Penultima Domenica dopo l'Epifania
12 febbraio 2023
Gv 8, 1-11
Riferimenti §: Bar 1, 15a; 2, 9-15a - Sal 105 - Rm 7, 1-6a
Rendete grazie al Signore, il suo amore e per sempre. Abbiamo peccato con i nostri padri,
delitti e malvagità abbiamo commesso. I nostri padri, in Egitto,non compresero le tue meraviglie.

 Bar 1, 15a; 2, 9-15a
Direte in quei giorni: «Il Signore ha vegliato su questi mali e li ha mandati sopra di noi, poiché egli è giusto in tutte le opere che ci ha comandato, mentre noi non abbiamo dato ascolto alla sua voce, camminando secondo i decreti che aveva posto davanti al nostro volto. Ora, Signore, Dio d’Israele, che hai fatto uscire il tuo popolo dall’Egitto con mano forte, con segni e prodigi, con grande potenza e braccio possente e ti sei fatto un nome, qual è oggi, noi abbiamo peccato, siamo stati empi, siamo stati ingiusti, Signore, nostro Dio, verso tutti i tuoi comandamenti. Allontana da noi la tua collera, perché siamo rimasti pochi in mezzo alle nazioni fra le quali tu ci hai dispersi. Ascolta, Signore, la nostra preghiera, la nostra supplica, liberaci per il tuo amore e facci trovare grazia davanti a coloro che ci hanno deportati, perché tutta la terra sappia che tu sei il Signore, nostro Dio».

Baruc. 2, 9-15a
Il regno di Giuda è crollato in mano ai babilonesi. Il profeta Baruc scrive questo testo a Babilonia, rivedendo le posizioni e le scelte che il popolo ha compiuto, affrontando una lunga complessa riflessione teologica che lo porta a sondare i valori di Dio, le scelte che egli fa', la raccomandazione delle leggi che ha proposto, i risultati di fronte a un comportamento irresponsabile di rifiuto e di abbandono di Dio. Il libro è attribuito a Baruc, noto come fedele segretario del profeta Geremia. Il libro contiene materiali diversi, sia per genere letterario che per epoca di composizione. Si può pensare ad un'antologia e il brano di oggi fa parte di una Liturgia penitenziale (1,15b-3,8). Questo popolo disperso e disperso, probabilmente già da quattro anni, sembra riunito nel 582 a.C.. Sta rendendosi conto del proprio destino e dei rivolgimenti che sono avvenuti nella propria storia. A questo punto si è risvegliata in ciascuno la consapevolezza della propria empietà e della propria ingiustizia. Ritornano in mente i prodigi che Dio ha fatto in passato per questo popolo, liberandolo dall'Egitto; ci si rende conto della pazzia della propria ribellione che si è compiuta con le proprie scelte e le proprie mani e che si sta pagando con la propria sofferenza. La preghiera, a questo punto, prende coscienza della propria fragilità e della propria pochezza: "Siamo rimasti pochi in mezzo alle nazioni fra le quali tu ci hai dispersi" (v 13). Sorprendentemente, le richieste sono due. Mentre si sta chiedendo al Signore, con la supplica, la propria liberazione, si chiede al Signore: "Facci trovare grazia davanti a coloro che ci hanno deportati, perché tutta la terra sappia che tu sei il Signore, nostro Dio"(v 14-15).Si chiedono, da una parte, le capacità e il coraggio di essere sottomessi al popolo che li ha conquistati, perché solo così questo popolo può reggere la fatica e l'umiliazione del castigo che si è procurato. Ma, d'altra parte, proprio in questa vita di responsabilità e di cambiamento, il popolo diventa capace, ancora una volta, di essere testimone della grandezza di Dio, del Dio che ha creato il mondo, che è il loro Signore, che li ha educati alla responsabilità e che essi hanno, per un certo tempo, abbandonato.

Romani. 7, 1-6a
O forse ignorate, fratelli – parlo a gente che conosce la legge – che la legge ha potere sull’uomo solo per il tempo in cui egli vive? La donna sposata, infatti, per legge è legata al marito finché egli vive; ma se il marito muore, è liberata dalla legge che la lega al marito. Ella sarà dunque considerata adultera se passa a un altro uomo mentre il marito vive; ma se il marito muore ella è libera dalla legge, tanto che non è più adultera se passa a un altro uomo. Alla stessa maniera, fratelli miei, anche voi, mediante il corpo di Cristo, siete stati messi a morte quanto alla Legge per appartenere a un altro, cioè a colui che fu risuscitato dai morti, affinché noi portiamo frutti per Dio. Quando infatti eravamo nella debolezza della carne, le passioni peccaminose, stimolate dalla Legge, si scatenavano nelle nostre membra al fine di portare frutti per la morte. Ora invece, morti a ciò che ci teneva prigionieri, siamo stati liberati dalla Legge per servire secondo lo Spirito, che è nuovo.

Romani. 7, 1-6a
Paolo, da buon ebreo, si sente impegnato a far sempre riferimento alla legge per poter poi ricordare che con il battesimo siamo stati liberati non solo dal peccato (cap 6), ma anche dalla legge stessa (cap 7). Per illustrare la liberazione dalla legge viene ripreso un esempio, molto evidente, della donna vedova, e quindi senza marito e della donna sposata con il marito vivente. La legge regola i rapporti solo tra i vivi. La morte li sospende come dimostra la legge matrimoniale (vv 2-3). Quando una donna sposa un altro uomo, è legata a lui dal dovere di fedeltà: ma se poi muore il marito, resta libera dalla legge del marito cioè dalla legge che riguarda ciò che dice la legge ebraica. Così il credente è sottratto alla legge mediante il corpo di Cristo. Cristo, nel battesimo, libera dal dominio della legge poiché fa morire il credente con sé e quindi lo fa morire alla legge.Ora che siamo stati liberati dalla legge siamo chiamati a servire in novità di Spirito" (v 6). Siamo così liberati dalla legge, dalla lettura dei codici, dalla preoccupazione dei vecchi statuti, per l'ossessione di doverci misurare sulla lettera. Siamo chiamati a servire secondo lo Spirito.Servire secondo lo Spirito significa aprire orizzonti: un'obbedienza interiore attiva a cui segue la creatività e la freschezza del dono di Dio ogni giorno. Egli apre ad una vita fruttuosa, ad una conversione attenta di comunione alle persone e ci fa consapevoli dell'amore del dono di Dio, fiduciosi e ricchi di libertà. Così, noi entriamo nel "regime nuovo dello Spirito" che non si regola più sulla norma scritta, imposta a ciascuno dall'esterno, capace solo di richiedere fatica e sforzi infruttuosi di adesione. Lo Spirito anima il credente dell'interno e lo muove verso una fecondità spontanea e gioiosa. Così servire nello Spirito è mettersi a disposizione, essere attenti al vivere di qualcuno, scoprire le esigenze e le possibilità e le potenzialità. E servire nello Spirito è ricerca di creatività, di bellezza, di novità e di valori nascosti.


Gv 8, 1-11
In quel tempo. Il Signore Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condann
Giovanni. 8, 1-11 L'adultera
Ci troviamo di fronte ad un testo che ha tutte le caratteristiche del Vangelo di Luca, che si gioca sulla misericordiosa credenza in Dio ma è un testo che ritroviamo in Giovanni, collocato in una particolare situazione nel suo Vangelo. Gesù è in polemica continua con i conoscitori della Scrittura e con i maestri d'Israele: "La mia dottrina non è mia ma di colui che mi ha mandato" (7,16). E la discussione si sviluppa nel capitolo 7 sulla legge di Mosé: "Chi è il vero e autentico rivelatore di Dio?". E' Mosé che detta la legge perché sia rispettata. Certamente verrà il Cristo, il nuovo Mosè, e Lui ci dirà. E invece: "Chi è quest'uomo? Sappiamo di dove viene mentre del Cristo, quando verrà, nessuno saprà di dove sia" (7,27). È un susseguirsi di provocazioni, di attenzioni, di risposte che Gesù propone sino a quella: "Se qualcuno ha sete venga a me e beva chi crede in me" (7,37-38). Irritati dalla forza della predicazione e convinti che Gesù non viene da Dio, scribi e farisei organizzano una specie di tribunale pubblico all'aperto, una sfida che ritengono insuperabile. Gesù è arrivato nel tempio di mattina, presto. Egli siede e insegna. Gli portano una donna sorpresa in adulterio. La pongono nel mezzo e sfidano Gesù perché dia la sua sentenza, ricordando la legge di Mosé: "Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?" (8,5).L'evangelista parla del mattino, il tempo nuovo, il tempo della luce. E come se si dovesse attendere il tempo nuovo della creazione, il rinnovamento di un mondo malato che sa solo porsi col giudizio e con la condanna. E qui c'è ancora di più: si vuole strumentalizzare il male che dicono d'aver trovato per poter accusare anche Gesù.

Credo
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.
Amen.