
I Domenica dopo la Dedicazione
22 ottobre 2023
Lc 24, 44-49a
Riferimenti : At 10, 34-48 - Sal 95 - 1Cor 1, 17b-24 |
Annunciate a tutti i popoli le opere di Dio.
Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, uomini di
tutta la terra. Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza
In mezzo alle genti narrate la sua gloria, a tutti i popoli dite
le sue meraviglie. R Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza, date al Signore la gloria del
suo nome. |
At 10, 34-48 In quei giorni.
Pietro prese la parola e disse: «In verità sto
rendendomi conto che Dio non fa preferenze di
persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la
giustizia, a qualunque nazione appartenga.
Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli
d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù
Cristo: questi è il Signore di tutti. Voi sapete
ciò che è accaduto in tutta la Giudea,
cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo
predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in
Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il
quale passò beneficando e risanando tutti coloro
che stavano sotto il potere del diavolo, perché
Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte
le cose da lui compiute nella regione dei Giudei
e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo
a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo
giorno e volle che si manifestasse, non a tutto
il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a
noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo
la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato
di annunciare al popolo e di testimoniare che
egli è il giudice dei vivi e dei morti,
costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno
questa testimonianza: chiunque crede in lui
riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo
nome». Pietro stava ancora dicendo queste cose,
quando lo Spirito Santo discese sopra tutti
coloro che ascoltavano la Parola. E i fedeli
circoncisi, che erano venuti con Pietro, si
stupirono che anche sui pagani si fosse effuso
il dono dello Spirito Santo; li sentivano
infatti parlare in altre lingue e glorificare
Dio. Allora Pietro disse: «Chi può impedire che
siano battezzati nell’acqua questi che hanno
ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?». E ordinò
che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo.
Atti 10,34-48 Stiamo leggendo, negli Atti
degli Apostoli, il quinto intervento su otto,
pronunciato da Pietro a Cesarea in casa di
Cornelio, un centurione che coltiva profondo
rispetto per la religione d'Israele, a
somiglianza dell'altro centurione di Cafarnao,
ricordato da Luca (Lc7,1-10). Questa
testimonianza di Pietro è preziosa poiché
esprime la traccia di evangelizzazione che gli
apostoli e quindi la Comunità cristiana sviluppa
nel primo secolo. Qui la trama dei pensieri è
affidata a Pietro perché garantisca a tutte le
comunità la ricerca della verità su Gesù. "Mi
sto rendendo conto" e Pietro scopre che,
nonostante la convivenza di anni con Gesù, deve
approfondire egli stesso il messaggio cristiano
poiché, giorno per giorno, verificando
situazioni e incontri, capisce quanto sia
necessario misurarsi su ciò che avviene per
capire meglio Gesù. Bisogna, allora,
richiamarsi alla vita di Gesù, prima di tutto.
- Egli comincia dalla periferia (Galilea),
facendo del bene e curando coloro che sono
vittime del male poiché ha la forza di Dio (vv
37-38). Il fatto che venga da un paese
sconosciuto, Nazareth, non smentisce il valore
della sua presenza. Egli ha veramente operato ed
è verificabile. La fede cristiana si appoggia su
una persona, non su idee o ragionamenti e noi
siamo testimoni di un mondo che egli ha
cominciato a cambiare. Gli uomini non hanno
riconosciuto Gesù e lo hanno ucciso,
crocifiggendolo (v 39). - Ma Dio, quando
ormai tutto sembra compromesso e tutta la
vicenda di Gesù un inganno, sconvolge le leggi
della natura risuscitando il suo servo fedele (v
40). - Gesù, risuscitato, si è mostrato "a
noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo
la sua risurrezione dai morti" (41). Con questa
attenzione per i suoi e non per una risurrezione
visibile a tutti, ha voluto rispettare la
libertà di ciascuno ed ha chiesto che credere in
Lui si appoggi su un cammino di ricerca, di
fedeltà e di fiducia.
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1Cor 1, 17b-24 Fratelli, Cristo
mi ha mandato ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di
parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo. La parola
della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma
per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio. Sta
scritto infatti: «Distruggerò la sapienza dei sapienti e
annullerò l’intelligenza degli intelligenti». Dov’è il sapiente?
Dov’è il dotto? Dov’è il sottile ragionatore di questo mondo?
Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poiché
infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua
sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i
credenti con la stoltezza della predicazione. Mentre i Giudei
chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo
Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i
pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci,
Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio.
1Corinti 1,17b-24 Il retroterra di questo testo va ritrovato
nella esperienza di Paolo ad Atene. Non avendo ancora fatto i
conti, fino in fondo, con la novità cristiana in ambiente
pagano, sprovveduto di metodo, andando tra i greci, Paolo
ritiene di ingolosirli del messaggio di Gesù, introducendo la
presentazione della fede cristiana con suggestioni retoriche,
con esemplificazioni filosofiche, con intuizioni religiose
comuni a tutti gli uomini. Il discorso di Paolo ad Atene (At
17,22-31) è un capolavoro di presentazione della novità
cristiana alla cultura greca. Ma Paolo non ha ancora misurato
fino in fondo quanto sia esplosivo il messaggio di Gesù e come
sia problematica la sua accettazione. Certamente Gesù è centrale
nella proposta di Paolo, ma la sua presentazione deve essere
sembrata come l'incontro di un testimone coraggioso e generoso
che dà la vita per un messaggio od una idea religiosa. Alla fine
tutta la sua introduzione sul cristianesimo si sfarina in una
risata ed uno scuotimento di testa dei suoi ascoltatori: "Quando
sentirono parlare di risurrezione dai morti, alcuni lo
deridevano, altri dicevano: "Su questo ti sentiremo un'altra
volta" (At 17,32). Paolo ricorda bene come arrivò a Corinto e
ripete alla sua comunità di Corinto le stesse considerazioni che
aveva fatto ripensando alla sua esperienza ateniese. Egli
continua a riaffermare il suo atteggiamento a loro noto.
Umile, aderente all'esperienza sconcertante della vita di Gesù,
senza la pretesa di raddolcire il messaggio, cerca di far
conoscere il Vangelo come "vera e gioiosa nuova notizia: Cristo
mi ha mandato ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di
parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo "(v. 17).
E se i giudei chiedono segni miracolosi che confermino Gesù come
Messia, e i pagani chiedono la sapienza dei ragionamenti che
possano convincere, noi, dice Paolo, sappiamo che è necessario
diventare discepoli di Cristo crocifisso. Egli è il Messia
atteso che, passando attraverso la passione e la morte, viene
risuscitato da Dio. Ora questo segno divino non è sufficiente
per i giudei e non convince l'intelligenza dei pagani, scandalo
per i primi, in quanto non era previsto che il Messia atteso
morisse, stoltezza per i secondi, perché: "Si è mai visto uno
risorgere dai morti?".
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VANGELO
Lc 24, 44-49a In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Sono queste le parole
che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le
cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora
aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta
scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo
nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei
peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco,
io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso».
Luca 24,44-49a Siamo alla conclusione del vangelo di
Luca. Colpisce la frase: "Allora aprì loro la mente per comprendere le
Scritture". Perché anche oggi, anche noi, per comprendere le Scritture,
dobbiamo aprire la mente. La Parola di Dio non dà una comprensione
automatica: occorre un'apertura. Un'apertura della mente. La mente non è
lo spirito, non è la ragione, non è il sapere. La mente è l'intelligenza,
con la quale ci si introduce a intuire, carpire il "senso" della Parola
contenuta nelle Scritture. C'è un verbo greco (suniénai) che indica
pienamente questo significato: il concentrare (sùn) tutte le proprie capacità
interiori, la memoria, il cuore, le emozioni e i sentimenti, la lucidità e la
semplicità del percepire e del vibrare, per avviarsi verso l'interno della
parola scritta, appunto per coglierne il significato. E' Gesù, con il suo
Spirito, che apre la mente a questa intelligenza delle Scritture: bisogna
allora accostarsi ad esse primariamente non puntando sulle nostre bravure
intellettuali e razionalistiche, ma affidandoci ad una preghiera che ci
consenta di essere disponibili completamente a dove ci vuole condurre.
Un'altra sottolineatura è sul contenuto della testimonianza (di questo voi
siete testimoni): la misericordia e il perdono. Dio non è un padrone
temibile o un giudice autoritario, ma è ricco di amore e di misericordia e
vuole che gli uomini, sue creature, suoi figli e figlie, siano felici.
Gesù non è entrato nella storia e nell'umanità per condannare, ma per
salvare, cioè per dare vita e vitalità. E' questo che va annunciato e
proclamato a voce altissima. A tutti. A partire da quelli che incrociamo
ogni giorno.
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |