
II Domenica dopo la Dedicazione
3 novembre 2024
Lc 14, 1a. 15-24
Riferimenti ,Is 56, 3-7 - Sal 23 - Ef 2, 11-22 |
Il Signore si rivela a chi lo teme. Del Signore è la
terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti. È lui
che l’ha fondato sui mari e sui fiumi l’ha stabilito. |
Is 56, 3-7 In quei giorni. Isaia
disse: «Non dica lo straniero che ha aderito al
Signore: “Certo, mi escluderà il Signore dal suo
popolo!”. Non dica l’eunuco: “Ecco, io sono un
albero secco!”. Poiché così dice il Signore:
“Agli eunuchi che osservano i miei sabati,
preferiscono quello che a me piace e restano
fermi nella mia alleanza, io concederò nella mia
casa e dentro le mie mura un monumento e un nome
più prezioso che figli e figlie; darò loro un
nome eterno che non sarà mai cancellato. Gli
stranieri, che hanno aderito al Signore per
servirlo e per amare il nome del Signore, e per
essere suoi servi, quanti si guardano dal
profanare il sabato e restano fermi nella mia
alleanza, li condurrò sul mio monte santo e li
colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I
loro olocausti e i loro sacrifici saranno
graditi sul mio altare, perché la mia casa si
chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli”».
Isaia 56, 3-7 Il ritorno da Babilonia in
Israele fa ripensare ad un mondo nuovo che si
affaccia. E' una grande sfida e gli ebrei
sentono che bisogna ripensarlo, con tutto
l'impegno che l'esperienza a Babilonia aveva
prodotto. Il ritorno incoraggia e fa splendere
una speranza nuova, insieme alla consapevolezza
che ci saranno grandi sacrifici da compiere per
rimettere in sesto un popolo smarrito e
bisognoso di tutto. Il profeta anonimo, che
qui parla e passa con il nome il terzo-Isaia,
inizia le raccomandazioni per un comportamento
di grande onestà e giustizia. E' l'unica
garanzia che può permettere un futuro nuovo:
«Osservate il diritto e praticate la giustizia,
perché la mia salvezza sta per venire, la mia
giustizia sta per rivelarsi»(56,1). E se ci
sono state delle rinunce grandi, che andavano
contro la cultura del paese che li teneva
sottomessi, erano servite a mantenere le
distanze dai pagani, e quindi a non mescolarsi
ed esaurirsi. Insieme con il rispetto della
Parola del Signore, avevano mantenuto il riposo
del sabato che era, insieme, un grande impegno e
una grande sfida. Ora, però, la conoscenza di
altri popoli tra cui sono stati mescolati e,
probabilmente, la presenza di una popolazione
sconosciuta sulla nuova terra, che dovranno
abitare, fanno ripensare ad una salvezza e ad
una realtà nuova. Bisogna smettere di
selezionarsi per razza o colore della pelle,
abitudini e culture. Il Signore è disposto ad
accogliere anche gli stranieri, emarginati nel
suo popolo, a patto che rispettino le leggi del
Signore e il sabato. Entreranno come i figli
d'Israele nel tempio anche le persone
fisicamente inabili, come gli eunuchi, che, più
di altri, hanno ragione di lamentarsi, quasi
rami secchi di un popolo. Anch'essi sono oggetto
della benevolenza di Dio. Così si ritrovano
tutti fratelli nel tempio di Dio. Anzi il tempio
riceve un nome splendido: la casa della
preghiera e, in tal modo, si continuerà a
ripensarlo fino a Gesù, che utilizzerà proprio
questa denominazione per rinfacciare ai
profanatori i loro misfatti (Mt 21,13). Si dovrà
ricordare, insieme, che il tempio è aperto al
mondo e che tutti i popoli sono amati e non
rifiutati o selezionati da Dio. Ci sono le
premesse per il rimescolamento dei popoli, per
l'accoglienza degli stranieri, per i tempi della
globalizzazione.
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Ef 2, 11-22 Fratelli, ricordatevi
che un tempo voi, pagani nella carne, chiamati non circoncisi da
quelli che si dicono circoncisi perché resi tali nella carne per
mano d’uomo, ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo,
esclusi dalla cittadinanza d’Israele, estranei ai patti della
promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. Ora invece, in
Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati
vicini, grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra
pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il
muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per
mezzo della sua carne. Così egli ha abolito la Legge, fatta di
prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un
solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due
con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in
se stesso l’inimicizia. Egli è venuto ad annunciare pace a voi
che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo
di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al
Padre in un solo Spirito. Così dunque voi non siete più
stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari
di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei
profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. In
lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio
santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per
diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.
Efesini 2, 11-22 Paolo sta sperimentando un cammino
impensabile solo pochi decenni prima: egli sta operando nel nome
di Gesù una convergenza di popoli nella umanità intera.
Giudei e pagani (detti "gentili" da "le Genti") si ritrovano
insieme, riconciliati in Gesù e quindi in pace tra loro, con la
stessa dignità e la stessa figliolanza con Dio. Per un segno
nella carne (la circoncisione: l'espressione dell'Alleanza) che
non hanno, i Gentili sono stati esclusi dalla cittadinanza di
Israele e dalle promesse dell'Alleanza stessa. E questo ha tolto
loro l'accesso ai doni di Dio e quindi alla salvezza. Tra i
due popoli non c'era comunicazione, tanto che anche solo un
semplice passaggio di cortili del tempio, superando il muro di
separazione che divideva i circoncisi dai pagani, sarebbe stato
punito con la morte. "Eravate senza Cristo, esclusi dalla
cittadinanza d'Israele, estranei ai patti della promessa, senza
speranza e senza Dio nel mondo". Si parla di cittadinanza e
di patti della promessa. - La cittadinanza era un privilegio
politico molto importante: essa oltrepassava i confini
territoriali e Roma offriva, per meriti particolari,
cittadinanza romana anche a degli stranieri. Paolo era un
custode fiero e geloso della sua cittadinanza romana che lo
salvò molte volte da processi, linciaggi e prigioni. E sapeva
molto bene il valore di sentirsi, insieme, cittadini di un
popolo. - "I patti della promessa" si richiamano a fatti
operati dai Patriarchi e dal Popolo condotto da Mosè, escludendo
i pagani che sono cittadini di un mondo senza Dio, con idoli
muti che non comunicano la loro volontà né la loro salvezza.
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Lc
14, 1a. 15-24 In quel tempo. Un sabato il Signore Gesù si recò a casa di
uno dei capi dei farisei. Uno dei commensali gli disse: «Beato chi prenderà
cibo nel regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece
molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati:
“Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il
primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di
scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a
provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e
perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo
padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per
le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i
ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai
ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per
le strade e lungo le siepi e costringili a entrare, perché la mia casa si
riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati
gusterà la mia cena”». Luca 14, 1a.15-24 Il capitolo 14
del Vangelo di Luca suggerisce il cammino di confronto, ma anche di
opposizione, che è già emerso alla fine del capitolo precedente (cap 13) con
il rimprovero severo di Gesù:"Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti
e lapidi coloro che sono inviati a te " (13,34). E'
sabato e in ogni casa ebrea, dopo il culto della sinagoga, il pranzo è già
pronto dal giorno precedente, poiché di sabato, non si accende il fuoco e non
si cucina. Ma di solito il pranzo è molto più saporito e ricco di vivande.
Gesù accetta l'invito nella casa "di uno dei capi dei farisei" e
coglie l'occasione per alcune parabole e suggerimenti in cui giocano molti
elementi: la storia del suo popolo (inviti e rifiuti a Dio), presenze
accettate o rifiutate, solidarietà o chiusure in gruppi d'interesse.
Il capitolo 14 è diviso in quattro parti (e sarebbe interessante
leggerle tutte): - La prima (vv1-6) richiama la guarigione di un malato e
la sfida che Gesù lancia ai suoi connazionali:"E' lecito o no guarire di
sabato?". - La seconda (vv7-11):"Quando sei invitato, che posto scegli?".
"Il primo?". "Scegli l'ultimo". La tua umiltà ti salverà dall'esibizionismo e
dal potere. - Anzi è necessario il disinteresse (vv12-14): "Quando fai un
pranzo invita quelli che non possono ricompensarti: «poveri, storpi, zoppi e
ciechi»". - Infine, il testo di oggi (vv 15-24) risponde alla domanda:
"Chi parteciperà al banchetto del Regno di Dio?". E la domanda corrisponde al
significato globale della vita e al suo valore ultimo: "Dopo tanto cercare,
operare, preoccuparsi, ubbidire alla Legge, quale premio e a chi il Signore
offrirà il suo riconoscimento?" Quest'ultima parabola cerca di chiarire
quali sono i fortunati invitati allo splendido banchetto di Dio. Sono infatti
chiamati molti che, in un primo momento, hanno accettato l'invito. Ma quando
il pranzo è ormai pronto, si usa nel mondo orientale inviare un secondo
invito. A questo punto non si suppone che ci siano dei rifiuti, eppure gli
invitati, obbligati a mantenere la parola data, la respingono poiché ci sono
cose più importanti che interessano loro quel momento: il possesso (il
campo), il commercio e gli affari (5 paia di buoi), il matrimonio sono motivi
più che sufficienti per rifiutare l'invito. Anzi, se i primi due si scusano,
gli sposini non formulano neppure quel riconoscimento perché ritengono un
diritto il rifiutare. A questo punto, l'ira del padrone si esprime in
diverso modo. Fa spalancare la casa e fa offrire il convito "ai poveri,
storpi, ciechi e zoppi", escludendo gli altri.
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |