
Pentecoste
28 maggio 2023
Gv 14, 15-20 Riferimenti : At 2, 1-11- Sal 103 - 1Cor
12, 1-11 |
Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra.
Benedici il Signore, anima mia! Sei tanto grande, Signore, mio
Dio! Quante sono le tue opere, Signore! La terra è piena delle
tue creature. Togli loro il respiro: muoiono, e ritornano
nella loro polvere. Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi
la faccia della terra. |
At 2, 1-11 Mentre stava
compiendosi il giorno della Pentecoste, i
discepoli si trovavano tutti insieme nello
stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un
fragore, quasi un vento che si abbatte
impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano.
Apparvero loro lingue come di fuoco, che si
dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e
tutti furono colmati di Spirito Santo e
cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo
in cui lo Spirito dava loro il potere di
esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme
Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto
il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e
rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare
nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di
sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro
che parlano non sono forse Galilei? E come mai
ciascuno di noi sente parlare nella propria
lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti,
abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della
Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia
e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti
della Libia vicino a Cirene, Romani qui
residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi,
e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle
grandi opere di Dio». Atti
degli Apostoli. 2, 1-11 La Pentecoste ci fa
celebrare l'inizio di una esperienza
particolare, vissuta dalla prima Comunità
cristiana, che ha aperto gli occhi sul dono
dello Spirito, dato dal Padre attraverso Gesù.
In questo dono, noi che siamo stati battezzati,
leggiamo ed accogliamo la Parola di Dio,
celebriamo I sacramenti e, in particolare,
l'Eucaristia ogni domenica. Dallo Spirito ci
sentiamo incoraggiati e aiutati nel ripensare ad
uno stile di vita secondo il desiderio di Gesù.
I discepoli, tutti insieme, sono ancora
rinchiusi nel cenacolo; ma sanno che davanti a
loro c'è un progetto inimmaginabile che è
l'annuncio a tutti popoli della presenza del
dono di Gesù morto e risorto. Dopo l'ascensione,
in quegli ultimi 10 giorni che li divide dalla
Pentecoste, si sono anche organizzati, tanto da
scegliere un sostituto di Giuda, ricostituendo
il numero dei dodici con l'elezione di Mattia.
Sono con Maria che li incoraggia ad attendere e
pregano insieme per capire e per sentirsi capaci
della propria vocazione. Finalmente, mentre
celebrano, nel 50° giorno dalla Pasqua, con gli
ebrei, il dono della Legge offerta da Dio a Mosè
sul Sinai, in una cornice di vento impetuoso,
terremoto e fuoco avviene un fatto eccezionale
che sconvolge la loro vita. Luca inizia il
racconto della Pentecoste con un riferimento
temporale "Mentre si sta compiendo il giorno
della Pentecoste": Ma questa frase, nel
linguaggio dell'evangelista, è il segnale che
sta iniziando un momento nuovo. Infatti proprio
Luca, autore degli Atti, utilizza la stessa
formula, nel suo Vangelo, quando deve raccontare
l'inizio del viaggio di Gesù verso Gerusalemme
(9,51: Mentre stavano compiendosi i giorni in
cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la
ferma decisione di mettersi in cammino verso
Gerusalemme). Là il racconto incomincia il lungo
cammino di Gesù verso la città santa dove
concluderà la sua vita con la sua morte e
resurrezione, qui Luca racconta l'inizio della
nuova Chiesa e quindi del nuovo popolo. E lo fa
in un contesto carico di segni che esprime un
mondo completamente nuovo: "fragore quasi di un
vento impetuoso" e "lingue come di fuoco che si
dividevano e si sposarono su ciascuno di loro".
Il risultato è una novità nel cuore di ciascuno:
"Tutti furono colmati di Spirito Santo".
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1Cor 12, 1-11 Riguardo ai
doni dello Spirito, fratelli, non voglio lasciarvi
nell’ignoranza. Voi sapete infatti che, quando eravate pagani,
vi lasciavate trascinare senza alcun controllo verso gli idoli
muti. Perciò io vi dichiaro: nessuno che parli sotto l’azione
dello Spirito di Dio può dire: «Gesù è anàtema!»; e nessuno può
dire: «Gesù è Signore!», se non sotto l’azione dello Spirito
Santo. Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi
sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono
diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A
ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per
il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene
dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso
Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso
Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle
guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono
della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a
un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione
delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo
Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.
Prima lettera ai Corinzi. 12, 1-11 I cristiani di Corinto
avevano scritto all'apostolo chiedendo istruzioni sui doni
spirituali ("carismi) cioè sulle manifestazioni esterne e
straordinarie dello Spirito. Paolo conosce episodi di
esaltazione religiosa che avvenivano tra i pagani, con fenomeni
di delirio e di convulsioni. Probabilmente i fedeli di Corinto,
da pagani, avevano fatto queste esperienze di origine diabolica
o patologica e bisognava verificare se anche queste
manifestazioni dello Spirito andassero lette allo stesso modo.
Paolo consegna loro un criterio interessante a seconda di come
uno si comporti nel riconoscimento di Gesù. Se lo si bestemmia
chiamandolo "maledetto" o se lo si benedice affermando che "Gesù
è il Signore", si dimostra il valore della testimonianza. Il
richiamo a Gesù come Signore manifesta una altissima professione
di fede e così scopriamo di essere nella linea della correttezza
e della verità. Chiarita la consistenza dei doni, Paolo deve
intervenire con severità tra questi cristiani di Corinto, poiché
si stanno sviluppando confronti e gelosie a secondo delle
manifestazioni di ciascuno: sia che esistano pregi e valori
propri e sia che si esercitino ruoli che si collegano al dono
dello Spirito nella Comunità. Si creano paragoni e si fanno
valutazioni pretendendo precedenze. Colui o colei che hanno
particolari doti, soprattutto quelle appariscenti, provocano e
pretendono privilegi, riconoscimenti, onori, maggiore rispetto.
Così le doti di ciascuno diventano pretesto per ostentazioni,
per affermazioni di sé, prestigio e potere. Quello che
avviene in ogni società avviene anche nella giovane Comunità di
Corinto, suscitando gruppi contrapposti e divisioni, oltre che
risentimenti e disgregazioni. Paolo scrive mettendo in
guardia da queste deformazioni che inaridiscono i doni di Dio e
la Comunità cristiana. Quello che è stato offerto dal Signore è
dono dello stesso Spirito che ha distribuito come ha voluto, Non
ci sono maggiori e minori valori tra i "carismi" o, per lo meno,
non vanno valutati così i doni ricevuti.
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Gv
14, 15-20 In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi
amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi
darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della
verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce.
Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi
lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi
invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete
che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi».
Giovanni. 14, 15-20 Si legge, in questo testo, parte del lungo testamento
di Gesù che Giovanni ci riporta nei quattro capitoli dell'ultima cena e si
percepiscono, con il disagio di una prossima partenza di Gesù, la paura, lo
stupore, l'impazienza, la fragilità di non potere fare nulla per fermare gli
avvenimenti incombenti. In questo brano Gesù suggerisce alcune
raccomandazioni di comportamento ed offre alcune garanzie. Dato per
scontato che lo amano ("Se mi amate") Gesù concretizza la loro affezione non
abbandonandola nel limbo dei confini dell'emozione, ma obbliga a scendere
nella concretezza: "Osservate i miei comandamenti, se mi amate" (v15). Le
garanzie che Gesù porta sono fondamentalmente le garanzie di presenza e di
sostegno. Prima però Gesù parla del Paràclito, una figura interessante,
presente nei tribunali. Era possibile che una persona, considerata seria,
apprezzata da tutti, potesse "essere chiamata vicino" a chi è sotto processo
per suggerire, incoraggiare chiarire chi è accusato perché possa agevolmente
difendersi. Qui Gesù affida allo Spirito il compito di motivare le scelte e
di fare chiarezza, sostenendo chi non è in grado di distinguere a sufficienza
e conoscere quello che viene dallo Spirito. Infatti il nostro nemico che ci
accusa è il mondo. Ma cos'è il mondo? Non sono i pagani, né i lontani o
chi non appartiene al gruppo dei discepoli ma il mondo è quella parte del
cuore dell'uomo, di ogni uomo che accetta il male, il peccato, la morte della
speranza, l'egoismo. Mondo è la contrapposizione a Cristo, scelta di rifiuto
dell'amore di Dio e dell'amore di ogni persona, rifiuto di costruire insieme
un mondo nuovo. Perciò il Consolatore è anche lo Spirito dalla verità perché
deve educarci, passo passo, fino alla fine del mondo, a scoprire le parole di
Gesù, a fidarci di lui, a pregare, perché possiamo lottare e vincere le forze
del male (Giovanni 16,7-11). La verità è Gesù e quindi è una persona, non
un catalogo. Essa è vita e, insieme, itinerario per rintracciare il suo
messaggio. "Io sono la via, la verità e la vita" (Gv 14,6).Così verità è
sentirsi presi per mano nella pienezza della comprensione di Gesù che viene
con discrezione nella storia, attraverso la sua Parola e gli avvenimenti che
ci obbligano a riflettere e a maturare.
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |