 IX Domenica dopo Pentecoste
30 luglio 2023 Mc 2,1-11
riferimenti : 2Sam 12, 1-13 - Sal 31 - 2Cor 4, 5b-14 |
Ridonami, Signore, la gioia del perdono. Beato
l’uomo a cui è tolta la colpa e coperto il peccato. Beato l’uomo
a cui Dio non imputa il delitto e nel cui spirito non è inganno.
Ti ho fatto conoscere il mio peccato, non ho coperto la mia
colpa. Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità» e tu
hai tolto la mia colpa e il mio peccato. |
2Sam 12, 1-13 In quei
giorni. Il Signore mandò il profeta Natan a
Davide, e Natan andò da lui e gli disse: «Due
uomini erano nella stessa città, uno ricco e
l’altro povero. Il ricco aveva bestiame minuto e
grosso in gran numero, mentre il povero non
aveva nulla, se non una sola pecorella piccina,
che egli aveva comprato. Essa era vissuta e
cresciuta insieme con lui e con i figli,
mangiando del suo pane, bevendo alla sua coppa e
dormendo sul suo seno. Era per lui come una
figlia. Un viandante arrivò dall’uomo ricco e
questi, evitando di prendere dal suo bestiame
minuto e grosso quanto era da servire al
viaggiatore che era venuto da lui, prese la
pecorella di quell’uomo povero e la servì
all’uomo che era venuto da lui». Davide si adirò
contro quell’uomo e disse a Natan: «Per la vita
del Signore, chi ha fatto questo è degno di
morte. Pagherà quattro volte il valore della
pecora, per aver fatto una tal cosa e non averla
evitata». Allora Natan disse a Davide: «Tu sei
quell’uomo! Così dice il Signore, Dio d’Israele:
“Io ti ho unto re d’Israele e ti ho liberato
dalle mani di Saul, ti ho dato la casa del tuo
padrone e ho messo nelle tue braccia le donne
del tuo padrone, ti ho dato la casa d’Israele e
di Giuda e, se questo fosse troppo poco, io vi
aggiungerei anche altro. Perché dunque hai
disprezzato la parola del Signore, facendo ciò
che è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di
spada Uria l’Ittita, hai preso in moglie la
moglie sua e lo hai ucciso con la spada degli
Ammoniti. Ebbene, la spada non si allontanerà
mai dalla tua casa, poiché tu mi hai disprezzato
e hai preso in moglie la moglie di Uria
l’Ittita”. Così dice il Signore: “Ecco, io sto
per suscitare contro di te il male dalla tua
stessa casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi
occhi per darle a un altro, che giacerà con loro
alla luce di questo sole. Poiché tu l’hai fatto
in segreto, ma io farò questo davanti a tutto
Israele e alla luce del sole”». Allora Davide
disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!».
Natan rispose a Davide: «Il Signore ha rimosso
il tuo peccato: tu non morirai».
2 Samuele. 12, 1-13 Questa pagina della
Scrittura ci sorprende per il coraggio e
l'onestà dell'autore biblico, che racconta e non
nasconde drammi e peccati terribili del popolo
di Dio ed anche di Davide ("un uomo secondo il
cuore di Dio": 1 Sam 13,14 è stato detto),
mentre, a sua volta, Natan, come profeta,
continua nella sua totale disponibilità alla
legge ed alla fedeltà di Dio. Il profeta viene
accolto con amicizia e accetta di ricondurre
Davide alla correttezza ed alla moralità, senza
risparmiare nulla della denuncia del male fatto,
scandalizzato e coraggioso lui stesso, eppure
insieme rispettoso dei disegni del Signore e
della misericordia su Davide che continua ad
essere il capostipite della dinastia del Messia.
In fondo il re ha una sua grandezza portentosa,
frutto anche della benevolenza e delle scelte
che Dio ha sviluppato con lui. Ma i doni e la
grazia che vengono da Dio stesso qualificano
ancora di più la negatività del comportamento di
Davide. Davide si sente interpellato per
risolvere una enorme ingiustizia nel suo popolo:
nel suo ruolo di re, e quindi di giudice, deve
dare un giudizio e risolvere il male. Natan deve
rimproverare il re. Saggiamente non lo fa in
modo diretto, ma raccontando una parabola, come
faceva Gesù. Davide non immagina di dover
giudicare se stesso e quindi, insieme, di dover
assumere il ruolo del giudice e di imputato. Il
peccato di Davide è gravissimo: adulterio ed
omicidio di un suo valoroso e fedele soldato. In
tutto questo Davide ha accompagnato il suo male
con il tradimento, l'ipocrisia, il cinismo e la
simulazione. Alla denuncia di Natan segue il
giudizio del re e la pena inflitta. A questo
punto si risolve l'enigma. In più, Natan ricorda
la benevolenza che il Signore ha concesso a
Davide per aiutarlo: solo così può prendere
coscienza della gravità del suo male. E
finalmente Davide si rende conto. Scopre, di
colpo, tutta la tragedia che ha provocato.
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2Cor 4, 5b-14 Fratelli, quanto a
noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù. E Dio, che disse:
«Rifulga la luce dalle tenebre», rifulse nei nostri cuori, per
far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di
Cristo. Noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta,
affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a
Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma
non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati;
perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi,
portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù,
perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.
Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo consegnati alla
morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti
nella nostra carne mortale. Cosicché in noi agisce la morte, in
voi la vita. Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede
di cui sta scritto: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi
crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha
risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci
porrà accanto a lui insieme con voi. 2 Cor
4,5b-14 La predicazione che Paolo compie non viene accettata
da tutti, anzi spesso è guardata con sospetto. Nella comunità
di Corinto alcuni inducono a rifiutare Paolo come apostolo,
perché dicono che non ne ha diritto. Altri lo equiparano a certi
predicatori imbroglioni o perdigiorno che si presentano alle
comunità con lettere di presentazione. Egli però si presenta
seriamente impegnato e onesto, rispettoso e fedele alla Parola
del Signore: "Abbiamo rifiutato le dissimulazioni vergognose,
senza comportarci con astuzia né falsificando la parola di Dio,
ma annunciando apertamente la verità e presentandoci davanti a
ogni coscienza umana, al cospetto di Dio" (4,2). In più gli
rimproverano di poche conversioni perché, come oratore, vale
poco (2 Cor10,10). Paolo si difende premettendo, però che quelli
che hanno successo, tra loro, sono sleali e falsificatori del
messaggio di Gesù poiché nascondono le esigenze morali più
significative (vv 1-5). Paolo si difende e garantisce di non
aver mai falsificato il messaggio di Gesù con espedienti
meschini. Sa di essere, come apostolo "vostro servitore a causa
di Cristo"(v 5b) e questa è una splendida presentazione per chi
ha compiti pastorali nella Comunità cristiana, a cominciare dai
sacerdoti. Il loro compito è quello di far splendere, a loro
volta, la luce di Gesù nel mondo, portata dalla testimonianza
della fede di chi ha vissuto con Gesù e ha condiviso con lui il
cammino. Paolo, tuttavia, insieme, riconosce i suoi limiti.
Il Vangelo è custodito in vasi di creta, nella sua debolezza e
infermità. Ma più che riferimento al corpo (lettura greca) c'è
la consapevolezza della fragilità di tutta la persona (lettura
ebraica). Eppure il Signore preferisce gli strumenti poveri e
deboli per realizzare le sue meraviglie. Il Vangelo è un tesoro
prezioso portato in vasi di terracotta, fragile, senza valore e
sporca.
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VANGELO Mc 2, 1-12 In quel
tempo. Il Signore Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si
seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto
neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da
lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però
portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto
dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era
adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico:
«Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e
pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può
perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo
spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose
nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono
perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”?
Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i
peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua
barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito presa la sua barella,
sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano
Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
Mc 2,1-11 Questo racconto di Marco collega una prima parte, costituita da
interventi di liberazione e di guarigione e le polemiche successive sulla
presenza e l'opera di Gesù. Perciò bisogna stare attenti al messaggio
teologico che trasforma situazioni di vita in avvenimenti paradossali.
Sgnore e quindi la preparazione di un tempo nuovo. E Marco si
preoccupa subito di dare concretezza e ricorda che Gesù interviene sulle
emarginazioni del suo tempo: guarisce l'indemoniato (lotta contro
l'alienazione), guarisce una donna, la suocera di Pietro (lotta contro la
discriminazione femminile) e guarisce il lebbroso (lotta contro l'esclusione
sociale). Tutti e tre sono rimessi al centro dell'attenzione e riaccolti
nella convivenza umana della comunità (1,21-45). Il secondo capitolo, al suo
inizio (che leggiamo oggi) va alla radice: il mondo ha bisogno di essere
liberato dal male, altrimenti è incapace di lottare e di sradicarlo: ci vuole
la forza del Signore. Ci troviamo a Cafarnao, in una casa affollata, con gli
scribi, attenti cultori della legge ma incapaci di liberare dal male, cultori
inermi di giudizi morali. Gesù insegna in questa casa: rappresenta la "Casa
d'Israele" entro cui si trova e si discute. Nessuno può
entrare e sembra che nessuno abbia bisogno di liberarsi. Ma fuori c'è
tensione e movimento. Quattro persone vogliono entrare ma non senza aver
introdotto un paralitico. I quattro portatori rappresentano l'umanità (numero
4) e il paralitico rappresenta l'impotenza a portare soluzione e a migliorare
il mondo. Solo Gesù è una speranza, ma come raggiungerlo? Bisogna sfondare le
reti, le mura, "aprire le porte" ma nessuno è disposto e nessuno è capace.
L'idea geniale di calare il paralitico dal tetto permette di fare spazio e di
portare il malato davanti a Gesù. Non sembra essere agevole, ma è più
possibile di oggi per le case palestinesi ad un solo piano, poiché hanno una
scala esterna che sale sul tetto, costruito con materiale leggero e
facilmente asportabile.
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |