
Santissima Trinità
26 maggio 2024
Gv 15, 24-27
Riferiemnti : Es 33, 18-23; 34, 5-7aSal 62 Rm 8, 1-9b |
Ti ho cercato, Signore, per contemplare la tua
gloria. O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha
sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne in terra arida,
assetata, senz’acqua. Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria. |
Es 33, 18-23; 34, 5-7a In quei
giorni. Mosè disse al Signore: «Mostrami la tua
gloria!». Rispose: «Farò passare davanti a te
tutta la mia bontà e proclamerò il mio nome,
Signore, davanti a te. A chi vorrò far grazia
farò grazia e di chi vorrò aver misericordia
avrò misericordia». Soggiunse: «Ma tu non potrai
vedere il mio volto, perché nessun uomo può
vedermi e restare vivo». Aggiunse il Signore:
«Ecco un luogo vicino a me. Tu starai sopra la
rupe: quando passerà la mia gloria, io ti porrò
nella cavità della rupe e ti coprirò con la
mano, finché non sarò passato. Poi toglierò la
mano e vedrai le mie spalle, ma il mio volto non
si può vedere». Allora il Signore scese nella
nube, si fermò là presso di lui e proclamò il
nome del Signore. Il Signore passò davanti a
lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio
misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco
di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore
per mille generazioni». Esodo.
33, 18-23; 34, 5-7a Nel testo che stiamo
leggendo, quasi alla conclusione del libro
dell'Esodo, viene messa in luce,
fondamentalmente, la mediazione di Mosé e quindi
la ricerca della presenza di Dio. Mosé. Il
mediatore, vuole garantirsi, dopo la lacerazione
dell'alleanza, che Dio non abbandoni il suo
popolo. E, Dio gli offre la sua parola, la
garanzia, poiché "lo ha conosciuto per nome".
(33,12), Il popolo di Dio può restare tranquillo
poiché Dio non tradisce. Ma, insieme con questa
presenza, per Mosé c'è la preoccupazione di
capire come questo Dio si comporterà con coloro
che lo hanno tradito e che non sono meritevoli
di nessun perdono. Così esiste un primo
momento di comprensione e di garanzia dopo
l'intercessione di Mosé. Il Signore invita a
ripartire, mantenendo le promesse fatte ai
patriarchi e il popolo può 'incamminarsi verso
la terra promessa, combatterà e vincerà "sei
popoli" che in quel tempo sono presenti in
Palestina (sei e non sette perché il popolo
d'Israele avrà sempre dei nemici da combattere).
Ma come guida Dio ha deciso di non essere, in
prima persona, colui che conduce "perché sei un
popolo di dura cervice". (33,1-3). Mosè non
accetta perché ha maturato in sé una profonda
fiducia e una particolare confidenza con Dio e
lo conosce: "Parlava faccia a faccia come un
uomo a un altro" (v11). Mosé interpone, allora,
ancora una volta, la sua mediazione e il
Signore, per amor suo, acconsente: "Quanto hai
detto, io farò" (v. 17). Mosé allora osa
ancora. "Mostrami la tua gloria" (v18). E' una
richiesta che non suppone rivalità o supponenza
E' un amore di comunione. Gloria corrisponde a
ciò che Dio totalmente è, nel suo essere e
pienezza.. Ma Mosè non può penetrare nella
pienezza di Dio, poiché la richiesta esprime la
pretesa di voler diventare Dio egli stesso. Il
Signore non può essere conosciuto in questo
modo, poiché Mosè supererebbe il limite della
sua umanità e non reggerebbe a questo mare di
fuoco. Tra gli ebrei esisteva la convinzione che
"Chi vede Dio muore". Anche all'origine del
mondo (Gen 3,5) Adamo ed Eva hanno osato tentare
la scalata alla divinità in rivalità con il
proprio Creatore. Il tentatore aveva
suggerito:"Non morirete affatto. Anzi Dio sa che
il giorno in cui ne mangiaste, si aprirebbero i
vostri occhi e sareste come Dio" .
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Rm 8, 1-9b Fratelli, non c’è
nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. Perché la
legge dello Spirito, che dà vita in Cristo Gesù, ti ha liberato
dalla legge del peccato e della morte. Infatti ciò che era
impossibile alla Legge, resa impotente a causa della carne, Dio
lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne
simile a quella del peccato e a motivo del peccato, egli ha
condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della
Legge fosse compiuta in noi, che camminiamo non secondo la carne
ma secondo lo Spirito. Quelli infatti che vivono secondo la
carne, tendono verso ciò che è carnale; quelli invece che vivono
secondo lo Spirito, tendono verso ciò che è spirituale. Ora, la
carne tende alla morte, mentre lo Spirito tende alla vita e alla
pace. Ciò a cui tende la carne è contrario a Dio, perché non si
sottomette alla legge di Dio, e neanche lo potrebbe. Quelli che
si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi
però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito,
dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi.
Romani 8, 1-9b Paolo, che ha descritto la condizione
miserevole dell'uomo sotto la legge, sente il bisogno, insieme
con l'impegno e l'urgenza, di descrivere la condizione del
cristiano secondo lo Spirito. Per aiutare a intravedere uno
sviluppo della lettera, vanno tenute presenti le seguenti parti.
- 1,18-3,20: il mondo non cristiano è nel peccato; -
3,21-4,25: il mondo credente matura una giustificazione da parte
di Dio. - 5,1-7,25 Dio viene a liberare dalla morte, dal
peccato e dalla legge. Paolo inizia da subito (5,1 ss) a
mostrare la rivelazione del dono della salvezza, mentre vengono
indicati i frutti della giustificazione: la pace di Dio e la
speranza: (5,11): "Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per
mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora
abbiamo ricevuto la riconciliazione". - 8,1 ss. Il popolo
cristiano vive la sua esistenza "secondo lo Spirito", anche se
la vita continua ad essere soggetta alla morte (Rom 8,1-39). Il
capitolo 8 è diviso in tre parti: - 8,1-13 "La vita secondo
la carne e la vita secondo lo Spirito" ( da qui sono tratti i
versetti del testo di oggi), - 8,14-30 "Figliolanza divina e
gloria futura", - 8,31-39 "Inno all'amore di Dio". Così
leggiamo l'inizio di questa splendida rivelazione sulla vita
nuova che esalta l'opera di Dio in noi. Liberazione significa
dono della legge dello Spirito, sorgente di vita, di bene e di
libertà, offerta a noi attraverso l'incarnazione di Gesù. L'uomo
è impotente di fronte al peccato e alla morte poiché la legge di
Dio, buona in sé e presente nella coscienza di ciascuno ( ma qui
Paolo personalizza parlando della propria coscienza), ci
chiarisce lo spessore del male, ci invita a superarlo, ma non dà
la forza contro la legge del peccato. "Perciò è impossibile per
me questa liberazione".
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Gv 15, 24-27 In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi
discepoli: «Se non avessi compiuto in mezzo a loro opere che nessun altro ha
mai compiuto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno
odiato me e il Padre mio. Ma questo, perché si compisse la parola che sta
scritta nella loro Legge: “Mi hanno odiato senza ragione”. Quando verrà il
Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede
dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza,
perché siete con me fin dal principio». Giovanni. 15, 24-27
I discorsi di Gesù, riportati da Giovanni dell'ultima cena, esprimono, più
che in ogni altro resoconto e in ogni altro posto, il tumulto dei sentimenti,
delle aspettative, dell'amore che Gesù porta e, nello stesso tempo,
dell'ansia, dell'attesa sia per ciò che avverrà di Lui che per quello che
avverrà per i suoi discepoli, insicuri e incapaci di affrontare con lucidità
il progetto che sta affidando loro. Il testo è breve, scelto per la
liturgia della Trinità e tuttavia è carico di richiami e di progetti. Gesù
è preoccupato di come il popolo d'Israele sia obbligato a vivere una
deformazione angosciante della conoscenza di Dio perché deviato dai suoi
capi. Certamente il mondo di Dio è misterioso e certamente è difficile
percorrere le strade della sapienza, ma Gesù ha mostrato non solo a parole,
ma anche a fatti, la novità, i frutti e l'operosità che finora nessun altro
aveva mostrato. Gesù ha provocato incontri, guarigioni, perdoni e
conversioni: avvenimenti sulla linea di quello che Dio ama. Sono i lineamenti
di liberazione, di conoscenza coraggiosa, di sanità e di pienezza. Gesù ha
sempre detto, e lo ritiene importante, che bisogna valutare il proprio
comportamento dai frutti Se non lo si prende come metodo di misura per il
proprio giudizio, si sbaglia profondamente e si equivoca tutta la realtà. Ma
i responsabili non prendono sul serio Gesù che viene rifiutato. Così non
prendono sul serio il volto di Dio che egli propone. Gesù sta parlando dei
maestri d'Israele, dei capi, dei responsabili della vita pubblica, religiosa
e sociale. Questa constatazione è disperante perché porta alla dissoluzione e
alla morte, deforma le coscienze, e quindi il rapporto con Dio. Gesù sa
che il suo messaggio regge le novità, nuovi orientamenti, lucidità e
chiarezza. Ma Gesù sa anche che la sua posizione comporta, da parte degli
altri, contrapposizione e pericolo. E tuttavia egli dice ai suoi che sono
importanti la chiarezza e la forza di Dio.. Dio manderà il suo Spirito, lo
Spirito della verità, che costituirà con i discepoli un'alleanza di
evangelizzazione. È lo Spirito creatore, il vento di Dio dell'inizio del
mondo "(Genesi 1,2) e non si esaurisce poiché continuamente viene da Dio ed è
vita che rigenera. Lo Spirito sa riprendere il significato della storia e
insieme i nostri tentativi di ricerca, sviluppa la maturazione degli uomini,
suscita i richiami per far emergere i segni di Dio, fa crescere nel cuore di
ciascuno la fiducia e la speranza, continuando l'opera che Gesù ha iniziato.
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |