
V Domenica di Avvento 10 dicembre
2023
Gv1,19-27°.
15c.27b-28 La voce
Riferimenti : Is 11, 1-10
Sal 97 Ebrei 7, 14-17. 22. 25
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Vieni, Signore, a giudicare il mondo. Cantate
inni al Signore con la cetra, con la cetra e al suono di
strumenti a corde; on le trombe e al suono del corno acclamate
davanti al re, il Signore. R Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti. I fiumi battano le mani, esultino
insieme le montagne. |
Is 11, 1-10
In quei giorni. Isaia disse: «Un germoglio spunterà
dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici.
Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza
e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di
conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del
Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà
decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri
e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Percuoterà
il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle
sue labbra ucciderà l’empio. La giustizia sarà fascia dei suoi
lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi. Il lupo dimorerà
insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al
capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un
piccolo fanciullo li guiderà. La mucca e l’orsa pascoleranno
insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si
ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla
buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del
serpente velenoso. Non agiranno più iniquamente né
saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la conoscenza
del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare.
In quel giorno avverrà che la radice di Iesse sarà un vessillo
per i popoli. Le nazioni la cercheranno con ansia.
La sua dimora sarà gloriosa».
Isaia 11,1-10: il germoglio che salva Il
profeta Isaia sente insieme la povertà del suo popolo che si è
sviluppata sempre più e la pietà per questo disfacimento palese.
Questo popolo era nello splendore e nella potenza al tempo di
Davide che germogliò come un virgulto da una radice povera e
sconosciuta, il pastore di Betlemme Iesse, ed era diventata
forte come i cedri del Libano. Ma ormai sono venuti i boscaioli
ed hanno tagliato, bruciato, aggredito questo grande popolo
benedetto da Dio un tempo, ma ora lasciato in balia del male che
aggredisce e che corrode per il peccato di abbandono di Dio e
per il rifiuto della sua legge. Ma mentre lo scoraggiamento
serpeggia di fronte agli attacchi delle grandi potenze come
quella degli Assiri (siamo nel tempo della espansione di questi
eserciti di invasori e razziatori che travolgono tutto e che
sottometteranno il regno del Nord: le 10 tribù d'Israele nel 721
a.C.), Il profeta sente il suo compito che riceve da Dio con
urgenza e impegno: il popolo deve essere aiutato alla speranza.
E' la responsabilità che ogni fedele, amico di Dio, deve vivere
con fiducia. "Se sei fedele a Dio devi portare speranza ai
fratelli ed alle sorelle". E Isaia incoraggia il suo popolo del
Sud: la Giudea e Gerusalemme, tracciando l'identità di un nuovo
re, nel "libro dell'Emanuele" (parte iniziale del libro). C'è
il profilo della vita nuova: il capitolo 7 ne annuncia il
concepimento, il c.9 ne canta la nascita regale, il c.11 ne
descrive il regno. E dal ceppo ormai sterile e abbandonato, da
quelle radici nasce un virgulto e sarà ricco delle Spirito del
Signore. E' lo Spirito ricordato 4 volte per indicare
l'universalità, l'abbondanza e la pienezza che nascono dai
quattro punti cardinali della terra e spira come all'inizio
della creazione (Gn1,2). La potenza del Signore lo arricchirà di
doni, elencati in tre coppie che si richiamano ai doni dei
Grandi del popolo: - sapienza e intelligenza (doni a
Salomone), - consiglio e fortezza (doni a Davide), -
conoscenza e timore del Signore (conoscenza e rispetto di Dio
come la ricchezza di fede dei patriarchi).
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Ebrei 7, 14-17. 22. 25 Fratelli,
è noto che il Signore nostro è germogliato dalla tribù di Giuda,
e di essa Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio. Ciò
risulta ancora più evidente dal momento che sorge, a somiglianza
di Melchìsedek, un sacerdote differente, il quale non è
diventato tale secondo una legge prescritta dagli uomini, ma per
la potenza di una vita indistruttibile. Gli è resa infatti
questa testimonianza: «Tu sei sacerdote per sempre secondo
l’ordine di Melchìsedek». Per questo Gesù è diventato garante di
un’alleanza migliore. Perciò può salvare perfettamente quelli
che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre
vivo per intercedere a loro favore.
Ebrei
7, 14-17. 22. 25 il Sommo Sacerdote che intercede Nel
mondo degli ebrei convertiti ritorna la nostalgia del mondo
sacerdotale che serviva il tempio nel fasto di grandi liturgie
di offerte, sacrifici, presenze significative e personaggi
famosi. Non ultimo, manca, a questi ebrei convertiti, la
soddisfazione di poter offrire a Dio costosi animali. L'offerta
restituiva la soddisfazione di essere graditi a Dio e di fare
qualcosa per Lui. Tanto da meritare il suo intervento. Nel
Nuovo Testamento, solo nella lettera agli Ebrei di parla di
sacerdozio per limitarsi al "Sommo sacerdote" che è Gesù, e in
relazione della sua morte in croce e la sua Pasqua. Per i
ministri della Comunità cristiana si usano altri nomi che
vengono dal mondo laico greco: "episcopi, presbiteri e diaconi".
Con il secolo terzo si inizia a chiamare sacerdote il "vescovo"
e solo più tardi si usa la parola "sacerdote" anche per i
presbiteri. Anzi si arriva a ritenere equivalenti il sacerdozio
ed il presbiterato. Ordinati con il sacramento dell'Ordine, i
sacerdoti nella Comunità cristiana si dedicano con il loro
ministero ad un particolare servizio a Cristo ed alla Chiesa.
Questa lettera confronta l'antico sacerdozio levitico del
tempio, fatto di uomini peccatori e il perfetto e unico
sacerdozio di Cristo. Tale sacerdozio di Gesù non si misura,
dice l'autore, con il sacerdozio levitico, ma con la figura di
Melchisedek, re di Salem (Gerusalemme), citato in due passi
biblici: Gen14,17-20 e Salmo 110,4. Gen14,17-20: "Quando Abram
fu di ritorno, dopo la sconfitta di Chedorlaòmer e dei re che
erano con lui, Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino: era
sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole:
«Benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della
terra, e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano
i tuoi nemici». Ed egli (Abramo) diede a lui la decima di
tutto".
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Gv1,19-27
In quel tempo. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli
inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?».
Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli
chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il
profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare
una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?».
Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via
del Signore, come disse il profeta Isaia». Quelli che erano stati inviati
venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu
battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose
loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete,
colui che viene dopo di me, ed era prima di me: a lui io non sono degno di
slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del
Giordano, dove Giovanni stava battezzando. Gv1,19-27°.
15c.27b-28 La voce Una domanda si rincorre nella 1ª parte del Vangelo di
oggi: "Tu, chi sei?". "Chi sei, dunque?". "Che cosa dici di te stesso?". È
una domanda rivolta a Giovanni, il Battista; questo personaggio umile e
gigantesco che annuncia il Messia nel quadro di una giustizia da recuperare e
di una dignità umana disprezzata nelle pieghe della corruzione e
dell'indifferenza dilaganti. È necessaria una conversione radicale, un
modo diverso e autentico di pensare a Dio e l'umanità. Ci vuole una
preparazione ad accogliere Gesù che si presenterà nel modo più impensabile
come manifestazione di Dio. Ma è una domanda rivolta anche a ciascuno di
noi: "Tu, chi sei? Che cosa dici di te stesso?". E ci troviamo impreparati a
rispondere: è un invito a guardarci dentro senza veli e senza risposte
preconfezionate, lasciandoci svelare da lui e ricondurre alla condizione di
figli amati, di persone chiamate a salvezza. Salvezza da noi stessi e da
quanto ci fa scivolare nell'ombra della morte. Sarebbe bello poter dire
anche noi di essere "voce", cioè capaci di comunicare qualcosa di importante
e di vero, desiderosi di aprire e di spianare le vie del Signore. Di far
nascere relazioni vive. Un'altra riflessione riguarda l'ultima parte di
questo Vangelo, dove viene detto: "In mezzo a voi sta uno che non conoscete",
che ci rimanda alla constatazione che normalmente non ci accorgiamo del
Signore che sta in mezzo a noi e che perciò non dobbiamo mai smettere di
cercarlo e di lasciarci condurre là dove abita per capire che l'incontro con
Lui è irripetibile e incancellabile, nonostante tutte le nostre defezioni e
allontanamenti. "In mezzo a voi sta uno che non conoscete"; uno che sarà,
che è Colui che libera, che cammina con noi, che non ci abbandona e che
desidera salvarci sempre e consolarci.
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |