
II Domenica dopo l’Epifania
14 gennaio 2024
Gv 2, 1-11
Riferimenti : Is 25, 6-10a - Sal 71 - Col 2, 1-10a |
Benedetto il Signore, Dio d’Israele, egli solo
compie meraviglie. Il Signore libererà il misero che invoca e
il povero che non trova aiuto. Abbia pietà del debole e del
misero e salvi la vita dei miseri. R Il suo nome duri in eterno,
davanti al sole germogli il suo nome. In lui siano benedette
tutte le stirpi della terra e tutte le genti lo dicano beato.
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Is 25, 6-10a In quei giorni.
Isaia disse: «Preparerà il Signore degli
eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un
banchetto di grasse vivande, un banchetto di
vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini
raffinati. Egli strapperà su questo monte il
velo che copriva la faccia di tutti i popoli e
la coltre distesa su tutte le nazioni. Eliminerà
la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà
le lacrime su ogni volto, l’ignominia del suo
popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché
il Signore ha parlato. E si dirà in quel giorno:
“Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato
perché ci salvasse. Questi è il Signore in cui
abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la
sua salvezza, poiché la mano del Signore si
poserà su questo monte”». Isaia
25, 6-10a Agli occhi ed alla immaginazione
del mondo ebraico, povero per il proprio lavoro
di agricoltore e di pastore, i racconti e gli
annunci di grandi banchetti erano l'apertura di
un sogno splendido, ancor più prezioso se fatto
da un re dopo una vittoria. In quel caso non si
badava a spese e, se tutti erano invitati, il
progetto diventava enorme e splendido. Qui i
profeta annuncia che addirittura sarà il Signore
che preparerà un banchetto a Gerusalemme e gli
invitati saranno tutti i popoli. Un popolo,
abituato a mangiare, si e no, una volta al
giorno e cibi usuali della cucina povera, sente
e gioisce poiché Gerusalemme diventa il centro
della pace. Sono finite le guerre poiché tutti i
popoli, nessuno escluso, sono invitati. E
garante è Dio stesso. C'è pure un menù
raffinato e i rabbini si sbizzarrivano nel
raccontare che, nella Bibbia, si parla di un
mostro marino chiamato Leviatan, ucciso da Dio e
dato in pasto al popolo che abitava nel deserto
(Sal 74,14); si concludeva che il piatto forte
fosse la carne di questo pesce favoloso. E' per
questo che, in Israele, ancor oggi, nella cena
del venerdì sera, che dà inizio al sabato, si è
soliti mangiare pesce per ricordare la cena
preparata dal Signore della liberazione. Ma, in
questo banchetto, aperto a tutti i popoli, cadrà
il velo che è sulla faccia di tutti i popoli e
vedranno finalmente il Signore e saranno
asciugate le lacrime. Egli eliminerà la morte
per sempre. Riprendendo e ampliando
concezioni universaliste già diffuse presso i
profeti anteriori, l'autore descrive l'afflusso
dei popoli a Gerusalemme come ad un immenso
banchetto. A partire da questo testo, l'idea di
un banchetto messianico è diventata corrente nel
giudaismo e si ritrova anche nel Vangelo (Mt
22,2-10: il pranzo di nozze per il matrimonio
del figlio del re, il rifiuto dei primi invitati
provoca la ricerca e l'accoglienza di tutti i
poveri, ma tutti debbono avere l'abito da
cerimonia, tra l'altro regalato, altrimenti si è
cacciati fuori. Anche Luca (14,14.16-24) ricorda
una parabola simile. Al banchetto i primi
invitati trovano scuse per non accettare ed essi
sono sostituiti dai poveri).
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Col 2, 1-10a Fratelli, voglio che
sappiate quale dura lotta devo sostenere per voi, per quelli di
Laodicèa e per tutti quelli che non mi hanno mai visto di
persona, perché i loro cuori vengano consolati. E così,
intimamente uniti nell’amore, essi siano arricchiti di una piena
intelligenza per conoscere il mistero di Dio, che è Cristo: in
lui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della
conoscenza. Dico questo perché nessuno vi inganni con argomenti
seducenti: infatti, anche se sono lontano con il corpo, sono
però tra voi con lo spirito e gioisco vedendo la vostra condotta
ordinata e la saldezza della vostra fede in Cristo. Come dunque
avete accolto Cristo Gesù, il Signore, in lui camminate,
radicati e costruiti su di lui, saldi nella fede come vi è stato
insegnato, sovrabbondando nel rendimento di grazie. Fate
attenzione che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia
e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli
elementi del mondo e non secondo Cristo. È in lui che abita
corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi
partecipate della pienezza di lui. Colossesi 2,
1-10a L'apostolo Paolo si sente profondamente responsabile a
riguardo delle comunità che stanno sorgendo sia attraverso la
sua presenza personale in varie cittadine e sia attraverso il
suo lavoro con i discepoli che poi continuano o addirittura
iniziano una evangelizzazione in diverse parti del Medio
Oriente. Paolo infatti non è stato nella città di Colossi o di
Laodicea, né ha fondato queste comunità, e tuttavia è
preoccupato per le notizie che gli fa giungere Epafra, un
collaboratore che sembra essere stato il fondatore di queste
piccole chiese. Poco prima Paolo ha affermato, in questa
lettera: "Io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e
do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella
mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa" (1,24). E di
queste sofferenze ritroviamo, qui stesso, i richiami (2,1),
quando parla di "dura lotta che debbo sostenere per voi". Le
lettere di Paolo sono cariche di preoccupazioni, timori,
sofferenze per le difficoltà che si sviluppano nelle comunità
che conosce. Ma se Paolo sa che la sua sofferenza non aggiunge
nulla alla sofferenza di Cristo, conosce tuttavia che è
necessaria per condurre a termine il suo itinerario apostolico,
la sua maturazione che chiama «compimento a ciò che, dei
patimenti di Cristo, manca nella mia carne». Egli verifica in sé
quella sofferenza che riproduce quella di Cristo, nel suo modo
di vivere e di soffrire, necessario per essere disponibile per
l'annuncio del Vangelo e per la Chiesa. Paolo infatti vuole
sottolineare l'autorità che Dio gli ha dato, il contenuto del
messaggio (il mistero di Cristo), il suo impegno personale
(lotta e sofferenza) a favore delle comunità ed anche dei
destinatari che non lo hanno conosciuto (2,1). Infatti "di essa
(la Chiesa) sono diventato ministro, secondo la missione
affidatami da Dio verso di voi, di portare a compimento la
parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni,
ma ora manifestato ai suoi santi" (1,25-26). E quindi Paolo, con
chiarezza e risoluzione, sente e decide di portare, in sé, a
compimento, le sofferenze redentrici per la Chiesa attraverso il
suo itinerario apostolico. "Per questo mi affatico e lotto, con
la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza"
(1,29).
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Gv
2, 1-11 In quel tempo. Vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era
la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E
Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua
madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei
anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna
da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le
anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene
e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come
ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il
quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano
preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino
buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu
invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea,
fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi
discepoli credettero in lui. Giovanni 2, 1-11 E' la terza
manifestazione (dopo l'Epifania) del volto di Dio attraverso Gesù. Qui siamo
in un clima di festa, di gioia, di gratuità, di superfluo. Di quel "di più"
che rende appagata e appetibile la vita, che la fa traboccare sul piano del
contribuire ad una felicità. Infatti una festa di nozze è ricca di
promesse, di speranze, di vita: per questo tutto deve svolgersi ed essere nel
modo migliore. E il vino rappresenta l'esuberanza della festa, la
possibilità che tutto diventi danza, piacere di stare insieme, desiderio
appagato. Ed è sempre l'occhio di una donna a vigilare che tutto scorra
senza intoppi, la sua iniziativa (nonostante la risposta frettolosa e
-sembrerebbe- urtante del Figlio) che supera addirittura l'attesa, anche se
non sospetta l'incredibile che avverrà. Ma ci sono anche collaboratori, di
solito non considerati. Ci pensate alla fatica di riempire d'acqua (dal
pozzo) alle giare, recipienti di pietra pesanti? Sono sei e contengono
ciascuna da 80 a 120 litri. Quindi è tutto un andirivieni dal pozzo al
banchetto, silenzioso ma alacre per eseguire l'ordine un po' strano di Gesù:
"Riempitele fino all'orlo". E poi lo stupore per il vino che si ritrovano a
portare all'assaggio del direttore della mensa, e la gioia per essere stati
attori di questo primo "segno" di Gesù. Ci vuole proprio la prontezza di
rispondere senza replicare, ma aprendo subito, al "fate quello che vi dirà".
È la consapevolezza che Gesù non si ritrae mai, anche se non concede molto
alle parole, quando c'è da eliminare un turbamento, o da sottolineare che ci
vuole un superfluo, un di più per creare gioia e festa vera, condivisa, che
non va assolutamente trascurata, tanto meno disprezzata.
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |