
Domenica all’inizio di Quaresima
9 marzo 2025
Mt 4, 1-11
Riferimenti :Gl 2, 12b-18 - Sal 50 - Cor 9, 24-27 |
Rendimi puro, Signore, dal mio peccato. Pietà di
me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità. Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio
peccato rendimi puro. |
Gl 2, 12b-18 Così dice il Signore
Dio: «Ritornate a me con tutto il cuore, con
digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il
cuore e non le vesti, ritornate al Signore,
vostro Dio, perché egli è misericordioso e
pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto
a ravvedersi riguardo al male». Chi sa che non
cambi e si ravveda e lasci dietro a sé una
benedizione? Offerta e libagione per il Signore,
vostro Dio. Suonate il corno in Sion, proclamate
un solenne digiuno, convocate una riunione
sacra. Radunate il popolo, indite un’assemblea
solenne, chiamate i vecchi, riunite i fanciulli,
i bambini lattanti; esca lo sposo dalla sua
camera e la sposa dal suo tàlamo. Tra il
vestibolo e l’altare piangano i sacerdoti,
ministri del Signore, e dicano: «Perdona,
Signore, al tuo popolo e non esporre la tua
eredità al ludibrio e alla derisione delle
genti». Perché si dovrebbe dire fra i popoli:
«Dov’è il loro Dio?». Il Signore si mostra
geloso per la sua terra e si muove a compassione
del suo popolo. Gioiele 2, 12b
- 18 Il libro di Gioiele sviluppa una nuova
prospettiva di speranza, partendo dalla
desolazione della natura sconfitta. Infatti si
apre con un lamento sulla devastazione del
paese, invaso da cavallette (1,2-12). Ma perché
la situazione abbia una via d'uscita, sono
necessarie penitenza e preghiere per affrontare
i drammi del giorno del Signore. (1,13-2,17).
Non è Dio che gode a mandare castighi, ma la
vita comporta spesso drammi e sconfitte.
Proprio questi avvenimenti obbligano a scendere
in profondità nella nostra vita e ci impegnano a
ritrovare i sentimenti veri, i pensieri più
profondi e sinceri. E se la tradizione e la
disperazione ci fanno "lacerare" i vestiti che
nascondono malattie e piaghe per mostrarci a Dio
nella nostra nudità senza infingimenti, né
ipocrisie, il profeta ci invita a "lacerare il
cuore". Infatti il Signore è generoso, sa
leggere i nostri pentimenti e le nostre paure.
"Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate
al Signore, vostro Dio, perché egli è
misericordioso e pietoso, lento all'ira, di
grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al
male". Quello che va fatto è il prendere tutti
coscienza del bisogno del cambiamento. Vi si
debbono impegnare i vecchi e I giovani, i
fanciulli ed i bambini lattanti, gli sposi e le
loro famiglie. Anche i sacerdoti, che stanno
continuamente nel tempio e, disorientati
piangeranno sulle tragedie che si compiono,
anch'essi debbono pregare e supplicare il
Signore per il male che verifica e per i peccati
che compiamo ogni giorno. Senza questa
apertura di cuore e questa preghiera, tutto il
paese, che è sotto la protezione di Dio, viene
condannato alla derisione ed al ludibrio. Resta
infatti nel giudizio dei popoli perfino il
sospetto che non ci sia un Dio attento a questo
popolo. Eppure Dio ama questo popolo e lo ha
dimostrato. E' amato più di tutti, fino alla
gelosia e nessuno può permettersi di mettere in
dubbio questa predilezione e questa grandezza.
Il peccato che viene imputato è, in ogni caso,
l'opacità dello sguardo che non è più puro e sa
apprezzare solo lo star bene, il danaro ed il
potere. Il benessere porta con sé
l'allontanamento da Dio. E' la raccomandazione
che Mosè fa al suo popolo, prospettando il tempo
dell'insediamento e della stabilità: "Quando
avrai mangiato e ti sarai saziato, quando avrai
costruito belle case e vi avrai abitato, quando
avrai visto il tuo bestiame grosso e minuto
moltiplicarsi, accrescersi il tuo argento e il
tuo oro e abbondare ogni tua cosa, il tuo cuore
non si inorgoglisca in modo da dimenticare il
Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla
terra d'Egitto, dalla condizione servile;"
(Deut8,12-14).
|
1Cor 9, 24-27 Fratelli, non
sapete che, nelle corse allo stadio, tutti corrono, ma uno solo
conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo!
Però ogni atleta è disciplinato in tutto; essi lo fanno per
ottenere una corona che appassisce, noi invece una che dura per
sempre. Io dunque corro, ma non come chi è senza mèta; faccio
pugilato, ma non come chi batte l’aria; anzi tratto duramente il
mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non succeda che, dopo
avere predicato agli altri, io stesso venga squalificato.
1Corinti 9,24-27 Paolo sta sviluppando un suo pensiero che
nasce da problemi di comunità e che lo portano a dover inventare
comportamenti impensabili solo qualche anno prima. Al cap 8
affronta, infatti, il problema della carne di animali offerti
agli idoli e il comportamento dei cristiani. Dice: "Gli idoli
non esistono" e quindi è possibile mangiare carne offerta agli
idoli senza problemi, a meno che ci si trovi di fronte ad una
persona " debole" che si possa scandalizzare, non capendo il tuo
comportamento. "Per questo, se un cibo scandalizza il mio
fratello, non mangerò mai più carne, per non dare scandalo al
mio fratello" (1 Cor8,13). Per il bene del fratello bisogna
rinunciare anche ai propri diritti personali. La carità non
cerca il proprio benessere ma il bene degli altri (13,5). E per
aiutare a capire, Paolo porta, in una sua testimonianza
personale, l'applicazione di questi principi. Infatti egli non
si avvale del diritto che gli compete, come apostolo, di essere
mantenuto a spese della comunità e questo avviene per
l'edificazione della Comunità stessa, "per non essere intralcio
al Battesimo" (v 12). Del resto è quello che avviene nel mondo
greco. Il maestro riceve uno stipendio e viene servito dai
discepoli. In conclusione, quando si fanno delle scelte,
bisogna guardare all'essenziale. Come nello stadio. Spesso
Paolo utilizza esempi sportivi poiché lo sport entusiasma un po'
tutti e, quando era giovane, probabilmente si allenava in
qualche esercizio. A Corinto si svolgono i giochi dell'Istmo in
onore di Poseidone. Molto famosi, secondi solo ai giochi
Olimpici di Olimpia. Le gare dello stadio diventano un
interessante termine di paragone. Per Paolo corrispondono
all'astensione volontaria di cose per se lecite (come le carni
agli idoli o come il suo mantenimento nella Comunità) per poter
raggiungere il fine più alto a cui tiene di più: l'edificazione
dell'altro. Paolo si rende conto di aver operato con lealtà e
con giustizia nel suo ruolo di apostolato: "Pur essendo libero
di fronte a tutti, mi sono fatto servo di tutti" (9,19), "il mio
merito è predicare gratuitamente il Vangelo" (9,18). Eppure
lui stesso sente di aver bisogno della misericordia di Dio
poiché, essere apostolo non garantisce la salvezza per sé. "Dopo
aver predicato agli altri, io stesso non venga squalificato"
(9,27).
|
Mt
4, 1-11 In quel tempo. Il Signore Gesù fu condotto dallo Spirito nel
deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni
e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli
disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma
egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola
che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa,
lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio,
gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo
ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una
pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il
Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e
gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte
queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora
Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio
tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed
ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Matteo 4,1-11 Col suo battesimo da Giovanni Gesù è entrato a pieno titolo
nel popolo di Dio che aspetta la novità promessa e si è messo in fila per
ricevere il segno della purificazione che inizia con il Battista l'attesa.
Nella umiltà e nell'anonimato Gesù ha accolto la proposta del tempo nuovo e
Dio manifesta su di Lui la sua bellezza e il suo intervento. I cieli che si
aprono, lo Spirito che scende e le parole della voce («Questi è il Figlio
mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento») sono i tre segni di
annuncio. Così Gesù è strappato dall'anonimato. Il tempo si compie in Lui ed
è lo Spirito che lo inizia nel nuovo cammino di uomo, profeta e annunciatore,
mentre maturerà in pienezza anche attorno a sé la coscienza dell'essere "il
Figlio, l'amato".E lo Spirito lo conduce nel deserto (4,1). Ci sono tutti
gli elementi per ritrovare un nuovo popolo in Gesù: il deserto, i 40 giorni:
tempo della vita nella fiducia del Signore e richiamo del cammino dell'Esodo
di Israele, la tentazione nella dimensione quotidiana dell'uomo a confronto
con i propri istinti e tensioni e in difficoltà nell'accettare l'armonia
della volontà di Dio. Si può dire che al vertice c'è il comando di Mosé nel
Deuteronomio (6,5): "Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con
tutta l'anima e con tutte le forze" secondo la tradizione ebraica. Così le
tentazioni incoraggiano: 1. a non sottomettersi alla volontà di Dio
("cuore"), 2. a non amare con tutto se stessi il Signore fino alla morte
("anima"), 3. a non amare con quanto si possiede, con i propri beni
("forze"). Gesù è presentato come l'uomo nuovo, il giusto, il santo, la
novità in pienezza. Il vero significato di "Figlio di Dio" sarà maturato dopo
la risurrezione nella Comunità cristiana e corrisponderà alla divinità del
Figlio rispetto al Padre, Sapienza eterna e Parola creatrice. Le risposte
di Gesù alle tentazioni non si fermano a ragionamenti umani o a scelte di
convenienza, ma si aggrappano alla Parola del Signore.
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |