Domenica in Albis depositis
16 aprile 2023
Gv 20, 19-31
Riferimenti : At 4, 8-24a - Sal 117 - Col 2, 8-15
La pietra scartata dai costruttori ora è pietra angolare. Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. Dica Israele: «Il suo amore è per sempre»Dica la casa di Aronne: «Il suo amore è per sempre»

At 4, 8-24a
In quei giorni. Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati». Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù. Vedendo poi in piedi, vicino a loro, l’uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa replicare. Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro dicendo: «Che cosa dobbiamo fare a questi uomini? Un segno evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo. Ma perché non si divulghi maggiormente tra il popolo, proibiamo loro con minacce di parlare ancora ad alcuno in quel nome». Li richiamarono e ordinarono loro di non parlare in alcun modo né di insegnare nel nome di Gesù. Ma Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando in che modo poterli punire, li lasciarono andare a causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio per l’accaduto. L’uomo infatti nel quale era avvenuto questo miracolo della guarigione aveva più di quarant’anni. Rimessi in libertà, Pietro e Giovanni andarono dai loro fratelli e riferirono quanto avevano detto loro i capi dei sacerdoti e gli anziani. Quando udirono questo, tutti insieme innalzarono la loro voce a Dio.
Atti 4, 8-24
Siamo nei primi tempi della comunità cristiana a Gerusalemme. La vita si svolge normalmente e con una certa tranquillità. Tuttavia la comunità cristiana, sconvolta dalla morte e stupita e ricca di entusiasmo per la risurrezione di Gesù, mentre si organizza, ripensa ai messaggi ricevuti. Ovviamente Gesù è il centro della vita, ma la comunità cristiana è costituita da ebrei che mantengono le loro abitudini. Perciò, in un giorno feriale, Pietro e Giovanni salgono al tempio per pregare alle tre del pomeriggio (3,1). Mentre attraversano la porta, detta "bella", del tempio, uno storpio, povero, chiede, come al solito, l'elemosina e tutti lo conoscono perché è una presenza stabile. Pietro gli dice: "Non possiedo né oro né argento ma quello che ho te lo do. Nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, alzati e cammina" (3,6). Lo storpio risanato non si comporta certo in modo discreto ma nel tempio, suscitando stupore tra la gente che via via si è raccolta, canta, urla, danza. Pietro e Giovanni sentono il bisogno di chiarire ciò che è avvenuto: "Noi non abbiamo questi poteri. Abbiamo agito nel nome di Gesù il Nazareno che voi avete rinnegato di fronte a Ponzio Pilato e che il Dio dei padri ha esaltato.
Voi avete ucciso l'autore della vita, ma Dio lo ha risuscitato dai morti e noi ne siamo testimoni. Per la fede riposta in lui, Gesù ha dato vigore a questo corpo" (3,13-16). Tutto questo suscita rivolgimenti e ripensamenti in molti, e la Comunità cristiana si ingrandisce fino a 5000 persone (4,4) Nel contempo queste uscite clamorose producono preoccupazione nelle autorità del tempio che arrestano e mettono in prigione Pietro e Giovanni fino al giorno dopo. Quindi si riunisce in Gerusalemme il gran Sinedrio, supremo tribunale d'Israele. Vengono interrogati i due discepoli sulle motivazioni e la spiegazione di ciò che è avvenuto il giorno precedente. La testimonianza, data pubblicamente il giorno prima alla gente, viene ripetuta qui: "Noi abbiamo fatto questo nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, che voi avete crocifisso e Dio ha risuscitato dai morti". E secondo il metodo dei rabbini si richiamano alla Scrittura per dare significato di chi è Gesù: "Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d'angolo" (4,11). La libera citazione è tratta dal salmo 118,22 che già Gesù ha utilizzato in una discussione con gli scribi (Luca 20,12). I dotti ebrei, studiosi della legge che interrogano, non condannano mentre colgono, stupiti, la franchezza e il fatto che fossero analfabeti e senza cultura. La franchezza (in greco parresia) indica la libertà e il coraggio con cui gli apostoli annunciano il loro messaggio, nonostante le minacce. Viene continuamente richiamato il termine salvezza che poi è il significato del nome Gesù:. «Dio salva» (Mt 1,21).

Col 2, 8-15
Fratelli, fate attenzione che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo. È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi partecipate della pienezza di lui, che è il capo di ogni Principato e di ogni Potenza. In lui voi siete stati anche circoncisi non mediante una circoncisione fatta da mano d’uomo con la spogliazione del corpo di carne, ma con la circoncisione di Cristo: con lui sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti. Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce. Avendo privato della loro forza i Principati e le Potenze, ne ha fatto pubblico spettacolo, trionfando su di loro in Cristo.

Colossesi 2,8-15
Paolo, già all'inizio del cap. 2, comunica ai Colossesi che il compito che si è assunto è quello di sostenere una lunga lotta per le Comunità cristiane di Colossi, di Laodicea e per tutti quelli che sono stati raggiunti dalla fede perché siano aiutati nella verità e quindi vengano consolati (2,1).
Egli vuole "arricchire le sue comunità di una piena intelligenza per conoscere il mistero di Dio, che è Cristo". L'apostolo vuole chiarire ai credenti che la fede ci viene trasmessa dai fatti e dalle parole di Gesù mentre ci si ritrova in contesti in cui circolano insegnamenti e norme imposte da falsi profeti (è filosofia di cui parla). Non si deve, perciò, diventare "preda", cioè «ridursi in schiavitù». Siamo stati liberati dal potere delle tenebre e affrancati da Cristo (1,13s). Se lo si rinnega, si ritorna agli errori antichi: ricadremmo in schiavitù (cf.Gal 4,8s;5,1).
Noi siamo stati chiamati a seguire Gesù. E Paolo unisce la parola «pienezza» (1,19) all'avverbio «corporalmente»: ci si richiama a Cristo risorto che ricapitola tutto il mondo divino (il suo essere preesistente e glorificato: la pienezza), e tutto il mondo creato, che ha assunto direttamente, facendosi uomo e quindi coinvolgendo anche il creato. Con la sua incarnazione e la sua risurrezione tutta la realtà, e quindi anche il corpo, entra nella pienezza di Dio.
Il cristiano partecipa alla pienezza di Cristo, in quanto membro del suo corpo, del suo «pleroma» (cf.1,19). Associato così a colui che è capo delle potenze celesti, è ormai superiore ad esse. I vv seguenti sviluppano queste due idee: partecipazione del cristiano al trionfo di Cristo (vv 11-13); sottomissione delle potenze celesti a questo trionfo (vv 14-15). Il mondo antico è particolarmente sensibile alle gerarchie degli spiriti superiori, superiori agli uomini e immediatamente solo inferiori a Dio.


 Gv 20, 19-31
In quel tempo. La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Gv 20, 19-31

E' la sera dello stesso giorno: i discepoli, e c'è da pensare le discepole (ormai teologhi e teologhe lo accreditano), sono rinchiusi nel luogo dove si trovavano con le porte sbarrate per paura dei Giudei. Sono impauriti, smarriti, non sanno più che pensare degli ultimi fatti accaduti: come credere a delle donne? o ad altri che affermano di aver fatto un tratto di strada addirittura con Gesù che non hanno subito riconosciuto? Che cosa si va dicendo? E la tomba vuota? E i Giudei che vanno raccontando falsità?
E loro sono lì che si guardano; e ciascuno ha un suo rimorso nei confronti di Gesù: in fondo tutti lo hanno piantato in asso! C'è chi lo ha tradito, chi lo ha rinnegato, chi si è nascosto: nessuno la ha difeso o gli è stato vicino per confortarlo. Addirittura in un momento cruciale si sono addormentati. Si salva forse qualche donna, ma, si sa, le donne sono emotive.
E guardandosi reciprocamente ciascuno scopre la sua viltà, il suo tradimento, la sua pochezza, la sua angusta e pusillanime amicizia.
Ed ecco: GESU' si fermò in piedi in mezzo a loro e, mostrandosi vivo nella concretezza di mani e fianco ferito, pronuncia parole di pace: via, via i turbamenti, le recriminazioni, il piangere su stessi. PACE. E subito il RESPIRO, cioè la sua vita: d'ora in poi respireranno lo Spirito, respireranno la sua vita.
Per questo è possibile il PERDONO. Che è perdono prima di tutto fra di loro: è un riaccogliersi senza diffidenze e senza sospetti, è un ritrovare le radici di un'amicizia nella propria comune fragilità, nell'accettare di non essere all'altezza degli ideali e di accogliere come dono e come gratitudine la stima riaccesa, la fiducia ricomposta e rinnovata.
Per questo il perdono è affidato alla comunità cristiana (il testo di Giovanni va molto oltre l'istituzione di un sacramento!), all'interno della quale va vissuta e praticata ogni riconciliazione come realtà trasfigurata dalla resurrezione, cioè dalla vita che vince la morte.
E Tommaso, che è l'uomo del coraggio, più che del dubbio, capisce e non ha più bisogno di verifiche concrete: ha capito che lasciarsi toccare da Gesù è lasciarsi respirare dentro il suo Spirito, cioè la sua VITA.

Credo
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.
Amen.