
I Domenica di Avvento
DISCORSO ESCATOLOGICO
13 novembre 2022
Matteo 24, 1-31
Riferimenti : Is 51,
4-8 - Sal 49 - 2Ts 2, 1-14 |
Viene il nostro Dio, viene e si manifesta. Parla
il Signore, Dio degli dèi, convoca la terra da oriente a
occidente. Da Sion, bellezza perfetta, Dio risplende. Viene il
nostro Dio e non sta in silenzi davanti a lui un fuoco
divorante, intorno a lui si scatena la tempesta. Convoca il
cielo dall’alto e la terra per giudicare il suo popolo |
Is 51, 4-8 Così dice il Signore
Dio: «Ascoltatemi attenti, o mio popolo; o mia
nazione, porgetemi l’orecchio. Poiché da me
uscirà la legge, porrò il mio diritto come luce
dei popoli. La mia giustizia è vicina, si
manifesterà la mia salvezza; le mie braccia
governeranno i popoli. In me spereranno le
isole, avranno fiducia nel mio braccio. Alzate
al cielo i vostri occhi e guardate la terra di
sotto, poiché i cieli si dissolveranno come
fumo, la terra si logorerà come un vestito e i
suoi abitanti moriranno come larve. Ma la mia
salvezza durerà per sempre, la mia giustizia non
verrà distrutta. Ascoltatemi, esperti della
giustizia, popolo che porti nel cuore la mia
legge. Non temete l’insulto degli uomini, non vi
spaventate per i loro scherni; poiché le tarme
li roderanno come una veste e la tignola li
roderà come lana, ma la mia giustizia durerà per
sempre, la mia salvezza di generazione in
generazione». Isaia 51,4-8
Stiamo leggendo un testo (a partire dal cap. 49)
che sviluppa diversi aspetti della consolazione
che il Signore sa dare. Nella sua visione sul
futuro di Israele, Isaia incoraggia il popolo ad
ascoltare il Signore, almeno tre volte nell'arco
dei primi 8 versetti del capitolo 51:
"Ascoltatemi (v. 1), porgete orecchio (v. 4).
ascoltatemi (v. 7)". C'è un invito al popolo di
Israele a cercare il Signore, facendo memoria
della propria radice: si parla di roccia e si
parla di cava da cui viene presa la pietra per
costruire (v. 1). Dio è più grande di
qualunque Potenza e di qualunque essere umano.
Il Signore perciò manderà la sua salvezza e il
popolo si renderà conto di una nuova legge che
uscirà, garantita dal Signore stesso. A questo
punto tutte le nazioni scopriranno che da Dio e
dal suo popolo esce il diritto come luce per
tutti. La giustizia di Dio sarà forte, sarà
vicina e sarà vera. Il braccio di Dio
governerà i popoli, offrendo finalmente a tutte
le nazioni speranza e fiducia in colui che
comanda. E se il tempo logorerà il cielo e la
terra e la morte sembrerà che faccia da
padrona, la giustizia e la salvezza di Dio
dureranno per sempre. Solo la giustizia di Dio
dura sempre, e ciò avviene per ogni
generazione. Tuttavia, con i propri occhi, il
popolo d'Israele sta contemplando una realtà di
disorientamento e di esclusione. E quindi grida
al Signore di aver bisogno di Lui, della stessa
potenza con cui ha creato il mondo, della stessa
forza con cui ha liberato, in passato, i loro
padri nell'esodo, strappandoli all'Egitto. Il
popolo viene incoraggiato a continuare a credere
alla fede ed alla legge "che porta nel cuore",
anche se é schernito dagli uomini. Nel nostro
tempo si rifà pesante il clima di
individualismo che distorce la solidarietà,
deforma la legge che diventa, spesso, pretesto
per ingiustizie, separandola dalla giustizia, o
si elude la legge stessa riportando interessi e
danaro, potenza e potere come criteri di vita.
La mentalità corrente tende a diventare sempre
più mafiosa, quando il riferimento non è più
ciò che è giusto, ma ciò che mi interessa. In
tal caso, tuttavia, si generano criteri di
guerra e di oppressione che distruggono il cuore
più che non le mura o il tempio di Gerusalemme.
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2Ts 2, 1-14 Riguardo alla venuta
del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi
preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere
la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da
qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno
del Signore sia già presente. Nessuno vi inganni in alcun modo!
Prima infatti verrà l’apostasia e si rivelerà l’uomo
dell’iniquità, il figlio della perdizione, l’avversario, colui
che s’innalza sopra ogni essere chiamato e adorato come Dio,
fino a insediarsi nel tempio di Dio, pretendendo di essere Dio.
Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, io vi dicevo
queste cose? E ora voi sapete che cosa lo trattiene perché non
si manifesti se non nel suo tempo. Il mistero dell’iniquità è
già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo colui che
finora lo trattiene. Allora l’empio sarà rivelato e il Signore
Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo
annienterà con lo splendore della sua venuta. La venuta
dell’empio avverrà nella potenza di Satana, con ogni specie di
miracoli e segni e prodigi menzogneri e con tutte le seduzioni
dell’iniquità, a danno di quelli che vanno in rovina perché non
accolsero l’amore della verità per essere salvati. Dio perciò
manda loro una forza di seduzione, perché essi credano alla
menzogna e siano condannati tutti quelli che, invece di credere
alla verità, si sono compiaciuti nell’iniquità. Noi però
dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli amati dal
Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza,
per mezzo dello Spirito santificatore e della fede nella verità.
A questo egli vi ha chiamati mediante il nostro Vangelo, per
entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
Seconda lettera ai Tessalonicesi 2, 1-14 Nella seconda
lettera ai Tessalonicési Paolo inizia con il saluto e il
ringraziamento a Dio per la fermezza di fede dei destinatari e
assicura che l'aver perseverato nella fedeltà, nonostante le
fatiche, li porterà alla gioia eterna mentre chi avrà
rifiutato il Regno sarapunito dalla giustizia di Dio. A questo
punto pronuncia una duplice preghiera: il Signore vi renda degni
della sua chiamata e compia nei Tessalonicési l'opera iniziata
nella carità e nella fede. La preoccupazione di Paolo resta
sempre quella di un comportamento coerente da parte dei
"fratelli che lui ama". Quello che restituisce consapevolezza e
coraggio è la coscienza che il Signore è presente e che il
Signore viene. Paolo allora si sforza di offrire alcuni segni,
utilizzando espressioni già note nell'AT che riguardano
avvenimenti drammatici e catastrofici (Is 11,4; Ez 28,2;
Dn11,36). Di questo futuro prossimo o lontano, non si sa, se ne
parla in giro utilizzando linguaggi strani e fantasiosi.
Qualcuno ha addirittura immaginato di poter garantire le proprie
affermazioni con una lettera scritta da Paolo stesso,
pretendendo di affermare che il tempo della fine è ormai alle
porte. Per questo, dice Paolo, rifiutando con chiarezza ogni
comunicazione a lui attribuibile su questi problemi, si
preoccupa di firmare di suo pugno la lettera che sta inviando
(3,17). Prima della fine, dice Paolo, si verificherà il
rinnegamento della fede da parte di molti (apostasia); e
comparirà "l'uomo dell'iniquità", che si contrappone a Dio, ma
che qualcuno "lo trattiene". Tolto quest'ostacolo, esploderà
l'odio contro Cristo e i credenti in Gesù.
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Mt
24, 1-31 In quel tempo. Mentre il Signore Gesù, uscito dal tempio, se ne
andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le
costruzioni del tempio. Egli disse loro: «Non vedete tutte queste cose? In
verità io vi dico: non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sarà
distrutta». Al monte degli Ulivi poi, sedutosi, i discepoli gli si
avvicinarono e, in disparte, gli dissero: «Di’ a noi quando accadranno queste
cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo». Gesù
rispose loro: «Badate che nessuno vi inganni! Molti infatti verranno nel mio
nome, dicendo: “Io sono il Cristo”, e trarranno molti in inganno. E sentirete
di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi, perché deve
avvenire, ma non è ancora la fine. Si solleverà infatti nazione contro
nazione e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi:
ma tutto questo è solo l’inizio dei dolori. Allora vi abbandoneranno alla
tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del
mio nome. Molti ne resteranno scandalizzati, e si tradiranno e odieranno a
vicenda. Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare
dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti. Ma chi avrà perseverato fino
alla fine sarà salvato. Questo vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il
mondo, perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli; e allora verrà la
fine. [Quando dunque vedrete presente nel luogo santo l’abominio della
devastazione, di cui parlò il profeta Daniele – chi legge, comprenda –,
allora quelli che sono in Giudea fuggano sui monti, chi si trova sulla
terrazza non scenda a prendere le cose di casa sua, e chi si trova nel campo
non torni indietro a prendere il suo mantello. In quei giorni guai alle donne
incinte e a quelle che allattano! Pregate che la vostra fuga non accada
d’inverno o di sabato. Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale
non vi è mai stata dall’inizio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. E
se quei giorni non fossero abbreviati, nessuno si salverebbe; ma, grazie agli
eletti, quei giorni saranno abbreviati. Allora, se qualcuno vi dirà: “Ecco,
il Cristo è qui”, oppure: “È là”, non credeteci; perché sorgeranno falsi
cristi e falsi profeti e faranno grandi segni e miracoli, così da ingannare,
se possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l’ho predetto. Se dunque vi
diranno: “Ecco, è nel deserto”, non andateci; “Ecco, è in casa”, non
credeteci. Infatti, come la folgore viene da oriente e brilla fino a
occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Dovunque sia il
cadavere, lì si raduneranno gli avvoltoi.] Subito dopo la tribolazione di
quei giorni, “il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le
stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte”. Allora
comparirà in cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il
petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle
nubi del cielo con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli, con
una grande tromba, ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un
estremo all’altro dei cieli». Matteo 24, 1-31
II
Vangelo di Matteo di questa liturgia inizia il quinto discorso di Gesù (capp
24-25) secondo i criteri di Matteo (le parole di Gesù sono, infatti,
raggruppate in questo Vangelo in cinque lunghi insegnamenti, per un richiamo
alla "Legge" ebraica che veniva custodita nei primi cinque libri della
Bibbia). L'argomento fondamentale, in tale discorso, è la fine del mondo che
viene identificata con la venuta (parusia) del Figlio dell'uomo (Gesù
risorto). Viene utilizzato un particolare linguaggio detto "apocalittico",
usato in quel tempo per indicare fatti nuovi e sconvolgenti. Gesù abbandona
definitivamente il Tempio e la città santa per salire al monte degli Ulivi
proprio di fronte alla città ed al tempio che risplende sotto il sole come
il gioiello più prezioso e più sacro (v. l). E per il tempio i discepoli
mostrano l'orgoglio di essere parte di un popolo che ospita Dio ed è capace
di offrire una casa bella, degna di Dio. Ma il destino di questi luoghi sacri
è segnato: "Non resterà pietra su pietra". Gesù annuncia una conclusione
impressionante che sconvolge e crea, insieme, molta curiosità: "Quando la
distruzione? Quando la tua venuta? Quando la fine del mondo?" Nel v. 3 si
vede bene l'intreccio dei piani: si parla, da una parte, del crollo del
tempio, abbattuto dai romani nel 70 d.C. e consacrato con la "dedicazione
ebraica" al tempo di Erode il grande nel 18 a.C. Insieme, si riflette sulla
soluzione globale di tutta la storia del mondo. A Gesù chiedono il
"quando?", ma il maestro vuol fare superare la curiosità sul tempo. Non
offre date o appigli, ma vuol riportare la riflessione sul "come" si cammina
nella storia. Come affrontare l'attesa, il tempo presente che è l'unica
realtà concreta su cui si giocano la libertà di ciascuno e la presenza di
Dio? Egli sviluppa i segni della venuta, preannunciando ai discepoli
l'inganno di falsi profeti, le guerre, le tragedie della lotta fratricida, le
carestie e i terremoti. Tutta questa è la vita quotidiana e, nello stesso
tempo, la fatica prevista per la nascita di un mondo nuovo. L'inizio dei
dolori è come la sofferenza del parto (Gv 16,21). Alla sofferenza della
persecuzione si aggiungerà anche la fatica del conflitto nella Chiesa
stessa, a causa del raffreddamento dell'amore. Ma ogni credente è invitato
ad essere fedele a Gesù fino alla vittoria conclusiva poiché tale fedeltà
permetterà, cosi, di partecipare al trionfo con lui. In tutto questo
cataclisma si profilano però la grande gioia e la ricca vitalità del
"Vangelo del Regno". Esso sarà annunciato in tutto il mondo da una comunità
che non si lascerà sopraffare dalla paura e dal male. Quando il Signore
verrà, ci saranno cataclismi nel cielo (ma è un linguaggio da non prendere
alla lettera; lo si usa anche per parlare della caduta di Babilonia (Is
13,10) e del popolo di Edom (Is 34,4). Verrà il Figlio dell'uomo con il suo
segno. Potrà essere la croce che è stata lo strumento di morte e di
rifiuto, orgoglio di potere e segno di amore. E si scoprirà che nel progetto
di Dio la croce ha materializzato la fedeltà di Gesù al Padre mostrandola e
garantendola anche a noi. Egli ha vinto i criteri di potenza che si sono
sviluppati nella storia e ha trionfato sul mondo. Le immagini utilizzate,
oltre la croce, sono: il raduno e il suono della tromba (per gli ebrei
serviva come richiamo di chi comanda perché ha il potere di raccogliere). Il
Signore è potente e grande. Ha lasciato nel cuore dei discepoli il segreto
della sua potenza e della salvezza. Perciò bisogna valutare il
mondo, vivere attentamente nella linea di Gesù e "vegliando".
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |