
IV Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
22 settembre 2024 Gv 6,
41-51
Riferimenti - Sal 33 1 - Re 19, 4-81 - Cor 11, 23-26 |
Il tuo pane, Signore, sostiene i poveri in
cammino. Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca
sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino
e si rallegrino. |
1Re 19, 4-8 In quei giorni. Elia
s’inoltrò nel deserto una giornata di cammino e
andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di
morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la
mia vita, perché io non sono migliore dei miei
padri». Si coricò e si addormentò sotto la
ginestra. Ma ecco che un angelo lo toccò e gli
disse: «Àlzati, mangia!». Egli guardò e vide
vicino alla sua testa una focaccia, cotta su
pietre roventi, e un orcio d’acqua. Mangiò e
bevve, quindi di nuovo si coricò. Tornò per la
seconda volta l’angelo del Signore, lo toccò e
gli disse: «Àlzati, mangia, perché è troppo
lungo per te il cammino». Si alzò, mangiò e
bevve. Con la forza di quel cibo camminò per
quaranta giorni e quaranta notti fino al monte
di Dio, l’Oreb. rimo libro dei
Re. 19, 4-8 Elia si è opposto alla idolatria
ed ha affrontato anche il "giudizio di Dio" con
una sfida ai 450 sacerdoti di Baal, il Dio
fenicio. Aveva vinto con il fuoco dal cielo che
il Signore ha inviato ed ha incenerito con
l'offerta anche tutto l'altare di pietra (1 Re.
18, 16b-40a). Ma la successiva vendetta di Elia,
che riteneva di vendicare l'onore di Dio
uccidendo i sacerdoti di Baal, e insieme la
sofferenza e la sottomissione dei suoi gli
allontanò ancora il popolo che, dopo un momento
di esultanza e di alleanza con Elia, era
ritornato ad essere soggetto al re e alla moglie
Gezabel, figlia del re di Tiro (pagana) e
ardente missionaria della sua religione pagana.
Così Elia fuggì intraprendendo un pellegrinaggio
al monte Sinai, alla ricerca del volto di Dio,
come per Mosè, poiché non capiva più il
comportamento di Dio verso di lui e il suo
popolo. Egli voleva scoprire le strategie di
Dio, ma ricevette una esperienza, assolutamente
diversa da come se la sarebbe immaginata. Il
primo significato di questo brano è la ricerca
di Dio e delle sue scelte. Elia era fedele e non
comprendeva. Ma non voleva scoraggiarsi
perché lo alimentavano una fede profonda ed una
fiducia che gli faceva superare la fatica del
disorientamento. Dio non è facile da
accostare. Egli si nasconde e questo provoca
scoraggiamento (v. 3), la tentazione classica
del profeta (Gen 21,14-21; Giona 4,3-8; Num
11,15; Ger 15,10-11; Mt 26,36-46). Eppure Elia
ha riportato una grande vittoria al Carmelo ( 1
Re 18). Ma la solitudine del dover reggere la
fatica di un popolo infedele lo ridusse alla
prospettiva di abbandonare, di fermarsi e di
dormire, stremato dal buio che aveva davanti a
sé. La regina Gezabel aveva ancora vinto, Elia
si ritrovòa quindi solo, come più tardi Cristo;
non gli rimase che rimettersi a Dio. Ma Dio
gli offrì una segno per trarlo dalla
disperazione;. Non abbandonò il suo eletto, così
come non abbandonerà il suo Cristo (Le 22,43).
Un pane e un'acqua miracolosi (v. 6 )
ricordavano ad Elia la manna del deserto e
l'acqua della roccia ( E s 16,1-35; 17,1-7
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1Cor 11, 23-26 Fratelli, io ho
ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il
Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane
e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio
corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso
modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo
calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni
volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che
mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte
del Signore, finché egli venga. Prima lettera
Corinzi. 11, 23-26 Siamo attorno all'anno 56 d.C. e Paolo
vuole impegnare l'assemblea a consolidarsi, partecipando al
pasto sacro comune, con la prospettiva, non tanto di catturare
Gesù e tenerselo vicino, quanto per alimentare sé e gli altri
fratelli e sorelle nelle loro vocazione e nelle sue scelte.
Di Corinto, una comunità che Paolo conosce bene perché vi ha
abitato molti mesi, si ricordano le divisioni e gli scandali
presenti nella comunità. L'apostolo vuole mettere ordine,
soprattutto vuole intervenire nelle assemblee comunitarie quando
ci si ritrova, in particolare, per l'Eucaristia. Nei capitoli
che vanno dall'11 al 14, per inquadrare il testo di oggi, Paolo
prende in considerazione alcune deviazioni presenti nella
Comunità (11,2-14,40): il comportamento delle donne in assemblea
(11,2-16), il modo di celebrare la Cena del Signore (11,17-34),
il retto uso dei doni dello Spirito (carismi) nella Comunità
(cc.12-14). Qui, dove si parla della "Cena del Signore", ci sono
elementi importanti che hanno trasformato la cena Pasquale di
condivisione in cena dove si celebrano la croce e il sacrificio
di Gesù. Si parla, in particolare, del fare memoria.. Fare
memoria non è tanto un ricordare ma è rendere presente la
realtà, l'evento che si vuole ricordare. Gesù stesso, celebrando
la Pasqua ebraica, ha fatto memoria del dono della liberazione
ed ha anticipato nel gesto, che compie nella cena, il dono di
amore al Padre, mediante la croce. La Comunità di Corinto è
composta, nella quasi totalità, da gente povera, braccianti,
scaricatori del porto, schiavi. I ricchi sono pochi, ma si fanno
notare per la loro supponenza. Quando si trovano per lo spezzare
del pane, già nel primo pomeriggio si abbandonano a gozzoviglie
mentre i fratelli sono al lavoro. Quando, sfiniti dal lavoro,
questi ultimi si presentano per la celebrazione, sono accolti
con disprezzo. Paolo, allora, è preoccupato di chiarire il
significato dello spezzare il pane. "Non avete forse le vostre
case per mangiare e per bere?" (che significa: "Se avete voglia
di mangiare e bere, state a casa vostra" (11,22).
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Gv 6, 41-51 ✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni In quel tempo. I
Giudei si misero a mormorare contro il Signore Gesù perché aveva detto: «Io
sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il
figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque
può dire: “Sono disceso dal cielo”?». Gesù rispose loro: «Non mormorate tra
voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e
io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti
saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da
lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che
viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha
la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la
manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo,
perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se
uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia
carne per la vita del mondo».
Il brano che stiamo leggendo fa parte di un lungo discorso che Gesù sviluppa
a Cafarnao e che Giovanni riprende, comunicandocelo con intelligenza e
profondità. Ma è difficile capire quanto potessero accettare queste
affermazioni di Gesù coloro che ascoltavano, poiché sono sconvolgenti.
Probabilmente Giovanni ha elaborato nella sua fede, per la sua Comunità
cristiana, un conflitto che è sorto tra coloro che lo avevano seguito: prima
scettici, poi stupiti del pane spezzato per 5000 persone, poi deluse poiché
all'esplosione di gioia e al tentativo di sequestrarlo perché finalmente
diventasse re, Gesù se ne va e diventa irreperibile. (6,1- 15). Il giorno
dopo, coloro che lo avevano seguito, pedinato, cercato, si ritrovano Gesù
dall'altra parte del lago e curiosi vogliono sapere come ci fosse arrivato,
visto che alcuni avevano aspettato che dalla riva opposta si staccassero
anche le ultime barche, compresa quella degli apostoli. Ma lì sopra Gesù non
si era imbarcato. Non sanno che Gesù, di notte, nella tempesta, aveva
camminato sul mare. Così gli apostoli avevano visto e scoperto anche la sua
potenza creatrice e ordinatrice di Dio (6,16-21),. Ma avevano capito anche
che Egli rifiutava il potere sugli uomini come la folla pretendeva offrirgli.
Inizia così la ricerca del significato della sua persona (6, 22-51). I Giudei
erano coloro che si contrapponevano a Gesù, perciò Giovanni non li chiama
così per un riferimento geografico:( abitanti della Giudea); questi sono di
Cafarnao, del nord, Galilei. Per Giovanni i giudei sono tutti quelli che si
oppongono a Gesù. E' molto curiosa la polemica poiché iniziò con il
riferimento al pane che avevano mangiato il giorno prima, ed avevano nella
memoria il richiamo della manna, mandata da Dio attraverso Mosè, per vivere
nel deserto. Ma ora si parlava di un nuovo pane. Gesù lo identificò con la
sua persona e affermò che discendeva dal cielo. Gli abitanti di Cafarnao e di
Nazareth si conoscevano tutti tra di loro e per ogni persona riconoscevano
gli ascendenti, le origini ed il lavoro. Con facilità intravidero nel
linguaggio di Gesù il pane come richiamo alla conoscenza, come comprensione
di un mondo sconosciuto e benefico che alimenta intelligenza e cuore. Ma i
Giudei avevano già un pane che sazia: la Torah (la Legge di Mosé) e il
Siracide ricorda che Dio "nutrirà il giusto con il pane dell'intelligenza e
lo disseterà con l'acqua della saggezza" (Sir 15,3). Dicendo di essere il
pane, Gesù stava salendo nel mondo inimmaginabile di Dio. e della sua parola.
Dichiarava, anzi, che Egli era il vero messaggero di Dio e credere in Lui era
frutto di un regalo del Padre, non opera di buona volontà e di fiducia.
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |