
VI Domenica di Pasqua
14 maggio 2023
Gv 14, 25-29
Riferimenti: At 4, 8-14 - Sal 117 - 1Cor 2, 12-16 |
La pietra scartata dai costruttori ora è pietra
angolare. Il Signore mi ha castigato duramente, ma non mi ha
consegnato alla morte. Apritemi le porte della giustizia: vi
entrerò per ringraziare il Signore. Ti rendo grazie, perché mi
hai risposto, perché sei stato la mia salvezza. La pietra
scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. Questo è
stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi. |
At 4, 8-14 In quei giorni.
Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro:
«Capi del popolo e anziani, visto che oggi
veniamo interrogati sul beneficio recato a un
uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia
stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il
popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il
Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha
risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi
risanato. Questo Gesù è la pietra, che è stata
scartata da voi, costruttori, e che è diventata
la pietra d’angolo. In nessun altro c’è
salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo,
altro nome dato agli uomini, nel quale è
stabilito che noi siamo salvati». Vedendo la
franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi
conto che erano persone semplici e senza
istruzione, rimanevano stupiti e li
riconoscevano come quelli che erano stati con
Gesù. Vedendo poi in piedi, vicino a loro,
l’uomo che era stato guarito, non sapevano che
cosa replicare. Atti degli
Apostoli. 4, 8-14 Il testo di oggi, ripreso
molte volte nelle liturgie settimanali del tempo
pasquale, fa riferimento ad un segno particolare
che è avvenuto a Gerusalemme alla porta "bella"
del tempio. Un uomo, zoppo fin dalla nascita,
trasportato ogni giorno presso il tempio per
chiedere l'elemosina, da Pietro che con Giovanni
sale al tempio per pregare, si sente rispondere
quando chiede l'elemosina: "Oro e argento non ho
ma quello che possiedo te lo do: nel nome di
Gesù Cristo il Nazareno, cammina" (At 3,1-6). Il
fatto ha suscitato meraviglia, stupore,
assembramenti di persone, anche perché lo
storpio guarito, da tutti conosciuto, continua a
gridare la sua meraviglia e a ringraziare.
Quando i responsabili del tempio decidono di
intervenire per mettere fine al disordine e far
tacere Pietro che spiega il fatto come un
intervento di Gesù risorto, concludono di
incarcerare gli apostoli. Il giorno dopo si
riuniscono i capi dei Giudei, gli anziani e gli
scribi (4,5-6) e, insieme, Luca fa l'elenco dei
personaggi più importanti del tempio di
Gerusalemme, tutte persone coinvolte nel
processo di Gesù. Viene posta la domanda: "Con
quale potere e in nome di chi avete fatto
questo?" (v 7). Anche a Gesù, dopo la cacciata
dei venditori dal tempio (Luca 20,2. 8), si pone
una domanda simile. A Gesù si chiede con quale
autorità ha operato. Agli apostoli si chiede
invece l'origine di quel potere di guarigione e,
quindi, in nome di chi hanno compiuto tutto
questo. La risposta è data con piena
consapevolezza da Pietro, pieno di Spirito
Santo. Luca ricorda spesso questo rapporto tra
la Parola e lo Spirito: è il dono di Dio
attraverso Gesù. Pietro si sente testimone
davanti ad Israele e davanti al mondo. La
guarigione è avvenuta attraverso Gesù, "che voi
avete ucciso e che Dio ha risuscitato dai
morti". - Pietro si rende conto che sta
manifestando, agli esperti della legge e dei
profeti, il valore della presenza di Gesù: Egli
è venuto a liberare e ad inaugurare i tempi
messianici, annunciati da Isaia (Luca 4,17 ss )
ed ora questi tempi continuano attraverso i
credenti in Gesù, e quindi attraverso la sua
comunità che lo celebra vivo e amato da Dio
pienamente.
|
1Cor 2, 12-16 Fratelli, noi
non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio
per conoscere ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi
parliamo, con parole non suggerite dalla sapienza umana, bensì
insegnate dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini
spirituali. Ma l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le
cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è
capace di intenderle, perché di esse si può giudicare per mezzo
dello Spirito. L’uomo mosso dallo Spirito, invece, giudica ogni
cosa, senza poter essere giudicato da nessuno. Infatti «chi mai
ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo
consigliare?». Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo.
1 Corinzi. 2, 12-16 Paolo sente la fatica della predicazione
poiché scopre che nel mondo greco, dove si è avventurato, la
sapienza, nata nella cultura ebraica e maturata nei fatti e
nella parola di Gesù, sapienza di Dio tra noi, è stata
profondamente rifiutata. Infatti, all'inizio di questo capitolo,
Paolo fa riferimento alla delusione sofferta nella sua prima
esperienza di predicazione ad Atene. Il fallimento in Atene, la
città dei filosofi, ha fatto comprendere l'insignificanza della
cultura umana su cui egli aveva puntato molto per farsi
accettare. La delusione è diventata consapevolezza e così si
esprime alla sua comunità di Corinto a cui scrive dopo essersi
fermato molti mesi. "Anch'io, fratelli, quando venni tra voi,
non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con
l'eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti
di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo
crocifisso. Mi presentai a voi nella debolezza e con molto
timore e trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non
si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla
manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la
vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla
potenza di Dio" (1 Cor 2, 1-5). Al principio egli impiega i
suoi giorni feriali nel lavoro manuale, fabbricando tende nella
casa di Aquila e Priscilla, una coppia di cristiani scacciati
dall'imperatore Claudio da Roma per tensioni e scontri tra ebrei
(probabilmente sono tensioni tra nuclei di cristiani e residenti
di cultura ebraica tradizionale) Questa coppia accoglie in casa
l'apostolo, inizialmente come lavoratore; dopo qualche tempo,
Paolo si dedicherà, a tempo pieno, alla predicazione (At
18,1-11). Paolo ha sempre apprezzato la cultura ebraica, e
pensando al mondo occidentale, ha apprezzato la cultura greca e
la sua filosofia. Ma l'esperienza gli ha fatto capire che sono
due realtà che non possono mescolarsi. Ciò che egli porta è la
sapienza di Dio attraverso Gesù e questa sapienza non può essere
offerta se non dallo Spirito che è il principio rivelatore. E'
lo Spirito di Dio che ci permette di conoscere i doni che ci
sono stati elargiti. E si chiamano spirituali perché vengono
dallo Spirito.
|
Gv
14, 25-29 ✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni In quel tempo. Il
Signore Gesù disse ai discepoli: «Vi ho detto queste cose mentre sono ancora
presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio
nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a
voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi
ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado
al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che
avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate». Gv14,25-29
Come sono consolanti le parole di Gesù: Vi lascio la pace. Vi do la mia pace.
Ci sembra quasi, in mezzo ai tumulti quotidiani, di respirare una
tregua, di assaporare qualcosa che veramente ci aiuterebbe a recuperare la
calma del cuore e l'agitarsi dei turbamenti dell'animo.
Eppure, c'è una chiave, una paroletta quasi insignificante, che
definisce e in un certo senso delimita le parole di Gesù: è quell'aggettivo
"mia". Ma come? Ci possono essere modi diversi di
interpretare la pace? Si, è vero, oggi -ma è così da sempre- si è portati ad
usare le parole con disinvoltura, addirittura con significati opposti e
divergenti, quindi anche qui si potrebbe non andare troppo per il sottile.
Infatti, quando si dice ‘pace', si pensa a qualcosa di tranquillo, ad un
rispetto di parole e di gesti, al macero di tutte le armi, ad un afflosciarsi
delle violenze, ad una comprensione e ad una possibilità di soluzione dei
problemi, per gravi che siano. Si pensa e si desidera
qualcosa di bello, di sicuro, di dolce, di contentezza per un desiderio
ottenuto, per un progetto raggiunto, per un piacere di vivere, per un affetto
appagante. Ma Gesù sembra voler scindere: la pace è
qualcosa di più delle nostre normali attese. E'la MIA pace. E la pace di Gesù
non è mai un riposo, perché implica il desiderio di Dio di un'umanità che si
vuole bene, che apre le porte, che condivide, che si china ad accarezzare, a
togliere un ostacolo. A me sembra di capire che la
pace di Gesù sia soprattutto il coraggio di vivere secondo un senso, secondo
appunto quel Suo Spirito Vivente che ci ha trasfuso perché possiamo fare
memoria di che cosa sia l'amore vero, la volontà di trasformare ogni affetto
ed ogni rapporto in una relazione vera. E mi sembra
allora che possiamo pregare il Signore di continuare a richiamarci alla Sua
pace - e lo si fa ogni giorno nella Messa- e non limitarci alle nostre
piccole egoistiche ‘paci' e tranquillità, bensì alla possibilità, che è poi
un suo dono, di coinvolgerci in questo coraggio incredibile di non lasciare
il mondo così com'è, anche se le nostre forze sono limitate e piccoli sono
gli ambiti del nostro vivere quotidiano. Perché è Lui
che respira in noi con la sua forza e pace viventi. Don Raffaello Ciccone
e Teresa Ciccolini
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |