 Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo
9 novembre 2025
Mt 25, 31-46
RIFERIMENTI:Dn 7, 9-10. 13-14 - Sal 109 - 1Cor 15, 20-26.28 |
| Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato.
Oracolo del Signore al mio signore: «Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi». Lo
scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: domina in
mezzo ai tuoi nemici! |
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Dn 7, 9-10. 13-1 Io continuavo a
guardare, qu3haand’ecco furono collocati troni e un
vegliardo si assise. La sua veste era candida
come la neve e i capelli del suo capo erano
candidi come la lana; il suo trono era come
vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente.
Un fiume di fuoco scorreva e usciva dinanzi a
lui, mille migliaia lo servivano e diecimila
miriadi lo assistevano. La corte sedette e i
libri furono aperti. Guardando ancora nelle
visioni notturne, ecco venire con le nubi del
cielo uno simile a un figlio d’uomo; giunse fino
al vegliardo e fu presentato a lui. Gli furono
dati potere, gloria e regno; tutti i popoli,
nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è
un potere eterno, che non finirà mai, e il suo
regno non sarà mai distrutto.
Daniele 7, 9-10. 13-14 Nel libro di Daniele
c'è la volontà di voler intravedere il senso
della storia come si presenta, ai credenti nel
Dio d'Israele, nel secolo secondo avanti Cristo.
Questo capitolo inizia con la visione
apocalittica di quattro bestie che sorgono
dall'oceano, il luogo del caos e del male. Le
bestie rappresentano il dominio e il potere di
quattro regni che si sono succeduti nel Medio
Oriente e di cui è stato testimone il popolo
d'Israele nel suo cammino faticoso: il leone che
rappresenta Babilonia, l'orso che rappresenta il
popolo della Media, il leopardo con quattro
teste che è simbolo dei Persiani che scrutano in
ogni direzione in cerca della preda, la quarta
bestia, un mostro terribile, che richiama il
regno di Alessandro Magno e dei suoi successori.
Israele sta vivendo un tempo angoscioso in cui
si ribella e tenta di conquistarsi una libertà,
combattendo l'oppressione culturale e religiosa
di Antioco IV Epifane (175-164 a.C.).Nella
visione della storia, come luogo dell'operosità
dell'uomo e della giustizia di Dio, Daniele
intravede il giudizio finale come un grande
processo da parte di Dio, un vegliardo, che
pronuncia la sentenza contro le bestie che
opprimono il mondo con la violenza. Poi,
all'orizzonte, appare uno, simile a un "figlio
d'uomo" che scende dalle nubi, perciò non viene
dal caos, dall'abisso ma dal cielo, ed è
portatore di speranza e di accoglienza,
semplicemente "uomo" ma viene nel mondo come
risolutore della speranza di un popolo e quindi
può essere considerato come un nome collettivo:
uomo che rappresenta Israele e che prenderà il
posto rimasto vacante dalla caduta degli imperi.
Porterà finalmente la pace ed il benessere.
Sottometterà tutti i popoli come i regni
precedenti, ma viene da Dio, riceve i poteri da
Dio e regnerà indisturbato e giusto poiché il
Signore gli avrà riconosciuto potenza e forza su
tutti i regni della terra. Su questa attesa la
guerra partigiana dei Maccabei incomincia e si
sviluppa con vicende via via più promettenti,
fino a pensare che si possa arrivare, non solo
alla indipendenza ma anche al dominio del mondo
come, d'altra parte, lo sono state altre
nazioni. |
1Cor 15, 20-26.28 Fratelli,
Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti.
Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un
uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in
Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi,
alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine,
quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto
al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. È necessario
infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici
sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la
morte. E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il
Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa,
perché Dio sia tutto in tutti.
1 Corinzi
15, 20-26. 28 Sembra che i rabbini ritenessero che con la
venuta del Messia iniziasse il primo regno: "il regno del
Messia" o il regno del cambiamento e della rivoluzione; dopo di
che sarebbe venuto il "Regno di Dio". Così il regno del
Messia sarebbe stato lungo quanto tutto il tempo dell'umanità in
attesa del giudizio finale. In questa prospettiva si capisce il
compito di Gesù che avrebbe distrutto via via il male e
sottomesso tutti i nemici fino a distruggere la morte, l'ultimo
avversario. I nemici, però, non sono le persone ma le forze
del male che impediscono all'uomo di vivere in pienezza la
propria esistenza: la malattia, la fame, la nudità, l'ignoranza,
la schiavitù, la paura, l'odio, l'egoismo, il peccato. Quando
tutto questo sarà superato e le realtà negative, che schiacciano
e deformano la bellezza delle persone, saranno scomparse, allora
il Regno del Messia sarà compiuto. Allora Gesù consegnerà al
Padre il suo regno, purificato e liberato, e inizierà il regno
di Dio nella pienezza. per l'eternità. Così all'inizio di questo
testo si dice che Gesù non elimina la morte biologica. Questo
nostro organismo lentamente si deteriora. Egli ha vinto la morte
con il suo significato di annientamento e l'ha trasformata in
una nascita definitiva, in vita piena. A questo punto non
possiamo sottrarci alla spirale di novità che si innesta nella
vita: ogni atto di amore apre orizzonti di cambiamento, ogni
tentativo di solidarietà avvicina al Regno di Dio poiché
collabora nel progetto di Gesù, ogni liberazione apre mondi
nuovi e sgretola il male e la disperazione. Ogni scoperta è un
cammino verso la liberazione. Il Regno si libera lentamente, con
la collaborazione e l'entusiasmo di tutti, credenti e no. La
differenza è data dalla consapevolezza e dalla coscienza che si
sta operando una liberazione in compagnia di infiniti gesti e
persone, sia pure ignare della fede, ma disposte ad aprire al
meglio.
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Mt 25, 31-46
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quando il
Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà
sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli.
Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle
capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il
re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre
mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del
mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi
avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete
vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a
trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo
visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da
bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti
abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo
venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto
quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli,
l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via,
lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i
suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto
sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo
e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o
assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo
servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello
che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a
me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita
eterna».
Matteo 25,31-46 Tutto il capitolo 25 racchiude come un
testamento fondamentale di Gesù per i suoi sulla laicità che orienta verso
prospettive particolari di operosità e di responsabilità. Dobbiamo tener
presente, infatti che, solo qualche giorno dopo la proclamazione di questo
testo, Gesù sarà arrestato, condannato e crocifisso, mentre egli stesso
esprimerà infinito amore e infinito perdono per chi lo uccide o lo tradisce.
Si parla di una parabola dedicata alle donne, una agli uomini ed una a tutti,
uomini e donne, indipendentemente dalla loro religione o rango. E' più di una
parabola, ma suggerisce le linee del giudizio. Alle donne vengono
riconosciute le responsabilità di essenzialità e previdenza nel proprio
ruolo, mantenendo la sapienza del vivere e sapendo provvedere con saggezza a
ruoli e compiti di persone affidabili (Mt 25,1-13): le dieci vergini
aspettano lo sposo con le lampade accese ma, al momento in cui è maggiormente
necessario l'essere pronte, scoprono di essere sprovvedute di olio e quindi
incapaci a sostenere il ruolo per cui sono state chiamate. Risultano stolte
cinque di loro e cinque previdenti, sagge. Agli uomini la parabola che li
vede impegnati nel dover gestire in somme ingentissime chiede la
responsabilità di far fruttificare le ricchezze che possiedono. Pur diversi,
i tre uomini, a cui si riconoscono capacità diverse, si vedono affidare
compiti compatibili con le rispettive risorse: a uno sono affidati 5 talenti
(circa 160 kg d'oro), ad uno 2 talenti (circa 65 kg d'oro) e all'ultimo un
talento (circa 33 Kg d'oro). Alla fine dovranno rendere conto dei frutti
guadagnati (Mt25,14-30). E non è pensabile di poter restituire solo il
capitale: ognuno riceve e deve far crescere ciò che ha ricevuto. In mancanza
d'altro, bisogna almeno mettere i soldi in banca per restituire con
l'interesse (25,27). Nella vita ciascuno ha ricevuto tesori e ciascuno deve
rendere nel mondo i propri frutti. Così collabora alla vita del mondo, creato
da Dio.
Credo Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo
e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti
i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non
creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e
per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e
si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu
sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al
cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per
giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito
santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il
Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei
profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e
la vita del mondo che verrà. Amen. |