V Domenica di Avvento
Il Precursore
11 dicembre 2022
Gv 1, 6-8. 15-18 Riferimenti : Mi 5, 1; Ml 3,
1-5a. 6-7b - Sal 145 - Gal 3, 23-28 |
Vieni, Signore, a salvarci. Il Signore rimane
fedele per sempre, rende giustizia agli oppressi, dà il pane
agli affamati. Il Signore libera i prigionieri. R Il Signore
ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto,il
Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri.
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Mi 5, 1; Ml 3, 1-5a. 6-7b
Così dice il Signore Dio: «E tu, Betlemme di
Èfrata, così piccola per essere fra i villaggi
di Giuda, da te uscirà per me colui che deve
essere il dominatore in Israele; le sue origini
sono dall’antichità, dai giorni più remoti.
Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare
la via davanti a me e subito entrerà nel suo
tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo
dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire,
dice il Signore degli eserciti. Chi sopporterà
il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo
apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e
come la lisciva dei lavandai. Siederà per
fondere e purificare l’argento; purificherà i
figli di Levi, li affinerà come oro e argento,
perché possano offrire al Signore un’offerta
secondo giustizia. Allora l’offerta di Giuda e
di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei
giorni antichi, come negli anni lontani. Io mi
accosterò a voi per il giudizio e sarò un
testimone pronto. Io sono il Signore, non
cambio; voi, figli di Giacobbe, non siete ancora
al termine. Fin dai tempi dei vostri padri vi
siete allontanati dai miei precetti, non li
avete osservati. Tornate a me e io tornerò a
voi, dice il Signore degli eserciti».
Michea 5,1. Malachia 3,1-5a. 6-7b La lettura
che porta l'intestazione del profeta Michea, in
realtà, del profeta Michea ricorda solo un
famoso versetto su Betlemme, che resterà come
segnale fondamentale per l'indicazione della
nascita del Messia ai magi (Mt2,6). Dopo il
primo versetto leggiamo un testo del profeta
Malachia. Michea 5,1 Michea è il secondo
profeta scrittore del Regno di Giuda,
contemporaneo ad Isaia: siamo nella seconda metà
del sec. VIII a.C. Vive in un tempo di grande
difficoltà economica, ma soprattutto di
ingiustizia sociale. C'è molta corruzione e
idolatria, discordie e diseguaglianze sociali,
frutto di sfruttamento e di soprusi. Il popolo
si aspetterebbe giustizia, senso religioso e
sobrietà e, invece, si sente perseguitato dalla
prepotenza di una minoranza ricca e dalle classi
dirigenti che sfruttano i poveri. E se il re
Ezechia è un buon uomo, è troppo debole per
portare giustizia. Il profeta Michea annuncia
speranza: sta per nascere colui che dominerà
Israele, e proprio in un paese insignificante,
nel villaggio di Betlemme. Ma in quel paese è
nato il re Davide, attorno al 1000 a.C. Da
pastore che era, diventò re e fece grande il suo
popolo. |
Gal 3, 23-28 Fratelli,
prima che venisse la fede, noi eravamo custoditi e rinchiusi
sotto la Legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata.
Così la Legge è stata per noi un pedagogo, fino a Cristo, perché
fossimo giustificati per la fede. Sopraggiunta la fede, non
siamo più sotto un pedagogo. Tutti voi infatti siete figli di
Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati
battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è
Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e
femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù.
Galati 3, 23-28 In questo breve testo, Paolo offre una linea
di sviluppo della rivelazione che, in pienezza, giunge al popolo
cristiano, ma che comincia da lontano, nel popolo d'Israele. Le
persone a cui scrive non sono molto esperte nella riflessione
ebraica poiché molti vengono dal paganesimo, né conosco a
sufficienza ancora il messaggio di Gesù. Perciò accettano tutto
quello che viene loro proposto, Così alcuni inviati ebrei, che
praticamente inseguono Paolo nelle sue missioni, preoccupati del
guasto che procura a riguardo della religiosità ebraica, hanno
cercato di convincere le giovani comunità della Galazia che sia
innanzitutto necessario, se sono stati prima pagani, conoscere e
praticare la legge ebraica data da Mosé. Gesù stesso l'aveva
osservata. Così sorge un frenetica corsa ai riti ed alla legge
ebraica, portando incomprensione e scompiglio tra i credenti.
Paolo, in sintesi, chiarisce il significato della legge: essa ha
avuto una sua funzione particolare nel mondo sociale e credente.
E' stata come il pedagogo nella società greca e romana. Il
pedagogo è lo schiavo che si occupa dei figli di minore età del
padrone, li conduce a scuola per affidarli al maestro e ha il
compito di sorvegliare, preservare, mettere in guardia. E' una
funzione importante, ma temporanea, nell'attesa della maggiore
età. Il pedagogo prepara alla responsabilità e all'impegno
personale. Raggiunta la maggiore età, si sviluppano tutte le
vocazioni per il comportamento dell'adulto. Per i cristiani,
poi, non si tratta solo di un codice di comportamento, ma di un
vestito particolare: "Poiché quanti siete stati battezzati in
Cristo, vi siete rivestiti di Cristo" (27); e i vestiti,
nell'antichità, hanno un loro ruolo particolare. Manifestano una
dignità che è visibile poiché il vestito mi presenta e mi
qualifica (è considerato come una divisa). Qui il vestito è
quello di Cristo.
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Gv 1, 6-8. 15-18 In quel
tempo. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne
come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per
mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Giovanni proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è
avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo
ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la
grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai
visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo
ha rivelato. Giovanni 1,6-8. 15-18 Il Vangelo di
Giovanni, all'inizio ("prologo") della sua narrazione (sono 18 versetti del
cap.1), dà il profilo e la sintesi dell'annuncio poderoso e sconcertante del
Verbo che si fa carne in Gesù. In un brevissimo testo iniziale trova spazio
il richiamo del precursore, Giovanni Battista che, in questo avvento, abbiamo
ritrovato quasi ogni domenica. Giovanni è il testimone della luce che viene
ed è collegamento tra il mondo ebraico dell'attesa e il mondo nuovo della
pienezza, passaggio dalla custodia del segreto di Dio al suo popolo alla
pienezza dell'universale, apertura dal dialogo dei profeti con piccole etnie
alla Parola piena per ogni uomo vissuto nel passato, o vivente nel presente o
atteso dal futuro. Almeno tre volte, in due versetti, viene chiarita la
funzione di Giovanni il Battista, che è testimone, solo testimone. Quando,
alla fine del secolo I° d.C., Giovanni scrive il suo Vangelo, esiste ancora
qualcuno che ha conosciuto Giovanni Battista e, comunque, esistono delle
comunità che si rifanno al Battista e lo ricordano con nostalgia e rispetto.
Ma il richiamo rischia di deformarsi in un credito che pretendono di dare a
Giovanni che lui stesso ha rifiutato. Egli è sorto come profeta, inviato
da Dio, con il compito di presentare il Verbo della vita. "Il Verbo è luce
che splende nelle tenebre ma le tenebre non l'hanno accolta" (1,5). Così il
Battista viene a squarciare queste tenebre, affinché ogni persona diventi
credente, grazie alla sua missione. Non è la luce, ma solo una lucerna: "Egli
era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto
rallegrarvi alla sua luce" (Gv5,35). Il Battista rivendica il suo ruolo di
profeta ed anche il valore della sua testimonianza, delineando una lettura
della eternità in cui si colloca il Verbo di Dio e di cui indegnamente si
proclama annunciatore. A questo punto l'evangelista testimonia la fede della
sua Comunità: e quindi ci apre gli occhi nello scoprire quello che il Signore
Gesù ci ha dato e continua a donarci: "Grazia su grazia dalla sua
pienezza"(16), "grazia e verità mediante la rivelazione del Padre". Tutta
la liturgia, presentandoci il Battista che ha mostrato Gesù al mondo, fa
riferimento a noi credenti che leggiamo la testimonianza di Giovanni nel suo
tempo. Egli ha colto il valore dell'indicare, offrendo, a garanzia, la sua
gratuità e la sua disponibilità piena.
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |