I Domenica dopo il martirio di san Giovanni il precursore
3 settembre 2023
 Lc 9, 7-11
Riferiemnti : Is 65, 13-19 - Sal 32 - Ef 5, 6-14
Nel Signore gioisce il nostro cuore. Esultate, o giusti, nel Signore; per gli uomini retti è bella la lode. Lodate il Signore con la cetra, con l’arpa a dieci corde a lui cantate. Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità. Il Signore guarda dal cielo: egli vede tutti gli uomini.

Is 65, 13-19
Così dice il Signore Dio: «Ecco, i miei servi mangeranno e voi avrete fame; ecco, i miei servi berranno e voi avrete sete; ecco, i miei servi gioiranno e voi resterete delusi; ecco, i miei servi giubileranno per la gioia del cuore, voi griderete per il dolore del cuore, urlerete per lo spirito affranto. Lascerete il vostro nome come imprecazione fra i miei eletti: “Così ti faccia morire il Signore Dio”. Ma i miei servi saranno chiamati con un altro nome. Chi vorrà essere benedetto nella terra, vorrà esserlo per il Dio fedele; chi vorrà giurare nella terra, giurerà per il Dio fedele, perché saranno dimenticate le tribolazioni antiche, saranno occultate ai miei occhi. Ecco, infatti, io creo nuovi cieli e nuova terra; non si ricorderà più il passato, non verrà più in mente, poiché si godrà e si gioirà sempre di quello che sto per creare, poiché creo Gerusalemme per la gioia, e il suo popolo per il gaudio. Io esulterò di Gerusalemme, godrò del mio popolo. Non si udranno più in essa voci di pianto, grida di angoscia».

Isaia 65, 13-19
Se il capitolo 64, precedente a quello che stiamo in parte leggendo, racchiude una grande preghiera penitenziale, rivolta al Dio di Israele, questo successivo capitolo (65) si presenta con due sezioni, divise a loro volta in due parti, e ripropone come un grande giudizio. Esso si svilupperà nella storia a cui Dio mette mano e in cui la misericordia di Dio e la sua amicizia per i giusti si esprimerànno con pienezza.
Si parla inizialmente del destino dei ribelli e si stabilisce un confronto con i servi di Dio rispetto a coloro che lo hanno abbandonato (vv 1-12); nella seconda parte, che leggiamo oggi, nei primi versetti, si apre l'orizzonte sulla sorte dei giusti e dei ribelli per concludere nella descrizione del destino dei giusti.
La sorte dei fedeli e dei ribelli è presentata in una serie di quattro contrapposizioni (versetti 13-14) a cui segue la sentenza definitiva dei rispettivi destini (versetti 15-16 a). Le quattro contrapposizioni, "sulla fame, sulla sete, sulla gioia del successo e sulla contentezza del cuore", iniziano tutte con: "Ecco i miei servi". Nel versetto 15 c'è il richiamo al destino definitivo che suonerà come imprecazione di morte. Ai servi del Signore, invece, è promesso un nome diverso nel quale si esprimerà l'inizio della nuova era, caratterizzata dalla salvezza di Dio.
Il nome di Dio garantirà la benedizione, l'accordo è pieno, la fedeltà della parola sarà senza ambiguità, il ricordo di una vita che aveva superato la paura e l'angoscia del male sarà dimenticato, diventando solo memoria di benedizione. "Si invocherà la benedizione del Signore e si giurerà nel nome del Dio fedele". La promessa della salvezza futura si compirà (vv 18-19).



 Ef 5, 6-14
Fratelli, nessuno vi inganni con parole vuote: per queste cose infatti l’ira di Dio viene sopra coloro che gli disobbediscono. Non abbiate quindi niente in comune con loro. Un tempo infatti eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. Di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto: «Svégliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà».

Efesini 5, 6-14
Il mondo ebraico è molto sensibile alle contrapposizioni, ed ha ripensato con stupore alle albe nell'orizzonte di Gerusalemme. Il sole, che sorge ad oriente, fa fuggire le tenebre verso occidente. Ed i cristiani, che sono figli della luce, sfuggono ogni ambiguità, il male, la malignità che vengono svelati mentre si sviluppano "bontà, giustizia e verità".
"Eravate tenebre, ora siete luce del Signore". Siete la luce, dice, e non solo "siete nella luce". Perciò, come logica conseguenza, "camminate come figli della luce".
Generati dalla luce, immagine di Dio luce, figli di Dio e figli della luce, noi viviamo il tempo dell'incontro, della familiarità intima di Dio.
Con la luce cresce il frutto (v.9) e con le tenebre sorgono le opere infruttuose (v.11).
La luce richiama la trasparenza e la visibilità, le tenebre richiamano vergogna e fatti innominabili, avvenuti nel segreto, probabilmente conosciuti dai destinatari di questa pagina di cui, però, si vuole mantenere il segreto.
Tutto il testo porta il richiamo del battesimo (n.14) ed è squisitamente pasquale il riferimento alla luce, al comportamento nella luce, ai frutti della luce. Ma il battesimo sorregge la ricerca di una reinterpretazione della realtà: "Cercate di capire ciò che è gradito al Signore" (v.10) dove la luce di Cristo è filtrata



  VANGELO Lc 9, 7-11
In quel tempo. Il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elia», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo. Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò in disparte, verso una città chiamata Betsàida. Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Luca 9, 7-11
Bianco e nero, luce e ombra, Cristo ed Erode, sazietà e fame, vecchio e nuovo: siamo davanti ai contrasti, agli estremismi senza sfumature, alle delimitazioni nitide, senza confusioni. È avvenuto qualcosa che ha obbligato alla decisione.
Giovanni Battista è venuto a parlare: è stato preciso nell'annuncio, preciso nella predicazione, preciso nell'accusa di Erode. È stato ucciso per questo. Ma la sua morte ha obbligato alla scelta.
Luca parla di Erode e di Cristo.
- Erode può tutto sui suoi sudditi nella sua grandezza di tetrarca assoluto, eppure non trova Gesù. E' agitato nella paura e nell'incertezza. Ritiene di avere potere assoluto anche su Cristo, potere di vita e di morte come su Giovanni Battista, eppure non lo trova e non lo conosce. Luca prepara l'incontro tra Erode e Gesù nella passione, a Gerusalemme (Lc 23,8-12). Erode non scoprìrà niente e resterà sconcertato dal silenzio del profeta. Eppure, ciascuno a suo modo, Giovanni il Battista e Gesù avevano lanciato un altissimo messaggio. Erode non seppe far altro che insultare: "farsi beffe di lui e mettergli addosso una splendida veste", il segno della ricchezza stolta che vuol coprire il male nel fasto.
- Gli apostoli sono stati mandati da Gesù come per un apprendistato e hanno moltiplicato la fama di Gesù e il suo messaggio: ora, ritornano. Lo trovano senza sforzo poiché hanno portato Dio agli uomini nella loro prima missione. Essi hanno scelto Dio. Perciò Cristo da loro si fa vedere, si fa capire, anzi, con loro si ferma, richiama, li apparta per farli riposare, per parlare loro del regno di Dio e per riempirli di gioia. Gesù, quando è chiamato con speranza e fiducia, ci si fa vicino, ci incontra perché si possa essere con lui in sintonia, perché si accettano le scelte del regno.
- Gesù è incontrato dai dodici ed è incontrato dalle folle che hanno bisogno di lui, sia per sentirlo sia per essere liberati dal male.

Credo
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.
Amen.