
Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe
29 gennaio 2023 Lc 2,
22-33 Riferimenti : Sir 7,
27-30. 32-36 -
Sal 127 - Col 3, 12-21 |
Vita e benedizione sulla casa che teme il
Signore. Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai, sarai felice e avrai
ogni bene. R La tua sposa come vite feconda nell’intimità della
tua casa; i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua
mensa. |
Sir 7, 27-30. 32-36 Onora tuo
padre con tutto il cuore e non dimenticare le
doglie di tua madre. Ricorda che essi ti hanno
generato: che cosa darai loro in cambio di
quanto ti hanno dato? Con tutta l’anima temi il
Signore e abbi riverenza per i suoi sacerdoti.
Ama con tutta la forza chi ti ha creato e non
trascurare i suoi ministri. Anche al povero
tendi la tua mano, perché sia perfetta la tua
benedizione. La tua generosità si estenda a ogni
vivente, ma anche al morto non negare la tua
pietà. Non evitare coloro che piangono e con gli
afflitti móstrati afflitto. Non esitare a
visitare un malato, perché per questo sarai
amato. In tutte le tue opere ricòrdati della tua
fine e non cadrai mai nel peccato. Siracide
7, 27-30. 32-36. Dopo aver
richiamato al giovane figlio, a cui è rivolto
l'insegnamento, l'impegno di ricerca della
istruzione: " Figlio, fin da giovane ricerca
l'istruzione e fino a vecchio troverai sapienza"
(6,18), i brani che leggiamo oggi, nel cap.7,
fanno arte di raccomandazioni di diverso
argomento di natura morale, sociale e religiosa.
Per lo più sono precetti in forma negativa in
tutto il capitolo, ma qui vengono ripensate
anche proposte aperte alla maturazione ed al
progresso della sapienza. Il libro del Siracide,
detto anche "Sapienza di Sirach", detto anche
Ecclesiastico, fu inizialmente scritto in
ebraico da Ben Sira, (il nome greco è Siracide)
verso il 180 a. C. e fu tradotto dal nipote in
greco attorno al 130 a.C., lasciandone
testimonianza nel prologo nel libro stesso.
Composto da 51 capitoli con vari detti di genere
sapienziale, sintesi della religione ebraica
tradizionale e della sapienza comune, vuole
contrastare la penetrazione culturale greca
nella cultura ebraica, ponendo una diga morale
per i suoi, e incoraggiando a riprendere la
Sapienza delle proprie tradizioni. Coraggioso e
infervorato dalla Sapienza e del culto ebraico,
insiste che non ci si debba vergognare della
propria ricchezza morale e della legge. Il mondo
ebraico, quando stabilì il Canone (elenco
ufficiale dei libri della Scrittura attorno il
90 d.C,) non considerò ispirato questo testo,
probabilmente perché la sua diffusione era
avvenuta, prevalentemente, con il testo greco.
E' rimasto invece come testo sacro ispirato nei
testi ufficiali del Canone cattolico. Perciò non
è elencato nella Bibbia ebraica (22 libri), né
nel Canone del mondo protestante ( che segue,
per l'A.T., il criterio ebraico). Nelle bibbie è
ricordato come Deuterocanonico. Sono nominate le
realtà più sacre della vita quotidiana ebraica:
i familiari, compresi i genitori (vv18-28), il
rispetto del Signore e dei suoi sacerdoti
(29-31), i poveri (v 32), le offerte per i morti
secondo criteri propri degli ebrei che pure non
avevano ancora con chiarezza il richiamo della
vita oltre la morte e la risurrezione dei morti,
come la consapevolezza sviluppò più tardi (v
33).

Betlemme |
Col 3, 12-21 Fratelli, scelti da
Dio, santi e amati, rivestitevi dunque di sentimenti di
tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità,
sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se
qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come
il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte
queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo
perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad
essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie! La
parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni
sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e
canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri
cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto
avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di
lui a Dio Padre. Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come
conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non
trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in
tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i
vostri figli, perché non si scoraggino. Col
3,12-21 Il testo che leggiamo è particolarmente ricco per una
scelta cristiana di valori e di sentimenti che debbono maturare
in una famiglia cristiana (vv12-13). C'è una prima immagine:
il vestito, il vestito nuovo, bianco, ricevuto e indossato il
giorno del battesimo, il segno di quel "rivestitevi dunque di
sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine,
di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni
gli altri". Spogliato dell'uomo vecchio e risorto a vita nuova,
la dignità espressa nel vestito è quella di essere cristiani,
con una legge nuova costituita, meno di precetti e più di
sentimenti degni di Gesù: l'elenco è di 7 e costituisce la
pienezza dello stile credente. Nella famiglia deve essere
fondamentale il perdono, a somiglianza del perdono che riceviamo
dal Signore. Infatti il perdono ricostruisce il tessuto della
speranza e della fiducia, rammenda gli strappi, ristruttura i
rapporti, rinsalda i cammini comuni. Nella riflessione delle
relazione ritorna la dignità dell'accogliersi ("rivestitevi di
carità") e costituisce la pienezza dell'armonia ("la pace
portata da Cristo"). Vengono quindi indicati i mezzi per vivere
e sorreggere l'armonia familiare: prima di tutto la Parola di
Dio che alimenta la sapienza della vita e aiuta nel dialogo
reciproco per capire e per correggere; poi la preghiera che crea
affiatamento e fa intravedere prospettive e valori. E se nella
famiglia ci si preoccupa a produrre segni di affetto e di
attenzione (si fanno feste, ci si offre regali, si organizzano
le vacanze, si richiamano ricorrenze), ancor più si cresce in
maturità e letizia con il canto e la lode a Dio: "Cantate a Dio
e ringraziatelo mediante Gesù" (v 16). Infine, nella vita
familiare risuonano parole che, alla nostra sensibilità, urtano
poiché sono segnate da sospetto come: " Voi mogli siate soggette
ai mariti". Questo è nella cultura del tempo, sia ebraico che
pagano. Paolo però aggiunge: "come conviene nel Signore",
ricostituisce un diverso modo di relazione ed esprime
l'atteggiamento di servizio e di accoglienza di Gesù. "Chi vuole
diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e chi vuole
essere primo tra voi sarà vostro schiavo.
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Lc
2, 22-33 In quel tempo. Quando furono compiuti i giorni della loro
purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a
Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del
Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in
sacrificio «una coppia di tortore o due giovani colombi», come prescrive la
legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo
giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era
su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la
morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si
recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò
che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia
e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua
salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle
genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si
stupivano delle cose che si dicevano di lui. Luca 2, 22-33
Nel Vangelo di Luca il racconto della presentazione di Gesù al tempio ha un
particolare significato poiché è l'incontro di Gesù bambino e il mondo del
tempio, il luogo della presenza del Signore in Israele. Già una profezia del
profeta Malachia aveva preannunciato questa visita: "Ecco, io manderò il mio
messaggero... e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate...
egli è come il fuoco del fonditore e la lisciva dei lavandai... egli siederà
per fondere e purificare" (3,1-4). L'ingresso di Dio che giudica è modulato
sulle parole del linguaggio profetico. Angosciati della ingiustizia e della
infedeltà del popolo, sconcertati della lontananza dei sacerdoti dalla
fedeltà al valore religioso del tempio, il messaggio, sospeso nel tempo, sarà
ripreso da Gesù nella sua ultima settimana di vita a Gerusalemme, quando
entrerà nel tempio di Gerusalemme e scaccerà i mercanti, ricordando le parole
di Isaia: "La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutti i
popoli"(56,7) e Gesù rimprovererà che "essa è diventata un covo di ladri" (Lc
19,46). E' di questo impatto il messaggio di Malachia e invece, quando Gesù
viene portato da Giuseppe e Maria al tempio, è solo un bambino debole, come
ogni bambino, incapace di parlare e di capire. Egli si è fatto povero tra i
poveri e nessuno lo può riconoscere, tranne un uomo saggio e pio, sensibile
alla presenza dello Spirito. Solo per questo può accogliere Gesù che adempie
la promessa. Ma è Gesù, in verità, Dio lui stesso, che gli viene incontro.
Tutto si realizza secondo la legge (ricordata tre volte): sia la
purificazione per la madre (Lv. 12,1-8) sia la presentazione dei figli maschi
primogeniti (Es. 13,2.12). Ma Luca, con una sottolineatura appena sfumata,
ricorda che il cammino al tempio non è solo quello che la legge chiede per la
donna che ha partorito (come è d'obbligo), ma parla di una purificazione per
tutta la famiglia di Gesù (v 22 "quando venne il tempo della loro
purificazione"). In tal modo viene anticipata quella solidarietà con
l'umanità peccatrice che porterà Gesù a farsi battezzare da Giovanni
Battista, mettendosi in fila tra i peccatori che volevano manifestare il loro
desiderio di conversione. Gesù continuerà a cercare questa umanità peccatrice
e ad accoglierla fino alla morte, provocando scandalo, ma garantendo, in tal
modo, la misericordia agli impuri e ai peccatori del mondo. Simeone è diretto
e guidato dallo Spirito e, per questo, può "accogliere" Gesù che adempie la
promessa di venire nel mondo. "Ora lascia che il tuo servo vada in pace": è
un canto di lode perché Dio esaudisce la speranza di Israele e la ricerca di
tutti i popoli. Anche Giacobbe, nell'incontro con Giuseppe in Egitto,
divenuto vice Faraone, dice: "Posso anche morire questa volta...." (Gn,
46,30).
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |