 V Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
2
OTTOBRE 2022
Luca
6,27-38
Riferiemnti : Is 56, 1-7Sal 118 - Rm 15, 2-7 |
Signore, conservo nel cuore le tue
parole. Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Osservando la tua parola. Con tutto il mio cuore ti cerco:
non lasciarmi deviare dai tuoi comandi.
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Is 56, 1-7 Lettura del profeta Isaia
Così dice il Signore: «Osservate il diritto
e praticate la giustizia, perché la mia salvezza
sta per venire, la mia giustizia sta per
rivelarsi». Beato l’uomo che così agisce e il
figlio dell’uomo che a questo si attiene, che
osserva il sabato senza profanarlo, che preserva
la sua mano da ogni male. Non dica lo straniero
che ha aderito al Signore: «Certo, mi escluderà
il Signore dal suo popolo!». Non dica l’eunuco:
«Ecco, io sono un albero secco!». Poiché così
dice il Signore: «Agli eunuchi che osservano i
miei sabati, preferiscono quello che a me piace
e restano fermi nella mia alleanza, io concederò
nella mia casa e dentro le mie mura un monumento
e un nome più prezioso che figli e figlie; darò
loro un nome eterno che non sarà mai cancellato.
Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per
servirlo e per amare il nome del Signore, e per
essere suoi servi, quanti si guardano dal
profanare il sabato e restano fermi nella mia
alleanza, li condurrò sul mio monte santo e li
colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I
loro olocausti e i loro sacrifici saranno
graditi sul mio altare, perché la mia casa si
chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli».
Isaia 56,1-7 Il testo di oggi inizia il
messaggio di un profeta anonimo che passa sotto
il nome di Terzo Isaia e fa riferimento al
ritorno degli ebrei dall'esilio nella terra di
Giuda (sec VI). Il clima è diverso. Esisteva,
prima dell'esilio, un esclusivismo esigente e
duro, destinato a mantenere pura la propria fede
e a non mescolarsi con altre divinità.
L'esperienza del popolo o i matrimoni dei
sovrani con donne straniere dimostrano a
sufficienza che i matrimoni con straniere
facevano deviare dalla fede. Perciò il libro del
Deuteronomio, attribuito a Mosè, ma in realtà
scritto nel sec.VII-VI a.C. obbliga: "Con gli
stranieri non stringerai alcuna alleanza e nei
loro confronti non avrai pietà. Non costituirai
legami di parentela con loro, non darai le tue
figlie ai loro figli e non prenderai le loro
figlie per i tuoi figli, perché allontanerebbero
la tua discendenza dal seguire me, per farli
servire a dèi stranieri" (7,2-4). La
liberazione da Babilonia ha aperto molte
speranze, ma l'esperienza faticosa della
convivenza, con un popolo pagano e vincitore, ha
obbligato a grandi riflessioni e maturazioni. E
comunque è stata una convivenza con un popolo
straniero di alta cultura. La convivenza
dell'esilio ha fatto loro ripensare ad
atteggiamenti diversi. Ha fatto superare paure e
pregiudizi. Anche a Babilonia, hanno incontrato
uomini e donne di fiducia, giusti, portatori e
portatrici di valori condivisi. Ma non tutti
vivono il ritorno così. Altri, invece, anche tra
le guide politiche e religiose, hanno ripreso
diffidenze e sospetti poiché erano rimasti
pregiudizi pericolosi, e ritenevano che la vera
fede consistesse nel rifiutare ogni straniero.
Il profeta, che pronuncia questi testi, è un
uomo sereno, libero da pregiudizi, che coglie in
modo più profondo il significato della vita
umana: tutto il mondo è stato creato da Dio e
tutti sono richiamo alla bontà del creatore.
Bisogna abbandonare gli esclusivismi e ritrovare
una unità di popolo, attorno al Dio creatore e
salvatore. Il profeta annuncia che adesso,
per volontà del Signore, potranno aderire al
popolo santo anche coloro che prima erano
esclusi come lo straniero e l'eunuco (preso a
simbolo di portatori di difetti fisici), purché
vivano le esigenze dell'alleanza.
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Rm 15, 2-7 Lettera di san Paolo apostolo ai
Romani Fratelli, ciascuno di noi cerchi di piacere al
prossimo nel bene, per edificarlo. Anche Cristo infatti non
cercò di piacere a se stesso, ma, come sta scritto: «Gli insulti
di chi ti insulta ricadano su di me». Tutto ciò che è stato
scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione,
perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che
provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza. E il Dio
della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli
uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di
Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate
gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. Accoglietevi
perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la
gloria di Dio. Romani 15,2-7 Questo capitolo inizia con il
riferimento ai forti ed ai deboli: "Noi, che siamo i forti,
abbiamo il dovere di portare le infermità dei deboli, senza
compiacere noi stessi" Paolo è preoccupato delle tensioni
esistenti tra quelli che lui chiama i forti e quelli che chiama
deboli. I forti erano coloro che ritengono sorpassate le
osservanze dell'antica legge poiché ciò che conta è credere in
Cristo, nella sua parola e nel suo progetto di vita. I deboli
sono coloro che, legati ancora alle tradizioni religiose
ebraiche degli antichi, conducono una vita austera, si privano
anche di piaceri leciti, continuano nella prescrizione dei cibi
impuri, praticano la circoncisione. I deboli giudicano i forti
come persone superficiali. I forti, a loro volta, disprezzano i
deboli e li trattano da retrogradi, ignoranti, nostalgici.
Paolo, che si colloca tra i forti (lo dice all'inizio di questo
capitolo), raccomanda carità e rispetto reciproco nella comunità
cristiana. Si deve particolarmente fare del bene al fratello,
anche disposti a limitare la propria piena libertà se questo è
richiesto dall'amore dell'altro. Difatti Paolo riporta
l'insegnamento di Gesù non solo espresso nelle parole ma anche
esemplificato nel suo comportamento. Per la salvezza degli
uomini che il Padre vuole, egli va incontro a disagi e ingiurie
e vi si sottopone per amore dei fratelli che vuole aiutare.
Nella comunità cristiana sono fondamentali la perseveranza e la
consolazione reciproca e queste sono date da Dio. In un clima
di preghiera perseveranza e consolazione rendono gloria a Dio e
manifestano l'accoglienza negli altri, a somiglianza di quella
che ha avuto Gesù per tutti noi. Paolo sente che bisogna fare
un continuo riferimento alla Parola di Dio e, probabilmente, i
cristiani, che vengono dal paganesimo, non la conoscono. Così
fanno fatica a capirla e a leggerla come una Parola che porti
"perseveranza e consolazione per la speranza". La Scrittura
porta invece alla conoscenza dì Dio e quindi alla comunione tra
i fratelli e le sorelle.
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Lc 6, 27-38 ✠ Lettura del
Vangelo secondo Luca In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «A voi che
ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi
odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano
male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa
il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a
chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini
facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano,
quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E
se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è
dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui
sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono
prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri
nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa
sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli
ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è
misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non
sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una
misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché
con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio». Luca
6,27-38 Nel suo Vangelo Luca riprende le linee che Matteo ha formulato nel
"discorso delle beatitudini" (cap5-7). C'è molta folla, racconta Luca, che
cerca Gesù, e "il discorso della Pianura" è rivolto ai discepoli. I messaggi
di Gesù sono splendidi ma esigono una premessa: "Queste parole sono per chi
ha scelto il Maestro e quindi, nonostante i malumori e i limiti personali, se
ci si è fatti discepoli di Gesù non ci si mette a discutere sul valore di una
Parola di conversione, ma, al limite, si dichiara la propria difficoltà a
capire e la richiesta di chiarimento e di forza. La dimensione
fondamentale di Dio, in Luca, è la sua misericordia e tutto il testo che
leggiamo oggi va riletto sotto questo profilo. Il testo di oggi comincia
con quattro imperativi: "Amate, fate del bene, benedite, pregate". Ci
ritroviamo con scelte e stili di vita che rifiutano totalmente la violenza.
La violenza non costruisce nulla, ma cancella prospettive di crescita poiché
la violenza schiaccia, contrappone, scatena gli odi mentre fa sentire la
debolezza come una maledizione e fa sognare la potenza di sopraffarlo
l'altro, di poterlo uccidere. La violenza risveglia volontà di violenza, a
sua volta, e di rivalsa. Gesù non chiede che si diventi amici, nel senso
della condivisione nella simpatia. La simpatia non dipende da noi e non può
essere comandata. Gesù chiede di amare, cioè di preoccuparsi dei bisogni
dell'altro. Non siamo solo nell'atteggiamento di non rispondere al male
con il male, alla violenza con la violenza ma si tratta di accogliere e
quindi è necessario avere il coraggio di fare il primo passo per aiutare
l'altro ad uscire dalla incapacità a sperare un cambiamento, supposto lo
voglia aspettare. Ma questo atteggiamento ha bisogno di preghiera
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |