
Santa famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe
26 gennaio 2025
Mt 2, 19-23
Riferimenti :Sir 44, 23 – 45, 1a. 2-5 - Sal 111 - Ef 5, 33 – 6,
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Beato l’uomo che teme il Signore. Beato l’uomo
che teme il Signore e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe, la discendenza degli
uomini retti sarà benedetta |
Sir 44, 23 – 45, 1a. 2-5 In quei
giorni. La benedizione di tutti gli uomini e la
sua alleanza Dio fece posare sul capo di
Giacobbe; lo confermò nelle sue benedizioni, gli
diede il paese in eredità: lo divise in varie
parti, assegnandole alle dodici tribù. Da lui
fece sorgere un uomo mite, che incontrò favore
agli occhi di tutti, amato da Dio e dagli
uomini. Gli diede gloria pari a quella dei santi
e lo rese grande fra i terrori dei nemici. Per
le sue parole fece cessare i prodigi e lo
glorificò davanti ai re; gli diede autorità sul
suo popolo e gli mostrò parte della sua gloria.
Lo santificò nella fedeltà e nella mitezza, lo
scelse fra tutti gli uomini. Gli fece udire la
sua voce, lo fece entrare nella nube oscura e
gli diede faccia a faccia i comandamenti, legge
di vita e d’intelligenza, perché insegnasse a
Giacobbe l’alleanza, i suoi decreti a Israele.
Siracide 44, 23 - 45, 1a. 2-5 Ben Sirà o
Siracide (figlio di Sira) è uno scriba e maestro
di sapienza, vissuto probabilmente a Gerusalemme
tra il III e il II secolo a.C. Il testo porta
anche la firma del suo autore, uno dei pochi
nella Scrittura (50,27). E' un'opera scritta in
ebraico intorno al 180 a.C. e tradotta in greco
dal nipote attorno al 130 a.C. ( come dice nel
Prologo, all'inizio del libro). E' uno di
quegli scritti accolto nell'elenco dei testi
ispirati dalla Chiesa Cattolica e ortodossa ma
non considerato nell'elenco ebraico dei libri
ispirati e quindi non incluso dal mondo
protestante. Tutto il cap. 44 sviluppa la
lode degli antichi padri d'Israele che
manifestano, nella loro grandezza, la sapienza e
lo splendore di Dio. In loro il progetto di Dio
si è irrobustito poiché hanno offerto l'esempio
e la fedeltà, pur nelle difficoltà e nella
fatica quotidiana. "Facciamo ora l'elogio di
uomini illustri, dei padri nostri nelle loro
generazioni. Il Signore li ha resi molto
gloriosi e la sua grandezza è da sempre"
(44,1-2). La lunga rassegna inizia con i
Patriarchi, da Enoc fino a Giacobbe (44,16-23).
Poi il Siracide parla di Mosè, "amato da Dio e
dagli uomini" (45,1) e continua, ricordando che
l'intervento di Dio su di lui è stato
particolarmente carico di attenzioni. Così Mosè
diventa depositario della legge e quindi custode
della sapienza di Dio per il suo popolo e per le
generazioni future. Lo santifica "nella fedeltà
e nella mansuetudine" e questo suggerisce quali
miracoli Dio è capace di fare. Sa mantenere il
cuore nella continuità e nella non violenza
poiché, qualunque cosa si voglia dire della
Prima Alleanza, il vertice della Santità è la
misericordia e quindi la mansuetudine come virtù
attiva. Mosè è trattato come un amico, un
messo, un ambasciatore, un interprete presso il
popolo. Introdotto nella nube misteriosa, riceve
i comandamenti che sono progettati per vivere,
per capire e per maturare l'Alleanza.
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Ef 5, 33 – 6, 4 Fratelli,
ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la
moglie sia rispettosa verso il marito. Figli, obbedite ai vostri
genitori nel Signore, perché questo è giusto. «Onora tuo padre e
tua madre!». Questo è il primo comandamento che è accompagnato
da una promessa: «perché tu sia felice e goda di una lunga vita
sulla terra». E voi, padri, non esasperate i vostri figli, ma
fateli crescere nella disciplina e negli insegnamenti del
Signore. Efesini 5, 33 - 6, 4 Questa lettera
esprime una grande attenzione e tenerezza verso gli abitanti
credenti di Efeso. Può essere stata scritta a Roma, nel periodo
della prigionia (61-63 d.C), oppure qualche anno prima a Cesarea
(58-60 d. C.). E' una grande lettera teologica in cui è centrale
l'amore grande di Dio, "ricco di misericordia" ed è centrale la
Chiesa, luogo carico di novità e di vita. Poiché la Chiesa ha
una sua visibilità che la porta a diventare segno, significato
ed esempio, i rapporti tra le famiglie, tessuto fondamentale
dell'esperienza e della quotidianità, debbono svolgersi in
correttezza e sapienza. Quello che leggiamo oggi è solo una
piccola parte della conclusione della lettera in cui vi sono
cenni ad una morale familiare con destinatari precisi:
5,22-33 il rapporto della coppia, 6,1-4: il rapporto tra
padri e figli, 6,5-9: il rapporto tra schiavi e padroni.
Dopo il ricordo di un comportamento rispettoso tra marito e
moglie che è di reciprocità e di chiara attenzione, ci si
sofferma al rapporto tra figli e padri. Come in ogni
comunità, antica o contemporanea, la riflessione sul
comportamento verte molto nel rapporto tra padri e figli. Gli
esempi sono lampanti, le differenze tra generazioni sviluppano
diverse logiche di comportamento; spesso prevalgono l'emotività
e la intemperanza contro il comando e la rigidità. " Fate
attenzione al vostro modo di vivere" (5,15): è la sintesi di una
esemplificazione successiva che richiama la saggezza:"il buon
uso del tempo" (16), il non essere sconsiderati, il non
ubriacarsi per non perdere il controllo di sé, desiderosi di
ricevere e di vivere nello Spirito, attenti ad un preghiera
interiore e ad un continuo rendimento di grazie" (5,15-20).
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Mt
2, 19-23 In quel tempo. Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve
in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino
e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che
cercavano di uccidere il bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre
ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea
regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi.
Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad
abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato
detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
Matteo 2, 19-23 Il racconto ci riporta a preoccupazioni di richiami
teologici. Le vicende di Gesù ci ricollegano a Mosé ed alle sue avventure, ci
ricorda il cammino dell'Esodo e il ritorno dall'Egitto del popolo di Giacobbe
liberato. L'evangelista, che vuole motivare il perché
Gesù non sia cresciuto nel paese di Davide, a Betlemme, vuole garantire che
Gesù è stato osteggiato fin dall'inizio, ma il Signore aveva un suo progetto
di salvezza e, per quanto ci si accanisca contro, se chi porta il progetto
accetta di essere disponibile e fedele, arriverà a concludere: porterà la
fiducia e la novità. Certo, e qui ci ritroviamo nella
tragedia della storia. L'adesione a Dio e al suo disegno costa vittime,
sangue e morte. E perché Dio non è intervenuto? Il
grande interrogativo non ha da parte nostra soluzioni. Ma lo stesso
interrogativo si ritrova nella persecuzione a Gesù, nella fatica che egli
vive, pur essendo giusto e, quindi, nella sua stessa morte in croce. Erode
muore qualche anno dopo la nascita di Gesù, tra atroci dolori a circa 70
anni. Gli succede Archelao, designato dal padre come re di Giudea, Idumea e
Samaria ma l'imperatore Augusto non accetta il testamento di Erode e nomina
Archelao solo etnarca dal 4 a.C a 6 d.C, quando è esiliato da Augusto stesso.
Non sembri strana la cronologia poiché la data della nascita di Gesù è stata
posticipata di circa 6 o 7 anni, quando l'hanno fissata verso il secolo VI
d.C. Perciò Gesù sarebbe nato il 6/7.a C. Il brano che
abbiamo letto è un semplice fatto di cronaca, molto arido, se non nascondesse
la fatica e la sofferenza di trasferimenti di persone povere, in cerca di una
patria, di una casa e di un lavoro e il piano di Dio che deve districarsi
nelle avventure umane. La famiglia vive con amore e unità questo tempo, pur
dovendo affrontare l'incertezza del domani e la paura dell'oggi. Questo
avviene in Egitto, nel ritorno non più praticabile a Betlemme, nella
decisione di raggiungere Nazareth da cui erano partiti senza alcuna
intenzione di ritorno. Così, bisogna ricominciare sempre tutto da capo.
L'evangelista Matteo accenna al Nome che sarà dato a Gesù nella
sua vita pubblica. Sarà chiamato Nazareno.
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |