 Domenica dell’Incarnazione
21 dicembre 2025
Luca 1, 26-38a
Riferimenti:Is 62, 10 – 63, 3b - Sal 71 - Fil 4, 4-9 |
| Rallègrati, popolo santo; viene il tuo
Salvatore. Le montagne portino pace al popolo e le colline
giustizia. Ai poveri del popolo renda giustizia, salvi i figli
del misero e abbatta l’oppressore. |
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Is 62, 10 – 63, 3b In quei
giorni. Isaia disse: «Passate, passate per le
porte, sgombrate la via al popolo, spianate,
spianate la strada, liberatela dalle pietre,
innalzate un vessillo per i popoli». Ecco ciò
che il Signore fa sentire all’estremità della
terra: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, arriva
il tuo salvatore; ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede”. Li chiameranno
“Popolo santo”, “Redenti del Signore”. E tu
sarai chiamata Ricercata, “Città non
abbandonata”». «Chi è costui che viene da Edom,
da Bosra con le vesti tinte di rosso, splendido
nella sua veste, che avanza nella pienezza della
sua forza?». «Sono io, che parlo con giustizia,
e sono grande nel salvare». «Perché rossa è la
tua veste e i tuoi abiti come quelli di chi
pigia nel torchio?». «Nel tino ho pigiato da
solo e del mio popolo nessuno era con me».
Isaia 62, 10 - 63, 3b Tutto il capitolo 62 è
il canto dello sposo e della sposa. Lo sposo è
il Signore mentre la sposa è Gerusalemme. Il
profeta vede rifiorire la sua città e ne
interpreta la sua forza e la sua bellezza come
il dono di Dio. "Sarai una magnifica corona
nella mano del Signore, un diadema regale nella
palma del tuo Dio" (Is 62,3). "Nessuno ti
chiamerà più Abbandonata, e la tua terra
Devastata, perché sarai Mia Gioia, terra
Sposata. Il Signore troverà in te la sua delizia
e la tua terra avrà uno sposo" (62,4). Nel
linguaggio biblico il matrimonio è il massimo
dell'accoglienza, è la garanzia di diventare
preziosa agli occhi dello sposo, è la pienezza
della propria vocazione di donna che è amata e
desiderata. Tutto il capitolo rilegge il
rinascere di Gerusalemme come l'essere della
presenza e della benevolenza di Dio. Gerusalemme
è il suo popolo, più che una struttura muraria.
E la sposa è la comunità d'Israele che ritorna.
E' il "popolo santo", costituito dai "redenti
del signore" e perciò è il "popolo ricercato e
non abbandonato". E' un popolo che cresce, che
continua a bussare alle porte della città.
"Sulle tue mura, Gerusalemme, ho posto
sentinelle; per tutto il giorno e tutta la notte
non taceranno mai"(62,6) perché gli eletti del
Signore continueranno ad entrare. E chi è già
arrivato deve preoccuparsi di accogliere:
"Passate, passate per le porte, sgombrate la via
al popolo, spianate, spianate la strada,
liberatela dalle pietre, innalzate un vessillo
per i popoli" (62,10).

Nazareth , Basilica dell'annunciazione |
Fil 4, 4-9 Fratelli, siate
sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra
amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non
angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a
Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e
ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza,
custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. In
conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile,
quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile,
quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode,
questo sia oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete
imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in
pratica. E il Dio della pace sarà con voi!
Filippesi 4, 4-9 Paolo ha una forte simpatia per la comunità
dei Filippesi e scrive loro, attorno al 57 d.C., fidandosi delle
buone basi che ha posto nel suo secondo viaggio missionario
(49-52 d. C.). Probabilmente è prigioniero ad Efeso, dopo una
rivolta degli argentieri perché, a causa del successo della
nuova predicazione di Paolo, era calato lo smercio dei tempietti
in argento della dea Artemide, molto venerata ad Efeso (Atti 19,
23-41). Ricordando il suo soggiorno in questa città, Paolo parla
di una permanenza "tra lacrime e tribolazioni" (Atti 20,19).
Egli, che pure sente vicina la morte, garantisce di provare
gioia e chiede di condividerla con lui. "Ma, anche se io devo
essere versato sul sacrificio e sull'offerta della vostra fede,
sono contento e ne godo con tutti voi. Allo stesso modo, anche
voi godetene e rallegratevi con me". (2,17-18). Il testo si
suddivide in tre parti: - "Siate sempre lieti" e il motivo
non va trovato nelle soluzioni dei problemi diversi e molteplici
che Paolo affronta e la stessa comunità sente di doversi
accollare. Il motivo sta nella vicinanza con il Signore. Egli
sostiene e garantisce la nostra debolezza ma ci rende anche
forti e capaci di operare secondo la volontà del Padre. (4,4-5).
Paolo ha già delineato, prima, lo stile del credente:
"Comportatevi dunque in modo degno...: state saldi in un solo
spirito e unanimi per la fede del Vangelo, senza lasciarvi
intimidire in nulla dagli avversari" (1,27-28). Ma
l'atteggiamento è quello della gentilezza, della magnanimità,
della affidabilità, forti e consapevoli senza tentennamenti. Per
Paolo la gioia ha il compito di aprire al mondo una
testimonianza rivelatrice dei valori più alti del Signore.
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Luca 1, 26-38a In quel
tempo. L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea,
chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di
Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei,
disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole
ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo.
L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà
grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il
trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il
suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà
questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo
scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra.
Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco,
Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio
e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile
a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me
secondo la tua parola». Luca 1, 26-38a Luca racconta
l'inizio dell'avventura dell'umanità che accoglie il suo Signore, ospite
umano tra gli umani, realtà attesa e sconcertante, presenza assolutamente
inimmaginabile che Dio ha strutturato passo passo, compagno di strada di ogni
uomo ed ogni donna. E' atteso da secoli uno mandato da Dio, liberatore e
consolatore di un piccolo popolo che ha accolto il messaggio di speranza, ma
che, lungo i secoli, ha sopportato sconfitte e sottomissioni. Eppure la
speranza e la garanzia ci sono. Luca racconta l'incontro tra l'angelo
Gabriele e la Madonna, e i pittori ci hanno abituato a vedere dei personaggi
precisi: un angelo con le ali e Maria. Ma quello che è avvenuto viene
raccontato con schemi e linguaggi propri dell'Antico Testamento. Tutto il
racconto non può essere letto come cronaca, ma come racconto teologico. In
particolare Maria è presentata come l'Arca dell'Alleanza, luogo della
presenza di Dio nel suo popolo nel deserto. Per questo il messaggio
pronunciato dice che "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza
dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà
santo e sarà chiamato Figlio di Dio" (v 35). E tutto il racconto è costruito
in un contesto inusuale di povertà e di disagio: non c'è nulla di glorioso,
di regale, di fastoso degno di grandezza. L'evangelista non vuole risponde
agli interrogativi che ci sorgono ma vuole presentare Gesù ai suoi
contemporanei, garantendo che è avvenuto per la forza di Dio. Il paese di
Nazareth è sconosciuto nella Bibbia perché insignificante; e tuttavia qui
avviene l'inizio della presenza del Figlio di Dio tra noi. Nazareth è in
Galilea, una regione infedele e semipagana, lontana dalla pratica della
Giudea. Maria, "l'eccelsa, elevata in alto" è detta vergine. Ma per il mondo
ebraico la verginità è apprezzata solo prima del matrimonio, ma una donna
sempre vergine, e quindi senza figli, è un disonore.
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |