 VII Domenica dopo Pentecoste 16 luglio 2023
Luca. 13, 22-30 Gs 4, 1-9Sal 77Rm 3, 29-31
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La tua legge, Signore, è luce ai nostri occhi. Ciò
che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno
raccontato non lo terremo nascosto ai nostri figli,
raccontando alla generazione futura le azioni gloriose e
potenti del Signore e le meraviglie che egli ha compiuto. R Ha stabilito un insegnamento in Giacobbe, ha posto una
legge in Israele, che ha comandato ai nostri padri di far
conoscere ai loro figli, perché la conosca la generazione
futura, i figli che nasceranno. |
Gs 4, 1-9 In quei giorni. Quando tutta la
gente ebbe finito di attraversare il Giordano,
il Signore disse a Giosuè: «Sceglietevi tra il
popolo dodici uomini, un uomo per ciascuna
tribù, e comandate loro di prendere dodici
pietre da qui, in mezzo al Giordano, dal luogo
dove stanno immobili i piedi dei sacerdoti, di
trasportarle e di deporle dove questa notte
pernotterete». Giosuè convocò i dodici uomini
che aveva designato tra gli Israeliti, un uomo
per ciascuna tribù, e disse loro: «Passate
davanti all’arca del Signore, vostro Dio, in
mezzo al Giordano, e caricatevi sulle spalle
ciascuno una pietra, secondo il numero delle
tribù degli Israeliti, perché siano un segno in
mezzo a voi. Quando un domani i vostri figli vi
chiederanno che cosa significhino per voi queste
pietre, risponderete loro: “Le acque del
Giordano si divisero dinanzi all’arca
dell’alleanza del Signore. Quando essa
attraversò il Giordano, le acque del Giordano si
divisero. Queste pietre dovranno essere un
memoriale per gli Israeliti, per sempre”». Gli
Israeliti fecero quanto aveva comandato Giosuè,
presero dodici pietre in mezzo al Giordano, come
aveva detto il Signore a Giosuè, secondo il
numero delle tribù degli Israeliti, le
trasportarono verso il luogo di pernottamento e
le deposero là. Giosuè poi eresse dodici pietre
in mezzo al Giordano, nel luogo dove poggiavano
i piedi dei sacerdoti che portavano l’arca
dell’alleanza: esse si trovano là fino ad oggi.
Giosuè. 4, 1-9 Ormai tutto il pellegrinare
nel deserto si sta concludendo. Il popolo è
stato accompagnato da Mosè per il tragitto di 40
anni, mediatore fedele e coraggioso, segno della
presenza e della protezione di Dio. Ora, anche
Mosé è morto, dopo aver intravisto la terra
promessa da lontano, dal monte Nebo, al di là
del Giordano. E' necessaria una guida nuova,
fedele a Dio e al suo progetto, coerente come
Mosè, docile alla volontà del Signore. Così, in
modo preciso e sommario, la Bibbia ricorda il
passaggio delle consegne. "Dopo la morte di
Mosè, servo del Signore, il Signore disse a
Giosuè, figlio di Nun, aiutante di Mosè: «Mosè,
mio servo, è morto. Ora, dunque, attraversa
questo Giordano tu e tutto questo popolo, verso
la terra che io do loro, agli Israeliti. Ogni
luogo su cui si poserà la pianta dei vostri
piedi, ve l'ho assegnato, come ho promesso a
Mosè [...].Nessuno potrà resistere a te per
tutti i giorni della tua vita; come sono stato
con Mosè, così sarò con te: non ti lascerò né ti
abbandonerò" (1,1-5). Il popolo d'Israele ha
ormai completato il suo itinerario nel deserto
ed è alle soglie della terra promessa. Si
ripete, qui, il grande segno della protezione di
Dio: Egli toglie ogni ostacolo e fa superare
ogni sbarramento. In questo caso aiuta il popolo
liberato a oltrepassare nuovamente l'ostacolo
dell'acqua. Come per il mar Rosso un tempo, ora
il popolo disarmato supera lo sbarramento del
fiume Giordano. Si comporta come in una
liturgia: precede l'arca, portata dai sacerdoti
che si fermano in mezzo al fiume mentre l'acqua
si arresta prima dell'arca e defluisce dopo. Il
letto del fiume si fa asciutto. Davanti all'arca
passano tutte le 12 tribù d'Israele e quindi, da
ultimo, viene portata sulla riva l'arca. A
questo punto, il fiume riprende a scorrere. Il
testo che leggiamo oggi si ferma ad un comando
particolare di Iahvé che ordina a Giosuè di
scegliere 12 uomini, uno per tribù, perché
portino 12 pietre tolte dal Giordano, per
costituire insieme, sull'altra riva, un altare e
offrire un sacrificio di lode e di
ringraziamento al Signore. Queste pietre daranno
origine al santuario di Galgala: "Giosuè eresse
a Gàlgala quelle dodici pietre prese dal
Giordano e disse agli Israeliti: «Quando un
domani i vostri figli chiederanno ai loro padri:
"Che cosa sono queste pietre?", darete ai vostri
figli questa spiegazione: "All'asciutto Israele
ha attraversato questo Giordano, poiché il
Signore, vostro Dio, prosciugò le acque del
Giordano dinanzi a voi, finché non
attraversaste, come il Signore, vostro Dio, fece
con il Mar Rosso, che prosciugò davanti a noi
finché non attraversammo; perché tutti i popoli
della terra sappiano che la mano del Signore è
potente e voi temiate tutti i giorni il Signore,
vostro Dio"(4,20-24).
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Rm 3, 29-31 Fratelli, forse Dio è Dio
soltanto dei Giudei? Non lo è anche delle genti? Certo, anche
delle genti! Poiché unico è il Dio che giustificherà i
circoncisi in virtù della fede e gli incirconcisi per mezzo
della fede. Togliamo dunque ogni valore alla Legge mediante la
fede? Nient’affatto, anzi confermiamo la Legge. Romani. 3,
29-31 Paolo deve affrontare discussioni durissime per
arrivare a far cogliere che la misericordia di Dio raggiunge
tutti, ebrei e pagani che si convertono alla parola di Gesù,
siano o non siano circoncisi. Ma è anche comprensibile, visto
che quel Gesù, che era stato crocifisso, non era mai uscito dai
confini d'Israele, salvo circospette eccezioni. Bisogna
rifarsi a qualche versetto precedente di questa splendida e
complessa lettera di Paolo. "Ora invece, indipendentemente dalla
Legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla
Legge e dai Profeti". Si parla della giustizia di Dio ma ci si
deve rendere conto del suo significato nella Scrittura: essa
corrisponde sempre e solo alla sua misericordia, alla sua
benevolenza, alla sua grazia. Egli fa giustizia quando fa
germogliare il bene e cambia l'uomo da malvagio a giusto. Così
nella Scrittura bisogna sempre tradurre alcuni testi che ci
intimoriscono, come: "Dio viene per giudicare", riprendendo il
significato di speranza. Il Signore viene per elargire i suoi
beni, per far sorgere nel mondo la sua misericordia. E se nei
primi capitoli Paolo presenta, in modo drammatico, la situazione
dell'umanità prima della venuta di Gesù nel mondo pagano, anche
Israele, pur privilegiata come popolo che conosce la legge del
Signore, anch'essa contravviene alla legge (2,20-22). Il testo
allora continua ricordando che "la giustizia di Dio, per mezzo
della fede in Gesù Cristo, è per tutti quelli che credono.
Infatti non c'è differenza, perché tutti hanno peccato e sono
privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente
per la sua grazia, per mezzo della redenzione che è in Cristo
Gesù" (2,22-24). Allora Paolo si preoccupa di garantire tutti,
sia i pagani che i giudei, che pure sono sotto il dominio del
peccato, e garantisce che in Dio c'è un unico atteggiamento nei
loro riguardi. Non c'è un Dio dei giudei e un Dio dei pagani.
Garante è la fede in Gesù che porta il dono di grazia di Dio e
che è aperto a tutti gli uomini.
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Luca. 13, 22-30 In quel
tempo. Il Signore Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in
cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli
che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta,
perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori,
comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi
risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo
mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma
egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi
tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti,
quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio,
voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da
settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco,
vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
Luca. 13, 22-30 Gesù, dice l'evangelista Luca, sta svolgendo
il suo compito educativo attraverso la predicazione mentre ha come meta
Gerusalemme: "Passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino
verso Gerusalemme" (v 22). La domanda che gli viene rivolta da uno
sconosciuto "Sono pochi quelli che si salvano?", è suggestiva ed ha già
ricevuto alcune risposte negli scritti giudaici dell'epoca. Avrebbe aperto
un'infinita discussione teologica anche nel gruppo dei discepoli. Alla fine,
però, sarebbe diventata inutile e irrilevante. Gesù non si presta a questi
interrogativi curiosi e, addirittura, statistici, ma rimanda alla serietà del
problema della salvezza, filtrato tuttavia nel modo di affrontare, da parte
di ciascuno, le proprie scelte. Questo testo è molto più somigliante a
brani riportati da Matteo che parla facilmente di fuoco della Geènna, di
separazioni tra pecore e capri, di pianto e stridore di denti. Luca,
invece, presenta un Gesù molto più comprensivo e indulgente, misericordioso e
paziente. Ma questa volta Gesù profila minacce e condanne. Si parla di una
porta stretta da attraversare e quindi, all'improvviso, i ritardatari o
coloro che hanno la presunzione di biglietti personali di invito si sentono
respinti perché il padrone ha sbarrato l'entrata. Probabilmente Luca si rende
conto che molti cristiani stanno annacquando il messaggio di Gesù, nelle
comunità che lui conosce, e che stanno fidandosi troppo della propria
conoscenza, dimenticando la responsabilità dell'essere cristiani nel mondo.
"Sforzarsi di entrare per la porta stretta" significa perdere le proprie
supponenze, la presunzione di avere strade privilegiate, la garanzia di
essere accettati da Dio. Solo colui che è piccolo, e che sa di non meritare
nulla, si preoccupa della misericordia di Dio e si sforza di entrare nella
prospettiva che il Signore gli apre.
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |