
III Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
18 settembre 2022
Gv 5, 25-36
Riferimento : Is 43,
24c – 44, 3 - Sal 32 - Eb 11, 39 – 12, 4 |
Cantate al Signore, acclamate il suo santo nome.
Cantate al Signore un canto nuovo, con arte suonate la cetra e
acclamate, perché retta è la parola del Signore e fedele ogni
sua opera. |
Is 43, 24c – 44, 3 Così
dice il Signore Dio: «Tu mi hai dato molestia
con i peccati, mi hai stancato con le tue
iniquità. Io, io cancello i tuoi misfatti per
amore di me stesso, e non ricordo più i tuoi
peccati. Fammi ricordare, discutiamo insieme;
parla tu per giustificarti. Il tuo primo padre
peccò, i tuoi intermediari mi furono ribelli.
Perciò profanai i capi del santuario e ho votato
Giacobbe all’anàtema, Israele alle ingiurie».
Ora ascolta, Giacobbe mio servo, Israele che ho
eletto. Così dice il Signore che ti ha fatto,
che ti ha formato dal seno materno e ti
soccorre: «Non temere, Giacobbe mio servo,
Iesurùn che ho eletto, poiché io verserò acqua
sul suolo assetato, torrenti sul terreno arido.
Verserò il mio spirito sulla tua discendenza, la
mia benedizione sui tuoi posteri».
Isaia 43, 24c - 44, 3 Il popolo d'Israele
(siamo nel sec VI a. C.) è angosciato della
deportazione in Babilonia che ha distrutto ogni
speranza ed ha messo in crisi ogni possibilità
di riscatto. "Il Signore ci ha abbandonato. Il
Signore si è dimenticato di noi. Il Signore non
mantiene più la sua speranza e non ascolta più
il pianto dei poveri e degli schiavi. Eppure
aveva promesso un regno eterno a Davide (2 Sam
7), aveva annunciato l'inespugnabilità di
Gerusalemme (Is 7,6; 37,6)". Così pensano i
credenti d'Israele, verificando la loro
situazione dolorosa. Dio si affaccia nel
conflitto, garantendo attraverso il salmista:
"Forse il Signore ci respingerà per sempre, non
sarà mai più benevolo con noi? È forse cessato
per sempre il suo amore, è finita la sua
promessa per sempre? Può Dio aver dimenticato la
pietà, aver chiuso nell'ira la sua
misericordia?" (77,8-10). Sorge un profeta
tra i deportati a Babilonia e le sue parole sono
inserite nel libro di Isaia. "Non ho rotto i
miei legami con voi, non ho mutato i miei
sentimenti". E' Israele che si è allontanata. E
i padri, qui, nella memoria, sono ricordati in
una lunga processione di infedeltà Tuttavia il
Signore vuole rassicurare. "Ora ascolta." E le
immagini si sviluppano come per una
rigenerazione nuova in cui il Signore
garantisce. Fin dal tuo nascere (dal seno
materno) il Signore continua ad essere presente.
Nel cammino ti sostiene e ti aiuta a crescere.
Ti rende agevole la fatica con l'acqua e lo
Spirito. In ebraico e nella traduzione italiana
viene usato lo stesso verbo per l'acqua e lo
Spirito: "Verserò". Ma acqua e Spirito sono
anche gli elementi della creazione: la fertilità
e la vita. E saranno i doni della nuova
creazione che la Chiesa eredita nel battesimo e
che permetteranno a ciascuno di mantenere
l'alleanza con la Chiesa autentica di Gesù, il
suo nuovo popolo che continua e sviluppa le
promesse del Signore nella storia. C'è una
sottile critica al culto e alla sua
indispensabilità.
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Eb 11, 39 – 12, 4 Fratelli, i
nostri padri, pur essendo stati approvati a causa della loro
fede, non ottennero ciò che era stato loro promesso: Dio infatti
per noi aveva predisposto qualcosa di meglio, affinché essi non
ottenessero la perfezione senza di noi. Anche noi dunque,
circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto
tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo
con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso
lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a
compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta
dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e
siede alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a colui
che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei
peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. Non
avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il
peccato. Ebrei. 11, 39 - 12,4 La" lettera
agli ebrei" sorge in un contesto di grande disagio e di
incomprensione dei fatti della storia per i cristiani e quindi
ciò che avviene non corrisponde alle promesse di Dio, o almeno
così sembra. E' crollata la struttura del popolo d'Israele
negli anni 70 d.C. con la vittoria dei Romani, dispersi i
sopravvissuti dopo la distruzione di Gerusalemme. Alcuni di
questi si sono fatti cristiani, ma continuano a trovare
difficoltà perché sono considerarti, dai propri fratelli
d'Israele, traditori. Così sono perseguitati. Poco prima (al
cap. 10, 32-35), in questa stessa lettera, si parla della fatica
che debbono sopportare i cristiani nella loro comunità civile.
"Richiamate alla memoria quei primi giorni: dopo aver ricevuto
la luce di Cristo, avete dovuto sopportare una lotta grande e
penosa, ora esposti pubblicamente a insulti e persecuzioni, ora
facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo
modo. Infatti avete preso parte alle sofferenze dei carcerati e
avete accettato con gioia di essere derubati delle vostre
sostanze, sapendo di possedere beni migliori e duraturi. Non
abbandonate dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata
una grande ricompensa". Passando il tempo, sembra anzi che la
situazione stia peggiorando, si dice nella lettera. E
tuttavia, ricorda l'autore biblico, abbiamo alle spalle
l'esperienza dei grandi testimoni della fede, e ne fa un elenco,
(ca.11,1-38), tutti i testimoni ("la moltitudine 12,1)
dell'Antica Alleanza". Di questi i cristiani conservano il
ricordo grato della loro fedeltà al Signore.
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Gv 5, 25-36 In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «In verità,
in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la
voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come
infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di
avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è
Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti
coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero
il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una
risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo
quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia
volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Se fossi io a testimoniare
di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà
testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi
avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla
verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché
siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un
momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza
superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere,
quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha
mandato». Gv 05,25-36 Nel Vangelo di
Giovanni, con il cap. 5, si inizia una nuova sezione (capp 5-12) in cui si
sviluppa insieme ricerca e polemica su chi è Gesù. Praticamente si sviluppa
un processo in cui Gesù, sempre nel linguaggio di Giovanni, manifesta il suo
essere e irrigidisce gli interlocutori. Gesù è a Gerusalemme per la
"festa". Non si dice quale. E le feste fondamentali d'Israele sono tre: la
Pasqua (ma sarebbe stata nominata), la festa di Pentecoste (o della
mietitura) e la festa delle Capanne che Giovanni avrebbe citato più avanti
(7,2). Siamo perciò, probabilmente, a Pentecoste, quando gli ebrei celebrano
il dono della legge a Mosè e al popolo. Il cap 5 inizia con la guarigione di
uno sconosciuto, paralitico, che Gesù ha voluto incontrare e guarire "alla
piscina, chiamata in ebraico Betzada, presso le porte delle pecore" (5,2).
Aveva una paralisi che lo teneva nel letto, incapace di camminare da 38 anni
(nel Deuteronomio 38 anni sono praticamente la conclusione della vita (2,14)
e quindi a un uomo in procinto di morire senza speranza 5,5). Questo tale
viene visto in giro, in giorno di sabato, con un lettino/ branda/ giaciglio
sulle spalle. E suscita scandalo, ribellione e addirittura raccapriccio
portare un peso: è la violazione pubblica del riposo. I Giudei fanno una
piccola inchiesta e chiedono chi sia veramente il responsabile di questa
guarigione e quindi di questa grave disobbedienza sul sabato. Scoprono che
è Gesù l'autore sia del miracolo che del comando di prendere il proprio
giaciglio e di tornare a casa. Così "i giudei cominciarono a perseguitare
Gesù perché faceva tali cose di sabato" (5,16). I testi che leggiamo oggi
riportano solo un brano di tutta la discussione che Giovanni registra: è una
polemica durissima contro i dirigenti che perseguitano Gesù ed il suo
operato.
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |