Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe
28 gennaio 2024
Lc 2, 41-52
Riferimenti : Is 45, 14-17 - Sal 83 - Eb 2, 11-17
Beato chi abita la tua casa, Signore. L’anima mia anela e desidera gli atri del Signore. Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente. R Anche il passero trova una casa e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio

Is 45, 14-17
Così dice il Signore: «Le ricchezze d’Egitto e le merci dell’Etiopia e i Sebei dall’alta statura passeranno a te, saranno tuoi; ti seguiranno in catene, si prostreranno davanti a te, ti diranno supplicanti: “Solo in te è Dio; non ce n’è altri, non esistono altri dèi”». Veramente tu sei un Dio nascosto, Dio d’Israele, salvatore. Saranno confusi e svergognati quanti s’infuriano contro di lui; se ne andranno con vergogna quelli che fabbricano idoli. Israele sarà salvato dal Signore con salvezza eterna. Non sarete confusi né svergognati nei secoli, per sempre.

Is 45,14-17
Colui che parla è il profeta che è rimasto a incoraggiare e sostenere il popolo di Dio nell'esilio (gli esegeti gli danno il nome di Secondo Isaia). Egli fa intravedere la speranza del ritorno e, insieme, garantisce che i popoli della terra, con le loro ricchezze, si convertiranno al Signore. Vengono ricordati i popoli del sud: Egitto, Etiopia, Arabia. Si parla dei paesi più lontani conosciuti, che verranno scambiati con Israele ed offerti a Ciro che si profila all'orizzonte come vincitore e come liberatore (44,28). Le genti portano spontaneamente le loro ricchezze e, per qualche verso, sono persino considerate sottomesse e impegnate a pagare un tributo. In realtà questi popoli si sentiranno sottomessi al Signore religiosamente.
Proprio quel Dio che ha oscurato la sua protezione e, per qualche tempo, non si è mostrato protettore (e la storia d'Israele denuncia momenti drammatici: la sconfitta, la deportazione senza prospettiva), proprio quel "Dio nascosto", ad un tratto, fa parlare un profeta per garantire una restaurazione splendida e meravigliosa: Gerusalemme ridiventerà il centro dell'universo. Il testo continua ricordando il racconto della creazione e descrive la sapienza di Dio che si è espressa nel plasmare il mondo (45,18ss). Il popolo ha perciò il compito di mantenere desta questa fiducia e questa fedeltà. E la famiglia, nella coscienza d'Israele, è la cellula viva del popolo che custodisce le promesse di Dio, educa i figli alla Legge del Signore e deve affrontare i tempi della storia con la stessa speranza nel Signore. Quando c'è benessere, bisogna vivere con responsabilità e rispettare la Legge del Signore che egli ha consegnato come frutto della sua attenzione al vivere del suo popolo. Quando ci sono tempi di difficoltà e di fatica, tanto che ci sentiamo abbandonati, va ripresa con chiarezza e coraggio la propria responsabilità nell'operare, sapendo con convinzione che il Signore è "solo nascosto", ma vivo e presente.
La nostra esperienza educativa in famiglia ci obbliga a temperare e maturare il proprio rapporto educativo a secondo dell'età dei propri figli.



SACRA FAMIGLIA
Eb 2, 11-17
Fratelli, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo: «Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, in mezzo all’assemblea canterò le tue lodi»; e ancora: «Io metterò la mia fiducia in lui»; e inoltre: «Eccomi, io e i figli che Dio mi ha dato». Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.


Ebrei 2,11-17
Ci troviamo in rapporto pieno e ricco con il programma di Dio che Egli vuole sviluppare con noi: Egli ha scelto di aver bisogno di Gesù per condurci nella gloria. Ci introduce così nella consapevolezza della Passione di Gesù che Egli ha accolto con libertà e con amore, e ci garantisce che, per questo enorme atto di amore e di ubbidienza, il Figlio si è introdotto nel trionfo sovrano e totale sul mondo. In questo stesso trionfo Gesù vuole condurre noi: la sua passione è stata la strada per la sua e nostra gloria. In tal modo Gesù diventa guida e capo dei fedeli. Egli ci vuole condurre poiché sente tutti gli uomini legati a lui con una parentela unica e totale: figli di Dio e quindi fratelli. In tal modo la solidarietà diventa indispensabile per poter reggere questo rapporto con tutti gli uomini e offrire al Padre la conclusione di una salvezza e di una novità per tutti. Nei secoli della storia passata e nei secoli della storia futura non si sarebbe mai attuata né si attuerà una salvezza, se non ci fossero stati questo dialogo e questa offerta tra Padre e Figlio.
Il Popolo di Dio, che Gesù ha fondato, conosce questo mistero ed ne è custode: esso accetta di camminare nella storia come il popolo che segue Gesù, figlio glorioso del Padre, primogenito dell'umanità creata dal Padre e santificata mediante l'amore di Gesù.
Tutti veniamo da uno solo: cioè da Dio che è Padre di tutti, di Cristo e degli uomini, benché in maniera diversa: Gesù è il Santificatore, è il sacerdote che apre la via al santuario celeste, che permette di conoscere Dio attraverso la sua presenza nel mondo e la sua Parola che ci è stata lasciata come tesoro indistruttibile. Cristo è il Verbo che abita la Trinità; egli è l'Unigenito, inviato tra noi e che ha iniziato la sua opera di santificazione che sviluppa nel mondo e che continua attraverso la Chiesa e la fedeltà dei credenti. Essi si sentono fratelli di Gesù, dell'Unigenito, conoscono la sua missione e lo aiutano visibilmente: essi sentono di dover riscoprire i grandi valori che già ciascuno ha nel mondo e che sono stati offerti dal Padre, nella creazione, a tutti.
Noi, credenti, abbiamo l'esempio e quindi la responsabilità della sequela di Gesù che allarga e garantisce la presenza e l'amore per tutti. Unito a noi "nella carne e nel sangue", e quindi nella fragilità della nostra umanità, ha avuto l'enorme dono di compiere una offerta di infinita grandezza, affidandosi al Padre in pienezza nella sua passione. In essa siamo santificati anche noi e quindi siamo lievito per il mondo, luce e garanzia poiché siamo legati a Gesù in una fraternità indissolubile che il Padre ha voluto e ci riconosce.


Lc 2, 41-52
In quel tempo. I genitori del Signore Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
Lc2,41-52
La liturgia ambrosiana celebra oggi la famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe.
Veramente, secondo la tradizione ebraica, si dovrebbe dire la famiglia di Giuseppe, Maria e Gesù, ma qui se ne vuole sottolineare la particolarità.
Ed è particolare davvero il testo del Vangelo, perché, più che sottolineare la famiglia, vuole mettere in evidenza l'autonomia di Gesù. Al di là della struttura pasquale del testo, mi sembra interessante oltre ad altre considerazioni, la conclusione in cui si dice che Gesù "cresceva in sapienza, età e grazia,".
Nel racconto di Luca Gesù ragazzo -al tempio- ha già chiara la consapevolezza del suo rapporto con il Padre e della sua missione, ma questa consapevolezza è sottoposta alla crescita, come avviene per ogni ragazzo, una crescita sotto tutti gli aspetti. Gesù "cresceva", cioè assimilava le cose, imparando e scoprendo, esattamente come ogni persona cresce per diventare pienamente capace di umanità e portatrice della sua dignità di uomo.
E mentre Maria e Giuseppe non comprendono (difficile è comprendere quanto sia necessaria e connaturata alla dignità umana la presa di coscienza di un'autonomia da conseguire ), Gesù torna con loro a Nazareth dove rimane per trent'anni, vivendo una vita ed un lavoro uguale a quello di tutti, come a sottolineare che la vera umanità è quella che condivide la stessa situazione di tutti senza prevaricare in eccentricità, ma imparando l'umiltà dell'obbedienza e l'obbedienza dalla scelta di obbedire, e dimostrando la povertà nella rinuncia a contesti eccezionali e nella semplicità di intessere, là dove si è, relazioni interpersonali autentiche.
Ecco oggi, più che celebrare la famiglia (Gesù non la celebra mai), dovremmo richiamare e mettere al centro l'importanza della persona che cresce in umanità, dignità e autonomia..

Credo
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.
Amen.