
X Domenica dopo Pentecoste
28 luglio 2024
Mt 21, 12-16
riferimento 1Re
7, 51 – 8, 14 - Sal 28 - 2Cor 6, 14 – 7, 1 |
Mostrati a noi, Signore, nella tua santa dimora. Date
al Signore, figli di Dio, date al Signore gloria e potenza.
Date al Signore la gloria del suo nome, prostratevi al
Signore nel suo atrio santo.
|
1Re 7, 51 – 8, 14 In quei giorni. Fu
terminato tutto il lavoro che il re Salomone
aveva fatto per il tempio del Signore. Salomone
fece portare le offerte consacrate da Davide,
suo padre, cioè l’argento, l’oro e gli utensili;
le depositò nei tesori del tempio del Signore.
Salomone allora convocò presso di sé in
assemblea a Gerusalemme gli anziani d’Israele,
tutti i capitribù, i prìncipi dei casati degli
Israeliti, per fare salire l’arca dell’alleanza
del Signore dalla Città di Davide, cioè da Sion.
Si radunarono presso il re Salomone tutti gli
Israeliti nel mese di Etanìm, cioè il settimo
mese, durante la festa. Quando furono giunti
tutti gli anziani d’Israele, i sacerdoti
sollevarono l’arca e fecero salire l’arca del
Signore, con la tenda del convegno e con tutti
gli oggetti sacri che erano nella tenda; li
facevano salire i sacerdoti e i leviti. Il re
Salomone e tutta la comunità d’Israele,
convenuta presso di lui, immolavano davanti
all’arca pecore e giovenchi, che non si potevano
contare né si potevano calcolare per la
quantità. I sacerdoti introdussero l’arca
dell’alleanza del Signore al suo posto nel
sacrario del tempio, nel Santo dei Santi, sotto
le ali dei cherubini. Difatti i cherubini
stendevano le ali sul luogo dell’arca; i
cherubini, cioè, proteggevano l’arca e le sue
stanghe dall’alto. Le stanghe sporgevano e le
punte delle stanghe si vedevano dal Santo di
fronte al sacrario, ma non si vedevano di fuori.
Vi sono ancora oggi. Nell’arca non c’era nulla
se non le due tavole di pietra, che vi aveva
deposto Mosè sull’Oreb, dove il Signore aveva
concluso l’alleanza con gli Israeliti quando
uscirono dalla terra d’Egitto. Appena i
sacerdoti furono usciti dal santuario, la nube
riempì il tempio del Signore, e i sacerdoti non
poterono rimanervi per compiere il servizio a
causa della nube, perché la gloria del Signore
riempiva il tempio del Signore. Allora Salomone
disse: «Il Signore ha deciso di abitare nella
nube oscura. Ho voluto costruirti una casa
eccelsa, un luogo per la tua dimora in eterno».
Il re si voltò e benedisse tutta l’assemblea
d’Israele, mentre tutta l’assemblea d’Israele
stava in piedi. Re 7,51-8,14
Qui si
parla della collocazione definitiva dell'arca
nel tempio, sognato da decenni, e finalmente
terminato da Salomone. Vengono convocati
in assemblea, a Gerusalemme, gli anziani
d'Israele, i capitribù, i principi dei casati
degli Israeliti e si radunano presso il re
Salomone tutti gli Israeliti nel mese di Etanìm,
tutti gli anziani d'Israele, i sacerdoti e i
leviti. Bisogna "fare salire l'arca
dell'alleanza del Signore "dalla città di
Davide, cioè da Sion" al tempio di Gerusalemme,
costruito più in alto. Tutta la zona si
chiamerà, poi, monte Sion. Probabilmente, per
sottolineare l'eccezionale importanza, si vuol
dire che tutta Israele è presente all'ingresso
dell'arca nel tempio, costruito con munificenza
e splendore in molti anni di lavoro duro in cui
sono state profuse molte ricchezze, ricorrendo
anche ad artigiani provenienti da nazioni
straniere. L'avvenimento è registrato "al
settimo mese" in corrispondenza, grosso modo,
della festa delle Capanne che cade in autunno,
quando si commemora il cammino nel deserto dopo
l'uscita dall'Egitto. La processione ha
un andamento liturgico particolare, con molte
fermate durante le quali si offrono buoi e
pecore, lungo un cammino che sale. E si parla
non solo dell'arca ma anche della "tenda del
convegno" che ha accompagnato il popolo nel
deserto circa tre secoli prima.
Probabilmente la tenda, nel frattempo, è stata
cambiata nelle peripezie di collocazione, di
trafugamenti, rubata come trofeo di guerra dai
Filistei e poi rimandata per le malattie che si
diffondevano nella città che ospitava la tenda
stessa.
|
2Cor 6, 14 – 7, 1 Fratelli, non lasciatevi
legare al giogo estraneo dei non credenti. Quale rapporto
infatti può esservi fra giustizia e iniquità, o quale comunione
fra luce e tenebre? Quale intesa fra Cristo e Bèliar, o quale
collaborazione fra credente e non credente? Quale accordo fra
tempio di Dio e idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio
vivente, come Dio stesso ha detto: «Abiterò in mezzo a loro e
con loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio
popolo. Perciò uscite di mezzo a loro e separatevi, dice il
Signore, non toccate nulla d’impuro. E io vi accoglierò e sarò
per voi un padre e voi sarete per me figli e figlie, dice il
Signore onnipotente». In possesso dunque di queste promesse,
carissimi, purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello
spirito, portando a compimento la santificazione, nel timore di
Dio. Corinzi 6,14-7,1 Paolo confessa la sua franchezza
e manifesta i suoi sentimenti per questa comunità di Corinto che
lo attrae fino a sentirsi per loro padre e lo rattrista, nello
stesso tempo, perché spesso alcuni si lasciano coinvolgere in
mentalità che fanno ritornare al paganesimo. L'immagine
che anche Gesù aveva utilizzato è quella del giogo. Lo si vede
facilmente, in un mondo contadino e di commercio sugli animali
da tiro e sulle spalle degli schiavi. Il giogo è una trave di
legno che serve a legare insieme due animali o due persone per
il tiro del carro o dell'aratro. Esprime una sottomissione a
precetti che mettono l'altro in soggezione di schiavitù. E'
anche segno di sottomissione a potenze straniere, o a leggi
troppo pesanti da sopportare. Ne parla Pietro ricordando che il
giogo ebraico era insopportabile (At 15,10) e ne parla Paolo,
anche altrove, oltre che qui (Gal 5,1). Ma il giogo può
richiamare anche il dominio di Dio giusto e gradevole. Gesù ha
garantito che "il mio giogo è gradevole e il mio carico è
leggero" (Mt 11,30). E con il suo lavoro Gesù deve averne fatti
tanti di gioghi, e conosceva i gioghi agevoli e quelli che,
difettosi, ferivano gli animali. Spezzare il giogo significa
liberarsi dalla soggezione. Spesso si dice, però, che Israele
spezza il giogo della legge di Dio per accettarne uno più
pesante che viene dagli idoli e che lo rende sempre più schiavo. Qui, in particolare, dicendo: "Non lasciatevi legare al
giogo estraneo dei non credenti", si fa riferimento ad una legge
del mondo ebraico in cui si vieta che si leghino insieme due
animali diversi, come un bue ed un asino allo stesso giogo: "Non
devi arare con un bue e un asino aggiogati assieme" (Deut
22,10).
|
Mt 21, 12-16 In quel tempo.
Il Signore Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio
vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei
venditori di colombe e disse loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà chiamata
casa di preghiera”. Voi invece ne fate un covo di ladri». Gli si avvicinarono
nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. Ma i capi dei sacerdoti e gli
scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano
nel tempio: «Osanna al figlio di Davide!», si sdegnarono, e gli dissero: «Non
senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai
letto: “Dalla bocca di bambini e di lattanti hai tratto per te una lode”?».
Matteo 21,12-16
Il capitolo 21 segna, nel vangelo di Matteo, il
momento culminante della manifestazione di Gesù a Gerusalemme. Tutto avviene
come se Gesù debba prendere possesso della sua città perché "Figlio di
Davide", Messia, inviato da Dio nel suo popolo. Gesù entra a
Gerusalemme con quell'apparato sorprendente e insolito del cavalcare un
asinello. Non ci sarebbe stato nulla di particolare se un ingresso, così
dimesso e così insolito, per Gesù non fosse stato collegato a Isaia 62,11
(Ecco ciò che il Signore fa sentire all'estremità della terra: «Dite alla
figlia di Sion: "Ecco, arriva il tuo salvatore; ecco, egli ha con sé il
premio e la sua ricompensa lo precede") e a Zc 9,9-10 (Rallegrati, città di
Sion: acclama, Gerusalemme; ecco giunge il tuo re: giusto, vittorioso, umile,
cavalca un asino, un puledro d'asina. Distruggerà i carri di Ekròn e i
cavalli di Gerusalemme; distruggerà gli archi da guerra e detterà pace alle
nazioni; dominerà da mare a mare, dal Gran Fiume ai confini della terra).
Si aprono così delle speranze impensabili di sicurezza, di potere, di
pace, di benessere. A questo punto Gesù osa, in questa occasione,
entrare nel tempio, incurante dell'entusiasmo che lo segue e
dell'indignazione che sta suscitando tra le autorità religiose.
Gesù
sente davvero di essere il nuovo re che deve rigovernare il mondo di Dio e
sente che bisogna incominciare dal tempio. Lì ci sono le basi della
irreligiosità e della ipocrisia, lì ci sono le radici dell'idolatria.'
Nel cortile più esterno detto "atrio dei pagani" dove possono fermarsi
tutti, ebrei e non ebrei, si svolge un mercato, collegato con il culto ed i
sacrifici del tempio a Gerusalemme. Si cambiano monete, convertendo il danaro
in circolazione con la moneta di Tiro, l'unica degna di essere raccolta come
offerta nel tempio, e si vendono agnelli e pecore per i ricchi (per chi può
spendere molto) o tortore e colombi alla portata delle tasche dei poveri.
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |