II Domenica di Quaresima
16 marzo 2025
VANGELO Gv 4, 5-42
Riferimenti .Dt 6, 4a; 11, 18-28Sal 18 Gal 6, 1-10
Signore, tu solo hai parole di vita eterna. La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima; il comando del Signore è limpido illumina gli occhi

Dt 6, 4a; 11, 18-28
In quei giorni. Mosè disse: «Ascolta, Israele: Porrete nel cuore e nell’anima queste mie parole; ve le legherete alla mano come un segno e le terrete come un pendaglio tra gli occhi; le insegnerete ai vostri figli, parlandone quando sarai seduto in casa tua e quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai; le scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte, perché siano numerosi i vostri giorni e i giorni dei vostri figli, come i giorni del cielo sopra la terra, nel paese che il Signore ha giurato ai vostri padri di dare loro. Certamente, se osserverete con impegno tutti questi comandi che vi do e li metterete in pratica, amando il Signore, vostro Dio, camminando in tutte le sue vie e tenendovi uniti a lui, il Signore scaccerà dinanzi a voi tutte quelle nazioni e voi v’impadronirete di nazioni più grandi e più potenti di voi. Ogni luogo che la pianta del vostro piede calcherà, sarà vostro: i vostri confini si estenderanno dal deserto al Libano, dal fiume, il fiume Eufrate, al mare occidentale. Nessuno potrà resistere a voi; il Signore, vostro Dio, come vi ha detto, diffonderà la paura e il terrore di voi su tutta la terra che voi calpesterete. Vedete, io pongo oggi davanti a voi benedizione e maledizione: la benedizione, se obbedirete ai comandi del Signore, vostro Dio, che oggi vi do; la maledizione, se non obbedirete ai comandi del Signore, vostro Dio, e se vi allontanerete dalla via che oggi vi prescrivo, per seguire dèi stranieri, che voi non avete conosciuto».

Deut. 11, 18-28
Mosè, con questo testo, ci offre una riflessione sulle leggi dell'Alleanza che verranno poi scritte nei cap 12-26.
Tale riflessione conclude alcune raccomandazioni al popolo che esigono una chiara fedeltà alla legge e quindi alla ubbidienza e al riconoscimento dell'unico Signore. Se sarai fedele verso il Signore, il Signore manterrà i suoi doni che aveva promesso e farà fiorire questo popolo, ponendolo signore di un vasto territorio che va "dal deserto al Libano, dal fiume, il fiume Eufrate, al mare occidentale". Questi confini ideali, mai raggiunti da Israele, sono posti anche all'inizio del Deuteronomio quando il Signore dice a Mosè: "Avete dimorato abbastanza su questa montagna; voltatevi, levate l'accampamento e dirigetevi verso le montagne degli Amorrei e verso tutte le regioni vicine... fino al grande fiume, il fiume Eufrate" (Deut 1,6-7).
"Devi ricordarti della legge" e il popolo d'Israele prende come comando, alla lettera, l'obbligo di legarsi alla fronte e sul braccio sinistro piccole capsule di pelle che racchiudono i 4 testi che interessano le prescrizioni (Es 13,1-10. 11-16; Dt6,4-9; Dt 11,18-21). Esistono già ai tempi di Gesù: in greco si dicono filatterie e in ebraico tefillim. E Gesù rimprovera (Mt 23,5) coloro che operano nel culto con esibizionismo, per farsi vedere dalla gente: "Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange".
Una scatoletta è posta anche sugli stipiti delle porte: si vuole assicurare il ricordo quotidiano della legge per essere fedeli al Signore. C'è la preoccupazione di vivere il presente e la preoccupazione di preparare il futuro di questo popolo. Il futuro è garantito dai figli e dall'educazione data loro. Essi dovranno maturare con la costanza e continuità di un adulto educatore (tali sono i genitori maschi), in 4 situazione di vita in cui ognuno è in rapporto con loro ("in casa, in cammino, quando vai a letto e quando ti alzi").

Gal 6, 1-10
Fratelli, se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi, che avete lo Spirito, correggetelo con spirito di dolcezza. E tu vigila su te stesso, per non essere tentato anche tu. Portate i pesi gli uni degli altri: così adempirete la legge di Cristo. Se infatti uno pensa di essere qualcosa, mentre non è nulla, inganna se stesso. Ciascuno esamini invece la propria condotta e allora troverà motivo di vanto solo in se stesso e non in rapporto agli altri. Ciascuno infatti porterà il proprio fardello. Chi viene istruito nella Parola, condivida tutti i suoi beni con chi lo istruisce. Non fatevi illusioni: Dio non si lascia ingannare. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato. Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna. E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo. Poiché dunque ne abbiamo l’occasione, operiamo il bene verso tutti, soprattutto verso i fratelli nella fede.

Gal 6,1-10
Paolo sta concludendo la sua lettera ai Galati, avendo lungamente impostato la sua riflessione sulla libertà dei figli di Dio e sulla "vita secondo lo Spirito". Ora, in queste ultime battute, aiuta a maturare la scelta di un comportamento pratico corrispondente (5,25-6,10). Questi suggerimenti risentono di grandissima umanità. Fanno trasparire nell'atteggiamento del credente molta serenità e fiducia e consigliano, nella situazione, atteggiamenti di non violenza e di grande rispetto ed equilibrio. Incoraggiano stili alternativi, nuovi anche nel nostro tempo, visti i comportamenti di contrapposizione e di egoismi spesso emergenti. Tanto più allora. Ma ormai la lunga riflessione su Gesù e l'esperienza della conversione aprono a Paolo orizzonti assolutamente nuovi.
Sarebbe interessante se tali indicazioni e proposte si applicassero, ad esempio, in azienda, ripensati ed affrontati da un lavoratore singolo, o meglio, da un gruppo di credenti che operano in una impresa.
- Correggere con dolcezza in caso ci si trovi con un fratello che si comporta male nei suoi obblighi morali, tenendo però presente, nel contempo, che ciascuno, nella propria fragilità, può compromettersi allo stesso modo. Questo impedirebbe la critica alle spalle, il rifiuto ed il disprezzo, la volontà di mettere in cattiva luce l'altro.

- Ricuperare nelle relazioni sociali discrezione ed umiltà, evitando la supponenza.
- Saper ascoltare.

- Accorgersi concretamente delle fatiche dei colleghi prestandosi, in un loro sovraccarico di lavoro, di dare una mano se l'altro accetta, ma senza contropartite, gratuitamente.

- Mettere in comune le difficoltà con altri colleghi per cercare insieme soluzioni per situazioni altrui o nostre.

- Verificare le proprie competenze e ricercare un aggiornamento personale per soluzioni migliori per tutti.

- Riconoscere pubblicamente miglioramenti che vengono da colleghi e valorizzarli.
- Importante è seminare; è questo che si raccoglierà,

VANGELO Gv 4, 5-42
In quel tempo. Il Signore Gesù giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi? », o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica». Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
Gv. 4,5-42
Giovanni rimescola nel suo Vangelo episodi della vita di Gesù e letture teologiche poiché vuole far emergere, dalla quotidianità della presenza del Signore, un contatto più alto di rivelazione, che disseta come acqua viva.
Così in questo testo sorgono molti segni e molti messaggi.
Il pozzo si identifica come un luogo di vita e di incontro in tutto l'A:T:.si parla di pozzi come luogo: si ritrovano i pastori per far abbeverare il bestiame, i commercianti in attesa di clienti, le donne che vengono ad attingere, gl'innamorati che trovano la fidanzata. La Bibbia parla di alcuni incontri interessanti: Gn24,10-25;26,15-25; 29,1-14; Es 2,15-21.
Il racconto mette a confronto Gesù, stanco e la samaritana, una donna che viene a prendere acqua.
Il testo si preoccupa di dire che non c'è buon sangue tra Giudei e Samaritani. Ci sono stati rimescolamenti di popolazioni quando Samaria è stata sconfitta nel 721 a C. e i nuovi venuti hanno portato culture e divinità pagane, sconvolgendo i ritmi di rapporto precedenti e le culture.
Gesù inizia il dialogo parlando alla donna. Lo fa per primo, ma come un mendicante che ha bisogno di bere. E' molto interessante questo inizio.. Ma è scorretto, secondo le usanze, e la donna lo fa subito notare.
Gesù, però, anticipa poiché, nel gioco del racconto, Gesù rappresenta il Signore in cerca di Israele, il popolo di cui questa donna è immagine. Così le fa un primo dono: la promessa dell'acqua viva.
L'acqua che dà Cristo è dunque la sua parola, il suo incontro, il suo insegnamento, pieno di sapienza divina (Sir 15,3;24,21;Is 55,1-3). Colui che custodisce questa parola non vedrà mai la morte (Gv 8,51), vivrà per sempre (12,50;Dt 30,15-20;Pr 13,14). In7,37-39, l'acqua simboleggia lo Spirito.
Gesù continua a sondare il cuore di questa donna. E mentre la rispetta nelle sue domande, apprezza la sincerità, ma svela l'infedeltà di vita, pur senza rimproverarla.
I cinque mariti simboleggiano gli dèi importati dalle cinque popolazioni non ebraiche secondo 2Re 17,24.
Il Dio dei Cananei si chiama Baal, ma è diventato un nome comune per designare tutti i falsi dèi, e addirittura significa "marito" nelle lingue semitiche.. Ci troviamo in una reminiscienza biblica famosa della profezia di Osea che annuncia l'attenzione di Dio che non abbandona la sua sposa diventata infedele ma la raggiunge e ricomincia il corteggiamento"come nel deserto". (Os 2,18-20) "E avverrà, in quel giorno - oracolo del Signore - mi chiamerai: "Marito mio", e non mi chiamerai più: "Baal, mio padrone. Le toglierò dalla bocca i nomi dei Baal e non saranno più chiamati per nome. E farò un'alleanza". I riferimenti annunciano la conversione della Samaria.

Credo
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.
Amen.