
V Domenica di Pasqua
7 maggio 2023
Gv 14, 21-24
Riferiemnti : : At 10, 1-5. 24. 34-36. 44-48a - Sal 65 - Fil 2, 12-16 |
Grandi sono le opere del Signore. Acclamate Dio, voi
tutti della terra, cantate la gloria del suo nome, dategli
gloria con la lode. Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!
A te si prostri tutta la terra, a te canti inni,
canti al tuo nome». Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini.
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At 10, 1-5. 24. 34-36. 44-48a In quei
giorni. Vi era a Cesarèa un uomo di nome
Cornelio, centurione della coorte detta Italica.
Era religioso e timorato di Dio con tutta la sua
famiglia; faceva molte elemosine al popolo e
pregava sempre Dio. Un giorno, verso le tre del
pomeriggio, vide chiaramente in visione un
angelo di Dio venirgli incontro e chiamarlo:
«Cornelio!». Egli lo guardò e preso da timore
disse: «Che c’è, Signore?». Gli rispose: «Le tue
preghiere e le tue elemosine sono salite dinanzi
a Dio ed egli si è ricordato di te. Ora manda
degli uomini a Giaffa e fa’ venire un certo
Simone, detto Pietro». Il giorno dopo Pietro con
alcuni fratelli arrivò a Cesarèa. Cornelio stava
ad aspettarli con i parenti e gli amici intimi
che aveva invitato. Pietro prese la parola e
disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio
non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo
teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione
appartenga. Questa è la Parola che egli ha
inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace
per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di
tutti». Pietro stava ancora dicendo queste cose,
quando lo Spirito Santo discese sopra tutti
coloro che ascoltavano la Parola. E i fedeli
circoncisi, che erano venuti con Pietro, si
stupirono che anche sui pagani si fosse effuso
il dono dello Spirito Santo; li sentivano
infatti parlare in altre lingue e glorificare
Dio. Allora Pietro disse: «Chi può impedire che
siano battezzati nell’acqua questi che hanno
ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?». E ordinò
che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo.
Atti degli Apostoli. 10, 1-5. 24. 34-36. 44-48a
Gli Atti degli Apostoli ci ricordano la
conversione di Cornelio, un centurione che
coltiva profondo rispetto per la religione
d'Israele, a somiglianza dell'altro centurione
di Cafarnao ricordato da Luca (Lc 7,1-10).
Pregare, elargire elemosine e amare il popolo
d'Israele non costituiscono, tuttavia, azioni
sufficienti per far parte del popolo di Dio.
D'altra parte Cornelio non ha accettato la
circoncisione per cui rimane un uomo impuro,
inavvicinabile dai pii israeliti, preoccupati di
far parte dell'unico popolo privilegiato di Dio.
Pietro è scrupoloso di seguire la legge, accolta
e insegnata dai rabbini e, a buon conto, anche
Gesù non ha accolto, tra i suoi, i pagani,
ribadendo così le scelte ebraiche tradizionali.
E tuttavia gli avvenimenti che si susseguono, i
segni e i richiami, le attese e le convergenze
portano Pietro, nonostante le sue indecisioni, a
seguire itinerari nuovi. Il centurione pagano
Cornelio e la sua famiglia si sono convertiti
alla fede in Cristo: è un segno
imprevedibile delle scelte e delle prospettive
che Dio apre sul mondo. Perciò Pietro, mentre
sintetizza la fede in Gesù come contenuto
essenziale del credere, sente che sta imparando,
egli stesso, dai segni di novità e di
conversione quanto il Signore compie:
imprevedibilmente il Signore apre a tutti gli
uomini (universalità) l'ingresso al Regno, in
modo totalmente gratuito. "Chiunque lo
teme e pratica la giustizia è accetto a Lui"
(v.35). Così l'elemento primo di rapporto con
Dio non è più l'appartenenza ad un popolo, ma
sono le disposizioni interiori, identificate con
il "rispetto riverenziale"(chi teme) e la
condotta rispettosa della volontà divina
("praticare la giustizia"). "Gesù è il
Signore di tutti": questa è la fede ed è
necessaria la forza dello Spirito per
accoglierla (1Cor. 12,3). Essa proclama che
quell'uomo Gesù, che molti hanno conosciuto in
Palestina e che è passato beneficando e
risanando tutti coloro che stavano sotto il
potere del diavolo, è stato elevato, dopo la
morte, al di sopra dei cieli per la
risurrezione; perciò ha la Signoria del mondo ed
è Dio.
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Fil 2, 12-16 Miei cari, voi che siete stati
sempre obbedienti, non solo quando ero presente ma molto più ora
che sono lontano, dedicatevi alla vostra salvezza con rispetto e
timore. È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare
secondo il suo disegno d’amore. Fate tutto senza mormorare e
senza esitare, per essere irreprensibili e puri, figli di Dio
innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa. In
mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, tenendo salda
la parola di vita. Così nel giorno di Cristo io potrò vantarmi
di non aver corso invano, né invano aver faticato. Filippesi.
2, 12-16 Il capitolo 2° della "Lettera ai Filippesi"
sviluppa una ricca esortazione di Paolo alla comunità che ha
dovuto lasciare, allontanandosi per i suoi compiti missionari.
- Così i primi quattro versetti del capitolo sviluppano
alcune linee fondamentali per favorire l'unità: "Se dunque c'è
qualche consolazione in Cristo, se c'è qualche conforto, frutto
della carità, se c'è qualche comunione di spirito, se ci sono
sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia
con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo
unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma
ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori
a se stesso. Ciascuno non cerchi l'interesse proprio, ma anche
quello degli altri." Il testo riportato diventa premessa molto
interessante che invita ad avere "gli stessi sentimenti di Gesù.
- E i successivi cinque versetti (vv6-11) esemplificano il
significato dei sentimenti di Gesù che si possono sintetizzare
nell'umiltà: Gesù si è impoverito per amare e salvare il mondo.
È un testo splendido, probabilmente un inno della Comunità
cristiana, in cui viene sintetizzata, teologicamente, tutta la
vicenda di Gesù "prima, durante la sua vita, dopo la
risurrezione". - Il testo di oggi riprende i suggerimenti
iniziali di Paolo mentre garantisce la sua fiducia per questa
comunità: essa deve continuare nella propria obbedienza anche
ora che Paolo è lontano, deve vivere con sollecitudine e
attenzione la propria vita, deve maturare la propria dipendenza
da Dio e il senso della salvezza. La vita va vissuta con
"rispetto e timore": non c'è nulla di servile, ma sentimenti di
consapevolezza di fronte alla grandezza di Dio, nel cammino
verso di Lui. È importante che ci si renda conto che l'azione di
Dio sia un sostegno all'azione umana e non una contrapposizione:
la libertà di Dio e la libertà dell'uomo si completano a
vicenda.

Il Cenacolo ove Gesù pronunciò " NON VI LASCERO' SOLI" |
Gv 14, 21-24 In quel tempo.
Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li
osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e
anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariota:
«Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli
rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà
e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non
osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre
che mi ha mandato». Giovanni. 14, 21-24 Stiamo
leggendo, nel Vangelo di Giovanni, parte del "discorso di addio" di Gesù
all'interno del racconto dell'ultima cena, pronunciato per preparare i suoi
discepoli prima dei fatti drammatici della passione. Già al v.18 Gesù
assicura che, nonostante i fatti che si svolgeranno prossimamente nella sua
vita e che lo allontaneranno anche da loro, egli verrà ai discepoli: "Non vi
lascerò orfani, ritornerò a voi". Il mondo non potrà vederlo, ma essi
godranno di una profonda comunione con Lui e sperimenteranno la
salvezza che Egli ha portato dal Padre a loro. Perciò, con questa
consapevolezza che "Io sono nel Padre, voi in me ed io in voi", Gesù
garantisce il suo amore profondo e pieno per la loro fedeltà che si
manifesterà attraverso l'obbedienza ai comandi di Gesù e quindi all'amore che
essi porteranno. A questo punto Giuda, non l'Iscariota, pone il
problema a Gesù della sua visibilità. Gli apostoli, infatti, hanno
sperimentato già da tempo molta discrezione da parte sua e quindi molta
ritrosia circa il volersi manifestare al mondo (v 22). Eppure in Israele
tutti aspettano un Messia con prodigi spettacolari, capaci di stupire il
mondo. E questa è un'attesa che continuerà ad essere presente anche sotto la
croce. E invece Gesù non vuole che i miracoli siano divulgati (Mt
12,15), rispettando una strana profezia del profeta Isaia: "Non contesterà né
griderà né si udrà nelle piazze la sua voce." (Mt12,19).
Anche i suoi
parenti che vivono a Nazareth, un giorno, gli hanno detto: «Parti di qui e
va' nella Giudea, perché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu compi.
Nessuno infatti, se vuole essere riconosciuto pubblicamente, agisce di
nascosto. Se fai queste cose, manifesta te stesso al mondo!». Neppure i suoi
fratelli infatti credevano in lui. Gesù allora disse loro: «Il mio tempo non
è ancora venuto; il vostro tempo invece è sempre pronto. Il mondo non può
odiare voi, ma odia me, perché di esso io attesto che le sue opere sono
cattive. Salite voi alla festa; io non salgo a questa festa, perché il mio
tempo non è ancora compiuto». (Gv 7, 2-8).
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |