
III Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
15 settembre 2024
Gv 3, 1-13
Riferimenti : Is 32, 15-20 - Sal 50 - Rm 5, 5b-11 |
Manda il tuo Spirito, Signore e rinnova la
faccia della terra. Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in
me uno spirito saldo. Non scacciarmi dalla tua presenza e non
privarmi del tuo santo spirito. |
Is 32, 15-20 In quei
giorni. Isaia parlò, dicendo: «In noi sarà
infuso uno spirito dall’alto; allora il deserto
diventerà un giardino e il giardino sarà
considerato una selva. Nel deserto prenderà
dimora il diritto e la giustizia regnerà nel
giardino. Praticare la giustizia darà pace,
onorare la giustizia darà tranquillità e
sicurezza per sempre. Il mio popolo abiterà in
una dimora di pace, in abitazioni tranquille, in
luoghi sicuri, anche se la selva cadrà e la
città sarà sprofondata. Beati voi! Seminerete in
riva a tutti i ruscelli e
lascerete in libertà buoi e asini». Isaia 32,
15-20 Il testo va inquadrato in una realtà
storica drammatica, siamo nel sec. VIII a.C., e
il piccolo Regno di Giuda è sotto la minaccia
dell'impero Assiro mentre sogna alleanze
impossibili per liberarsi. Al cap.31 il profeta
aveva messo in guardia dal cercare alleanze:
"Guai a quanti scendono in Egitto per cercare
aiuto, pongono speranza nei cavalli e confidano
nei carri numerosi" (31,1). Il profeta
garantisce che "cadrà l'Assiria sotto una spada
che non è umana"(31,8) e perciò può immaginare,
per un futuro indeterminato, "un re che regnerà
con giustizia e i capi che governeranno col
diritto" (32,1). Il testo è un bellissimo
progetto etico per il mondo politico e per una
società finalmente coraggiosa che si costruisce,
senza timore, nella pace. "Non si chiuderanno
più gli occhi di chi vede e le orecchie di chi
sente saranno attente. L'ignobile non si
chiamerà più nobile né l'imbroglione sarà detto
gentiluomo (32,3-5)." Dopo un intermezzo,
curioso, nel contesto ebraico in cui,
particolarmente, si parla delle donne
spensierate e baldanzose (32,9) che
probabilmente, nel testo, rappresentano una
spensieratezza vanesia e irresponsabile per la
realtà concreta di pericolo e di morte, si
ritrova, nel brano di oggi, una profezia di
speranza. Sarà Dio stesso e solo Lui a
capovolgere le prospettive di una storia sempre
segnata dalla paura e dalla sottomissione a
potenze straniere. Dio immetterà il suo Spirito:
"In noi sarà infuso uno spirito dall'alto". E
noi riandiamo ad Ezechiele che illustra i tempi
della Nuova Alleanza (Ez 36,24-28). Lo Spirito
di Dio modella una nuova società, fondata su un
coerente ordine morale. La Parola di Dio,
attraverso il profeta, garantisce la pace, solo
là dove c'è giustizia e diritto (Is 32,16):
"Praticare la giustizia darà pace, onorare la
giustizia darà tranquillità e sicurezza per
sempre". (32,17)". E pace significa abbondanza
di raccolto poiché la steppa si trasforma in
giardino così carico e ricco da sembrare una
"selva". Ci potranno essere dissesti e
disavventure (ma il testo ebraico è difficile da
interpretare); tuttavia per questo popolo di
agricoltori e di pastori ci sarà abbondanza di
raccolti e di animali in libertà che non
procureranno danni e non saranno rubati.
Quello che abbiamo letto è il sogno di un mondo
più giusto e senza violenza. Ma la garanzia di
Dio ci chiede, insieme, il bisogno di una sua
presenza"che viene dall'alto", ed anche il
nostro impegno a fare spazio, a credere nella
pace, a ricercare insieme giustizia e diritto.
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Rm 5, 5b-11 Fratelli, l’amore di
Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito
Santo che ci è stato dato. Infatti, quando eravamo ancora
deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a
stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse
qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra
il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora
peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora,
giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo
di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati
riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto
più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua
vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del
Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora
abbiamo ricevuto la riconciliazione. Romani. 5, 5b-11 San
Paolo è consapevole della fragilità di ogni persona, anche se
già credente. Così vuole soccorrere le inevitabili sfiducie e
lacerazioni che le sconfitte e le debolezze umane ci infliggono.
Spesso sentiamo dire o pensiamo noi stessi: "Sono stanco di fare
progetti, sono stanco di dover sempre chiedere scusa mentre non
miglioro, sono deluso dalla mia pochezza e dalla meschinità:
sembra proprio di giocare. Sto prendendo in giro Dio e il suo
messaggio". Paolo sa che, comunque, sta parlando a persone
che credono in Gesù, nella sua pienezza e nella sua Parola. Così
conta di portare incoraggiamento. E lo fa proprio ricordando un
avvenimento drammatico che scandalizza ancora oggi. "Perché Gesù
è morto in croce? E' un giusto e ha subito una terribile
violenza, è potente ed ha accettato di sottoporsi ad atroci
sofferenze e umiliazioni. E Dio dov'era? Siamo a rischio di
affermare che nel mondo non è possibile alcuna giustizia, non è
presente alcun inviato da Dio, non è possibile alcuna speranza.
In questo desolazione Paolo capovolge i nostri pensieri. Tutto
questo è stato voluto da Dio per mostrare una totalità di amore,
per sostenere una continuità di speranza, per dimostrare che il
Padre non si scoraggia proprio davanti a questo mondo. Ci
presenta un Salvatore che comunque, fino in fondo, sta dalla
nostra parte, qualunque cosa succeda. Il problema per noi è
il fidarci, il mettersi nelle mani di questo amore senza limiti,
accettare che è possibile per noi. Non dipende da noi ma dalla
bontà di Dio che non abbandona.
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Gv
3, 1-13 In quel tempo. Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno
dei capi dei Giudei. Costui andò dal Signore Gesù, di notte, e gli disse:
«Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può
compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù:
«In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere
il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è
vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e
rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce
da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla
carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti
se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne
senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato
dallo Spirito». Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli
rispose Gesù: «Tu sei maestro d’Israele e non conosci queste cose? In verità,
in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che
abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho
parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di
cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal
cielo, il Figlio dell’uomo». Giovanni. 3, 1-13 Nicodemo è
un uomo saggio, maestro nella comunità ebraica, esperto nelle Scritture,
stupito della presenza di Gesù, che compie "segni" che rimandano alla
presenza di Dio, come appare a lui e a molti. Qualche versetto prima,
l'evangelista Giovanni ci ricorda che Gesù è a Gerusalemme per la Pasqua (una
delle. tre Pasque: 2,23: 6,4: 13,1 da lui ricordate. Gli altri tre Vangeli ne
ricordano una sola). Gesù, a Gerusalemme, sta tentando di aprire gli occhi
ai suoi e alla gente che arriva al tempio. Egli interviene coraggiosamente
contro il commercio di animali e il mercato dei cambiavalute che rendono il
cortile del tempio un terribile luogo di latrocinio e di interesse. Ci si è
dimenticati, dice Gesù, che il rapporto primo con Dio è credere nella sua
Parola e pregare. La religiosità, invece, è diventata gesto esteriore nel
culto, danaro, formalità, interesse economico (2,13-17). Segue uno strano
ma illuminante testo. "Molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero
nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e
non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull'uomo. Egli infatti
conosceva quello che c'è nell'uomo" (2,23-25). C'è gente che lo apprezza e
si sente portata ad essere discepoli, ma Gesù conosce le persone .Non le
reputa cattive, ma superficiali. Aderiscono per stupore, per emozione, per
interesse, per cercare soluzioni, non per capire. Egli conosce la mente
umana, dice Giovanni, poiché è prerogativa di Dio "conoscere il cuore di
tutti gli uomini" (1 Re 8,39; Sir 42,18) e non ha bisogno che qualcuno lo
informi. Eppure accetta di incontrare Nicodemo che vuole conoscere
veramente il significato della vita di Gesù. E' un maestro e sa che la
Scrittura rimanda alla venuta di un Messia, e che Dio interviene sempre in
modo imprevedibile: Perciò, come maestro, sa di doversi mettere in ricerca,
anche se con discrezione. Vuole sondare nella vita di Gesù maestro perché
ha intravisto dei segni. Nicodemo, che si accosta anche a nome di altri
("sappiamo". 3,2), sa che i segni non sono sufficienti, anzi spesso sono
ambigui, poiché marcano le esigenze della salute e le attese dello star bene,
ma se non si ha una chiave non insegnano nulla e il significato sfugge. Il
cercare e l'interpretare sono compito dell'uomo, del maestro, del credente
che si fida e non si accontenta delle risposte immediate. Gesù sa che deve
svelarsi, perché questo è il suo compito. E lo fa volentieri, anche se mette
in difficoltà Nicodemo. Il linguaggio di Gesù è nuovo, rivoluzionario: "«In
verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall'alto, non può vedere il
regno di Dio». E' la rivoluzione dell'esistenza, incomprensibile, ambigua,
inattuale. Così Nicodemo si sente spiazzato e tenta di capire e di
interpretare. Ma, come spesso capita, il significato delle parole proposte
hanno diversi valori. Gesù intende: "Rinascere dall'alto";
Nicodemo intende: "Rinascere di nuovo".
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |