
VI Domenica dopo Pentecoste
20 luglio 2025
Gv 19, 30-35
Riferimenti :Es 24, 3-18 - Sal 49 Eb 8, 6-13a |
Ascoltate oggi la voce del Signore.Parla il
Signore, Dio degli dèi, convoca la terra da oriente a occidente.
Da Sion, bellezza perfetta, Dio risplende. |
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Es 24, 3-18 In quei giorni. Mosè
andò a riferire al popolo tutte le parole del
Signore e tutte le norme. Tutto il popolo
rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i
comandamenti che il Signore ha dato, noi li
eseguiremo!». Mosè scrisse tutte le parole del
Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un
altare ai piedi del monte, con dodici stele per
le dodici tribù d’Israele. Incaricò alcuni
giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e
di sacrificare giovenchi come sacrifici di
comunione, per il Signore. Mosè prese la metà
del sangue e la mise in tanti catini e ne versò
l’altra metà sull’altare. Quindi prese il libro
dell’alleanza e lo lesse alla presenza del
popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo
eseguiremo e vi presteremo ascolto». Mosè prese
il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco
il sangue dell’alleanza che il Signore ha
concluso con voi sulla base di tutte queste
parole!». Mosè salì con Aronne, Nadab, Abiu e i
settanta anziani d’Israele. Essi videro il Dio
d’Israele: sotto i suoi piedi vi era come un
pavimento in lastre di zaffìro, limpido come il
cielo. Contro i privilegiati degli Israeliti non
stese la mano: essi videro Dio e poi mangiarono
e bevvero. Il Signore disse a Mosè: «Sali verso
di me sul monte e rimani lassù: io ti darò le
tavole di pietra, la legge e i comandamenti che
io ho scritto per istruirli». Mosè si mosse con
Giosuè, suo aiutante, e Mosè salì sul monte di
Dio. Agli anziani aveva detto: «Restate qui ad
aspettarci, fin quando torneremo da voi; ecco,
avete con voi Aronne e Cur: chiunque avrà una
questione si rivolgerà a loro». Mosè salì dunque
sul monte e la nube coprì il monte. La gloria
del Signore venne a dimorare sul monte Sinai e
la nube lo coprì per sei giorni. Al settimo
giorno il Signore chiamò Mosè dalla nube. La
gloria del Signore appariva agli occhi degli
Israeliti come fuoco divorante sulla cima della
montagna. Mosè entrò dunque in mezzo alla nube e
salì sul monte. Mosè rimase sul monte quaranta
giorni e quaranta notti. Esodo
24, 3-18 Ci troviamo di fronte ad un testo
complesso in cui si distinguono varie operazioni
avvenute con Mosé, il popolo, i 70 anziani, il
rito di comunione con Dio e infine la salita di
Mosé sul Sinai. Con il Signore si realizza un
rito che sancisce un'Alleanza con il popolo,
come si usava fare tra popoli per garantirsi
delle alleanze. Mosè "scrive la legge" (qui v. 4
e in 34,27) ma anche Dio scrive la legge
(24,12;31,18; 34,1). Nel Medio Oriente il testo,
scritto dai contraenti l'alleanza, è deposto nel
tempio ai piedi della statua del Dio e poi letto
periodicamente (per es. all'inizio
dell'anno).Dio si assoggetta a questi riti
perché sono segni che si praticano e la gente li
capisce. Così il Signore vuole garantire
un'alleanza con il suo popolo attraverso il
sacrificio di animali e il mutuo consenso del
popolo intero e non solo di Mosè. Così metà del
sangue è versato sull'altare (che rappresenta
Dio): Dio in tal modo esprime il suo consenso.
Un'altra metà è posta in catini. A questo punto
Mosé "prese il libro dell'Alleanza e lo lesse
alla presenza del popolo". Un'alleanza si
compie quando per tutti sono chiare le clausole
e si sa quello che si accetta. E qui vengono
lette le leggi che il popolo deve mantenere per
stare ai patti e quindi meritare la fiducia del
Signore e la sua protezione.
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Eb 8, 6-13a Fratelli, Gesù ha
avuto un ministero tanto più eccellente quanto migliore è
l’alleanza di cui è mediatore, perché è fondata su migliori
promesse. Se la prima alleanza infatti fosse stata perfetta, non
sarebbe stato il caso di stabilirne un’altra. Dio infatti,
biasimando il suo popolo, dice: «Ecco: vengono giorni, dice il
Signore, quando io concluderò un’alleanza nuova con la casa
d’Israele e con la casa di Giuda. Non sarà come l’alleanza che
feci con i loro padri, nel giorno in cui li presi per mano per
farli uscire dalla terra d’Egitto; poiché essi non rimasero
fedeli alla mia alleanza, anch’io non ebbi più cura di loro,
dice il Signore. E questa è l’alleanza che io stipulerò con la
casa d’Israele dopo quei giorni, dice il Signore: porrò le mie
leggi nella loro mente e le imprimerò nei loro cuori; sarò il
loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Né alcuno avrà più da
istruire il suo concittadino, né alcuno il proprio fratello,
dicendo: “Conosci il Signore!”. Tutti infatti mi conosceranno,
dal più piccolo al più grande di loro. Perché io perdonerò le
loro iniquità e non mi ricorderò più dei loro peccati». Dicendo
alleanza nuova, Dio ha dichiarato antica la prima.
Ebrei 8, 6-13a Il cap 8 inizia una parte centrale della
riflessione di questa lettera: "Il punto capitale delle cose che
stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così
grande che si è assiso alla destra del trono della Maestà nei
cieli, ministro del santuario e della vera tenda, che il
Signore, e non un uomo, ha costruito" (vv1-2). In sottofondo c'è
il testo del rito della Prima Alleanza, celebrata nel deserto
tra Dio e il suo popolo, con il rito del sangue versato
sull'altare e sul popolo. Gesù sostituisce il rito con la
propria offerta di amore e di sangue. Egli è stato glorificato e
perciò inaugura un nuovo ed eterno sacerdozio, superiore per la
sua efficacia al sacerdozio levitico del popolo d'Israele. utto
il testo, che abbiamo letto, è una lunga citazione del profeta
Geremia (31, 31-34) in cui il profeta intravede una nuova
Alleanza. Il sacerdozio è stato istituito, nel Primo Testamento,
per offrire a Dio i sacrifici per l'espiazione dei peccati
(5,1). E' un popolo di figli che Dio vuole condurre alla
salvezza, ma è anche popolo di peccatori e quindi il capo e la
guida alla salvezza deve essere un sacerdote per espiare i
peccati del popolo (2,17). Gesù è sacerdote non nella linea
di Aronne, il sacerdozio ebraico, ma nella linea del sacerdozio
del re di Salem, Melchisedek, come ci dice in 5,5-6, riprendendo
il salmo 110,4. Il sacerdozio di Gesù non ha origine nella
eternità, ma Il Figlio di Dio è divenuto sacerdote per vocazione
divina, quando si è incarnato, abilitato a offrire se stesso in
sacrificio. (10,5-10). La mediazione sacerdotale di Gesù
purifica le coscienze delle persone, non attraverso la
ripetizione di riti e di sacrifici esteriori, ma attraverso la
sua offerta, unica e personale, per la santificazione di
ciascuno dei credenti.
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Gv
19, 30-35 In quel tempo. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È
compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della
Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il
sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che
fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i
soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi
insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli
spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e
subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua
testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.
Giovanni 19, 30-35 Giovanni, e in particolare in questi testi della
passione, si preoccupa di rincorrere predizioni e profezie perché desidera
garantire l'assoluta identità di Gesù come l'inviato, promesso del Padre. E
Gesù ha compiuto fedelmente il progetto che si è proposto nei riguardi del
Padre: "Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che tu mi hai
dato da fare" (Gv 17,4). Questa è la consapevolezza che Gesù esprime al Padre
nella preghiera dell'ultima cena, ad alta voce, avendo a testimoni i
discepoli. Ora, sulla croce, Gesù ricorda che "tutto si è compiuto" fino in
fondo. Persino la sete spaventosa del crocifisso fa ricordare una profezia:
"quando avevo sete mi hanno dato l'aceto" si dice nel Sal. 69,22.
E' la parasceve: giorno e ora in cui i sacerdoti stanno immolando gli
agnelli pasquali. E Gesù è il vero e unico agnello
che, immolato, offre la vita per il suo popolo poiché lo salva e lo ama,
purificandolo. Gesù "consegnò lo spirito", pronto per
essere trasmesso alla sua Chiesa a Pentecoste, ricco di tutta l'accoglienza
del Padre e dell'umanità, forte di tutta la comunione del Dio Trinitario.
Giovanni sta ricordando alcune coincidenze e alcuni piccoli episodi,
ma è consapevole di rammentare grandi verità, preoccupato di ricordare che la
sua testimonianza è attendibile (v 35). Gesù è il vero
agnello di Dio, ricordato da Giovanni Battista (Gv 1,29), il vero agnello che
libera dalla schiavitù d'Egitto (Es 12,46). Ma è anche più dell'agnello
perché è il "servo sofferente", secondo la profezia di Isaia (53): la parola
"servo" e la parola "agnello" sono identiche in ebraico e quindi Giovanni
gioca sulle due immagini, sia ricordando che le ossa del crocifisso non sono
state spezzate (come per l'agnello pasquale) e sia che il servitore, con le
sue sofferenze, espia il peccato del mondo (Sal 34,21).
Attraverso la ferita del costato esce l'ultima goccia di sangue
insieme all'acqua. Il sangue rappresenta l'offerta della vita di Dio
(sangue), completamente, fino all'ultima goccia, e l'acqua è l'inizio della
vita nuova del credente, per gli esegeti anche il dono dello Spirito Santo
che santifica nel battesimo. Il richiamo all'acqua ci
riporta al messaggio di Gesù alla samaritana: "L'acqua che io darò diventerà
sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna (Gv 4,14). E ci ricorda
anche il rito dell'acqua nella "festa delle capanne" in cui Gesù ad alta
voce, in piedi urla: "Chi ha sete venga a me,... fiumi di acqua viva
sgorgheranno dal suo seno" (Gv 7, 37-38). Un ultimo
sguardo, prima che il corpo di Gesù sia deposto e sepolto, rimanda ad un
richiamo profetico: "Guarderanno a colui che hanno trafitto" (Gv19,37) e che
fa riferimento a Zac12,10.
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |