
Epifania del Signore
6 gennaio 2024
Mt 2, 1-12
Riferimento : Is 60, 1-6 - Sal 71 - Tt 2, 11 – 3, 2 |
Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della
terra. O Dio, affida al re il tuo diritto, al figlio di re la
tua giustizia; egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia e i
tuoi poveri secondo il diritto. R Nei suoi giorni fiorisca il
giusto e abbondi la pace, finché non si spenga la luna. E dòmini
da mare a mare,dal fiume sino ai confini della terra. |
Is 60, 1-6 In quei giorni. Isaia
disse: «Àlzati, rivestiti di luce, perché viene
la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra
di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la
terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di
te risplende il Signore, la sua gloria appare su
di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re
allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi
intorno e guarda: tutti costoro si sono
radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da
lontano, le tue figlie sono portate in braccio.
Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e
si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza
del mare si riverserà su di te, verrà a te la
ricchezza delle genti. Uno stuolo di cammelli ti
invaderà, dromedari di Madian e di Efa, tutti
verranno da Saba, portando oro e incenso e
proclamando le glorie del Signore».
Isaia 60, 1-6 Il testo di Isaia è un brano
tratto dai suoi ultimi dieci capitoli (56-66) in
cui sono descritti il ritorno in Gerusalemme e
la ricostituzione del popolo, liberato dopo
l'esilio di Babilonia (587-538 a.C.).
Gerusalemme qui è la grande città di Davide,
luogo della presenza del Signore, rifatta segno
della protezione di Dio che ama il suo popolo.
Di fatto, Gerusalemme sarà finalmente irradiata
dalla luce, ritroverà i suoi figli e accoglierà
una folla di stranieri (sono ricordato i luoghi
pagani di provenienza: Madian, Efa', Saba,
Tarsis, Arabia, le isole. "Il re di Tarsis e le
isole offriranno doni, i re di Arabia e di Saba
portano i loro tributi" Salmo 72,10). Gli
abitanti di Gerusalemme restano sempre stupiti
delle aurore e dei tramonti sulla città poiché,
collocata sul monte Sion. Mentre in basso con
ritardo, in mattinata, si diradano nebbia e
foschia, in cima splende il sole e illumina il
tempio. Questo effetto luminoso ha affascinato
anche i discepoli di Gesù e provoca ammirazione
(Mt 24,1). - I tesori del mare provengono
dall'ovest, con le navi fenicie o greche; le
ricchezze dell'oriente e d'Egitto giungono con
le carovane attraverso i deserti di Siria e del
Sinai. Madian, Efa e Saba sono popoli
dell'Arabia (cf.45,14;Gen 25,1-4). Gli stuoli di
cammelli e di dromedari erano stati l'incubo
delle distruzioni. Ora sono i segni della
ricchezza e della speranza. Le allusioni ai
tesori dell'oriente e la prospettiva
universalista di 60,6 hanno portato la liturgia
ad applicare questo testo al mistero
dell'Epifania. "Viene la tua luce e la
gloria del Signore splende su di te".
Gerusalemme è luce e gloria poiché Dio è
presente. Ma anche Gesù sarà luce e gloria. Lo
dirà Simeone quando Maria e Giuseppe porteranno
Gesù al tempio per la presentazione: "Ora
lascia, o Signore, che il tuo servo se ne vada
in pace secondo la tua parola, poiché i miei
occhi han visto la tua salvezza che hai
preparato davanti a tutti i popoli, luce per
illuminare le genti e gloria del tuo popolo
Israele" (Lc 2,29-32). Insieme: Gerusalemme e
"il servo del Signore" Gesù (Is 49,6) sono luce
e luogo della rivelazione della gloria di Dio.
Poi Gesù dirà ai suoi discepoli, i credenti,
nelle beatitudini: "Voi siete la luce del mondo"
(Mt 5,14) e quindi "Risplenda la vostra luce
davanti agli uomini perché vedano le vostre
opere buone e rendano gloria al vostro Padre nei
cieli" (Mt 5,16).
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Tt 2, 11 – 3, 2 Carissimo, è
apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli
uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e
a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con
pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione
della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli
ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e
formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo
per le opere buone. Questo devi insegnare, raccomandare e
rimproverare con tutta autorità. Nessuno ti disprezzi! Ricorda
loro di essere sottomessi alle autorità che governano, di
obbedire, di essere pronti per ogni opera buona; di non parlare
male di nessuno, di evitare le liti, di essere mansueti,
mostrando ogni mitezza verso tutti gli uomini.
Tito 2.11 - 3,2 Paolo scrive a Tito, un suo discepolo e
collaboratore, un pagano convertito (1,4), che accompagna Paolo
all'assemblea (o concilio) di Gerusalemme (verso il 49) e non è
costretto a farsi circoncidere (Gal 2,1.3-5). Più tardi, Tito
compie missioni delicate a Corinto (2 Cor 12,18; 2,13;
7,6-7.13-16) e diventa delegato di Paolo nella stessa città per
la colletta a favore dei poveri di Gerusalemme (2 Cor
8,6.16-24). Il rapporto personale tra Paolo e Tito fa da sfondo
al programma di evangelizzazione delle comunità giudeocristiane
di Creta. Ciò presuppone che Paolo sia stato a Creta con Tito e
lo abbia poi lasciato sull'isola a completare ciò che non
avevano potuto finire, affidandogli, in particolare, il compito
di stabilire i presbiteri (sono gli anziani presenti nel mondo
ebraico come responsabili delle sinagoghe) che si costituiscono,
via via, responsabili in ogni città, in modo da avere una guida
per ogni chiesa locale (1,5). Saranno poi, in una struttura
solidificata, i presbiteri saranno i sacerdoti cristiani,
collaboratori degli "episcopi". Questa lettera è scritta
probabilmente ad Efeso. Il corpo della lettera (1,5-3,11)
illustra vari temi eproblemi: le qualità spirituali ed umane
richieste ai vescovi e ai presbiteri (1,5-16), le direttive al
popolo di Dio per una vita autenticamente cristiana (2,1-3,11):
vi comprende anche un codice di vita familiare (2,2-10) e viene
incontro alle esigenze delle varie età e dei gruppi (anziani,
giovani, schiavi).

I re magi
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Mt 2, 1-12 In quel tempo. Nato il Signore Gesù a Betlemme di
Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a
Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo
visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo,
il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi
dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui
doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è
scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei
davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un
capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele». Allora Erode, chiamati
segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era
apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi
accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché
anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella,
che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il
luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia
grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si
prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in
dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per
un’altra strada fecero ritorno al loro paese. Matteo 2, 1-12
II Vangelo di Matteo sviluppa due criteri particolari nei capitoli
dell'infanzia. - Si rifà alla Prima Alleanza (noi parliamo, normalmente,
dell'Antico Testamento) che sta molto a cuore all'evangelista per poter dire
che, in Gesù, si compiono le profezie (Is. 2,2-5; Is. 62,1-5): si parla,
infatti, di popoli che vengono a Gerusalemme a portare ricchezze (vedi 1^
lettura). Anche il testo su Betlemme che si trova nel libro del profeta
Michea (5,1): "E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei il più piccolo
capoluogo di Giuda..." presenta una profezia di compimento poiché nel paese,
dove è nato Davide e vi è iniziata la sua gloria, si conclude l'attesa con
Gesù. - Matteo si rifà anche al significato di questo bambino: è Messia, è
il Signore (Kurios), è il Cristo (senso Cristologico). Tutto il testo,
impostato tra il segno (la stella) e la Parola (Scrittura), riporta
all'equilibrio delicato tra l'elezione del popolo d'Israele e la Missione,
tra la scelta che Dio compie in un popolo (ebraico, cristiano, i battezzati)
e l'impegno di aprire a tutti la grazia di Dio per le nazioni.
Il racconto di Matteo è interessantissimo poiché vuole radunare alcune
novità importanti di Gesù. 1. Ci troviamo con delle persone lontane da
Dio. Sono pagani e i pagani vanno disprezzati e sottomessi. "Sal 79. "
"Signore, riversa lo sdegno sulle genti e sui regni che non invocano il tuo
nome". Ma, in più, essi fanno un lavoro che li fa "mago", un'attività
severamente proibita e condannata dalla Bibbia. Sono comprensibili,
quindi, lo sconcerto, la sorpresa della comunità cristiana primitiva nel
trovarsi di fronte a questa pagina di Matteo: i primi a riconoscere Gesù come
Dio e Signore sono proprio dei pagani, cioè persone lontane, escluse da Dio,
ma che esercitano addirittura un'attività totalmente condannata e maledetta.
Mago, al tempo dell'evangelista, è "ingannatore, condannatore". Questo
sconcerto fa iniziare un'operazione di annacquamento per cui il termine
"maghi" diventa "Magi" e così non disturbano nessuno. La provenienza dei Magi
è molto generica: la regione di questi sapienti astrologi può essere pensata
nella Persia, a Babilonia o nell'Arabia del sud. Ma
anche leggendo il Vangelo di Luca la Comunità cristiana ha scoperto che i
primi e gli unici a conoscere Gesù che nasce sono i pastori, i disprezzati
lavoratori del gregge che, per il loro lavoro continuativo, non rispettano il
sabato e quindi sono considerati al di fuori di ogni legge. I pastori,
valutati degli asociali, non possono entrare nel tempio, e sono spesso
accusati di ruberie e di violenze sulle persone. La Comunità cristiana deve
imparare gli orizzonti infiniti della misericordia di Dio e le preferenze che
il Signore sa fare. Nessuno è escluso.
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |