
Tutti i Santi 1 novembre 2023 Mt 5, 1-12a Ap 7, 2-4.
9-14 - Sal 88 - Rm 8, 28-39 |
Benedetto il Signore in eterno. Canterò in
eterno l’amore del Signore, di generazione in generazione farò
conoscere con la mia bocca la tua fedeltà. I cieli cantano le
tue meraviglie, Signore, la tua fedeltà nell’assemblea dei
santi. Dio è tremendo nel consiglio dei santi, grande e
terribile tra quanti lo circondano. Chi è come te, Signore, Dio
degli eserciti? Potente Signore, la tua fedeltà ti circonda.
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Ap 7, 2-4. 9-14 Nel giorno del
Signore, io, Giovanni, vidi salire dall’oriente
un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente.
E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali
era stato concesso di devastare la terra e il
mare: «Non devastate la terra né il mare né le
piante, finché non avremo impresso il sigillo
sulla fronte dei servi del nostro Dio». E udii
il numero di coloro che furono segnati con il
sigillo: centoquarantaquattromila segnati,
provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine
immensa, che nessuno poteva contare, di ogni
nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano
in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello,
avvolti in vesti candide, e tenevano rami di
palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce:
«La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto
sul trono, e all’Agnello». E tutti gli angeli
stavano attorno al trono e agli anziani e ai
quattro esseri viventi, e si inchinarono con la
faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio
dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione
di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio
nei secoli dei secoli. Amen». Uno degli anziani
allora si rivolse a me e disse: «Questi, che
sono vestiti di bianco, chi sono e da dove
vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo
sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla
grande tribolazione e che hanno lavato le loro
vesti, rendendole candide nel sangue
dell’Agnello».
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Rm 8, 28-39 Fratelli, noi
sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio,
per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno.
Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche
predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo,
perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi
che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha
chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato,
li ha anche glorificati. Che diremo dunque di queste cose? Se
Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha
risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti
noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà
accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che
giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto,
sta alla destra di Dio e intercede per noi! Chi ci separerà
dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la
persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Come
sta scritto: «Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno,
siamo considerati come pecore da macello». Ma in tutte queste
cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati.
Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né
principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né
profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci
dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.
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Mt
5, 1-12a In quel tempo. Vedendo le folle, il Signore Gesù salì sul monte:
si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare
e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il
regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame
e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i
perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi
quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di
male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è
la vostra ricompensa nei cieli». Mt 5, 1-12a Il messaggio
evangelico che in Matteo ha uno spiccato intento catechetico, una forte
esigenza teologico morale, volta alla progressiva elevazione spirituale dei
credenti, non dimentica, tuttavia, la concretezza storica: … vi
insulteranno, vi perseguiteranno… diranno ogni male di voi… é specchio della
reale situazione in cui si trova la giovane Chiesa con i suoi fedeli.
Essi, provenienti dal giudaismo, hanno alle spalle una guerra che ha portato
la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio; del resto, la nuova
comunità, non gradita ai Romani, é invisa anche a Israele. In tale
contesto, e con una fortissima spinta missionaria ed ecumenica, l’Evangelista
traccia come una sintesi del messaggio di salvezza: un itinerario
interiore e di concreto stile di vita che, pur nel dramma dell’esistenza,
anzi proprio perché in situazione penosa, conduce alla felicità di chi vede
Dio con occhi di figlio. Il “discorso della Montagna” inaugura la
predicazione di Gesù all’indomani della morte del Battista,…..andò ad
abitare… nel territorio di Zabulon e di Neftali, perché si adempisse quanto
fu scritto dal profeta Isaia: “Il popolo che giace nelle tenebre ha visto
una grande luce, per quanti dimorano nella tenebrosa regione di morte una
luce si è levata” (Mt 4,13-16). Da questo momento ha inizio l’annuncio del
regno di Dio, esso non è regolato dalla logica di questo mondo, ma da
principi che vi si oppongono e che lo stesso Signore enuncia come
“beatitudini”. Sì, le beatitudini, così, come i Vangeli le presentano sono
dei principi, non occasionali esperienze. Il discorso di Gesù è discorso
profetico: “allora aprì la sua bocca”, espressione che ricorre una sola volta
e, come nota Agostino, dà forte risalto all’insegnamento del Maestro.
Le beatitudini sono il cuore del messaggio di Gesù, per capirle bisogna
lasciar parlare il testo. Innanzitutto Gesù sale sulla montagna e
pronuncia il discorso circondato dai dodici e dalle folle: si tratta di una
folla venuta da ogni dove, persino dalla decapoli e da oltre il Giordano.
Il discorso, quindi, non è rivolto solo ai dodici o al popolo giudaico,
ma a tutti. Certo le beatitudini rimandano a Gesù. Ma quale significato
egli vi attribuì? Pensiamo di riassumere il suo pensiero in tre
affermazioni.
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |