il Signore
non vi ascolterà». Il popolo rifiutò di
ascoltare la voce di Samuele e disse: «No! Ci
sia un re su di noi. Saremo anche noi come tutti
i popoli; il nostro re ci fa da giudice, uscirà
alla nostra testa e combatterà le nostre
battaglie». Samuele ascoltò tutti i discorsi del
popolo e li riferì all’orecchio del Signore. Il
Signore disse a Samuele: «Ascoltali: lascia
regnare un re su di loro».
1Samuele 8, 1-22a Samuele ha coraggiosamente
e lucidamente retto il suo ruolo di giudice,
difendendo le diverse tribù dalla rapine e
invadenze dei popoli vicini. Si trova però ad
una svolta importante nella storia politica e
religiosa d'Israele. Il santuario dell'arca di
Silo è stato distrutto e l'unità è minacciata di
fronte al crescere del pericolo filisteo. Le
tribù del nord non si interessano delle
difficoltà del sud e le tribù ad oriente del
Giordano, separate, riescono solo a raccogliere
i fuggiaschi delle tribù occidentali. Il
pericolo dei Filistei e il comportamento molto
anarchico delle tribù che non si occupano a
sufficienza delle difficoltà che vivono le altre
tribù sorelle fanno ripensare a una nuova
struttura di governo. Una parte chiede un re
(c'era già stato un tentativo con Gedeone (Gdc
8,22s) e la conseguenza tragica di Abimèlec (Gdc
9,1s), «come le altre nazioni». Ma un'altra
corrente si oppone, perché vuole lasciare a
YHWH, unico Signore d'Israele, la cura di
suscitare i capi che le circostanze esigono,
come ai tempi dei Giudici. Questo brano segna il
maturare della scelta. Samuele si oppone al
movimento del popolo che vuole un re «come le
altre nazioni» (cf.v 5). Egli pensa "Il popolo
d'Israele non può misurarsi con la mentalità
degli altri popoli, profana la propria vocazione
e missione, seguendo il loro esempio e
rifiutando il suo vero re, YHWH". Eppure il
Signore acconsente a malincuore (vv 8-9) e
obbliga Samuele ad avvertire Israele per tutti
gli inconvenienti che la monarchia comporterà
(vv 10-18). Si parla del diritto del re e lo si
esemplifica, presentandolo come una deformazione
del potere. E invece scoperte recenti indicano
che esso rappresenta la pratica dei regni
cananei anteriori a Israele. Il popolo è
pressato dai dubbi di una palese debolezza
poiché capisce che è necessario un comando
unitario e autorevole. Lo stesso fallimento dei
due figli di Samuele, posti come giudici, in
sostituzione del padre ormai vecchio, fa
individuare i pericoli della corruzione del
danaro senza la contropartita di una unità di
resistenza. |
1Tm 2, 1-8 Carissimo,
raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche,
preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per
tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una
vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è
cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il
quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla
conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo
anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che
ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza
egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato
fatto messaggero e apostolo – dico la verità, non mentisco –,
maestro dei pagani nella fede e nella verità. Voglio dunque che
in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure,
senza collera e senza polemiche. 1 Timoteo 2,
1-8 Ormai Paolo si rende conto di dover reggere le diverse
comunità che fanno capo a lui, attraverso i discepoli, qui
Timoteo. Paolo sta sviluppando scelte pastorali poiché è il
comportamento di vita quotidiana che rende giustizia della fede
e delle scelte che ai credenti Gesù suggerisce. Perciò lo
sviluppo della Chiesa è affidato, molto più di prima, alla
testimonianza operosa della fede che non alla stessa
predicazione: la testimonianza motiva ed evidenzia
efficacemente, nel mondo, i criteri di Gesù. In questa lettera
Paolo si dimostra molto affettuoso con Timoteo per aiutarlo nel
suo ruolo di capo della comunità cristiana. Nel brano letto
oggi. Paolo ricorda a Timoteo che deve educare alla preghiera i
suoi: il rapporto primo con Dio si sviluppa nella preghiera.
E in ciò che chiediamo, noi manifestiamo ciò che siamo e ciò che
accogliamo nel cuore: la fede, l'amore, la maturazione e la
consapevolezza della propria adesione alle scelte di Gesù. Qui,
tra l'altro, si intravede una preghiera corale, liturgica. Essa
deve essere universale: "Si facciano domande, suppliche,
preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per
tutti quelli che stanno al potere" (4 forme di preghiera e 3
riferimenti: il 7 sintetizza la creazione del cielo e della
terra, l'universo dell'uomo e del mondo)." E il brano continua
con affermazioni grandiose che sottolineano e chiariscono le
scelte che la comunità cristiana deve saper maturare in sé:
"Dio, nostro salvatore vuole che tutti gli uomini siano salvati
e giungano alla conoscenza della verità" (e "tutti" è ripetuto 4
volte, per richiamare l'orizzonte dell'umanità). Così la
preghiera cristiana è "per tutti gli uomini" (2,4) e i cristiani
sono chiamati alla collaborazione perché tutti possano salvarsi.
La preghiera si allarga alle persone che hanno autorità poiché
spetta a loro l'impegno di mediazione, di equilibrio e di
armonia nella comunità che presiedono. Comunque si comportino,
per il compito che hanno, non vanno considerati nemici, ma hanno
particolarmente bisogno della forza di Dio per reggere nella
pace. E il loro compito viene specificato con molta lucidità:
"perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa
e dedicata a Dio " (anche qui viene specificato, declinandolo,
il numero 4). Si prega quindi per l'imperatore che non è un Dio,
ma un uomo che ha bisogno della forza di Dio. E si prega per chi
ha potere perché loro compito è provvedere al bene comune, senza
lasciarsi ingolosire da interessi di parte. Il compito
fondamentale della politica, infatti, è vivere nella pace, e la
pace ebraica è lo Shalom (armonia), avendo ciò che basta per
vivere: rendere la vita "serena e tranquilla per tutti".

Il "denarius"d'argento,con nell'effige il nome ti
Tiberio Cesare Augusto |
Mt 22, 15-22 In quel tempo. I farisei se ne andarono e tennero
consiglio per vedere come cogliere in fallo il Signore Gesù nei suoi
discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a
dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo
verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a
nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a
Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché
volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli
presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione,
di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque
a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». A queste parole
rimasero meravigliati, lo lasciarono e se ne andarono.
Il conflitto con le autorità pagane viene sentito nella
doppia frustrazione di essere soggetti ad un popolo straniero ed esserlo
mentre bisogna riconoscere la potenza e la grandezza di Roma. Osservare il
trionfo di Roma risulta sempre come una sconfitta della dignità ebraica e una
lacerazione della gloria di Dio. Perciò la domanda che viene posta a Gesù
risulta di una attualità e di un interesse sconcertanti. Farisei ed erodiani
sono due correnti contrapposte eppure qui costruiscono, insieme, un micidiale
inganno: si odiano tra loro per la loro posizioni ideologiche rispetto alla
sottomissione ai romani, ma sono sicure di trarne vantaggio, qualunque sia la
risposta. Così possono comunque denunciare Gesù, poiché la domanda, per sua
forza, porta a far emergere pesanti contraddizioni. Siamo nell'ultima
settimana di vita di Gesù: egli si trova nel tempio di Gerusalemme. Ogni
persona, dai 12 anni (se donna) o 14 (se uomo), fino ai 65 anni, deve pagare
all'erario romano un danaro d'argento all'anno (testatico), equivalente ad
una giornata di lavoro. Per esigere questa tassa Roma indice i censimenti. E
per il popolo d'Israele il censimento è già per se stesso un grave atto
contro Dio poiché significa sottrarre il popolo alla proprietà di Dio per
considerarlo propria proprietà. Lo aveva già sperimentato Davide mille anni
prima. "Ma dopo che ebbe contato il popolo, il cuore di Davide gli fece
sentire il rimorso ed egli disse al Signore: «Ho peccato molto per quanto ho
fatto; ti prego, Signore, togli la colpa del tuo servo, poiché io ho commesso
una grande stoltezza» (2Sam 24,10). Il censimento è considerato, perciò,
strumento di dominio, potenza e sfruttamento, orientato al pagamento di una
tassa, segno concreto della dipendenza. Gli interlocutori di Gesù si
presentano ossequiosi, riconoscono la correttezza e la libertà del maestro.
Credo Credo in un solo Dio, Padre
onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e
invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio,
nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da
Dio vero; generato, non creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di
lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza
discese dal cielo; e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno
della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto
Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le
Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà,
nella gloria, per giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine.
Credo nello Spirito santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e
dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato
per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica.
Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la
risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.
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