I I Domenica di Avvento
16 novembre 2025
Mt 24, 1-31
Riferimenti:Is 51,4-8 - Sal 49 - 2T2, 1-14
Viene il nostro Dio, viene e si manifesta. Parla il Signore, Dio degli dèi, convoca la terra da oriente a occidente. Da Sion, bellezza perfetta, Dio risplende.

Is 51,4-8
Dio: «Ascoltatemi attenti, o mio popolo; o mia nazione, porgetemi l’orecchio. Poiché da me uscirà la legge, porrò il mio diritto come luce dei popoli. La mia giustizia è vicina, si manifesterà la mia salvezza; le mie braccia governeranno i popoli. In me spereranno le isole, avranno fiducia nel mio braccio. Alzate al cielo i vostri occhi e guardate la terra di sotto, poiché i cieli si dissolveranno come fumo, la terra si logorerà come un vestito e i suoi abitanti moriranno come larve. Ma la mia salvezza durerà per sempre, la mia giustizia non verrà distrutta. Ascoltatemi, esperti della giustizia, popolo che porti nel cuore la mia legge. Non temete l’insulto degli uomini, non vi spaventate per i loro scherni; poiché le tarme li roderanno come una veste e la tignola li roderà come lana, ma la mia giustizia durerà per sempre, la mia salvezza di generazione in generazione».

Is 51,4-8
Il Signore vuole finalmente riconsegnare la speranza al suo popolo, deportato in Babilonia, e un profeta anonimo scrive splendidi testi (dal cap 40 al cap 55) per incoraggiare ad una speranza nuova e ad una rivoluzione nel mondo delle sudditanze. Questa opera che è stata compresa sotto il titolo del profeta Isaia, che è vissuto nel sec. VIII e scritta da uno sconosciuto che normalmente viene chiamato "secondo Isaia" (che riferisce ai deportati speranze di liberazione nel sec.VI). Questa parte di Isaia è chiamato "il libro della consolazione". In vari testi annuncia la liberazione e la salvezza d'Israele, come il Signore ha garantito nella sua Alleanza. Addirittura, novità per il popolo ebraico, lo sguardo si allarga a tutti i popoli: essi faranno parte dell'opera di salvezza mentre diventeranno popoli che riconosceranno un Dio solo. Le parole ricorrenti (vv4-5) sono: legge, diritto, giustizia, le realtà più desiderate da popoli sottomessi, a lungo sognate. C'è l'invito a guardare al mondo reale che circonda ciascuno: cielo e terra sembrano realtà perenni, eppure l'esperienza ha rivelato più volte la fragilità delle cose in cui viviamo: le cose si lacerano, si consumano, si polverizzano: è l'esperienza che il tempo e le catastrofi fanno fare a chi sa osservare.
Perfino i popoli vincitori "periranno come mosche". Il popolo viene incoraggiato a continuare a credere alla fede ed alla legge "che porta nel cuore", anche se è schernito dagli uomini. Da qui l'invito a non spaventarsi degli insulti, degli scherni, delle sottomissioni che i propri vincitori pretendono. Nessuna potenza resisterà, poiché il tempo riserva il lavorio delle tignole e delle tarme alla forza, agli eserciti, al potere. Questa riflessione porta alla forza di non scoraggiarsi di fronte al potere che è comunque temporaneo mentre la giustizia di Dio durerà per sempre. Viene così suggerita la ferma decisione di mantenere una propria fedeltà alla Parola del Signore ed ai valori che egli esprime nel tempo. E' una presenza che resiste come resisteranno le scelte di responsabilità che il popolo avrà fatto.
Il nostro tempo deve riprendere questa fiducia nelle scelte di attenzione verso un mondo che lotta e ha bisogno di ristrutturarsi: visibilmente vanno rinsaldate le realtà di coesione e di coerenza su cui giocarsi il proprio tempo e le proprie forze.

2T2, 1-14
Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente. Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti verrà l’apostasia e si rivelerà l’uomo dell’iniquità, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra ogni essere chiamato e adorato come Dio, fino a insediarsi nel tempio di Dio, pretendendo di essere Dio. Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, io vi dicevo queste cose? E ora voi sapete che cosa lo trattiene perché non si manifesti se non nel suo tempo. Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo colui che finora lo trattiene. Allora l’empio sarà rivelato e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà con lo splendore della sua venuta. La venuta dell’empio avverrà nella potenza di Satana, con ogni specie di miracoli e segni e prodigi menzogneri e con tutte le seduzioni dell’iniquità, a danno di quelli che vanno in rovina perché non accolsero l’amore della verità per essere salvati. Dio perciò manda loro una forza di seduzione, perché essi credano alla menzogna e siano condannati tutti quelli che, invece di credere alla verità, si sono compiaciuti nell’iniquità. Noi però dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, per mezzo dello Spirito santificatore e della fede nella verità. A questo egli vi ha chiamati mediante il nostro Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo. Amen

2 Tessalonicesi 2,1-14
Paolo è frastornato dalle chiacchiere che sono sorte nella sua antica comunità di Tessalonica per i timori sulla fine del mondo. Si parla di avvenimenti, personaggi e prospettive che spaventano e questi problemi sono calcati e colorati a forti tinte, quasi anticipando i film horror, per suggestionare la sensibilità ma anche la fragilità delle persone. E' comunque vero che in ogni età voci allarmate sorgono e si scontrano sul futuro del mondo. Ai tempi di Paolo addirittura giurano che Paolo stesso si sia compromesso in alcune rivelazioni. Quando l'apostolo lo viene a sapere, si preoccupa e si arrabbia nello stesso tempo e decide questa seconda lettera. Spiega e insieme garantisce che le proprie lettere saranno autenticate personalmente, di volta in volta, rifiutando le chiacchiere religiose che possono diventare pericolose.
Ma, detto questo, Paolo parla di un "mistero di iniquità". Prima della fine, dice Paolo, si verificherà il rinnegamento della fede da parte di molti (apostasia); e comparirà "l'uomo dell'iniquità", che si contrappone a Dio, ma che qualcuno "lo trattiene". Tolto quest'ostacolo, esploderà l'odio contro Cristo e i credenti in Gesù. Si fanno riferimenti che, con tutta probabilità, sono noti ai cristiani a cui scrive Paolo, anche perché ne deve aver parlato nell'insegnamento che ha dato loro e a tale insegnamento si riferisce.
L'apostasia è l'allontanamento da Cristo e dalla fede. E' una immagine ricorrente, uno dei segni della fine. In più vi si unisce l'immagine del "figlio della perdizione" che si innalza fino a sedersi sul trono di Dio che è il tempio di Gerusalemme. Come spesso avviene, il riferimento si ritrova nel Primo Testamento, quando si richiamano le gesta e la lotta antireligiosa di Antioco Epifane che profana il tempio (Dn11,36) nel II secolo a.C., a cui si contrappone la lotta partigiana degli ebrei, legata alla famiglia dei Maccabei e che risulta, dopo anni di persecuzione e lotta, vincente.
Ma a noi risulta comunque oscuro questo linguaggio, che sorge dalla volontà di voler conoscere della gente e dalla rarefazione del linguaggio di Gesù che non ha voluto assolutamente bloccare la sua comunità su problemi di preveggenza sul futuro. Gesù aveva voluto rimarcare che il tempo, la potenza e la stabilità non sono eterni, ma destinati ad accartocciarsi come i cieli. Ci sarà certamente il tempo di Satana e coloro che non sono rimasti fedeli a Gesù saranno sedotti dalla predicazione


Mt 24, 1-31
In quel tempo. Mentre il Signore Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. Egli disse loro: «Non vedete tutte queste cose? In verità io vi dico: non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sarà distrutta». Al monte degli Ulivi poi, sedutosi, i discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: «Di’ a noi quando accadranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo». Gesù rispose loro: «Badate che nessuno vi inganni! Molti infatti verranno nel mio nome, dicendo: “Io sono il Cristo”, e trarranno molti in inganno. E sentirete di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi, perché deve avvenire, ma non è ancora la fine. Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi: ma tutto questo è solo l’inizio dei dolori. Allora vi abbandoneranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. Molti ne resteranno scandalizzati, e si tradiranno e odieranno a vicenda. Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Questo vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il mondo, perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli; e allora verrà la fine. [Quando dunque vedrete presente nel luogo santo l’abominio della devastazione, di cui parlò il profeta Daniele – chi legge, comprenda –, allora quelli che sono in Giudea fuggano sui monti, chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere le cose di casa sua, e chi si trova nel campo non torni indietro a prendere il suo mantello. In quei giorni guai alle donne incinte e a quelle che allattano! Pregate che la vostra fuga non accada d’inverno o di sabato. Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale non vi è mai stata dall’inizio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. E se quei giorni non fossero abbreviati, nessuno si salverebbe; ma, grazie agli eletti, quei giorni saranno abbreviati. Allora, se qualcuno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui”, Oppure “È là”, non credeteci; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi segni e miracoli, così da ingannare, se possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l’ho predetto. Se dunque vi diranno: “Ecco, è nel deserto”, non andateci; “Ecco, è in casa”, non credeteci. Infatti, come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Dovunque sia il cadavere, lì si raduneranno gli avvoltoi.] Subito dopo la tribolazione di quei giorni, “il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte”. Allora comparirà in cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli, con una grande tromba, ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all’altro dei cieli».
Mt 24,1-31
Gesù sta avviandosi alla fine e si rende conto che ormai, attorno a lui, si stanno chiudendo le strade di vita poiché incombe la morte vicina. Egli non fugge, ma desidera delineare il significato del tempo e della storia per la sua comunità che vivrà nel mondo con responsabilità, continuando la sua opera.
Così Matteo, nel suo Vangelo, ci consegna il quinto discorso di Gesù (capp 24-25), detto ai discepoli, che traccia come tre tappe:
a. I segni della venuta di Gesù (24,4-35),
b. l'insicurezza del tempo e la vigilanza (24,36- 25,30),
c. La venuta del Figlio dell'uomo e il giudizio delle genti (25,31-46).
Con il Vangelo di oggi iniziamo a leggere la prima parte.
La Comunità cristiana deve porre come prima attenzione nel tempo il diffidare dei falsi profeti poiché deformano le scelte, intorbidano la fedeltà, fanno smarrire la strada e disorientano nelle attese, affastellando di desideri e di illusioni il cammino quotidiano (vv4-5). Ci saranno segni cosmici, sociali e politici ma non sono definitivi, sono solo "il principio dei dolori", fanno parte della vita e non sono fuori del disegno di Dio. Ci saranno, insieme, sofferenze, le tragedie della lotta fratricida, l'odio da parte di chi sta vicino e non ci accetta più, perseguitandoci. Insieme con la diffidenza e la persecuzione, i falsi maestri diffonderanno malevolenza, menzogne per indurre a disprezzare ciò che viene fatto con responsabilità. Regneranno l'inganno e la diffidenza, ci si scandalizzerà per un mondo di odio, infido e inospitale. Tutta questa è la vita quotidiana ma, nello stesso tempo, c'è la fatica prevista per la nascita di un mondo nuovo. L'inizio dei dolori è come la sofferenza del parto (Gv 16,21). All'angoscia della persecuzione si aggiungerà anche la fatica del conflitto nella Chiesa stessa, a causa del raffreddamento dell'amore. Ma sarà ancora possibile mantenere la fedeltà e ci saranno coloro che restano fedeli. Da loro avverranno segni di speranza e "la testimonianza nel mondo". La grande tribolazione, da Matteo, è ricordata attraverso l'esperienza della tragedia, avvenuta negli anni 70 d.C. per la conquista dell'esercito romano della Giudea e di Gerusalemme. Il tempio è stato ancora profanato, come ai tempio di Antioco Epifane (167 a.C.). Si ricordano tempi di rivolta atroci che Matteo deve aver visto se non vissuti, mentre i fanatici di Gerusalemme, in tutti i modi, hanno voluto mantenere le loro posizioni di rifiuto contro ogni tentativo di pace; alla fine tutto è stato travolto. Tornano alla memoria le parole di Ezechiele sulla Gerusalemme del sec VI, quando è stata travolta: "La spada all'esterno, la peste e la fame di dentro: chi è in campagna perirà di spada, chi è in città sarà divorato dalla fame e dalla peste"(7.15-16) e si ripetono i ricordi delle grandi distruzioni di Samaria e di Babilonia stessa, oltre quella di Gerusalemme.

Credo
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.
Amen.