
Dedicazione del Duomo di Milano, chiesa madre di tutti i fedeli
ambrosiani
15 ottobre 2023
Mt 21, 10-17
Riferimenti : Bar 3, 24-38 - 2Tm 2, 19-22 - Sal 86
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Di te si dicono cose gloriose, città di Dio! Sui
monti santi egli l’ha fondata; il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe. Iscriverò Raab e Babilonia
fra quelli che mi riconoscono; ecco Filistea, Tiro ed Etiopia:
là costui è nato. |
Bar 3, 24-38 O Israele, quanto è
grande la casa di Dio, quanto è esteso il luogo
del suo dominio! È grande e non ha fine, è alto
e non ha misura! Là nacquero i famosi giganti
dei tempi antichi, alti di statura, esperti
nella guerra; ma Dio non scelse costoro e non
diede loro la via della sapienza: perirono
perché non ebbero saggezza, perirono per la loro
indolenza. Chi è salito al cielo e l’ha presa e
l’ha fatta scendere dalle nubi? Chi ha
attraversato il mare e l’ha trovata e l’ha
comprata a prezzo d’oro puro? Nessuno conosce la
sua via, nessuno prende a cuore il suo sentiero.
Ma colui che sa tutto, la conosce e l’ha
scrutata con la sua intelligenza, colui che ha
formato la terra per sempre e l’ha riempita di
quadrupedi, colui che manda la luce ed essa
corre, l’ha chiamata, ed essa gli ha obbedito
con tremore. Le stelle hanno brillato nei loro
posti di guardia e hanno gioito; egli le ha
chiamate ed hanno risposto: «Eccoci!», e hanno
brillato di gioia per colui che le ha create.
Egli è il nostro Dio, e nessun altro può essere
confrontato con lui. Egli ha scoperto ogni via
della sapienza e l’ha data a Giacobbe, suo
servo, a Israele, suo amato. Per questo è
apparsa sulla terra e ha vissuto fra gli uomini.
Baruc 3, 24-38 Il profeta Baruc è
identificato con il segretario e biografo di
Geremia. Il testo del profeta Baruc, tuttavia, è
del I secolo a. C., attribuito al segretario di
Geremia del sec. VII/VI a. C. e ambientato
durante l'esilio a Babilonia: sec. VI a. C.
Anche se ha un linguaggio tipicamente ebraico, è
stato inizialmente scritto in greco. Ma per
questo motivo non è accettato né dalla
tradizione ebraica né dalla tradizione
protestante che segue il "canone" (elenco
ufficiale dei libri sacri) ebraico. Si decise
infatti a Jamnia, nel 90 d.C., che dovessero far
parte dell'elenco dei libri sacri ebraici solo
opere scritte originariamente in ebraico, anche
se, come questo libro, prima della decisione di
escluderlo dagli elenchi ufficiali, era letto
nelle sinagoghe ebraiche. Il tema
fondamentale è lo splendore della Sapienza di
Dio, capace di fare il mondo con prodigalità
poiché tutto è grande, spazioso, immenso. La sua
Sapienza è donata a chi Egli sceglie; non
interessa né è sufficiente che ci siano giganti
esperti nella guerra. La Sapienza è cosi alta
che solo Dio la conosce e da lei ha preso la
bellezza, lo splendore delle stelle, la varietà
e la fantastica molteplicità degli animali. Egli
la scruta con intelligenza, egli la possiede,
egli la dona al suo popolo (Giacobbe - Israele).
Di fatto ha scelto Israele come luogo di
Sapienza, offrendole la Legge (la Torà: i primi
cinque libri della Scrittura). Quando il
profeta parla, sviluppa una sua meditazione
sulle vicende che il popolo d'Israele ha vissuto
nella tragedia alcuni secoli prima: queste
costituiscono un paradigma del ritmo della
storia e dei rapporti con il Signore e vanno
capiti e ricordati. Il popolo ha abbandonato
Dio e perciò è stato rifiutato, lontano dalla
terra, in esilio a Babilonia. Ma il Signore non
l'ha dimenticato. Egli, che ha creato nella sua
magnificenza l'universo, ha amato la terra
d'Israele e l'ha conservata. Ai suoi ha mandato
la Parola dei profeti perché riportino la
Sapienza del Signore nella sua originalità e la
inseriscano nella vita del popolo.
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2Tm 2, 19-22 Carissimo, le
solide fondamenta gettate da Dio resistono e portano questo
sigillo: «Il Signore conosce quelli che sono suoi», e ancora:
«Si allontani dall’iniquità chiunque invoca il nome del
Signore». In una casa grande però non vi sono soltanto vasi
d’oro e d’argento, ma anche di legno e di argilla; alcuni per
usi nobili, altri per usi spregevoli. Chi si manterrà puro da
queste cose, sarà come un vaso nobile, santificato, utile al
padrone di casa, pronto per ogni opera buona. Sta’ lontano dalle
passioni della gioventù; cerca la giustizia, la fede, la carità,
la pace, insieme a quelli che invocano il Signore con cuore
puro. Seconda lettera di san Paolo apostolo a
Timoteo 2, 19-22 San Paolo si rifà all'usanza edilizia di
seppellire nelle fondamenta alcuni piccoli rotoli di pergamena
con delle frasi. La prima frase è teologica: messaggio di
dono e di gioia che viene da Dio e che fa un riferimento
significativo nell'episodio di Core che con i suoi si era
ribellato a Mosè. Così Dio non lo aveva più accolto (Numeri 16,5
ss). Infatti "il Signore conosce i suoi" e cioè elegge ed ama.
La comunità, in cui abitiamo, è scelta da Dio attraverso Gesù.
La seconda frase è morale e riguarda il comportamento: "Si
allontani dall'iniquità chiunque invoca il nome del Signore".
Infatti la comunità cristiana non vive di fatalismo o di
privilegio, ma approfondisce il messaggio di Gesù, compiendo
nella vita la propria operosità, lottando contro il male. Viene
poi una riflessione, a modo di parabola, sulla casa (che è la
comunità di Dio e dei cristiani) ove si constata la realtà e la
si registra senza legittimarla. Ci sono recipienti "per usi
vili" e altri "per usi nobili". Il far parte degli uni o degli
altri dipende dalle scelte e dalla volontà di giustizia di
ciascuno. S. Paolo suggerisce di lavorare con impegno perché
i fedeli continuino nella loro responsabilità senza lasciarsi
contaminare da eresie o falsità. "Sforzati, dice Paolo a
Timoteo, di essere sempre all'altezza di una grande dignità:
santificato, utile al padrone, pronto per ogni opera buona, ". E
sempre a Timoteo, giovane responsabile della comunità, S. Paolo
raccomanda la saggezza: "Fuggi le passioni giovanili", cercando
le virtù cristiane "insieme a coloro che invocano il nome del
Signore".
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Mt
21, 10-17 In quel tempo. Mentre il Signore Gesù entrava in Gerusalemme,
tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla
rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaredi Galilea». Gesù entrò nel
tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò
i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e disse loro:
«Sta scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera”. Voi invece ne
fate un covo di ladri». Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed
egli li guarì. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie
che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio
di Davide!», si sdegnarono, e gli dissero: «Non senti quello che dicono
costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto: “Dalla bocca di
bambini e di lattanti hai tratto per te una lode”?». Li lasciò, uscì fuori
dalla città, verso Betània, e là trascorse la notte.
Matteo
21, 10-17 Matteo ha raccontato, in precedenza, l'ingresso di Gesù in
Gerusalemme. Chi accompagna Gesù sono i pellegrini che vengono da fuori.
Anzi, visto che Gesù ha iniziato il suo cammino venendo dal Monte degli
ulivi, è probabile che lo accompagnino dei Galilei che, nel tempo di Pasqua,
durante il pellegrinaggio, usano accamparsi in quella zona. Gli abitanti di
Gerusalemme sono disorientati e il verbo che esprime questa reazione è lo
stesso che richiama il terremoto del tempo finale. È una città "presa da
agitazione" di fronte al profeta che arriva e che conclude la storia. La
folla risponde con una professione di fede in Gesù, profeta, mite e umile,
accreditato presso Dio. Gesù entra nel tempio e compie due tipi di gesti
che disorientano le persone. Prima di tutto, nell'atrio detto dei pagani, o
"Cortile dei gentili", trasformato in un mercato per la compravendita degli
animali per i sacrifici del culto e per la presenza dei cambiavalute,
rivendica il nuovo nome: "Il tempio è la casa di preghiera". Egli fa
riferimento al profeta Isaia (56,7): "La mia casa sarà chiamata casa di
preghiera per tutte le genti". Matteo ricorda solo la prima parte e dimentica
la seconda: "per tutte le genti", perché probabilmente, quando scrive, sa che
il tempio è stato distrutto prima che tutte le genti si potessero ivi
radunare. Così il raduno sarà nel nuovo tempio: in Gesù, e quindi nella
comunità cristiana. Per sé i cambiavalute e i venditori di animali offrono
un servizio ai pellegrini che desiderano compiere gesti di devozione e di
culto. Ma questo mercato, per sé legittimo, dà luogo ad abusi e a ruberie. In
più, toccare questo settore di commercio, probabilmente, intacca anche
interessi particolari della classe sacerdotale che aveva riconosciuta una
percentuale dai gesti di culto e dalle vendite. Cacciare dal tempio le
pecore e i buoi destinati al sacrificio può anche voler dire che ormai ci
sarà un sacrificio nuovo e unico: quello dell'offerta della morte di Gesù al
Padre. "Si avvicinarono i ciechi e gli zoppi nel tempio e li guarì"
(21,14). In 2 Samuele 5,7-8 un detto, che viene riferito da parte di Davide,
esclude che "i ciechi e gli zoppi possano entrare nella Casa". Da qui
l'abitudine a pensare che nel Tempio di Gerusalemme non potessero entrare
ciechi e zoppi e comunque infermi e pagani. Il fatto che Gesù guarisca nel
Tempio ricorda, a ciascuno, l'autorevolezza ancor più grande di quella di
Davide stesso e garantisce, nello stesso tempo che, per loro e per tutti, il
Tempio diventa il luogo della dignità e della novità. Si intravvede così
che Gesù, più grande di Davide, nelle offerte sacrificali, nel tempio stesso,
è il nuovo tempio che formula e propone il più profondo dialogo con Dio,
offrendo a ciascuno il vero volto del Padre. Il Tempio nuovo porta alla
consapevolezza di una dignità unica, alla grandezza della persona secondo il
progetto di Dio, alla novità del vedere e del camminare che è propria del
discepolo. Nella Chiesa perciò i segni del nuovo culto ("guarisce ciechi e
zoppi"), portato da Gesù, allenano a scoprire e a scegliere, a riflettere per
capire e a maturare per cercare. Non si può uscire, perciò, dalla chiesa
che è luogo d'incontro con l'amore di Gesù celebrato e accolto, senza aver
scoperto e condiviso, e quindi senza esserci messi in cammino perché il tempo
è nuovo. Così la fede in Gesù ci offre un orizzonte di santità e di
preghiera, in ogni momento della giornata. - Nasce il "culto spirituale"
(Rom 12,1 ss.), ma nasce il nuovo stile nella comunità credente che è
essenziale al dialogo con il Padre.
- Nasce la Chiesa che, essa
stessa, nella sua fragilità, ha bisogno, insieme, di essere purificata e
sempre richiamata alla grandezza del Dio Trinitario.
- Nasce il
bisogno di saper vedere ogni giorno i segni di Dio ed il coraggio di
accogliere le indicazioni di un cammino.
- Nascono anche alcune
domande di revisione. Tra le altre. E' corretto che accettiamo che chi vive
tra noi e lavora ed ha le stesse responsabilità e doveri e tasse come noi non
sia riconosciuto nei suoi diritti come italiano? E che i bambini, nati da
immigrati abitanti in Italia, non siano cittadini italiani? Ed è corretto che
approfittiamo di un lavoro nero delle persone che sono sprovviste di permesso
di soggiorno per ridurre i salari? Ed è corretto che facciamo discriminazione
delle persone senza discuterne seriamente le cause e senza chiarire i
condizionamenti a cui siamo soggetti (vedi la paura o il sospetto verso gli
stranieri)? Costruiamo una Chiesa degna dei valori e delle scelte di Gesù.
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |