Epifania del Signore
6 gennaio 2023
 Mt 2, 1-12
Riferimen5ti : Is 60, 1-6 - Sal 71 - Tt 2, 11 – 3, 2
Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra. O Dio, affida al re il tuo diritto, al figlio di re la tua giustizia; egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia e i tuoi poveri secondo il diritto. R Nei suoi giorni fiorisca il giust e abbondi la pace, finché non si spenga la luna. E dòmini da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra.

Is 60, 1-6
In quei giorni. Isaia disse: «Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Madian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore».

Isaia 60, 1-6
Il testo di Isaia è un brano tratto dai suoi ultimi dieci capitoli (56-66) in cui sono descritti il ritorno in Gerusalemme e la ricostituzione del popolo, liberato dopo l'esilio di Babilonia (587-538 a.C.).
Gerusalemme qui è la grande città di Davide, luogo della presenza del Signore, rifatta segno della protezione di Dio che ama il suo popolo. Di fatto, Gerusalemme sarà finalmente irradiata dalla luce, ritroverà i suoi figli e accoglierà una folla di stranieri (sono ricordato i luoghi pagani di provenienza: Madian, Efa', Saba, Tarsis, Arabia, le isole. "Il re di Tarsis e le isole offriranno doni, i re di Arabia e di Saba portano i loro tributi" Salmo 72,10). Gli abitanti di Gerusalemme restano sempre stupiti delle aurore e dei tramonti sulla città poiché, collocata sul monte Sion. Mentre in basso con ritardo, in mattinata, si diradano nebbia e foschia, in cima splende il sole e illumina il tempio. Questo effetto luminoso ha affascinato anche i discepoli di Gesù e provoca ammirazione (Mt 24,1).
- I tesori del mare provengono dall'ovest, con le navi fenicie o greche; le ricchezze dell'oriente e d'Egitto giungono con le carovane attraverso i deserti di Siria e del Sinai. Madian, Efa e Saba sono popoli dell'Arabia (cf.45,14;Gen 25,1-4).
- Gli stuoli di cammelli e di dromedari erano stati l'incubo delle distruzioni. Ora sono i segni della ricchezza e della speranza. Le allusioni ai tesori dell'oriente e la prospettiva universalista di 60,6 hanno portato la liturgia ad applicare questo testo al mistero dell'Epifania.
- "Viene la tua luce e la gloria del Signore splende su di te". Gerusalemme è luce e gloria poiché Dio è presente. Ma anche Gesù sarà luce e gloria. Lo dirà Simeone quando Maria e Giuseppe porteranno Gesù al tempio per la presentazione: "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo se ne vada in pace secondo la tua parola, poiché i miei occhi han visto la tua salvezza che hai preparato davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele" (Lc 2,29-32). Insieme: Gerusalemme e "il servo del Signore" Gesù (Is 49,6) sono luce e luogo della rivelazione della gloria di Dio. Poi Gesù dirà ai suoi discepoli, i credenti, nelle beatitudini: "Voi siete la luce del mondo" (Mt 5,14) e quindi "Risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre nei cieli" (Mt 5,16).


Tt 2, 11 – 3, 2
Carissimo, è apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci
insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone. Questo devi insegnare, raccomandare e rimproverare con tutta autorità. Nessuno ti disprezzi! Ricorda loro di essere sottomessi alle autorità che governano, di obbedire, di essere pronti per ogni opera buona; di non parlare male di nessuno, di evitare le liti, di essere mansueti, mostrando ogni mitezza verso tutti gli uomini.

Tito 2.11 - 3,2
Paolo scrive a Tito, un suo discepolo e collaboratore, un pagano convertito (1,4), che accompagna Paolo all'assemblea (o concilio) di Gerusalemme (verso il 49) e non è costretto a farsi circoncidere (Gal 2,1.3-5).
Più tardi, Tito compie missioni delicate a Corinto (2 Cor 12,18; 2,13; 7,6-7.13-16) e diventa delegato di Paolo nella stessa città per la colletta a favore dei poveri di Gerusalemme (2 Cor 8,6.16-24).
Il rapporto personale tra Paolo e Tito fa da sfondo al programma di evangelizzazione delle comunità giudeocristiane di Creta. Ciò presuppone che Paolo sia stato a Creta con Tito e lo abbia poi lasciato sull'isola a completare ciò che non avevano potuto finire, affidandogli, in particolare, il compito di stabilire i presbiteri (sono gli anziani presenti nel mondo ebraico come responsabili delle sinagoghe) che si costituiscono, via via, responsabili in ogni città, in modo da avere una guida per ogni chiesa locale (1,5). Saranno poi, in una struttura solidificata, i presbiteri saranno i sacerdoti cristiani, collaboratori degli "episcopi". Questa lettera è scritta probabilmente ad Efeso.
Il corpo della lettera (1,5-3,11) illustra vari temi e problemi: le qualità spirituali ed umane richieste ai vescovi e ai presbiteri (1,5-16), le direttive al popolo di Dio per una vita autenticamente cristiana (2,1-3,11): vi comprende anche un codice di vita familiare (2,2-10) e viene incontro alle esigenze delle varie età e dei gruppi (anziani, giovani, schiavi).
"E' apparsa la grazia di Dio". Grazia significa tenerezza, amore, bontà di Dio. Ma c'è una novità che fa sobbalzare il cuore. "La benevolenza del Signore è portata a tutti gli uomini". Non si parla di accoglienza ai buoni o a coloro che rispettano la legge. Saremmo sempre nella prospettiva della legge di Mosè che spesso porta angoscia e mette timore nel rapporto con il Signore, immaginando, in tal modo, di poter non essere accetti o selezionati per la dannazione. Qui il dono è gratuito e per tutti gli uomini.



Deserto di giuda, ove cominciò Giovanni

Mt 2, 1-12
In quel tempo. Nato il Signore Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Matteo 2, 1-12
Il popolo è in attesa che il Signore si mostri con la sua volontà poiché finalmente la presenza di Giovanni il Battista apre spiragli sulla presenza di una parola nuova di profeta. Da 300 anni si è spenta la parola dei profeti. Così tutti quelli che giungono presso Giovanni hanno qualcosa da attendere e sperare. Anzi non si accontentano della sola parola del profeta, ma ormai osano chiedere una conclusione attesa da secoli. Sono alla ricerca di Cristo, del vero Cristo inviato da Dio, poiché molti avventurieri già in questo periodo pretendono di esserlo e molti cercheranno di esserlo anche dopo l'esperienza di Gesù. "Che Giovanni sia, per caso, il Cristo?" Si è affermata la sicurezza che i tempi siano maturi. La struttura religiosa si è sempre più organizzata in Israele, la Scrittura ha ormai raggiunto una sua completezza, il culto del tempio è ormai molto radicato nella sensibilità, le sinagoghe si riempiono per la lettura della Parola di Dio il sabato. Il volto di Dio si è ormai identificato come un giudice inflessibile, esigente, legislatore severo e geloso e deve venire a purificare, condannare, riscattare. Ma le immagini del Dio dell'Alleanza, che si fa sposo, padre affettuoso, alleato, perfino tenero come una madre, sono scomparse. Giovanni chiarisce di non essere l'atteso, ma un banditore, una voce, colui che precede. "Chi viene è alle porte. Egli tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile» (3,17). Anche Giovanni risente di quella diffusa immagine terribile di Dio e tutta la spiritualità circolante sviluppa un rispetto che si mescola fortemente alla paura. Il battesimo di Gesù inizia un tempo nuovo. Luca non lo descrive ma vuole cogliere che cosa è avvenuto in Gesù e quindi in noi. Una annotazione preziosa ricorda che Gesù è con il popolo, lo dice confuso con la gente. E' battezzato senza particolari cerimonie né privilegi. Il racconto, semplicissimo, mette Gesù a livello di comunione con i peccatori, per qualsiasi motivo si siano accostati a Giovanni. Gesù sente e condivide di stare tra "pecore senza pastore" (Mc 6,34).

Credo
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.
Amen.