XIII Domenica dopo Pentecoste
18 agosto 2024
VANGELO Lc 7, 1b-10
Riferimenti : Rm 10, 16-20 - Sal 105 - 2 Cr 36, 17c-23
Renderò grazie, Signore, al tuo santo nome. Molte volte li aveva liberati, eppure si ostinarono nei loro progetti e furono abbattuti per le loro colpe; ma egli vide la loro angustia, quando udì il loro grido. R

2 Cr 36, 17c-23
In quei giorni. Il Signore consegnò ogni cosa nelle mani del re dei Caldei. Quegli portò a Babilonia tutti gli oggetti del tempio di Dio, grandi e piccoli, i tesori del tempio del Signore e i tesori del re e dei suoi ufficiali. Quindi incendiarono il tempio del Signore, demolirono le mura di Gerusalemme e diedero alle fiamme tutti i suoi palazzi e distrussero tutti i suoi oggetti preziosi. Il re deportò a Babilonia gli scampati alla spada, che divennero schiavi suoi e dei suoi figli fino all’avvento del regno persiano, attuandosi così la parola del Signore per bocca di Geremia: «Finché la terra non abbia scontato i suoi sabati, essa riposerà per tutto il tempo della desolazione fino al compiersi di settanta anni». Nell’anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola del Signore pronunciata per bocca di Geremia, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto: «Così dice Ciro, re di Persia: “Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il Signore, suo Dio, sia con lui e salga!”».

Rm 10, 16-20
Fratelli, non tutti hanno obbedito al Vangelo. Lo dice Isaia: «Signore, chi ha creduto dopo averci ascoltato?». Dunque, la fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo. Ora io dico: forse non hanno udito? Tutt’altro: «Per tutta la terra è corsa la loro voce, e fino agli estremi confini del mondo le loro parole». E dico ancora: forse Israele non ha compreso? Per primo Mosè dice: «Io vi renderò gelosi di una nazione che nazione non è; susciterò il vostro sdegno contro una nazione senza intelligenza». Isaia poi arriva fino a dire: «Sono stato trovato da quelli che non mi cercavano, mi sono manifestato a quelli che non chiedevano di me».


VANGELO Lc 7, 1b-10
In quel tempo. Il Signore Gesù entrò in Cafàrnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

Luca riporta il racconto della guarigione del servo del centurione dopo le beatitudini e il comandamento dell'amore. Non basta conoscere le Scritture, osservare la legge e invocare "Signore, Signore", bisogna praticare le opere con amore e semplicità mente e di cuore. Da qui scaturisce la fede.

Il centurione romano è un 'piccolo del Regno': il suo sguardo sul servo e su Gesù è illuminato dall'amore e dall'umiltà. Anche i giudei che fanno da mediatori tra lui e Gesù ne parlano come di un uomo buono: "Egli merita che tu gli faccia questa grazia, perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruire la sinagoga." Egli è degno perché ama a fatti!

A questo elogio fa riscontro l'umiltà e la fede del centurione che mentre prega il Signore Gesù attraverso gli amici giudei per il suo servo, intona una delle più belle professioni di fede nella efficacia della Sua Parola: "Io non sono degno... ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito." La potenza della Parola di Gesù opera anche in Sua assenza! Il centurione sa che quando si ha in cuore l'amore, le opere che ne derivano sono cariche di amore. Ecco la sua fede operosa.

Credo
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.
Amen.